Ieri suggerendo il libro di Pierluigi Battista scrivevo di Orwell che sfidò la sordità degli intellettuali del suo tempo. Così ha scritto in Nel ventre della balena e altri saggi:"La colpa di tutte le persone di sinistra dal 1933 in avanti è di aver voluto essere antifasciste senza essere antitotalitarie". Questo è il tema di 1984. Ha riconosciuto la natura totalitaria dell'utopia comunista ben prima del crollo del Muro di Berlino. Per gli intellettuali che non sbagliavano c'era il linciaggio. Questo è stato vero anche per la grande Hannah Arendt. Questo è stato evidente per il nostro concittadino Ennio Flaiano, che sperimentò su di sé la "solitudine del satiro" infilzando con le sue battute e i suoi aforismi i custodi dell'ortodossia e i funzionari del culturalmente corretto. Chi pensa deve essere profetico, deve indicare un destino, deve mostrare attraverso il segno delle parole il fatto che ogni cosa è segno di un significato ultimo nella realtà che si sta rivelando. Sono terribili le accuse che Dante lancia ai "dotti" che riducono la la letteratura a "meretrice", a strumento per ottenere fama e denaro. E' necessario riprendere un cammino ripartendo dall'io. Abbiamo una responsabilità educativa.
Inviato da: sammmyz1981
il 20/06/2012 alle 22:24
Inviato da: angeloluciorossi
il 02/12/2010 alle 19:22
Inviato da: AmmiraglioLanglais
il 01/12/2010 alle 15:43
Inviato da: liber14
il 31/10/2010 alle 16:08
Inviato da: liber14
il 20/08/2010 alle 19:02