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liber14 il 15/07/10 alle 20:17 via WEB
Secondo me tutta la simbologia eliotiana non tende a creare uno spazio di suggestione, di fascinazione che promana dalla parola e nel cui solco si colloca l’intuizione, ma ha bisogno di essere interpretata attraverso una "fatica" estetica ed intellettuale (per intellettuale intendo la fatica di una lettura intelligente, pronta a cogliere il particolare e la ricchezza dell'ingrediente, alla luce di un significato sintetico, unitario, che di questo particolare, di questo ingrediente, si fa chiave, segno ,cifra).
Una lettura intellettuale, quindi, e non intellettualistica, capace di cogliere la parabola umana nella sua capacita’ di tendere al senso e di questo senso farsi luce e scrigno fino a lottare una battaglia fatta di assunzione di responsabilita’e dunque di volontario rischio alla ricerca di significato .
Ed e’ proprio alla luce del significato che "la vita" puo’ esistere e puo’ essere compresa. Questo significato pero’ non e’ voluto e affermato dall’uomo ma e’ un signifificato che esiste in se stesso perche’ c’e’ gia’, voluto e affermato perche’ gia’ avvenuto.
Per me "rendete perfetta la vostra volontà" significa amare in una dimensione corale, condivisa, "vostra",
che e’ poi l’appello che pervade i Cori sin dall’inizio.
Ed e’ proprio la mancaza di amore il vero deficit di conoscenza "tutta la nostra conoscenza ci porta più vicini alla nostra ignoranza"
ed e’ proprio la mancanza di questo amore che rende il mondo quel "buio esterno e interiore" da cui evadere "sognando sistemi talmente perfetti che più nessuno avrebbe bisogno di essere buono".
Inoltre, l’uomo, nel senso del suo essere, deve edificare di continuo, perché il passato, la sua gloria e la sua storia, non trovano senso se non in una novità di vita presente.
"Se il sangue dei martiri deve fluire sui gradini, dobbiamo prima costruire i gradini".
Non si tratta solo dei gradini del tempio, ma delle pietre vive di cui sono fatti gli uomini e la comunita' degli uomini.
L’amore non è semplice sentimento; è affermazione di cio’ che crea la vita e in "un momento predeterminato
nel tempo e del tempo" è stato dato
il senso di tutto. "Bestiali, carnali, egoisti, interessati e ottusi come sempre (…), sostando, perdendo tempo, sviandosi, attardandosi, tornando», gli uomini, in fondo, non potranno
rinnegare la Straniera, perché essa non
cessa di rendere presente all’uomo la realtà, per cui "visibile e invisibile, due mondi si incontrano
nell’Uomo", per alcuni Cristo e la sua Chiesa per me la divinita’ dell’anima e la comunita’ umana. Inoltre "Tutto cambia se questo fatto è il centro della mia vita (…) se è riconosciuto come presenza(…). È una Presenza che penetra tutto il tempo, come il significato penetra ogni istante
e ogni brandello di cosa" e che deve essere centrale nella vita dell’uomo.
Una "luce invisibile" ci ha colpiti, suggerisce Eliot; luce che non acceca, ma si propone discretamente, "frantumata", appellandosi alla nostra libertà e suggerendoci che saremo protagonisti
seguendo la luce (la verità) e non pretendendo di possederla. "Eppure nulla è impossibile, nulla, agli uomini di fede e convinzione"
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