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liber14
liber14 il 14/07/10 alle 20:00 via WEB
The Rock T.S. Eliot(1934) Where is the wisdom that we have Lost in knowledge? Where is the knowledge we have Lost in information? Dov'è la saggezza che abbiamo perso in conoscenza? Dov'è la conoscenza che abbiamo perso in informazione? Il risultato è una sensazione di isolamento che sfocia nella definizione di W.H. Auden "The Age of Anxiety".

 
angeloluciorossi
angeloluciorossi il 14/07/10 alle 18:48 via WEB
Questo è il tempo dei "tentativi" per rispondere all'emergenza educativa. Si capisce che viviamo dentro un tempo "liquido". Siamo chiamati a ridestare l'io di ognuno di noi. Ridestare nell'io la commozione per la realtà. Ridestare nell'io il desiderio di qualcosa di bello, di vero, di grande...

 
liber14
liber14 il 14/07/10 alle 11:56 via WEB
Leggendo questo post e' inevitabile che alcune considerazioni vengano in mente. Posso dire di non essere un'addetta ai lavori ma e' evidente che la situazione va sempre più deteriorando, nel senso che scorgo con grande preoccupazione un impoverimento culturale e un accrescimento dell’abulia e di un atteggiamento di passività nei confronti della vita da parte dei giovani. Sono convinta pero'che la responsabilità non può essere addossata a loro. Come si puo' pretendere per esempio che ci sia coscienza civica da parte dei giovanissimi se la scuola italiana e, più in generale, l’intera società ha rimosso totalmente questi valori? Oggi si assiste alla “scuola delle tre I: internet, inglese e impresa” E le discipline umane? E la cultura letteraria? E la poesia? Quand’è che la scuola affronterà seriamente queste tematiche? Se pensi che si intende indebolire l’insegnamento di una materia fondamentale come il latino nelle scuole superiori ti rendi conto perfettamente di come esista una progettualità politica volta a privare i giovanissimi degli strumenti di base per la costruzione di un pensiero autonomo ed indipendente, con la naturale conseguenza di una progressiva apatia delle nuove generazioni. Purtroppo la crisi che il sistema scolastico attraversa getta nella rassegnazione anche quei tantissimi e bravissimi insegnanti che vorrebbero svolgere al meglio la loro delicatissima funzione di educatori e pedagoghi. Ma certo la crisi della scuola è il sintomo di una crisi generale della società italiana che tende sempre più verso una inquietante analfabetizzazione dei cittadini ( gli spettacoli televisivi sono, in questo senso, emblematici). Si tratta allora di riflettere a fondo su quali possano essere i modi migliori per fornire ai giovani gli strumenti culturali per poter sviluppare la propria individuale personalità. Al di là delle innegabili e principali responsabilità delle istituzioni e della politica, credo che la pratica dell’auto-organizzazione e dell’assunzione diretta di responsabilità siano le strade migliori e da perseguire assolutamente, anche perché, vedo molti ragazzi e ragazze che sono, generalmente, poco attenti e appassionati allo studio delle discipline umanistiche. Ma anche questo, secondo me, è soltanto un riflesso di una politica volta a scardinare totalmente il sistema scolastico con una serie di attacchi francamente inaccettabili, e, più in generale, ad anestetizzare il senso civico dei cittadini grazie alla costante rimozione della cultura dall’immaginario collettivo dell’Italia contemporanea. Tutto ciò non è avvenuto per caso, ma è stato sapientemente progettato e realizzato al fine di costruire la società dell’oblio e della dimenticanza, dell’assenza della storia e dell’annullamento persino dei valori più elementari e basilari. Tuttavia, credo non sia giusto né opportuno abbandonarsi al pessimismo soprattutto per il rispetto che dobbiamo ai tanti ragazzi che non intendono arrendersi al vuoto che dilaga dalle televisioni e dai media e al lavoro di tanti insegnanti che credono ancora nella liberta' di pensiero.

 
angeloluciorossi
angeloluciorossi il 13/07/10 alle 13:07 via WEB
Grazie liber!

 
liber14
liber14 il 12/07/10 alle 20:58 via WEB
VORREI DEDICARE A TUTTI GLI AQUILANI UNA POESIA DI YEATS "LA VESTE" Feci al mio canto una veste Coperta di ricami Tratti da miti antichi, Dai talloni alla gola; Ma gli sciocchi la presero per sé, La indossarono al cospetto del mondo Quasi lavoro delle loro mani. Lascia che se la tengano, canzone, C'è maggiore ardimento Nel camminare nudi.

 
angeloluciorossi
angeloluciorossi il 05/07/10 alle 18:11 via WEB
Cara Libera,non ho lo spazio sufficiente per raccontarti tutta la storia vissuta all'Aquila.L'Estate scorsa abbimao iniziato un'avventura straordinaria. Sotto due grandi tendoni è nata la città dei ragazzi.Un punto di aiuto allo studio, di attività ricreative e di gioco. Un punto di vita. Quel luogo mi ha insegnato più di mille corsi di formazione. La "gratuità" ti ridà l'energia per vivere più intensamente il reale. Dopo l'estate il progetto è andato avanti con alcune famiglie aquilane...Quest'estate continua per condividere il bisogno educativo di tanti ragazzi.Sai le polemiche non costruiscono. C'è bisogno di condivisione vera per crescere.

 
liber14
liber14 il 04/07/10 alle 12:27 via WEB
quello che tu scrivi è vero ma non dimentichiamoci della lezione di altre popolazioni colpite da un terremoto devastante tanto quanto quello che ha colpito l'aquila. queste popolazioni hanno trovato al loro interno la capacità, la determinazione e la disponibilità a fare sacrifici, ad aprirsi, a rischiare per cambiare ciò che non funziona. secondo me c'è la necessità che ciscuno si proietti nel futuro con una forza di partecipazione inversamente proporzionale all'età. potrò sembrare cinica ma basta con il piangersi addosso perchè questo non porta da nessuna parte anzi preclude ogni sviluppo futuro. occore che ognuno nel silenzio del suo io trovi la forza di reagire, di alzare la testa per vedere un futuro migliore fatto non solo di ricostruzione ma di "vita". in ultima analisi questo atteggiamento è l'atteggiamento di colui che vuole essere protagonista attivo della propria vita, che non accetta inutili pietosismi e non aspetta passivo aiuti esterni per affrontare il disastro della propria vita.

 
angeloluciorossi
angeloluciorossi il 02/07/10 alle 18:39 via WEB
Alla realtà siamo introdotti. Introduzione alla realtà ecco cosa è l'educazione. La parola "realtà" sta alla parola "educazione" come la meta sta ad un cammino. Il grande problema è educarci a stare davanti alla realtà per cogliere il nesso d ognuno di noi con le cose, con il tempo, con il passato, con il presente.Il contrario di quello che oggi avviene.L'omologazione e l'uniformità condanna tutti a vivere nell'irrealtà.

 
liber14
liber14 il 02/07/10 alle 12:29 via WEB
posso farti una domanda per capire meglio? per te cosa è l'irreale e il reale perchè ho letto sul tuo blog che tieni molto a questa ricerca della realtà. secondo me l'irreale e il reale è un momento impalpabile in cui si materializza il disagio di una antinomia, di una duplicità latente e forse insanabile. Ma si tratta veramente di una antinomia, di una duplicità non componibile? Quanto di irreale è presente nel reale, quanto di reale è presente nell'irreale?

 
liber14
liber14 il 02/07/10 alle 12:14 via WEB
il web può essere occasione di scambio ma non può e non deve essere l'unica occasione per conoscere ed incontrare persone altrimenti tutto si riduce all'irreale
 
 
 
 

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