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riafelicefabio il 08/05/15 alle 13:17 via WEB |
Perché la scelta della grafia gdhu per quella più consolidata (salentina) ddhu? |
Luigi Casciaro il 09/05/15 alle 11:38 via WEB |
Perché alla lettura rende di più il suono effettivo della nostra pronuncia. Di consolidato non c'è effettivamente niente: ecco la ragione della ricerca di nuovi modi di rendere più precisamente il suono più autentico. La scrittura "ddh" è deviante e imprecisa rispetto alla vera pronuncia. Luigi Casciaro |
ginorizzo il 09/05/15 alle 12:38 via WEB | ||
il Colella ha cercato di trascrivere il suono reale del fono preacquaricese "gg" infatti si diceva: cavaggiu, caggina beggiu ecc. ma poi c'è stata la "globalizzazione" del salentino e ci siamo adeguati al "ddh" e MAI comunque all'improponibile "gdhu" come ha fatto notare riafelicefabio
Luigi Casciaro: Devo rendere giustizia a Giancarlo Colella, che in effetti aveva utilizzato la “consolidata” grafia salentina “ddh”. A dir vero sono io che ho cambiato “ddh” in “gdh”, convinto che questa grafia corrisponda più da vicino alla reale pronuncia dialettale. Era convinto di questo anche il caro e compianto amico Vito Stendardo, col quale ebbi più volte a discutere dello stesso argomento, trovandoci d’accordo nel cambiare l’errata tradizione grafica salentina. Metteva in dubbio la giustezza del “ddh” anche un professore del liceo di Lecce, studioso di glottologia, che mi convinse a pronunciare in sua presenza più volte il suono in questione per carpirne le più sottili sfumature. Sono pronto a cambiare idea se qualcuno con validi argomenti alla mano mi dimostra che ho torto.
riafelicefabio il 11/05/15 alle 13:04 via WEB Già il Rohlfs nel suo Vocabolario in una nota al suono cacuminale d con puntino sotto avverte che "Nella letteratura regionale questo suono si esprime con ddh, ddhr e in alcuni testi (p.e. L30) perfino con gd". L30 è la sigla bibliografica del testo di Giuseppe Susanna, Scritti in dialetto galatonese. Nardò 1920. Tale suono è senz'altro difficile da rappresentare con i simboli dell'alfabeto italiano; di sicuro, l'intacco fonico è di natura alveolo-dentale (quindi una d); il seguito è da analizzare (il fono costrittivo alveolare non-solcato sonoro, per dirla con il Canepari, Manuale di pronuncia italiana, 2005 ?) Finalmente una nota più scientifica nella interpretazione del suono in questione! Per maggiori informazioni consultare wikipedia: "Dialetto Salentino". Luigi Casciaro |
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