Pablo Di Lorenzo

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GRATUITO PATROCINIO E RECUPERO DELLE SPESE NEL PROCESSI

Post n°265 pubblicato il 28 Agosto 2012 da torerodgl5
 

Gratuito patrocinio e recupero delle spese nel processi di dichiarazione di assenza o di morte presunta e nei processi esecutivi mobiliari e immobiliari (ex articolo 135 Testo Unico spese di Giustizia) In materia di patrocinio a spese dello Stato (gratuito patrocinio) l’articolo 135 DPR 30 maggio 2002 n 115 ( testo Unico spese di giustizia) detta le regole , in particolari procedimenti, in cui mancando uno specifico provvedimento di condanna1, risulterebbe difficile applicare le norme generali sul recupero delle spese prenotate e/o anticipate. Il primo comma del richiamato articolo dispone, per le ipotesi relative al recupero delle spese nei processi di assenza o di morte presunta, che le stesse siano “ recuperate nei confronti dei soggetti indicati nell’articolo 50 , commi 2 e 3 , del codice civile2 e nei confronti della parte ammessa in caso di revoca dell’ammissione” Il secondo comma del richiamato articolo 135 dispone che “ le spese relative ai processi esecutivi, mobiliari e immobiliari, hanno diritto di prelazione ai sensi degli articoli 2755 e 2770 del codice civile, sul prezzo ricavato dalla vendita o sul prezzo dell’assegnazione o sulle rendite riscosse dall’amministratore giudiziario” L’uso del temine “ hanno diritto di prelazione” in luogo dell’ordinario “ le spese si recuperano nei confronti di..” ha fatto sorgere dubbi sulle modalità di recupero delle spese nei procedimenti di esecuzione mobiliare e immobiliare in cui parte è ammessa al gratuito patrocinio Il dubbio è relativo al fatto se queste spese vadano recuperate secondo le modalità previste dal testo unico ( foglio notizie3, iscrizione nel registro modello 3/SG, trasmissione al concessionario) o vadano recuperate , nell’interesse dell’Erario, nei confronti del debitore o del terzo pignorato (nelle ipotesi di pignoramento presso terzi ) come regolarmente fanno i creditori procedenti privati per le assegnazioni a loro favore. La problematica in questione trova soluzione: sia in relazione al fatto che dalla sua entrata in vigore il testo unico spese di giustizia ” disciplina la riscossione delle spese processuali la riscossione delle spese di mantenimento in istituto, delle pene pecuniarie, delle sanzioni amministrative pecuniarie e delle sanzioni pecuniarie processuali, che è comune a quella delle spese processuali”4 sia in relazione al fatto che con l’entrata in vigore dell’articolo 223 legge 133/208 5 è stata eliminata la fase della redazione dell’invito al pagamento dell’ufficio giudiziario per come prevista dall’articolo 212 T.U. spese di giustizia. Tra gli aspetti più importanti della legge 133/2008 ricordiamo la soppressione delle funzioni di cassa degli uffici finanziari che venivano definitivamente attribuite ai concessionari.6 sia al fatto che, già a far data del 1 gennaio 1998, la competenza alla riscossione sia bonaria che coattiva dei crediti erariali non spettavano più direttamente agli uffici giudiziari ma al concessionario del servizio riscossione ( ex art. 7 D.Lgvo 327/97).7 Quindi nelle ipotesi in oggetto il recupero avvera nelle modalità ordinarie per come stabilite e regolamentate dal testo unico spese di giustizia, e nello specifico: La cancelleria dell’esecuzione civile procederà alla regolare annotazione sul foglio notizie 8 delle spese anticipate e/o prenotate a debito e, chiuso regolarmente, lo stesso unitamente a copia del provvedimento del magistrato, sarà trasmesso all’ufficio recupero crediti9. Sul prezzo ricavato dalla vendita o sul prezzo dell’assegnazione, previo il provvedimento da parte del magistrato ai sensi dell’articoli 133 e 135 Testo unico spese di giustizia , chi procede alla vendita ( Istituto Vendite Giudiziarie, ufficiale giudiziario, notaio delegato o altro professionista delegato ecc ) verserà l’importo corrispondente alle spese anticipate e/o prenotate a debito per tramite modello F23, in caso di insufficienza della somma ricavata la differenza sarà richiesta, dalla cancelleria, al debitore per tramite il concessionario

 
 
 

L’ISCRIZIONE DELLA NOTIZIA DI REATO E LE SUE PATOLOGIE

Post n°264 pubblicato il 28 Agosto 2012 da torerodgl5
 

Sommario 1. Premessa ed impostazione costituzionale e giurisprudenziali di legittimità. 2. Il ruolo del Pubblico Ministero. 3. Il registro delle notizie di reato. 4. La Sent. Cass. pen., ss.uu., n. 40538/2009. 1. Premessa ed impostazioni costituzionali e giurisprudenziali di legittimità L’annosa questione in trattazione, attiene alle conseguenze derivanti dalla mancata o ritardata iscrizione della notizia di reato nel registro di cui all’art. 335 c.p.p., rubricata “registro delle notizie di reato” ed è strettamente collegata al riconoscimento o meno del potere del giudice di sindacare la tempestività della iscrizione da parte del Pubblici Ministeri. Temendo possibili abusi o arbitrii da parte dei Pubblici Ministeri, nel corso degli anni, diverse Autorità Giudiziarie hanno sollevato l’illegittimità costituzionale della disciplina dei termini delle indagini “ove questa non prevede la possibilità di far retroagire la decorrenza degli stessi nei casi di indebito ritardo o di omissione nella iscrizione ex art. 335 c.p.p.“. La Corte Costituzionale ha, però, sempre reputato inammissibili le questioni per “ambiguità del petitum” (cfr. Ordinanza n. 306/2005 e n. 400/2006). Gli approdi, poi, della giurisprudenza di legittimità sono di due tipi: a) un primo indirizzo di gran lunga prevalente, afferma che “l’omessa annotazione della notitia criminis nel registro previsto dall’art. 335 c.p.p. (…) non determina l’inutilizzabilità degli atti di indagini compiuti sino al momento dell’effettiva iscrizione, poiché, in tal caso, il termine di durata massima delle indagini preliminari, previsto dall’art. 407 c.p.p., al cui scadere consegue l’inutilizzabilità degli atti di indagine successivi, decorre per l’indagato dalla data in cui il nome è effettivamente iscritto nel registro delle notizie, e non dalla presunta data nella quale il Pubblico Ministero avrebbe dovuto iscrivere. L’apprezzamento della tempestività dell’iscrizione, il cui obbligo nasce solo ove a carico di una persona emerga l’esistenza di specifici elementi indizianti e non meri sospetti, rientra nell’esclusiva valutazione discrezionale del pubblico ministero ed è sottratto, in ordine all’an e al quando, al sindacato del giudice, ferma restando la configurabilità di ipotesi di responsabilità disciplinari o addirittura penali nei confronti del Pubblico Ministero negligente”(cfr. Cass. pen., ss.uu., Sent. n. 16/2000, Tammaro). E inoltre, “l’enunciato dell’art. 335 c.p.p. evoca l’incombente della iscrizione nel registro in termini di rigorosa doverosità, nel senso di riconnettere in capo al Pubblico Ministero uno specifico obbligo giuridico, che deve essere adempiuto senza soluzione di continuità e senza alcuna sfera di discrezionalità” (Sent. n. 40583/2009, Lattanzi e Cass. pen., Sez. VI, sent. n. 2261/2009, Martino); b) un secondo orientamento, di gran lunga minoritario, afferma che “la tardiva iscrizione del nome dell’indagato nel registro di cui all’art. 335 c.p.p. non determina alcuna invalidità delle indagini preliminari ma consente, tuttavia, al giudice di rideterminarne il termine iniziale, in riferimento al momento in cui si sarebbe dovuta iscrivere la notizia di reato; ne deriva che la tardiva iscrizione può incidere sulla utilizzabilità delle indagini finali ma non sulla utilizzabilità di quelle svolte prima della iscrizione (…)“ (Cass. pen., Sez. V, Sent. n. 1410/2006, Boscarato). 2. Il ruolo del Pubblico Ministero L’obbligo imposto al Pubblico Ministero di iscrivere la notitia criminis nell’apposito registro, previsto dall’art. 335 c.p.p., risponde all’esigenza di garantire il rispetto dei termini di durata delle Indagini Preliminari e presuppone che a carico di una persona nota emerga l’esistenza di specifici elementi indizianti, e non di meri sospetti. Nel caso di trasmissione degli atti del procedimento, per competenza territoriale, da un ufficio del Pubblico Ministero ad altro ufficio del Pubblico Ministero, il dies a quo della durata delle Indagini Preliminari deve individuarsi nella data in cui il nome dell’indagato è stato iscritto nel registro delle notizie di reato del pubblico ministero ritenutosi successivamente competente (Sent. Cass. Pen., Sez. V, Sent. n. 45725/2005). Inoltre, l’obbligo del Pubblico Ministero di procedere “immediatamente” alle iscrizioni previste nell’art. 335, comma 1 c.p.p. non implica la rigidità di un termine computabile ad ore o a giorni e può ritenersi regolarmente adempiuto pur quando l’iscrizione sia avvenuta, per certe plausibili ragioni, a distanza di qualche giorno rispetto alla data di acquisizione della notitia stessa. Infatti, il Pubblico Ministero non può non fruire di un certo ambito temporale per l’esame, la valutazione e l’individuazione del nome del soggetto da iscrivere nel registro degli indagati. In sintesi, il compito della “iscrizione” è soggettivamente demandato al Pubblico Ministero, cui pertanto viene conferito il relativo munus, senza che il disposto normativo consenta di intravedere altre figure legittimate a surrogare il “ritardato” esercizio di tale potere-dovere; in dettaglio, la circostanza, che il Pubblico Ministero sia chiamato ad iscrivere “immediatamente” la notitia criminis ed il nominativo dell’indagato evoca un’incombenza doverosamnete rigorosa, nel senso di riconnettere in capo all’organo titolare dell’azione penale uno specifico ed indilazionabile obbligo giuridico, ricordando che lo stesso si trova al di fuori di qualsiasi possibilità di scelta, non solo in relazione all’an, ma anche rispetto al quid e al quando. 3. Il registro delle notizie di reato Sul registro delle notizie di reato devono essere indicati il tipo di notizia di reato, la sua provenienza, il titolo del reato (e le eventuali successive modificazioni), le generalità del suo autore ed il nome della persona offesa. In sintesi, presso ogni ufficio di Procura esiste un registro delle notizie di reato, cartaceo ed informatico, nel quale vengono iscritte, secondo un preciso ordine cronologico, le notizie di reato non appena le stesse vengono comunicate. Ovviamente, nel registro devono essere specificamente annotati: a) il numero di iscrizione del procedimento; b) la fonte della notizia di reato; c) il titolo di reato con luogo e data di commissione; d) le generalità della persona indagata e della persona offesa. In riferimento al punto d), la Sent. Cass. Pen., Sez. I, n. 4795/1996 ha sancito che “l’iscrizione nel registro delle notizie di reato del nome della persona alla quale questo è attribuito, per gli effetti che ne derivano ai fini del computo del termine di durata delle indagini e della utilizzabilità degli atti compiuti, postula la completa identificazione della stessa, non essendo sufficiente al riguardo la semplice indicazione del nome e del cognome. Ciò si ricava, tra l’altro, dall’art. 417, comma 1, lett. A), c.p.p., che, tra i requisiti formali della richiesta di rinvio a giudizio, indica le “generalità dell’imputato o le altre indicazioni personali che valgano a identificarlo”. Per completezza espositiva, occorre ricordare che l’art. 335 c.p.p. si coordina con l’art. 109 disp. att. c.p.p., che stabilisce l’annotazione eseguita ad opera della segreteria del Pubblico Ministero, sugli atti, delle notizia di reato, della data e dell’ora in cui sono pervenuti e li sottopone immediatamente al Pubblico Ministero per l’eventuale iscrizione nel registro delle notizie di reato. Del registro delle notizie di reato esistono cinque modelli: 1) il modello 21 delle notizie di reato a carico di persone note, dove vengono iscritte le notizie di reato per le quali fin dall’origine risulti individuato il nome del presunto autore o per le quali un possibile autore venga individuato dopo l’iscrizione nel registro delle notizie contro ignoti; 2) il modello 21-bis per i reati attribuiti alla competenza del giudice di pace che viene tenuto dalla procura della repubblica presso il tribunale; 3) il modello 44, ossia il registro delle notizie di reato a carico di persone ignote o, comunque, le notizie per le quali il Pubblico Ministero, nel momento in cui ordina l’iscrizione, non è in grado di individuare la persona alla quale debba essere addebitato il reato, ovvero di formulare un addebito nei confronti di un soggetto ben preciso; 4) il modello 45 degli atti non costituenti notizia di reato, nel quale raccogliere, appunto, quegli atti che riposano ancora nel “limbo” della non sicura definibilità, ma che postulano una fase di accertamenti “preliminari” (cd. pseudo-notizie di reato, quali, ad es. gli esposti), tuttavia, qualora si evidenzi la notizia di reato, il Pubblico Ministero dovrà procedere a nuova iscrizione in uno degli altri due registri, a seconda che l’indagato sia noto o ignoto; 5) il modello 46 delle notizie anonime (previsto dagli artt. 108 disp. att. c.p.p. e 5 d.m. n. 334/1989) delle quali, come stabilisce l’art. 333, comma 3, c.p.p., non può essere fatto alcun uso nel procedimento penale, salvo alcune eccezioni e in particolare, l’art. 240 c.p.p. permette che le notizie anonime siano utilizzate se costituiscono corpo del reato o provengono comunque dall’imputato. Per completezza, il registro delle notizie anonime è suddiviso per anni, ed in esso vengono iscritti la data in cui il documento è pervenuto ed il relativo oggetto, inoltre, il registro ed i documenti vengono custoditi presso la Procura della Repubblica con modalità tali da assicurarne la più completa ed assoluta riservatezza per cinque anni, per poi essere distrutti con uno specifico provvedimento adottato con cadenza annuale dal Procuratore della Repubblica.

 
 
 

LUNEDÌ 21 ANTICIPO DELLA CHIUSURA DELLA FUNICOLARE DI MONTESANTO

Post n°263 pubblicato il 28 Agosto 2012 da torerodgl5
 

Metronapoli informa che lunedì 21 maggio la funicolare di Montesanto anticipa la chiusura dell’impianto alle ore 21.00 per consentire all’Enel di effettuare un intervento di manutenzione straordinaria al sistema di alimentazione di media tensione.

 
 
 

COMUNICAZIONI DEL MINISTRO PER LA COOPERAZIONE 21.02.12

Post n°262 pubblicato il 28 Agosto 2012 da torerodgl5
 

Senato della Repubblica XVI LEGISLATURA Giunte e Commissioni RESOCONTO STENOGRAFICO n. 37 1ª COMMISSIONE PERMANENTE (Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell’Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione) COMUNICAZIONI DEL MINISTRO PER LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E L’INTEGRAZIONE ANDREA RICCARDI SUGLI INDIRIZZI PROGRAMMATICI IN MATERIA DI INTEGRAZIONE 357ª seduta: martedý` 21 febbraio 2012 Presidenza del presidente VIZZINI CG 1487 TIPOGRAFIA DEL SENATO (83) Senato della Repubblica – 2 – XVI Legislatura 1ª Commissione 37º Res. Sten. (21 febbraio 2012) I N D I C E Comunicazioni del ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione Andrea Riccardi sugli indirizzi programmatici in materia di integrazione PRESIDENTE . . . . . . . . . . . .P.a.g. 3. ,.9., .15. .e. .passim ADAMO (PD) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 * BASTICO (PD) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 BIANCO (PD) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 MALAN (PdL) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 PARDI (IdV) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 * RICCARDI, ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione . . . . . . . . . . . 3, 15 N.B. L’asterisco accanto al nome riportato nell’indice della seduta indica che gli interventi sono stati rivisti dagli oratori. Sigle dei Gruppi parlamentari: Coesione Nazionale:Grande Sud-SI-PID-Il Buongoverno: CN:GS-SI-PID-IB; Italia dei Valori: IdV; Il Popolo della Liberta` : PdL; Lega Nord Padania: LNP; Partito Democratico: PD; Per il Terzo Polo (ApI-FLI): Per il Terzo Polo:ApI-FLI; Unione di Centro, SVP e Autonomie (Union Valdoˆtaine, MAIE, Verso Nord, Movimento Repubblicani Europei, Partito Liberale Italiano, Partito Socialista Italiano): UDC-SVPAUT: UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI; Misto: Misto; Misto-MPA-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MPA-AS; Misto-Partecipazione Democratica: Misto-ParDem; Misto-Partito Repubblicano Italiano: Misto-P.R.I. Senato della Repubblica – 3 – XVI Legislatura 1ª Commissione 37º Res. Sten. (21 febbraio 2012) Interviene il ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione Riccardi, accompagnato dal capo dell’Ufficio legislativo, dottor Ignazio Portelli. I lavori hanno inizio alle ore 14,30. PROCEDURE INFORMATIVE Comunicazioni del ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione Andrea Riccardi sugli indirizzi programmatici in materia di integrazione PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le comunicazioni del ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione Andrea Riccardi sugli indirizzi programmatici in materia di integrazione. Comunico che, ai sensi dell’articolo 33, comma 4, del Regolamento, e` stata chiesta l’attivazione dell’impianto audiovisivo e che la Presidenza del Senato ha gia` preventivamente fatto conoscere il proprio assenso. Se non si fanno osservazioni, tale forma di pubblicita` e` dunque adottata per il prosieguo dei lavori. Ringrazio il ministro Riccardi per aver aderito al nostro invito e gli lascio subito la parola. RICCARDI, ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione. Signor Presidente, onorevoli senatori, vi ringrazio per il vostro invito che nell’ambito della mia esperienza ministeriale rappresenta un’importante occasione di confronto. La domanda che pongo innanzitutto a me stesso e` come la cooperazione e l’integrazione possano diventare aspetti essenziali del nostro sistema. Me lo sto chiedendo mentre sto costruendo – non senza fatica, lo confesso – una realta` che tiene insieme i due aspetti della cooperazione e della integrazione in un tempo di crisi. Credo che storicamente – e con cio` ritorno alla mia professione di storico – i momenti di crisi abbiano sempre coinciso con grandi intuizioni: pensiamo alla Seconda guerra mondiale e alla nascita dell’idea di Europa. Ricordo che il termine «integrazione» non nasce dai temi dell’immigrazione, ma da altri temi ed aspetti, quelli relativi alla disabilita`. Il problema immigrazione ed integrazione colloca l’Italia tra le quattro nazioni europee con il piu` elevato flusso migratorio. Ma, come voi ben sapete, si tratta di un’immigrazione che proviene da molti Paesi e questo dato fa la differenza: basti pensare alla Germania che ha una immigrazione di provenienza prevalentemente turca, anche se con forte componente curda. Come parlare degli immigrati? Al riguardo ritengo che esistano una considerazione ed anche un linguaggio che sono prevalentemente legati all’eSenato della Repubblica – 4 – XVI Legislatura 1ª Commissione 37º Res. Sten. (21 febbraio 2012) mergenza immigrazione; si tratta – diciamolo – di un linguaggio emergenziale, che spesso puo` diventare anche testimonianza della preoccupazione che si percepisce rispetto al fenomeno. Tuttavia, sono ormai vari decenni che in Italia risiedono persone che hanno un’altra storia rispetto a quella degli italiani e questo e` quindi diventato un fatto consolidato che non puo` pertanto essere piu` affrontato nell’ottica dell’emergenza, bensý` nella logica della stabilita` di queste presenze, della loro compatibilita` e della loro integrazione. Sono convinto che quella della presenza degli immigrati nel nostro Paese sia una delle grandi questioni da affrontare e che essa rivesta la stessa importanza che, nel secolo precedente, rivestirono le questioni dei confini nazionali. Vi sono infatti intere regioni che si aggiungono al nostro Paese, non dal punto di vista territoriale, ma umano. Il rapporto dell’ISMU, ovvero della Fondazione di iniziative e studi sulla multietnicita` di Milano, segnala una tendenziale diminuzione dei flussi di ingresso. Per quanto riguarda la questione degli stranieri residenti nel nostro Paese, le mie azioni – distintamente, ma anche con spirito di collaborazione con il Ministero dell’interno – dovranno dare impulso all’applicazione della normativa (mi riferisco principalmente al Testo unico sull’immigrazione, riguardante l’integrazione, l’unita` familiare, la tutela dei minori, l’istruzione e l’alloggio). Si tratta, pertanto, di ripensare questa politica in maniera unitaria. Per farlo occorre pero` interrogarci su quali siano oggi la condizione e lo stato dell’arte in materia di integrazione. Al riguardo non sono affatto pessimista, dal momento che buona parte dei cittadini stranieri sono inseriti nel tessuto sociale e il grande merito di questo risultato e` dovuto alle iniziative e alla buona volonta` di tanti italiani. Negli ultimi mesi ho esaminato diversi studi, recentemente pubblicati, che riguardano soprattutto gli stranieri residenti in Italia da piu` di cinque anni, da cui si evince l’incremento del numero delle ditte gestite da essi gestite, la loro propensione ad assumere italiani e l’aumento delle rimesse nei Paesi d’origine. Ci sono, in Italia, 2 milioni di famiglie che hanno almeno un componente straniero e c’e` 1 milione di bambini stranieri, il 65 per cento dei quali e` nato nel nostro Paese. Davanti ad un panorama cosý` complesso, occorre considerare obiettivi a breve e brevissimo termine e a medio termine. Bisogna innanzitutto tenere presente il problema ed il rischio dell’irregolarita`. La Caritas conta circa 600.000 permessi di soggiorno (rilasciati per motivo di lavoro subordinato, lavoro autonomo, motivi di famiglia e attesa di occupazione) che sono ormai scaduti e che non sono stati rinnovati. Mi auguro che una parte di queste persone sia ritornata nel proprio Paese; cio` detto c’e` comunque una percentuale importante di esse (si calcola piu` di 300.000-350.000 persone) che rischia di finire nel circuito dell’irregolarita`. Ebbene, la domanda che in tal caso si pone e` come permanere sul nostro territorio per trovare una nuova occupazione, quando il periodo di permanenza concesso e` limitato a sei mesi? Sono stato in Provincia di Caserta ed ho notato una situazione preoccupante, un addensarsi in Senato della Repubblica – 5 – XVI Legislatura 1ª Commissione 37º Res. Sten. (21 febbraio 2012) quella zona (in cui ci sono lavori stagionali, ma non solo) di immigrati con il permesso di soggiorno scaduto o in scadenza. Di concerto con il Ministro dell’interno, con cui opero, interverro` anche sulla graduazione dei costi di permesso di soggiorno, non per cambiare la normativa, ma per trovare una soluzione equilibrata. C’e` poi un altro grave problema da considerare che riguarda i cittadini extracomunitari venuti in Italia dopo la crisi libica. Si tratta di una situazione problematica, anche perche´ ritenevamo che essi, una volta normalizzata la situazione libica, potessero ritornare in quel Paese, di cui in gran parte non sono cittadini, ma in cui sono stati lavoratori, ma questa e` una prospettiva che allo stato non si sta assolutamente profilando. Un’altra questione di estrema gravita` e` quella dei minori non accompagnati. Per i minori c’e` un tasso preoccupante di chiusura nei gruppi etnici, sul quale occorre operare. In una prospettiva di medio periodo occorre rivolgere la nostra attenzione anche all’ulteriore questione rappresentata dalla separazione abitativa tra cittadini italiani e cittadini stranieri che, nella vita quotidiana, riguarda non solo i giovani ma anche alcune aree urbane. Il punto focale, a mio avviso, e` partire dalla scuola per arrivare agli anziani attraverso iniziative da svolgere in congiunzione con gli enti locali e che contribuiscano a far maturare l’esperienza del contatto e della conoscenza. Questo e` un tema che vorrei riprendere piu` avanti. Passando ad altra questione e continuando a muoverci in una prospettiva di breve e medio termine, segnalo che nel marzo 2012 entrera` in vigore l’accordo d’integrazione nell’ambito del Piano per l’integrazione nella sicurezza. Tale piano rappresenta uno strumento importante di pianificazione per le politiche dell’integrazione e parte dal presupposto della complessita` del fenomeno migratorio, che richiede una definizione urgente in una cornice culturale. E ` un testo importante, rispetto ad una esigenza che ho piu` volte richiamato davanti ai gruppi stranieri che ho incontrato e visitato, come avvenuto pochi mesi fa con la comunita` senegalese a Firenze. C’e` bisogno d’integrazione nella sicurezza, una sicurezza che deve riguardare tutti: gli italiani e coloro che risiedono nel nostro territorio nazionale, posto che integrazione, sicurezza, accoglienza e legalita` sono facce dello stesso problema. E qui tocchiamo il cuore e l’aspetto nodale del discorso integrativo, perche´ la convivenza ha bisogno di regole, ma anche di un ethos condiviso. Tanto per fare un esempio, l’anno appena trascorso, in cui hanno avuto luogo le celebrazioni del 150º anniversario dell’Unita` d’Italia, nella storia del nostro Paese e` stato particolarmente importante ai fini della rifondazione di un ethos nazionale condiviso. Del resto, questo problema di identita`, cosý` come quello dell’integrazione, non lo affrontiamo da soli ma con gli altri Paesi europei. Forse in questo ambito noi abbiamo il vantaggio – che poi corrisponde ad un ritardo – di non avere, come ad esempio francesi ed inglesi, un modello inSenato della Repubblica – 6 – XVI Legislatura 1ª Commissione 37º Res. Sten. (21 febbraio 2012) tegrativo precostituito e, quindi, possiamo orientare il nostro percorso integrativo sul campo, attraverso scelte ponderate. Per raggiungere questi obiettivi, tuttavia, vi e` la necessita` di una cultura che si sviluppi alla base del nostro tessuto nazionale; per esser chiari: non si puo` parlare di ethos condiviso se non si conosce e se non si parla la lingua italiana! Il Ministero dell’interno ha lavorato bene in tale direzione, impegnando somme crescenti del Fondo integrazione per l’educazione civica e per la formazione linguistica. E` importante a questo proposito anche la collaborazione della RAI; proprio in tal senso ho incontrato il direttore generale, dottoressa Lei, per sottoporle alcuni temi riguardanti l’integrazione, anche perche´ sono abbastanza vecchio da ricordare il ruolo che ebbe la RAI nel far crescere la coscienza diffusa dell’identita` italiana. Forse oggi non ci sarebbe piu` un maestro Manzi, ma sicuramente c’e` necessita` di figure che operino in questa direzione. Rispetto al processo d’integrazione, sto anche lavorando – ed e` una parte delle competenze che mi sono venute dal Ministero dell’interno – con le differenti comunita` religiose, sia nuove che tradizionali (islamici, sikh, buddisti, soprattutto ortodossi), onde capire in che modo queste possano impegnarsi per favorire l’integrazione. Un altro grande problema e` dato dal fatto di vivere insieme in tempo di crisi. Questa e` una questione che riguarda le grandi citta` europee (immagino che ricorderete tutti quanto e` successo nelle banlieues di Parigi o in Inghilterra). Si assiste infatti alla crisi delle reti sociali, della scuola, della prossimita`, ed alla fine dei partiti di massa. La questione del vivere insieme, pur avendo tratti diversi, e` comunque decisiva. I fatti di cronaca che hanno recentemente interessato le citta` di Torino, Firenze e Roma, mi hanno indotto, ancora una volta, a riflettere sulla sfida rappresentata dalle nostre citta`. Siamo in un momento delicato, in cui concentrazioni di immigrati possono costituire un elemento estremamente preoccupante. L’UNAR (Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali), che dipende dal Ministero per la cooperazione, ha segnalato un migliaio di casi di razzismo. Sono altresý` in contatto con il ministro Profumo proprio perche´ considero la scuola come un luogo decisivo per l’integrazione, non solo per i bambini ma anche per i genitori. Tanto per fare un esempio, a Torino ho visitato il quartiere di San Salvario, che era il modello negativo della «disintegrazione », e mi sono reso conto di come l’integrazione sia stata realizzata in un quartiere dove si sono intrecciate iniziative di base, impegno della scuola e politiche di riqualificazione dell’ambiente. I programmi sono tanti, ma questi processi d’integrazione vanno accompagnati, come ho avuto modo di sottolineare alle organizzazioni di cittadini e stranieri che ho incontrato. Il Ministro per l’integrazione non si occupa infatti solo degli immigrati, perche´ occorre considerare che gli italiani sono gli attori preminenti del processo di integrazione. In questo quadro emerge il problema dei giovani, con delle punte di grande preoccupazione, specie nel caso dei giovani latino-americani. Senato della Repubblica – 7 – XVI Legislatura 1ª Commissione 37º Res. Sten. (21 febbraio 2012) Penso in particolare alla costituzione di maras, bande giovanili presenti in maniera massiccia in Liguria, a Genova. Sto lavorando con il ministro Profumo ad una iniziativa per la formazione al lavoro dei giovani stranieri. Non voglio tediarvi e quindi tralascio il discorso sull’accesso ai servizi pubblici essenziali che deve essere facilitato, ma non voglio eludere il tema del rapporto tra integrazione e cooperazione e del loro collegamento. Voi sapete – ma forse si tratta di un tema che non puo` essere affrontato in questa sede – come la situazione della cooperazione italiana sia difficile, soprattutto per quanto concerne la cooperazione a dono, bilaterale (il 70 per cento della nostra cooperazione e` multilaterale). Per quanto mi riguarda ho intenzione di rilanciare la nostra cooperazione, che ha un ruolo particolarmente importante, connesso all’immigrazione, anche quando non ha luogo nei Paesi da cui partono i flussi migratori. Sono stato recentemente in Niger, e mi sono reso conto sia di come tale Paese – uscito dall’orbita della cooperazione italiana – soprattutto a seguito della crisi libica svolga un ruolo particolarmente strategico sotto il profilo del contrasto al fenomeno del traffico di esseri umani, sia di come il rafforzamento della cooperazione in quel Paese abbia ricadute non sull’integrazione, ma certamente dal punto di vista dei flussi migratori. Con cio` intendo sottolineare l’importanza che due aspetti come la cooperazione e l’integrazione rivestono in un mondo che vive i nuovi scenari conseguenti alla globalizzazione. Penso che le societa` cambino volto e che noi dobbiamo essere attenti a che questo cambiamento non sia traumatico. Ho preso contatto con le varie realta` espressive degli immigrati. Penso ad esempio alla comunita` cinese, che e` stata colpita a Roma da fatti piuttosto gravi: si tratta di 300.000 persone, per le quali le associazioni e l’ambasciata cinese hanno svolto un ruolo importante. Altre comunita` sono forse piu` frammentate. L’integrazione e` una grande questione culturale, sociale e storica, che tocca anche le relazioni internazionali e, quindi, si connette alla cooperazione. Aggiungo che numerosi demografi, a partire dal professor Antonio Golini (che di essi e` un po’ il decano), sono convinti che l’immigrazione sia ormai un dato strutturale dell’economia dei Paesi industrializzati e che l’invecchiamento delle popolazioni costituisca una costante, al punto che in Italia, nel 2030, un cittadino su tre avra` piu` di sessant’anni. Da poco tempo mi e` stata affidata la delega alla politica per la famiglia e stiamo studiando a fondo questa tematica. La crescita zero della popolazione in Italia e nei Paesi industrializzati pone il problema della presenza e della necessita` degli stranieri, ma pone anche la questione del sostegno alla natalita`. Quando si parla di integrazione, si fa dunque riferimento ad una nuova stagione, che va al di la` dell’emergenza e che riguarda una fetta importante degli uomini e delle donne che vivono in Italia. Nelle scuole gli alunni stranieri, secondo l’ISTAT, sono il 7,5 per cento della popolaSenato della Repubblica – 8 – XVI Legislatura 1ª Commissione 37º Res. Sten. (21 febbraio 2012) zione scolastica. In tal senso si pone quindi il problema importante dell’accettazione di questa realta`, ma anche della sua collocazione nel quadro della vita del Paese. Nel merito, se mi e` consentito, vorrei raccontare un episodio. Sono stato a Villa Literno e sono entrato in un centro che fa attivita` di sostegno a favore degli immigrati; ingenuamente, di fronte ad una classe di ragazzini tutti biondi, che mi hanno detto essere ucraini, ho chiesto se fossero lý` ad imparare l’italiano. Mi hanno risposto dicendo, con un accento napoletano: «No Mini’, noi stiamo qui ad imparare l’ucraino, la lingua di papa` e mamma, con tutti quei segni cosý` noiosi» (sulla lavagna c’era l’alfabeto cirillico). Ebbene, questi ragazzini sono ucraini o italiani? Poi, di fronte ad una classe di magrebini e, forte dell’esperienza precedente, ho chiesto loro se stessero imparando l’arabo ed ho ricevuto in tal senso conferma. Con cio` intendo dire che il problema in questo caso non e` lo ius sanguinis o lo ius soli, come previsto nella legislazione di alcune Nazioni, anche perche´ una situazione di quel genere esporrebbe un Paese poroso e di passaggio come l’Italia a dei rischi concreti; sono invece dell’avviso che si debba pensare, nella prospettiva del riconoscimento della cittadinanza di questi bambini, ad uno ius culturae, cioe` ad un criterio che tenga conto dell’appartenenza per nascita e per cultura di un individuo alla cittadinanza nazionale. Non mi sono mosso in questo ambito perche´ farlo non rientra nelle mie competenze; ritengo pero` che occorra affrontare in maniera seria la problematica del riconoscimento della cittadinanza ai bambini nati in Italia da genitori stranieri e confido, signor Presidente, che la discussione su questa materia venga al piu` presto ripresa nel modo che si riterra` opportuno. Certo, esiste la possibilita` di diventare italiani a 18 anni; ma a quell’eta` la personalita` e` totalmente formata, laddove pensarsi italiani ed essere italiani aiuta ad integrarsi. Sono anche consapevole che il Governo non potra` che sostenere ed appoggiare cio` che al riguardo maturera` in Parlamento (ne ho parlato anche con il Ministro dell’interno); personalmente ho preso visione dei numerosi e diversi progetti presentati e li ho trovati tutti interessanti. Faccio presente che dall’Unione europea pervengono richieste di implementazione di tutte le azioni dei Governi nazionali sui temi oggetto dell’odierna audizione. Sono stato a Bruxelles e ho discusso di questa problematica con il commissario Malmstro¨m, confrontando la nostra esperienza ed i nostri problemi e trovando apprezzamento per l’azione svolta dal Governo in proposito. Penso che sia necessario trovare alcune risposte e che non possiamo ne´ dobbiamo attendere altro tempo. Ci troviamo in una situazione molto complessa e il grande rischio oggi e` credere che ci siano soluzioni facilmente percorribili. Dobbiamo diffidare delle semplificazioni, perche´ la gente oggi ci chiede indicazioni precise e, soprattutto, si rivolge agli enti locali e al Governo per non essere lasciata sola nei percorsi difficili di integrazione e di convivenza. Nel conoscere e nel riuscire a comporre diversita` ed alterita`, connessioni, distanze e prossimita`, si puo` creare quelSenato della Repubblica – 9 – XVI Legislatura 1ª Commissione 37º Res. Sten. (21 febbraio 2012) l’arte del convivere che e` frutto della sapienza umana e del realismo politico. Vi ringrazio per la vostra attenzione e saro` lieto di rispondere ai quesiti che gli onorevoli senatori vorranno pormi. PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro per la sua esposizione e lascio la parola ai colleghi che intendono intervenire. BIANCO (PD). Signor Presidente, signor Ministro, desidero esprimere, a nome dei colleghi del Gruppo Partito Democratico, il piu` sentito e sincero apprezzamento per le parole con le quali il Ministro ha introdotto gli argomenti oggi al nostro esame. Concordo con una valutazione di fondo, che immagino fosse sottesa alle sue parole, signor Ministro; sono infatti anch’io convinto che la questione che stiamo affrontando sia tra quelle da cui dipende il futuro della societa` italiana nei prossimi decenni. La capacita` del Paese di tornare ad essere competitivo dipende infatti anche dalla capacita` con cui sapra` affrontare in modo diverso e nuovo una delle grandi questioni delle societa` contemporanee. Il nostro Paese, purtroppo, in questo ambito ha commesso degli errori. L’errore principale – lo dico avendo io stesso avuto responsabilita` in questo campo come Ministro dell’interno e presidente dell’Associazione nazionale Comuni italiani – e` dovuto al fatto che il Paese ha agito sulla base di spinte emotive, di carattere e di segno profondamente diverso. Tant’e` che di fronte alle ondate di sbarchi, ci si e` mossi talvolta in termini fortemente inadeguati e, in altre occasioni, sulla spinta dell’emotivita` provocata ad esempio dallo speronamento e dall’affondamento di una nave di immigrati o del ritrovamento di cadaveri in mare, sono stati assunti atteggiamenti di tipo opposto. Il punto di equilibrio che mi permetto di sottolineare, signor Ministro, condividendo le impostazioni da Lei illustrate alla Commissione, riguarda quindi la necessita` che gli intenti manifestati si trasformino in azioni concrete, sia sotto il profilo legislativo sia, soprattutto, sul piano amministrativo. In tal senso mi permetto di segnalare l’assoluta necessita` di coinvolgere, nelle politiche attive del Governo attorno a questa problematica, gli enti locali e, ovviamente, le Regioni. Questo e` un punto centrale della possibilita` di successo di questa operazione. Al di la` dell’impostazione di fondo, mi permetto di ricordare anche alcune finalita` essenziali. Un obiettivo fondamentale e` quello di limitare al massimo il fenomeno dell’immigrazione clandestina e, soprattutto, di contrastare, con la massima determinazione possibile, quelle aree di disagio che possono diventare, in un momento immediatamente successivo, aree di criminalita`. E` naturale, infatti, che in certe condizioni spesso il grigio diventi nero. Signor Ministro, un fattore di successo fondamentale in questo ambito e` inoltre la cooperazione internazionale. L’Italia ha ottenuto i migliori risultati in questo campo quando, con l’allora Ministro dell’interno, Giorgio Napolitano, affronto`, con lo strumento della cooperazione bilaterale, e Senato della Repubblica – 10 – XVI Legislatura 1ª Commissione 37º Res. Sten. (21 febbraio 2012) poi anche multilaterale, la questione relativa al contrasto all’immigrazione clandestina, richiamando alla loro responsabilita` i Paesi dai quali provenivano o da cui partivano le ondate migratorie. Questo e` un fattore decisivo di successo, e voglio ricordare che in questo ambito da ultimo il ministro Maroni – di cui pure non condividevo molte scelte – nell’ambito della cooperazione internazionale si era mosso in qualche misura in una linea di continuita`. Altro dato fondamentale, soprattutto da parte del Ministero dell’interno, e` la tolleranza zero nei confronti delle organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di esseri umani. Questa mattina e` stata ad esempio posta in essere un’azione molto efficace nei confronti di un’organizzazione terroristica turca che credo si chiami «Hezbollah», anche se ritengo non abbia nulla a che vedere con gli Hezbollah libanesi. Una forte determinazione in questo senso e` quindi un requisito di successo fondamentale perche´, naturalmente, il rigore e la severita` devono accompagnarsi alla disponibilita` e all’integrazione e a tutte le azioni che lei ha prima segnalato. La mia non e` una domanda specifica, signor Ministro, quanto piuttosto la richiesta di una valutazione su questi argomenti. Da parte nostra vi e` comunque piena disponibilita` sul piano legislativo a svolgere ogni azione necessaria affinche´ gli intenti da lei esplicitati possano tradursi, anche in tempi rapidi, in atti legislativi che procedano nella direzione indicata. PARDI (IdV). Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la sua presenza e per la sua relazione, a margine della quale vorrei fare alcune brevi note. Il Ministro in un passaggio ha fatto riferimento a un fenomeno che i sociologi definiscono «divisione sociale dello spazio». Da quando la Scuola di Chicago affronto` questo argomento, gli studi si sono moltiplicati e il libro di Park, Burgess e McKenzie affonda nel secolo precedente di molti decenni. Noi abbiamo conosciuto questo fenomeno di divisione sociale dello spazio prima ancora dell’immigrazione straniera, perche´, come lei ben sa, nel nostro Paese vi fu una immigrazione di giovani operai dal Sud al Nord del Paese che andarono ad abitare nelle cantine o nelle soffitte e in determinati quartieri che rapidamente si trasformarono in ghetti. Noi abbiamo quindi una certa esperienza del fenomeno, tanto che si puo` provare ad affrontare l’argomento dal lato della cultura. Cio` mi porta a richiamarmi al suo accenno alla questione della lingua. Lei e` stato a Firenze, dove ha incontrato la comunita` senegalese e Pap Diaw, che di quella comunita` e` uno straordinario rappresentante. Michele Serra, intorno a quell’evento ha scritto un corsivo nel quale si e` dichiarato orgoglioso di come Pap Diaw usi e impersoni la lingua italiana.

 
 
 

COMUNICAZIONI DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA PAOLA SEVERINO DI BENEDETTO SUGLI INDIRIZZI GENERALI DELLA POLITICA DEL SUO DICASTERO

Post n°261 pubblicato il 28 Agosto 2012 da torerodgl5
 

UFFICIO DEI RESOCONTI I testi contenuti nel presente fascicolo – che anticipa l’edizione definitiva del resoconto stenografico – non sono stati rivisti dagli oratori. CG1416 Senato della Repubblica XVI LEGISLATURA _____________________________________________________________ Presidenza del presidente BERSELLI Ufficio dei Resoconti BOZZE NON CORRETTE (Versione solo per Internet) 2 Resoconto stenografico n. 12 2a Commissione permanente Seduta n. 272(pom) del 20 dicembre 2011 Sede CG1416 stenografico n. 12 2a Commissione permanente Seduta n. 272(pom) del 20 dicembre 2011 Sede CG1416 Intervengono il ministro della giustizia Paola Severino Di Benedetto e il sottosegretario di Stato per lo stesso Dicastero Zoppini. I lavori hanno inizio alle ore 14,40. PROCEDURE INFORMATIVE Seguito delle comunicazioni del ministro della giustizia Paola Severino Di Benedetto sugli indirizzi generali della politica del suo Dicastero PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca il seguito delle comunicazioni del ministro della giustizia Paola Severino Di Benedetto sugli indirizzi generali della politica del suo Dicastero, sospese nella seduta del 29 novembre scorso. Comunico che, ai sensi dell’articolo 33, comma 4, del Regolamento, è stata chiesta l’attivazione dell’impianto audiovisivo e del segnale audio e che la Presidenza del Senato ha già preventivamente fatto conoscere il proprio assenso. Se non vi sono osservazioni, tale forma di pubblicità è dunque adottata per il prosieguo dei lavori. Ufficio dei Resoconti BOZZE NON CORRETTE (Versione solo per Internet) 4 Resoconto stenografico n. 12 2a Commissione permanente Seduta n. 272(pom) del 20 dicembre 2011 Sede CG1416 Voglio ringraziare il ministro Severino Di Benedetto per la gentile disponibilità manifestata nei confronti di questa Commissione. È la seconda volta che viene in uno lasso di tempo molto ridotto, nonostante i suoi impegni, che tutti possiamo immaginare quali e quanti siano. La presenza del Ministro oggi si inquadra in un momento particolare, perché il Consiglio dei Ministri sta per approvare due provvedimenti, uno in materia di carceri – la cui emergenza è a tutti ben nota -, l’altro in materia di giustizia civile, entrambi di particolare interesse per questa Commissione e per noi componenti. In merito abbiamo letto alcune anticipazioni sui giornali, in particolare sul quotidiano “Il Sole-24 ORE”. Credo che questa, signor Ministro, sia l’occasione per lei per comunicare nel dettaglio alla Commissione queste due iniziative particolarmente importanti. Ho ricevuto una nota dell’organismo unitario dell’avvocatura – di cui lei avrà sicuramente preso visione – in cui si prospetta un’ipotesi per venire incontro ai tempi della giustizia civile. Le ho già anticipato qualche obiezione non capendo quali potrebbero essere le conseguenze circa la prescrizione di determinati termini fissati dai magistrati. Si capisce quali conseguenze possano avere i termini perentori assegnati alle parti, mentre i Ufficio dei Resoconti BOZZE NON CORRETTE (Versione solo per Internet) 5 Resoconto stenografico n. 12 2a Commissione permanente Seduta n. 272(pom) del 20 dicembre 2011 Sede CG1416 PRESIDENTE. Signora Ministro, attendiamo qualche sua parola anche in ordine alla magistratura onoraria. Come le avevo detto la volta scorsa, questa Commissione ha esaurito una serie audizioni. In materia sono stati presentati diversi disegni di legge, uno dei quali a firma dei senatori Caliendo, Palma e Alberti Casellati, che verranno esaminati congiuntamente. Si tratta di una materia di particolare e urgente interesse. Abbiamo letto, sempre su “Il Sole-24 ORE”, alcune anticipazioni. Credo sia venuto il tempo di una riforma organica della magistratura onoraria, non andando più avanti con semplici proroghe, pur necessarie, anzi indispensabili. CALIENDO (PdL). Signora Ministro, la ringrazio ancora per la presenza oggi in Commissione, anche perché non è da tutti tornare dopo che il dibattito è stato interrotto. Nell’intervento da lei svolto il 29 novembre scorso, ho apprezzato molto la preferenza data agli interventi in materia di giustizia civile. In alcune Regioni del nostro Paese il processo civile è fonte di legittimazione di contropoteri criminali, perché il mancato funzionamento della giustizia civile legittima il potere dei “mamma santissimi” locali, che riescono a Ufficio dei Resoconti BOZZE NON CORRETTE (Versione solo per Internet) 8 Resoconto stenografico n. 12 2a Commissione permanente Seduta n. 272(pom) del 20 dicembre 2011 Sede CG1416 garantire giustizia specialmente ai poveri, che non potranno mai avere giustizia dal nostro sistema giudiziario. Questa è la ragione per cui in questa legislatura si è data molta importanza alla giustizia civile. In particolare – come il presidente Berselli ricorderà – giace in Commissione un provvedimento in materia che dovrebbe essere preso in considerazione. Mi batto su questa idea da 40 anni senza fortuna. Con Vittorio Bachelet, durante un viaggio in Germania con il Consiglio superiore della magistratura, verificammo come l’istituto della sentenza con modificazioni a richiesta comportasse la diminuzione di circa il 70 per cento della scrittura delle sentenze. Come lei sa, a differenza di quanto avviene per le sentenze penali, nel nostro ordinamento viene impugnato solo il 15 per cento delle sentenze civili emesse in primo grado. Subordinando l’emissione della sentenza estesa alla proposizione dell’appello e supponendo che le impugnazioni arrivino al 30 per cento, si determinerebbe una consistente riduzione del carico di lavoro per l’estensione delle sentenze, come dicevo, fino al 70 per cento. Credo che quel progetto, che era di un Governo di cui facevo parte, vada corretto ulteriormente, perché quel sistema comporta un minimo di motivazione nel provvedimento che fa considerare ad alcuni la possibilità del ricorso per Ufficio dei Resoconti BOZZE NON CORRETTE (Versione solo per Internet) 9 Resoconto stenografico n. 12 2a Commissione permanente Seduta n. 272(pom) del 20 dicembre 2011 Sede CG1416 Cassazione. Per tali ragioni penso che bisognerebbe accelerare l’iter del disegno di legge che ho prima richiamato, apportandovi qualche correzione, in modo da arrivare al più presto a soluzione. Mi auguro di non fare come molti di coloro che sono stati al Governo, che ritengono che solo quello che si è fatto in quel periodo sia giusto. La collaborazione che va data nelle Aule parlamentari è completamente diversa. Apprezzo poi quello che lei ha detto in merito al processo di informatizzazione e non riprenderò quanto detto in proposito dal senatore Maritati. Dal 2009 è diventata realtà la posta elettronica certificata, che in quell’anno riguardava 8.806 avvocati. Nel 2010 il collegamento informatico è diventato possibile nella totalità degli uffici giudiziari italiani. Il 19 novembre 2011 la posta elettronica è diventata obbligatoria nel processo civile a seguito del decreto ministeriale n. 44 del 2011. Nel giro di dieci giorni, dal 18 al 28 novembre 2011, si è passati da 46.000 a 152.000 utenti, con un incremento di circa il 330 per cento. Nella DGSIA (Direzione generale dei sistemi informativi automatizzati), ma già nel sito web del Ministero della giustizia è disponibile un lungo programma, di cui ho qui una sintesi. Oggi il 54 per cento dei decreti ingiuntivi viene emesso solo in via telematica, e il Ufficio dei Resoconti BOZZE NON CORRETTE (Versione solo per Internet) 10 Resoconto stenografico n. 12 2a Commissione permanente Seduta n. 272(pom) del 20 dicembre 2011 Sede CG1416 rapporto tra studi legali e uffici giudiziari avviene solo in via informatica. Basta collegarsi con il sito del Ministero per avere una cognizione completa dell’attuale situazione. Apprezziamo quindi, signora Ministro, la sua particolare sensibilità su questa tematica. Credo che entro il 2012 tutta la procedura per l’informatizzazione della giustizia civile potrà essere completata. Per quanto riguarda invece il ramo penale, sempre sul sito del Ministero della giustizia si possono conoscere i progressi fatti in termini di digitalizzazione. Il presidente Berselli ha accennato alla questione della magistratura onoraria. Non so se nel decreto-legge dell’ultimo Consiglio dei ministri avete già previsto una proroga degli attuali giudici onorari (ormai ogni anno si è costretti a ricorrere allo strumento della proroga). Insieme ad altri senatori ho presentato un disegno di legge (Atto Senato n. 3037) che prevede una riforma organica della materia sulla base di due aspetti: in primo luogo, la magistratura onoraria deve avere un tempo limitato per esercitare tale funzione; in secondo luogo, il fenomeno delle proroghe, iniziato da circa 15 anni, rappresenta un’abnormità che ha comportato la legittimazione di determinati soggetti. Si tratta, nel complesso, di un Ufficio dei Resoconti BOZZE NON CORRETTE (Versione solo per Internet) 11 Resoconto stenografico n. 12 2a Commissione permanente Seduta n. 272(pom) del 20 dicembre 2011 Sede CG1416 provvedimento aperto ad eventuali correzioni parlamentari e del Governo per tentare di dare una fisionomia e uno statuto alla magistratura onoraria con la definizione del ruolo dei giudici di pace, del numero dei viceprocuratori onorari e dei giudici onorari di tribunale. Per quanto riguarda questi ultimi, viene abbandonata la logica della supplenza del giudice onorario di tribunale nei confronti del giudice ordinario, identificando dei criteri oggettivi in virtù dei quali negli uffici giudiziari sarà necessaria la presenza di giudici onorari di tribunale, che avranno una precisa attività da svolgere. Vorrei affrontare brevemente anche la questione relativa alla situazione carceraria richiamandone solo i punti essenziali. Premetto di non aver letto il testo del decreto-legge approvato dall’ultimo Consiglio dei ministri. Comunque, avendo girato molti istituti penitenziari del nostro Paese, penso che bisognerebbe vergognarsi della attuale situazione carceraria non solo per il turn over delle persone detenute la cui permanenza nelle strutture dura circa tre o quattro giorni, ma anche per tutte le carcerazioni che durano non più di un mese. Allo stato attuale non c’è alcuna possibilità di applicare quanto previsto dai principi costituzionali in materia: non vi è alcuna possibilità di svolgere un programma di Ufficio dei Resoconti BOZZE NON CORRETTE (Versione solo per Internet) 12 Resoconto stenografico n. 12 2a Commissione permanente Seduta n. 272(pom) del 20 dicembre 2011 Sede CG1416 riabilitazione. Spesso si tratta di individui per i quali non si è ancora svolta un’udienza di convalida, la quale, in moltissimi casi, termina con la mancata convalida (della detenzione). Considerazioni del genere non nascono oggi in virtù del sovraffollamento delle strutture, ma attengono ai problemi della dignità della persona e quindi ai principi di cui agli articoli 2 e 3 della Costituzione. Di fronte a tale situazione, dovremmo pensare a nuovi tipi di soluzione. La soluzione delle sale di sicurezza viene criticata. Ho presentato un disegno di legge insieme al senatore Palma e alla senatrice Alberti Casellati (Atto Senato n. 3045) che prevede, nell’ipotesi in cui non si verifichi un arresto obbligatorio in flagranza e non si tratti di specifici reati, la detenzione domiciliare e non nelle carceri. Ministro Severino, lei ha valutato con il ministro Cancellieri la possibilità di adottare lo strumento del braccialetto elettronico. Ebbene, tale sistema non ha funzionato non tanto per il braccialetto elettronico in sé quanto perché i magistrati non lo hanno adottato. Negli anni di sperimentazione in Italia il braccialetto elettronico è stato adottato, infatti, in pochissimi casi, atteso che vi hanno fatto ricorso soltanto due giudici. Quasi mai i magistrati decidono di Ufficio dei Resoconti BOZZE NON CORRETTE (Versione solo per Internet) 13 Resoconto stenografico n. 12 2a Commissione permanente Seduta n. 272(pom) del 20 dicembre 2011 Sede CG1416 chiedere all’imputato, come prevede la norma del codice penale, di adottare il braccialetto elettronico. Se i casi di ingresso in carcere per tutti i tipi di reato sono circa 700 al mese nei momenti di maggiore affollamento (mediamente si tratta di 500-600 ingressi), mi chiedo come mai non sia possibile pensare a una detenzione domiciliare con il braccialetto elettronico, anziché alle sale di sicurezza, soprattutto ove si consideri l’inidoneità delle caserme o il non utilizzo delle vecchie camere di sicurezza. Il senatore Serra ha spiegato che a Roma tali celle vengono ancora utilizzate. Tuttavia, se a Roma vi sono sale di sicurezza funzionanti, in altre città tali celle non vengono più utilizzate. Non sto dicendo che la soluzione che propongo sia quella giusta, ma sottopongo a lei, signora Ministro, la questione affinché possa valutarne la praticabilità e l’esperibilità. Il provvedimento che abbiamo presentato in Senato potrebbe essere trasformato in un emendamento al decreto-legge che sarà presentato dal Governo. La filosofia che dovrebbe animarci tutti è quella di porre al centro della nostra attenzione l’uomo in quanto tale. Ogni detenuto deve avere la speranza e la possibilità di una riabilitazione e, se questa è possibile, occorre fare tutti gli sforzi perché si realizzi. Ufficio dei Resoconti BOZZE NON CORRETTE (Versione solo per Internet) 14 Resoconto stenografico n. 12 2a Commissione permanente Seduta n. 272(pom) del 20 dicembre 2011 Sede CG1416 SERRA (UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI). Signor Presidente, desidero anch’io ringraziare la signora Ministro per la sua disponibilità. Negli ultimi tre anni, infatti, non è mai accaduto che il Ministro della giustizia … PRESIDENTE. Anche prima! SERRA. Io posso parlare solo per gli ultimi tre anni. Ringrazio quindi il Ministro per la sua grande disponibilità. Con grande attenzione ho ascoltato il suo intervento e condivido totalmente le linee programmatiche che ci ha illustrato. L’Unione di centro e Per il Terzo Polo appoggeranno totalmente le sue linee guida. Detto questo, voglio informarla che ieri i vertici del Partito hanno incontrato i vertici dell’Associazione nazionale magistrati. In tale incontro è emersa innanzi tutto (a lei non sarà certo sfuggita) la necessità di accorpare le circoscrizioni e i tribunali. Su questo punto, Ministro, la invitiamo ad andare avanti, anche se incontrerà grandi difficoltà. Come tutti sappiamo, infatti, ognuno cerca di difendere il proprio orticello e ogni innovazione Ufficio dei Resoconti BOZZE NON CORRETTE (Versione solo per Internet) 15 Resoconto stenografico n. 12 2a Commissione permanente Seduta n. 272(pom) del 20 dicembre 2011 Sede CG1416 vede i mal di pancia di tanti. Ciò nonostante, lei vada avanti perché al suo fianco troverà non solo noi ma anche i magistrati. Dell’informatizzazione hanno già parlato, sicuramente meglio di quanto potrei fare io, i colleghi che mi hanno preceduto; mi limito soltanto a sottolineare la richiesta di accelerare l’informatizzazione per tutti. Mi permetto ora una riflessione sulla quale richiamo la sua attenzione. Da sempre sono molto vicino alla magistratura: con i giudici ho condiviso pagine straordinarie della mia attività professionale. Migliaia e migliaia di giudici operano in maniera seria, corretta e professionale; non si può negare però che qualcosa di storto vi sia anche in questa magistratura. Mi riferisco a chi è legato alle prime pagine dei giornali e vuole farsi pubblicità in modo non sempre perfettamente lucido, a chi vuole fare politica attraverso la magistratura; per fortuna, però, sono in pochi. Come lei certamente sa meglio di me, in Francia (mi dispiace citare questo Paese per il quale non nutro particolare affetto e stima) è stato previsto un concorso per entrare alla scuola di magistrati. Si tratta di due anni di formazione durante i quali il potenziale magistrato può rendersi conto se quel mestiere sia effettivamente quello giusto per lui e coloro che gestiscono il corso possono capire se si tratta di persona in grado di fare il Ufficio dei Resoconti BOZZE NON CORRETTE (Versione solo per Internet) 16 Resoconto stenografico n. 12 2a Commissione permanente Seduta n. 272(pom) del 20 dicembre 2011 Sede CG1416 magistrato. Al termine del corso si sostiene il vero esame, quello difficile, per entrare nella magistratura. Mi permetto di sottoporre alla sua attenzione questo sistema perché ritengo che uno dei conflitti maggiori emersi negli ultimi tempi sia proprio quello tra la magistratura e la politica e che non sempre la politica sia stata dalla parte del torto. È vero che tra di noi vi sono persone rinviate a giudizio, condannate in appello, colpite da provvedimenti restrittivi, delle quali non riusciamo a liberarci, ma è anche vero che vi sono stati momenti in cui il comportamento della magistratura non è sempre stato giusto. Una maggior attenzione in tal senso contribuirebbe anche a smussare gli angoli e a fare in modo che la gente non continui a prendersela con una politica che non funziona. La situazione carceraria è un altro argomento sul quale vorrei soffermarmi probabilmente perché la mia esperienza mi porta a conoscere le questure un po’ meglio degli altri. Le camere di sicurezza sono utilizzate nelle grandi questure di città come Milano, Roma, Firenze, Palermo e Torino, mentre sono praticamente inesistenti in quelle dei piccoli centri urbani. Nelle grandi questure l’arrestato in flagranza, che deve essere portato davanti al giudice l’indomani o se, c’è la domenica di mezzo, dopo due giorni, permane in camera di sicurezza con grande impegno da parte Ufficio dei Resoconti BOZZE NON CORRETTE (Versione solo per Internet) 17 Resoconto stenografico n. 12 2a Commissione permanente Seduta n. 272(pom) del 20 dicembre 2011 Sede CG1416 delle Forze dell’ordine il cui organico, come lei sa, è ridottissimo. Nelle altre questure e nella gran parte delle stazioni dei Carabinieri questo non funziona. Bisognerebbe, allora, se lei fosse intenzionata a proseguire sulla strada di cui si è letto sui giornali, predisporre le strutture. Inoltre, le grandi questure, qualora si dovesse trattenere il detenuto qualche ora in più, risentirebbero della mancanza di strutture infermieristiche e di medici. A mio parere, il collega Caliendo ha suggerito una strada giusta, quella del maggior utilizzo degli arresti domiciliari. Comunque, Ministro, posso assicurarle che si incontrerebbero grandi difficoltà non per l’opposizione degli agenti o dei carabinieri, ma per un’evidente difficoltà a gestire un problema di questo genere, soprattutto nelle piccole questure e nelle stazioni dei Carabinieri. Tralascio il discorso sui Vigili urbani. Bisogna prendere atto che oggi un terzo dei detenuti, come lei ben sa, è dentro per spaccio e che la stragrande maggioranza di questi è anche tossicodipendente. Non credo che questi problemi si possano risolvere con le sbarre, con le carceri o le camere di sicurezza. Penso invece che si debba prevedere un’alternativa; una migliore gestione delle comunità o l’esistenza di strutture diverse consentirebbe, ad esempio, di snellire la popolazione carceraria. Ufficio dei Resoconti BOZZE NON CORRETTE (Versione solo per Internet) 18 Resoconto stenografico n. 12 2a Commissione permanente Seduta n. 272(pom) del 20 dicembre 2011 Sede CG1416 Credo sia necessario poi pensare alla depenalizzazione di alcuni reati che inoltre consentirebbe ai magistrati di lavorare più intensamente sui processi. Anche questo servirebbe a far diminuire la popolazione carceraria. Penso, ad esempio, alla guida senza patente per la quale sono previsti tre gradi di giudizio e all’articolo 650 del codice penale, che disciplina l’inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. Ad ogni modo, Ministro, qualunque sarà la sua strada, noi la seguiremo sostenendola. CENTARO (CN-Io Sud-FS). Presidente, ringrazio il Ministro della giustizia per la disponibilità e la cortesia. A mia memoria tutti i predecessori del Ministro, indipendentemente dal Governo di appartenenza, sono passati dalla Commissione giustizia ad esplicitare il loro programma e a confrontarsi. Ministro, l’ho apprezzata particolarmente per la sua praticità, che invece non è stata gradita da molti colleghi che hanno snocciolato ansie sulla giustizia per affrontare le quali sarebbero necessarie due o tre legislature. Ho apprezzato la sua pragmaticità su alcuni punti che intende Ufficio dei Resoconti BOZZE NON CORRETTE (Versione solo per Internet) 19 Resoconto stenografico n. 12 2a Commissione permanente Seduta n. 272(pom) del 20 dicembre 2011 Sede CG1416 avviare a soluzione. Le elenco alcune questioni su cui desidererei conoscere il suo pensiero. Inizio con le circoscrizioni giudiziarie. Lei e il suo predecessore (che ne è stato il promotore, lei firmerà invece l’atto conclusivo) sarete gli autori dell’unica grande riforma epocale che viene attuata nella giustizia. Parlo della modifica delle circoscrizioni giudiziarie di cui si parla dal secondo dopoguerra. Fino ad ora l’unica riforma epocale è stata forse quella dell’articolo 111 della Costituzione e delle norme a cascata; probabilmente però questa riforma sarà ancor più incisiva nel suo complesso. Al riguardo le posso dire che nella legge delega è stato raggiunto un delicatissimo equilibrio complessivo tra diverse correnti di pensiero per quanto riguarda l’individuazione degli uffici da abolire e di quelli da mantenere e le eventuali eccezioni alla norma. La pregherei di valutare la possibilità di deroghe, non perché si voglia in alcun modo limitare o sabotare una riforma, che è certamente essenziale, ma perché vi sono degli uffici che sicuramente non potranno essere aboliti o ridotti a sezioni distaccate perché si trovano in zone sensibili derivanti da una presenza mafiosa pesantissima. Altri uffici scontano una difficoltà di infrastrutture che rende difficile il raggiungimento di sedi più vicine. Sottopongo alla sua attenzione la Ufficio dei Resoconti BOZZE NON CORRETTE (Versione solo per Internet) 20 Resoconto stenografico n. 12 2a Commissione permanente Seduta n. 272(pom) del 20 dicembre 2011 Sede CG1416 possibilità che l’abolizione totale dell’ufficio giudiziario possa tramutarsi in modifica, da ufficio giudiziario, a sezione distaccata di altro ufficio giudiziario viciniori. Carceri. Ho apprezzato, per quel poco che ho letto dai giornali, le indicazioni provenienti dal decreto-legge, che esamineremo. Mi auguro che il Ministro della giustizia continui ad essere, o diventi, commissario straordinario per l’emergenza carceraria. In effetti, non so se già lo fosse divenuto il suo predecessore, ma se così non fosse stato, sarebbe il caso che lei lo divenisse ora, perché l’attuale commissario straordinario non ha svolto in maniera incisiva e efficace il proprio compito e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Magistratura onoraria. Sarebbe utile cominciare a pensare ad un meccanismo, non dico di stabilizzazione – quindi non uso il termine sotto il profilo tecnico – ma di rinnovo dell’incarico ai giudici di pace, esattamente come avveniva con il vecchio conciliatore, che sostanzialmente, di quadriennio in quadriennio, veniva rinnovato e prorogato, a meno che non avesse combinato dei disastri. Tutto questo consentiva una possibilità di usufruire di esperienze e di evitare nuovi ingressi, fatte salve le valutazioni del Consiglio superiore della magistratura e il tetto di anzianità. Ufficio dei Resoconti BOZZE NON CORRETTE (Versione solo per Internet) 21 Resoconto stenografico n. 12 2a Commissione permanente Seduta n. 272(pom) del 20 dicembre 2011 Sede CG1416

 
 
 

GOVERNO: ASSEGNATI 83 MILIONI A 294 PROGETTI DI RICERCA SANITARIA, 32 MILIONI AI GIOVANI

Post n°260 pubblicato il 28 Agosto 2012 da torerodgl5
 

La Commissione Nazionale Ricerca Sanitaria, della quale fa parte il Ministro della Salute Renato Balduzzi, ha approvato la graduatoria dei progetti vincitori del bando “Ricerca Finalizzata e Giovani Ricercatori” del Ministero della Salute: sono stati assegnati nel complesso circa 83 milioni di euro di finanziamenti a 294 progetti su 2.826 progetti presentati tra settembre e novembre 2011, e di questo 32 milioni sono andati ai Giovani Ricercatori. I progetti presentati riguardano diversi settori medici, in particolare neuroscienze, oncologia, genetica e gnomica, health care, gestione sistemi sanitari, veterinaria e sicurezza alimentare; hanno analizzato i progetti circa 500 scienziati valutatori dell’NIH-CSR statunitense e quattro Commissioni di “study session” costituite da ricercatori italiani residenti all’estero da più di dieci anni. “Si sono gettate le basi per la internazionalizzazione della ricerca del SSN utilizzando come ambasciatori i nostri connazionali” si legge nel comunicato divulgato dal Ministero della Salute, considerando che i progetti esteri coinvolgeranno ricercatori italiani residenti all’estero che lavoreranno con i loro connazionali; le risorse verranno infine utilizzate su territorio italiano. “I Giovani sono titolari del finanziamento, firmeranno le convenzioni direttamente con il Ministero e potranno, nel caso non fossero messi in grado di poter svolgere il loro lavoro, decidere di effettuarlo in altro istituto”, ha inoltre comunicato il Ministero. Le aree di eccellenza con punteggi da 4 a 6, dove 4 è il migliore possibile, sono neuroscienze, oncologia, sistemi sanitari, malattie muscolo scheletriche, gnomica e genetica; la distribuzione territoriale prevede 152 al nord, 99 al centro, 29 sud e isole, 14 alle Istituzioni Nazionali, come Age.Na.S, I.S.S. e Inail. Renato Balduzzi ha sottolineato che “le risorse sono state utilizzate per raggiungere obiettivi certi con criteri trasparenti” e “solo in questo modo, introducendo giovani nel mondo della ricerca internazionale si rilancia il Paese”. L’elenco dei 294 progetti ammessi ai finanziamenti è stato pubblicato sul portale www.sanita.gov.it, mentre dalla prossima settimane, sul portale ricerca del Ministero della Salute, i ricercatori che hanno presentato un progetto potranno accedere ai giudizi emessi da valutatori e Commissioni attraverso la propria password. Entro una settimana disponibili online documenti e verbali delle valutazioni.

 
 
 

SICUREZZA SUL LAVORO: CON DL 57/2012 L’AUTOCERTIFICAZIONE DELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI È PROROGATA FINO AL 31 DICEMBRE

Post n°259 pubblicato il 28 Agosto 2012 da torerodgl5
 

E’ stato pubblicato sulla G.U. n. 111 del 14/05/2012, il D.L. 12 maggio 2012, n. 57, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro nel settore dei trasporti e delle microimprese, che, modificando l’art. 29 del D.Lgs. 81/2008, dispone che le imprese che occupano fino a 10 lavoratori potranno continuare ad avvalersi della possibilità di autocertificare l’avvenuta valutazione dei rischi fino alla scadenza del terzo mese successivo alla data di entrata in vigore del D.M. di definizione delle procedure standardizzate per la valutazione dei rischi e comunque non oltre il 31 dicembre 2012. Nel testo originario l’art. 29 del D.Lgs. 81/2008, prevedeva che i datori di lavoro che occupano fino a 10 lavoratori potessero autocertificare l’effettuazione della valutazione dei rischi non oltre il 30 giugno 2012; al fine di evitare, nelle more della definizione delle procedure standardizzate di effettuazione della valutazione dei rischi (da recepire con decreto interministeriale), che i datori di lavoro che occupano fino a 10 lavoratori siano obbligati, a decorrere dal 1° luglio 2012, ad elaborare il documento di valutazione dei rischi secondo le procedure ordinarie, il termine precedentemente stabilito è stato espressamente prorogato alla scadenza del terzo mese successivo alla data di entrata in vigore del DM, con termine ultimo, in ogni caso, al 31 dicembre 2012.

 
 
 

CASSAZIONE: COMMETTE REATO IL MEDICO CHE RINNOVA CERTIFICATO MALATTIA SENZA VISITA

Post n°258 pubblicato il 28 Agosto 2012 da torerodgl5
 

Il medico che rilascia un nuovo certificato per prorogare il tempo di malattia a una paziente senza aver fatto una nuova visita commette reato e con lui va condannata anche l’assistita se ha fatto uso di quel certificato. L’avvertimento arriva dalla quinta sezione penale della Corte di Cassazione (sentenza n. 18687/2012) che ha convalidato la condanna inflitta ad un medico di base per falsa certificazione. Secondo la Corte è colpevole anche la paziente che a sua volta ha fatto uso del certificato. Irrilevante, secondo la Corte il fatto che il medico abbia già visitato la donna quando aveva emesso il primo certificato di malattia. Secondo gli Ermellini è necessario verificare anche le successive condizioni del paziente non potendo il medico basarsi solo su dichiarazioni fatte telefonicamente dall’assistita. Con questa motivazione la Corte ha reso definitiva la condanna ex art. 480 del codice penale inflitta a medico e paziente che in primo grado erano stati invece assolti perché il giudice aveva ritenuto non vi fosse la prova di una loro colpevolezza. Era stata la Corte di Appello a ribaltare il verdetto e a condanare i due imputati. In cassazione la sentenza d’appello è stata confermata. Nel corso del giudizio il medico ha tentato di difendersi sostenendo di aver operato regolarmente e di aver concesso la proroga del certificato di malattia in base a quanto aveva accertato appena quattro giorni prima. La paziente, a sua volta aveva sostenuto che nel suo caso non si poteva parlare di un certificato falso dato che la malattia sussisteva realmente. I giudici di piazza Cavour, respingendo i corsi, hanno affermato che “la falsa attestazione attribuita al medico non attiene tanto alle condizioni di salute della paziente, quanto piuttosto al fatto che egli ha emesso il certificato senza effettuare una previa visita e senza alcuna verifica oggettiva delle sue condizioni di salute, non essendo consentito al sanitario effettuare valutazioni o prescrizioni semplicemente sulla base di dichiarazioni effettuate per telefono dai suoi assistiti”. In ragione poi alla asserita “natura colposa” della condotta, la Cassazione fa notare che il medico non potesse non essere consapevole “del fatto che egli stava certificando una patologia medica senza averla previamente verificata, nell’immediatezza, attraverso l’esame della paziente”.

 
 
 

GOVERNO: PRESENTATO RAPPORTO RAPEX 2011 SULLA SICUREZZA DEI PRODOTTI

Post n°257 pubblicato il 28 Agosto 2012 da torerodgl5
 

Il Rapporto Rapex 2011, presentato dal Commissario Europeo John Dally, responsabile per la salute e la politica dei consumatori, ha introdotto risultati positivi per lo scorso anno: è stato infatti registrato un calo dei prodotti pericolosi presenti nel mercato del vecchio continente. Rapex è il sistema di allarme rapido del quale si avvalgono i Paesi appartenenti all’Unione Europea per condividere informazioni su prodotti, esclusi gli alimenti, che possono minacciare la salute e la sicurezza dei consumatori, e le disposizioni prese a livello nazionale. Grazie a diversi fattori è stato possibile notificare nello scorso anno 1803 casi di prodotti pericolosi, tra i quali figurano in particolar modo abbigliamento e tessili, giocattoli, motoveicoli, apparecchi elettrici e cosmetici. “E’ stato possibile ottenere questi risultati grazie a vari fattori, come una migliore valutazione dei rischi e della cooperazione amministrativa tra le autorità dell’UE nel realizzazione di progetti comuni; un potenziamento della sorveglianza del mercato e all’implementazione della normativa sulla sicurezza dei prodotti; alla collaborazione più stretta con le autorità doganali per identificare i prodotti pericolosi nei punti di sdoganamento; alla realizzazione di nuove connessioni in rete e di una formazione permanente sotto il coordinamento della Commissione europea”, si legge nel comunicato fornito dal Governo. La Cina, con più della metà delle notifiche Rapex, resta il primo paese per numero di prodotti notificati, anche se questi hanno registrato un calo dal 58% del 2010 al 54% del 2011 ed è nel complesso migliorato il rapporto e il flusso comunicativo con i produttori Cinesi; il resto delle notifiche proviene per il 19% dall’Europa, per un altro 19% da paesi extra UE, mentre per l’8% dei prodotti il Paese di provenienza sconosciuto.

 
 
 

1^ SEDUTA DELL’ASSEMBLEA DELLA CONSULTA DELLE ASSOCIAZIONI E DELLE ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO

Post n°256 pubblicato il 28 Agosto 2012 da torerodgl5
 

Ai sensi degli artt. 10,11,e 13 del regolamento della Consulta delle Associazioni e delle Organizzazioni di Volontariato, è convocata, per il giorno 14 giugno p.v. alle ore 15,30, presso la sala del Consiglio sita al primo piano di Piazza Dante n. 93, la 1^ seduta dell’Assemblea in cui si dovrà provvedere alla nomina del Presidente della Consulta. Le Associazione possono presentare proposte di candidature entro 7 giorni dalla data di convocazione presso la Segreteria del Presidente della Municipalità , sita al primo piano di Piazza Dante n. 93. Si invitano le Associazioni a comunicare alla Segreteria del Presidente della Municipalità , entro lo stesso termine, i nominativi e i recapiti telefonici dei partecipanti alla seduta. Il Presidente della Municipalità 2 Francesco Chirico

 
 
 

IL MAESTRO GIORGIO ALBERTAZZI HA INCONTRATO IL PUBBLICO

Paestum - L’incontro tra il Maestro Giorgio Albertazzi ed il pubblico, che si è tenuto a Paestum il 23 Luglio 2011 ha sortito un grandissimo coinvolgimento da parte di tutti gli addetti ai lavori. Molto sentito il discorso del Consigliere Comunale di Capaccio ( SA) – Carmine Caramante -. “Siamo onorati di essere qui oggi ad ospitare il Maestro Giorgio Albertazzi. Abbiamo fortemente voluto fissare quest’appuntamento con il teatro di Giorgio Albertazzi, insieme a Mario De Stefano – Presidente e Dir. Art. del Paestum Festival ”-. “Questo evento l’abbiamo costruito da quest’inverno in questa nuova location che è il teatro dei Templi. Abbiamo cercato di fissare con il Paestum Festival, appuntamenti di alta cultura rivalutando insieme all’ evento spettacolare dell’ arte e del teatro, la meravigliosa area archeologica di Paestum.” Il maestro Giorgio Albertazzi ha iniziato ad affascinare il pubblico con la sua immensa cultura di vita, parlando di Amleto, di Shakeaspeare, dei finanziamenti alla cultura. “Amleto è un testo, un personaggio che ho frequentato di più nella mia vita da quando ero ragazzo, cioè praticamente dal secolo scorso perché io sono contemporaneo di William Shakespeare… Anzi lui ha qualche anno meno di me… Picasso ci ha messo 2 anni per imparare a disegnare come Raffaello e poi ha impiegato tutta la vita per imparare a disegnare come un bambino”. Il Maestro Albertazzi ha parafrasato la frase di Picasso in questa nuova versione: “Ci ho messo due anni per imparare a recitare come Enzo Ricci e Ruggero Ruggieri e poi ci ho messo tutta una vita per imparare a non recitare più.” “Sta cambiando qualcosa nel teatro italiano, ci si sta un po’ staccando dal teatro ben fatto, tutto perbenino, con le scene giuste, costumi giusti, attori che sanno bene la parte… e come non sono cose positive, vi chiederete? No signori, non sono positive perché si da l’impressione che il problema sia risolto con la cosa ben definita; invece non è risolto. Io per esempio non so mai bene che cosa farò quando entrerò in scena, in linea di massima…” Il nostro Giorgio Albertazzi ha affrontato anche il tema scottante dei tagli alla cultura affermando che sui tagli è meglio non parlare perché secondo lui dovrebbero togliere tutti i finanziamenti. “L’importante sarebbe che alla compagnia diano tutto l’incasso, e lo Stato rifonde i soldi che costa tutto il resto. Sarebbe una misura di chi fa davvero gli esauriti e di chi non li fa. Non è detto che l’esaurito corrisponda alla qualità, non sempre la quantità corrisponde alla qualità. Ci si avvicinerebbe un po’ a quel dato fondamentale che c’è nell’ atletica per esempio. Si dice: “corre sguaiatamente però fa dieci secondi netti”. Correrà male ma il tempo è quello, almeno c’è una misura. Il Maestro bacchetta il teatro che si fa in televisione. Secondo lui si tradisce in questo modo il teatro e la televisione. “La televisione non è il teatro e né il cinema… è un’ altro mezzo di cui ancora non si è individuato bene il linguaggio”. Il Maestro Giorgio Albertazzi ha rilasciato un’intervista per la testata Newspage Magazine. Come mai lei si è definito un attore con la “ coscienza infelice”? “Io sono uno scrittore in realtà, amo il teatro. In realtà pensavo sempre di scrivere. Infatti scrivo continuamente, ci sono almeno 4 o 5 libri che devo pubblicare e che non pubblico mai. Ci sono 190 poesie che sono della Mondadori. Allora cosa faccio? Recito per compensare questa cosa”. A proposito di libri, come mai non ha pubblicato il libro : “Io, criminale” ? “Ottima domanda… Non l’ho pubblicato perché è rimasto lì, non l’ ho pubblicato però l’ho scritto. di Pablo Arturo Di Lorenzo articolo pubblicato sul giornale :Allinfo Newspage Magazine

 
 
 

INTERVISTA A LARA RIBICHINI E A DARIO CARBONELLI

Estasiato il pubblico dell’Altomonte Festival per la straordinaria esibizione della Compagnia Flamencovivo Allinfo Newspage Magazine intervista volentieri Lara Ribichini – Direttrice artistica , coreografa – insieme a Dario Carbonelli (Compagnia Flamencovivo). Cosa si profilerà stasera? (rivolta a Dario Carbonelli) Si profila uno spettacolo che fonda il genere musicale e di danza, tipico del flamenco. Nello spettacolo si hanno diversi quadri di genere del flamenco. Passiamo da un genere che è molto profondo, con “palos” molto sentiti che parlano di sofferenza , di morte, dolore… Un misto tra sofferenza e lo stile dolce ? (rivolta a Dario Carbonelli) Bravo, bravo. Abbiamo Allegria. Quando gli Spagnoli andavano in Sud America e colonizzavano l’America latina, ritornavano con la loro musicalità cambiata e alcuni generi sono stati proprio presi. Il flamenco si è sempre tramandato di generazione in generazione? (rivolta a Dario Carbonelli) E’ sempre stato così, il flamenco si è sempre tramandato. In particolar modo al livello musicale, molti musicisti flamenchi addirittura non erano capaci di leggere la musica, di scriverla ma andavano totalmente ad orecchio. Nel ballo maschile è molto dominante la tauromachia, i movimenti del torero hanno influenzato molto in una certa epoca il ballo maschile. In fondo c’ è sempre un velo di tristezza , di malinconia? (rivolta a Dario Carbonelli) Questo si, nel flamenco è molto presente questa cosa.. Si parla sempre di flamenco, tutti pensano che nasce come ballo… (rivolta a Lara Ribichini) Nasce con il cante in realtà, originariamente. Poi dopo si è unita con la musica , chitarra e ballo. Il ballo nasce come terzo elemento. Come arte scenica è recente, sono le origini che sono antiche. Il flamenco come ballo nasce con il – Caffè cantante –nei primi del ‘900. Quanto hanno inciso i Gitani nel Flamenco? (rivolta a Dario Carbonelli) I Gitani hanno inciso molto al livello di tramandare quest’ arte e di formarla nei primordi , cioè nella radice. In realtà poi, i non Gitani sono quelli che l’ hanno trasmessa al Mondo, perché per i Gitani sarebbe rimasta nel chiuso del cortile della famiglia. Oltre i Gitani hanno avuto un ruolo importante i Mori, gli Ebrei ? (rivolta a Dario Carbonelli) Nel flamenco confluisce la cultura Mozarabica, la cultura ebrea, indiana ( perché i Gitani venivano dall’ India); in più in Spagna si sono trovate le dominazioni arabe. Il flamenco è proprio prendere un po’ da tutti e poi far nascere qualcosa di originale. I Gitani hanno avuto questo all’ inizio, hanno preso dovunque andavano. Noi dal1998 ci siamo formati come gruppo però per un periodo di tre anni abbiamo vissuto a Siviglia, studiando con i più grandi maestri del genere. Che aria tira in Spagna ? (rivolta a Dario Carbonelli e Lara Ribichini) Adesso di crisi. Un po’ quella che tira in tutta Europa al livello economico” – commenta Dario -. Lì sono più avanti, c’è più mercato per il lavoro. L’ Italia in realtà, pur essendo un paese molto simile è forse uno degli ultimi Paesi che ha avuto il Flamenco. Nel senso che è arrivato molto tardi al livello di conoscenza al popolo. Io, trovo imprescindibile il fatto di formarsi in Spagna, lì è iniziato tutto” – commenta Lara Ribichini. Che cosa pensa del flamenco rimodulato ai nuovi generi musicali come il pop? (rivolta a Lara Ribichini) Allora parliamo di contaminazioni. Io sono per la contaminazione perché tutto si contamina. Il punto è che a volte la contaminazione viene usata per fare il male un po’ di tutto. Allora è molto difficile… Nel senso che contaminazioni, in quanto evoluzione fondendo più generi va bene. Bisogna essere consapevoli del proprio genere, non bisogna perdere l’ autenticità che caratterizza il flamenco. A volte gli stranieri hanno quest’ ansia di modificarlo per renderlo proprio perché lo sentono lontano e qui torniamo al discorso di non averlo fatto proprio non vivendo lì. Che differenza c’ è tra il tango ed il flamenco? (rivolta a Lara Ribichini) Parliamo del tango Argentino. Intanto le origini sono diverse. E’ il sentire quello che li accomuna , li trovo entrambi molto interiorizzati.. di Pablo Arturo Di Lorenzo Responsabile Area Sud/Campania di Newspage Magazine

 
 
 

GRANDE SUCCESSO DEL FESTIVAL DI ALTOMONTE DIRETTO DA ENRICO PROVENZANO

Allinfo Newspage Magazine, testata giornalistica diretta da Maria Cuono, incontra Enrico Provenzano – Direttore Artistico Festival Euromediterraneo Altomonte 2011. Come si prospetta il Festival di Altomonte? Questa è la settima edizione del Festival Euromediterraneo, ed è la ventiquattresima edizione del Festival di Altomonte. Da sette anni sono io il Direttore artistico e quest’anno diciamo che c’è stata un’ ulteriore presa di posizione in positivo, rispetto alla qualità. C’è stato un filo conduttore della qualità di questi sette anni, abbiamo fatto spettacoli che hanno avuto una grande risonanza in tutta Italia ed hanno portato fuori dalla nostra Regione un’ immagine positiva di Altomonte. Si è potuto realizzare tutto ciò senza gravare più di tanto sui costi perché il Festival, come tutti sanno, è molto costoso per le Amministrazioni. Quest’ anno è successa anche una cosa molto carina, siamo arrivati al punto che gli “ sponsor” ci contattano per sponsorizzarci. Sponsor pubblici o privati? Privati, questa è la cosa più difficile. Perché nel Meridione sponsor privati ce ne sono pochi, pochissimi. C’è l’azienda “ Barbieri” ed è stato lo sponsor più importante del Festival.. Ultimamente ho avuto la possibilità di poter intervistare il Direttore Artistico del Paestum Festival, il quale ha affermato che con 30.000,00 euro si possono programmare sei spettacoli senza avere l’appoggio di sponsor Dopo chiamerò il Direttore del Paestum Festival. Allora, per programmare un cartellone ci vogliono come minimo 500.000,00 euro. Ai costi del cartellone equivalgono altrettanti costi. C’è tutta una macchina che si mette in moto”. Come mai dal costo del biglietto di 12,00 euro dell’ esibizione della Compagnia: “Flamencovivo” si è passati all’ ingresso gratuito? Perché ogni anno c’è il Sindaco che vuole destinare uno spettacolo agli Altomontesi. Il Festival di Altomonte da uno studio della Regione Calabria, è uno dei più importanti attrattori del turismo calabrese. Anche dal punto di vista nazionale l’Altomonte Festival ha notevole importanza… E’ un orgoglio sentire questa cosa. Personalmente mi fa venire i brividi. Da Calabrese, lavorare qui per sette anni sicuramente è motivo di orgoglio per me, come lei ben sa da buon meridionale. Sicuramente da sette anni ho lavorato bene con l’ Amministrazione che mi è stata sempre vicino per le scelte importanti. E’ importante che i soldi che noi utilizziamo non devono essere sottratti per fare: strade, fognature, servizi elettrici. Di questi 500.000,00 euro il Comune di Altomonte prende intorno al 6-7 %. Stasera come si svolgerà la serata? Ci sarà l’esibizione della Compagnia Flamencovivo in “Vente commigo”. Le compagnie del Flamenco in Italia sono abbastanza poche. Ho fatto un giro per l’Italia e verso Novembre dell’ anno scorso ho chiuso il cartellone del Festival. Quando si chiude un contratto a Novembre… è tutto diverso da qualsiasi altra data. Lei in precedenza ha citato il Maestro Albertazzi… ci può raccontare il suo incontro? Albertazzi per noi è una persona di casa. Albertazzi innaugurò questo anfiteatro di Altomonte venticinque anni fa, è venuto qui tantissime volte. Pensi che alla terza edizione, ad un certo punto durante la sua esibizione si è fermato e rivolgendosi al pubblico ha detto: “Io non ce la faccio più con questo Direttore, mi vuole tutti gli anni qua!” Lei già sta facendo il cartellone per il prossimo anno? Ho già due date chiuse. Volevo due cose molto belle, tutte e due della sua Regione. La redazione di Allinfo vorrebbe sapere i nomi… Non prima di firmare i contratti. di Pablo Arturo Di Lorenzo – Responsabile Area Sud/Campania Allinfo Newspage Magazine

 
 
 

LA SENSIBILITÀ DI GIANFRANCO JANNUZZO SI SPRIGIONA ATTRAVERSO LE SUE PAROLE

Con Gianfranco Jannuzzo più che un’intervista è stata una piacevole chiacchierata che si fa con un amico che non si vede da tanti anni. Persona di grandissima sensibilità, ha fatto ridere e commuovere le persone che hanno assistito al suo spettacolo che si è tenuto all’Altomonte Festival. Credo che sia la decima volta che vengo in questo anfiteatro che ora è stato giustamente intitolato a Costantino Belluscio, l’artefice dei Festival qui a Altomonte. Sono legatissimo a questa città, tutte le volte ho avuto la sorpresa di trovare un pubblico affettuosissimo. In questo modo ha esordito Gianfranco Jannuzzo durante l’intervista rilasciata alla redazione del giornale on-line: “Allinfo Newspage Magazine”. Come si prospetta lo spettacolo di stasera? Questa volta ho chiamato il mio spettacolo: “Recital”. Dico sempre che gli attori, quando non hanno fantasia e non sanno chiamare una cosa, la chiamano Recital. In realtà pensavo al recital perché è un modo per pensare anche alla carriera dell’attore, cioè il recitare. Il recitare è anche essere un po’ delle “spugne”, dovremmo restituire tutto ciò che ci capita intorno. Io che sono siciliano, sono abituato alle grandi contraddizioni. Tutto il meridione è contraddittorio, ci sono persone di altissimo livello intellettuale e poi c’è la mafia, la camorra … Noi meridionali in generale siamo legati alla famiglia, all’ospitalità. Io, scherzo e rido su queste cose, su questi valori. Più che scherzare e ridere, lei ironizza … Ironizzo, bravo! C’è una grande capacità chi più, chi meno di ridere anche di noi stessi. Per fortuna c’è molta autoironia in noi italiani. Parlando di cultura, arte, spettacolo, lei come vede il sistema universitario attuale? In particolar modo la Scuola per eccellenza del teatro? Guarda, dovrebbero esserci più scuole del teatro. Tolta l’Accademia dell’arte drammatica che continua a rimanere un baluardo di grande serietà; c’è anche la scuola del piccolo teatro di Milano, intendo scuola come scuola di pensiero o quasi. Ci sono anche teatri stabili anche nel Meridione, c’è quello di Catania… Come vedi sono cose un pochino sporadiche, le scuole dovrebbero essere tante e tutte di grandissimo livello professionale. In Italia ci sono molti talenti, ci sono artisti, poeti, cantanti, attori, comici; e se i ragazzi che sanno di avere questo talento e non hanno sbocchi… è un problema! Che ricordo ha di Gigi Proietti? Il mio grande privilegio è stato quello di poter recitare in una scuola diretta da Gigi Proietti, uno dei più grandi attori che abbiamo avuto in Italia. Gigi Proietti preparava gli attori, trasmetteva il suo entusiasmo, diceva – questo si fa così e questo no-. Sono stato un privilegiato ad avere un maestro che ti trasmette cose straordinarie, tira fuori il talento che hai. Auguro a chiunque voglia intraprendere questa carriera, questo lavoro, questa professione, di avere un maestro e avere la fortuna di riconoscerlo. Io ho imparato da lui, ma anche sui tavoli del palcoscenico, e continuo ancora ad imparare. Si migliora solo confrontandosi con le altre persone. E’ talmente bello dire: “Io la penso così, tu la pensi in un’altro modo. Magari resteremo entrambi della stessa idea, ma io devo sapere che pensi in un’ altro modo, e tu devi sapere che c’è un altro punto di vista da quello tuo”. Altrimenti siamo tutti in serie… Ultimamente Gigi Proietti è stato insignito della Laurea Honiris Causa in Comunicazione. Un commento? Se lo meritava. E’ un riconoscimento straordinario. Pensa, l’ho detto senza sapere di questa domanda. Pensa che cosa ha comunicato, Gigi Proietti, a generazioni di attori. Io ho fatto parte del primo corso, dal 1979 al 1982, però per quindici anni ha formato altri attori: Francesca Reggiani, Enrico Brignano, Giampiero Ingrassia, Giorgio Tirabassi. E’ un Maestro Gigi Proietti! Come vede la situazione del meridionale quando si trova al Nord? Su questo argomento ho sempre scherzato, una volta era peggio di quanto non sia adesso. Però ancora oggi ci sono venti un po’ secessionistici. Quando ne parlano si vergognano di averne parlato. E dicono: “ No, era una provocazione”. Oppure dicono: “ Era una battuta, o non volevo dire quello che ho detto…” Hai capito bene il gioco qual’è. Questi sentimenti, poi, fanno facile presa su gente che non ha la testa. Si lasciano condizionare dalla massa. Si lasciano condizionare dalla mediocrità? Mediocre, bravo, hai detto la parola giusta. Diventa mediocre una folla, una massa. Un pensiero rivolto alle persone care in questo momento? Guarda, purtroppo per me, ho appena perso mio padre. Devo a lui tutto quello che io so, nel bene e nel male. Lui era un professore di lettere, un uomo di grande cultura, un esempio straordinario che ci ha insegnato a rispettare le altre persone e a cercare di essere rispettati. Mio padre aveva una fortissima personalità, ci ha insegnato il valore dell’amicizia, di cercare di coinvolgere gli amici e farli stare insieme. Non l’ho mai visto litigare con mia madre, non ha mai alzato la voce, non ha mai alzato le mani. Bastava un’occhiata, era abituato alle scolaresche. Era buonissimo ma molto di polso. Ho avuto un’infanzia felice e ancora adesso sono una persona equilibrata, perché questo equilibrio mi nasce dall’esempio che ho avuto dai miei genitori. Lo so, è un privilegio. Suo padre ha anche fondato il giornale: “Agrigentini a Roma e ovunque”… Mi fa piacere che tu lo sappia. Grazie. di Pablo Arturo Di Lorenzo Responsabile Area Sud/Campania di Allinfo Newspage Magazine

 
 
 

CAMERA E SENATO SENZA QUALITA’: PARLA LETIZIA DE TORRE

“Dietro ciascuno di noi che fa la politica ci sono anni di impegno nel proprio lavoro, per la solidarieta’ o per grandi ideali” Come vede questa legge elettorale? Secondo lei il c.d “porcellum” e “mattarellum” sono validi? Il “porcellum” ha già il suo nome… La mia preoccupazione più grande è che la Camera ed il Senato sono scaduti di qualità, perché se “noi siamo servili ad un nostro capo, è tutto a svantaggio del Paese”. Il “mattarellum” aveva iniziato una riforma dell’ intero sistema di democrazia del nostro Paese, però si è fermato lì. Una cosa di cui non si parla abbastanza è il fatto che anche dopo aver fatto il “mattarellum”; cioè dopo esser passati dal sistema proporzionale al maggioritario, non si è compiuta la vera riforma. In un sistema maggioritario il rapporto cambia, devono essere messi in piedi istituti di garanzia, pensiamo all’ Antistrust, a tanti istituti di garanzia e di bilanciamento dei poteri che non sono stati ancora fatti. Alla riforma elettorale del “mattarellum” non ha avuto come seguito anche la riforma istituzionale del Paese. Se uno andasse per logica, adesso bisognerebbe fare la riforma costituzionale, capire bene come vogliamo che siano bilanciati i poteri e poi in base a questo decidere la legge elettorale adatta. Noi abbiamo fatto l’ inverso… Il Nostro Paese ha bisogno di una riforma più profonda. Riforma più strutturale… fatta in modo coerente? Esattamente. Secondo lei, quanti privilegi avranno ancora i Parlamentari a discapito dei contribuenti italiani ? La tentazione al potere colpisce tutti. Tutti noi abbiamo pezzetti di potere per esercitare verso gli altri. Anche per chi non è dentro le Istituzioni vale questo, anche noi cittadini esercitiamo continuamente poteri. Firmando questo referendum che lei propone con altri esponenti politici, si avranno gli effetti sperati in un futuro? Questa proposta di resettare l’ attuale situazione ha proprio questo scopo. Ricominciamo da capo, cancelliamo l’ orrenda pagina del “porcellum”. Va resettato anche il motivo. Il motivo per cui adesso non riusciamo a fare una legge elettorale è perché ci portiamo dietro questo vizio. Ognuno pensa a qual’ è la legge per far crescere il proprio soggetto politico. Oltre ad essere devastante per il Paese, non sta in piedi come legge! Qualcuno ha proposto di fare una legge costituzionale, quello forse no. Per cambiare la legge elettorale si deve avere la maggioranza qualificata, perché la legge deve essere di tutti. Proprio un referendum , per quanto ardito, vuole anche dire : “ Cittadini, è nostro o non è nostro l’ interesse di avere le istituzioni che funzionano e di poter eleggere chi vogliamo ? Se è nostro, riprendiamocelo!” Cosa pensa della manovra economica del governo che, a questo punto, cambia ogni 2 minuti? Penso che dovremmo fare una class – action contro noi stessi… contro chi governa. (Lo dico provocatoriamente). Questi sono messaggi devastanti , la politica è così debole da non reggere a nulla. Pablo Arturo Di Lorenzo

 
 
 

IL TEATRO BELLINI DI NAPOLI SI RINNOVA

Post n°250 pubblicato il 28 Agosto 2012 da torerodgl5
 

Elettrizzante conferenza stampa tenutasi al Teatro Bellini di Napoli… Nuove novità, nuovi propositi vengono elencati. La forza di queste novità vengono esposte e commentate dai due giovani fratelli che gestiscono il Teatro Bellini. Con grande simpatia la redazione di Napoli Allinfo Newspage Magazine ha intervistato Marco. Com’ è andata la presentazione della stagione teatrale 2011-2012 del teatro Bellini? Mi sembrerebbe bene. Noi puntiamo come si è notato sull’ informalità, sul dare l’immagine di quello che siamo veramente noi alla gente. Siamo persone che amano questa città, questo lavoro, e ci stiamo sforzando affinchè Napoli abbia un luogo dove le persone che amano la cultura si possano ritrovare in un luogo per ritrovarsi. Si sta rinnovando il Bellini insieme ad altri enti? Il Bellini si sta rinnovando per forza. I teatri devono diventare centri di aggregazione per quello che riguarda la cultura, quindi noi ci stiamo rinnovando da un punto di vista dell’ immagine. Ci stiamo rinnovando appunto per diventare un rifugio, una tana in cui andare a leggere un libro, vedere uno spettacolo, godere di un concerto musicale, conoscere persone ed incontrare persone. State applicando il binomio cultura- cibo? Stiamo facendo il binomio cultura e cibo, perché il cibo funzionerà sempre. Dobbiamo mangiare per sopravvivere; per me dobbiamo mangiare anche cultura per sopravvivere. E quindi, speriamo che questo binomio diventi inscindibile. Ci stiamo attrezzando per avere un bar sempre più funzionale con una connessione internet wireless aperta ai nostri utenti. Si potrà mangiare prima, durante e dopo lo spettacolo e a volte, su prenotazione, si potrà mangiare sulla terrazza del Bellini con dei violinisti che ti suonano una canzone. Credo che sia davvero impagabile… Lei ha concluso la conferenza stampa ricordando la questione del teatro di Roma… Si chiude una lotta e se ne apre un’ altra in ambito culturale… La verità è che la cultura deve essere libera! In Europa gli artisti non devono preoccuparsi del mangiare, del procurarsi del mangiare, perché devono curarsi della loro anima per esprimere emozioni. di Pablo Arturo Di Lorenzo Responsabile Area Sud/Campania di Allinfo Newspage Magazine articolo pubblicato sul giornale : Allinfo Newspage Magazine

 
 
 

ANTONIO MOCCIOLA: “UN PAESE SENZA CULTURA E’ UN PAESE SENZA FUTURO!”

Post n°249 pubblicato il 28 Agosto 2012 da torerodgl5
 

Allinfo Newspage Magazine, diretta dalla giornalista Maria Cuono, intervista Antonio Mocciola. Classe 1973, giornalista pubblicista, scrittore e caporedattore del giornale: “Il Brigante” (l’unico Magazine Meridionalista che esiste dal 1999 e tratta di tutti i temi che riguardano il Meridione). A proposito di Meridionalismo, che cosa pensa del Federalismo fiscale? E’ l’ennesimo schiaffo ad una parte d’ Italia che non può permettersi questo tipo di modello fiscale. Sono assolutamente contrario nel federalismo in sè. Abbiamo voluto lo Stato unitario e ce lo dobbiamo tenere. La presenza dello Stato deve farsi sentire in tutte le sue forme. Stato che al giorno d’ oggi non è molto forte… Però può andare sempre peggio. Ho molta paura di quello che sta per accadere. Ci sono forme di secessione mascherate. Ultimamente c’ è stata la Conferenza stampa di Sarkosy e della Merkel sul fatto di ristrutturare l’ Europa, in verità, l’Europa esiste? L’Europa non esiste, non esiste un’idea comune, una storia comune. Esiste forse un’elite d’Europa. Già l’ italia è disgregata. Pensa al significato delle parole…prima c’erano le Puglie, le Calabrie. Temo frastagliamenti ulteriori che non portano mai a niente di buono. Cosa pensa dei tagli alla cultura? E’ uno scandalo! Del resto questo governo è sempre stato fiero nemico della cultura, ritenuta di troppo. Un paese senza cultura è un paese senza futuro! Entrando nel merito del libro che ha pubblicato circa un anno fa, intitolato: “Le vie Nascoste”. Di che cosa tratta il libro? Le vie nascoste sono le vie che portano ai paesi abbandonati. L’Italia è piena di posti che non sono più abitati. Negli anni ’50 – ’60 si è arrivati ad un lento spostamento di tutte le popolazioni, da monte a valle; perchè a valle c’era più ricchezza. Ho voluto fare un libro che parlasse soltanto di Paesi totalmente deserti. Ho notato che nessuno ne aveva mai parlato ed ho pensato di fare un’anti-guida, ossia una guida sbagliata, una guida di tutti i paesi che non sono visitabili perchè non ci sono le salumerie per esempio… Mi è piaciuto molto la frase del libro: “archeologia moderna, mai esplorata, mai descritta e mai studiata abbastanza”… Non sono interessanti dal punto di vista commerciale, se non quella di ritrovare un’Italia persa. Che cosa pensa della ricostruzione dell’ Aquila? Tutto il male possibile. Se avessimo destinato certi fondi per cose più interessanti, invece del ponte di Messina, l’ Aquila sarebbe stata ricostruita. Questa è una domanda arguta… L’Aquila era una città splendida. E’ tangibile l’ aria di una città morta appena si entra… Sei stato all’ Aquila… la città credo che sia effettivamente perduta. Ma credo fortemente che l’amore degli Aquilani possa fare un miracolo. Una città universitaria, piena di cultura, di monumenti non può e non deve morire così ! Come vi possiamo seguire? Visitate il sito : www.ilbrigante.it

 
 
 

NUNZIA DE GIROLAMO: ‘NON ESISTONO PROVINCE DI SERIE A E PROVINCE DI SERIE B’

Post n°248 pubblicato il 28 Agosto 2012 da torerodgl5
 

Temi caldi: possibile soppressione delle province, ruolo fondamentale degli studi di settore e il clamoroso sciopero dei calciatori La Voce intervista l’ On. Nunzia De Girolamo – parlamentare PDL, Coordinatrice Provinciale del Partito e membro della Commissione Affari Costituzionali della Camera La determinata Onorevole Nunzia De Girolamo punta tutto su una politica coerente, infastidita dalle disparità che si creano in momenti così importanti di crisi. Che cosa pensa della soppressione della provincia di Benevento ? Non esistono province di serie A e province di serie B. Le province, che sono diventate enti di spreco e poltronifici per la politica, devono essere soppresse tutte così come previsto dal nostro programma elettorale del 2008. Dobbiamo solo tutelare i servizi ai cittadini e dunque gli uffici periferici che garantiscono i bisogni della collettività. Oggi la politica deve impegnarsi ad eliminare i 500 milioni di costi relativi alle indennità della politica. In ogni caso in parlamento mi batterò affinché la legge sia uguale per tutti. Le sorti della provincia di Benevento siano le stesse di quella di Sondrio o di Bari. Secondo lei gli attuali studi di settore sono veritieri ? Secondo me dobbiamo condurre una forte lotta agli evasori ed evitare che a pagare siano sempre gli stessi. Per questo motivo sono contraria al contributo di solidarietá previsto dalla manovra. Pagherebbero coloro che da sempre dichiarano i propri redditi e pagano le tasse ed ancora una volta nessun contributo verrebbe versato dai furbi che viaggiano in Ferrari, che fanno le vacanze in barca e dimorano fra la casa al mare e quella in montagna. Sullo sciopero dei calciatori qualche commento? Vergognoso ed imbarazzante! Non é possibile che giovani milionari si rifiutino di dare il proprio contributo in un momento di crisi come quello che sta attraversando il nostro Paese, l’Europa e addirittura l’America. Come si giustificano con gli operai, con i giovani che non lavorano, con gli anziani o con le famiglie in difficoltà? Mi auguro che almeno i giocatori della nazionale italiana prendano una posizione netta e distante dai colleghi che stanno dimostrando di non avere a cuore l’Italia e lo sport. Pablo Arturo Di Lorenzo

 
 
 

CIRO SCOGNAMIGLIO (CISL): DECRETO ANTI-CRISI, “E’ SOLTANTO UNA TOPPA

Attuazione dell’articolo 118 della Costituzione La Voce intervista il Segretario Generale per la Campania del Sindacato Cultura della Felsa Cisl Il Segretario Generale del Sindacato Cultura della CISL per la Regione Campania Ciro Scognamiglio punta tutto sulla cultura, sulla conoscenza e sulla partecipazione attiva di tutti i cittadini. Invocando il comma 4 dell’ articolo 118 della Costituzione sulla sussidiarietà orizzontale e la nuova legge in merito della Regione Campania (Legge Regionale N. 12 Del 1 Luglio 2011), vuole render più consapevoli i cittadini dei loro diritti a partecipare fattivamente alla rinascita del proprio territorio. Quali saranno le prossime tappe del Sindacato Cultura qui in Campania? Vorrei partire con tre azioni concrete, che possano costituire da stimolo per le altre: • Realizzare una show room permanente di arte e cultura del territorio campano (gastronomia, artigianato, pittura, ecc) nella zona orientale di Napoli, che diventi luogo di memoria e di apprendimento dei nostri valori, saperi e sapori, nonché luogo di progettazione del cambiamento; • Instaurare un ciclo permanente di seminari di alfabetizzazione informatica, finalizzato a consentire a tutti i cittadini di stare al passo con i tempi della nuova economia della conoscenza; • Attivare nuovi servizi, svolti dai cittadini stessi, che soddisfino necessità latenti delle comunità, non soddisfatte dalle offerte, sia del sistema pubblico che privato. Cosa ne pensa del decreto anti-crisi del governo italiano, varato pochi giorni fa? E’ soltanto una toppa. L’ Italia ha bisogno di riforme strutturali e di cambiamenti radicali, in linea con tutti i cambiamenti già avvenuti, nel campo tecnologico, sociale, culturale ed economico. Tutte le azioni che si fanno per tamponare le emergenze, hanno vita breve e quasi sempre inducono altri problemi. Mi sarebbe piaciuto un discorso di confronto con i cittadini sui correttivi proposti. Piuttosto che sopprimere entità dalla sera alla mattina, sarebbe stato bello discutere un piano programmatico di trapasso dal vecchio al nuovo, di riconversione e di reimpiego delle persone. Non ho mai visto né sentito di un crono programma attuativo dello Stato. Poco si è fatto nel ridurre i costi della politica, a partire dagli stipendi e dai privilegi dei parlamentari. Anche il Ministro Renato Brunetta ha pubblicato il 30 maggio 2008 un piano industriale della Pubblica Amministrazione, per farla tornare ad essere strumento essenziale per la crescita civile, ma fino ad oggi non ha dato risultati tangibili, perché è mancato un crono programma, è mancata una adeguata informativa/formazione per il coinvolgimento di tutti gli interessati. Non si conosce un piano di alfabetizzazione informatica, non c’ è un piano di trasformazione culturale e civica dei cittadini. Che cosa si propone il Sindacato Cultura della CISL per invertire questa rotta disastrosa? Noi vogliamo proseguire nel cambiamento e nella rinascita del nostro territorio, rispettando e applicando le leggi e soprattutto avvalerci dell’ ultimo comma dell’ articolo 118 della Costituzione Italiana, secondo il quale i cittadini hanno il diritto di partecipare con le loro iniziative a tali trasformazioni. Che cosa pensa dell’ attuale politica italiana? Qualche proposta per i nostri politici: - i miliardi delle auto blu vanno destinati alla Ricerca Universitaria; - i miliardi per la guerra in Afghanistan vanno destinati all’eliminazione del Digital Divide e alla diffusione della Rete Internet veloce per tutti i cittadini; - i miliardi della corruzione vanno destinati allo sviluppo della Cultura, valorizzando i musei e i luoghi storici e d’arte; - la dorsale telefonica, oggi gestita da Telecom, deve essere resa disponibile da un ente statale a qualunque azienda offra servizi attraverso la Rete; - stessa procedura va seguita per tutte le altre Reti strategiche per l’Italia: autostrade, ferrovie, rete idrica, gas, ecc.; - la distruzione dell’ambiente, dal capannone industriale abusivo all’inquinamento dei corsi d’acqua, deve diventare un reato contro il patrimonio comune, ogni (pesante) sanzione dovrà andare in un fondo apposito per lo sviluppo del Turismo. Si deve costruire urgentemente un organismo per la confisca di tutti i soldi che i corrotti (politici e soci) hanno fregato a noi cittadini! Se il governo non sarà capace di fare ciò, lo dovremo attuare in maniera democratica con la cittadinanza. Dalla rete dovremo pescare tutti gli evasori e i corrotti e farci restituire democraticamente il dovuto. Pablo Arturo Di Lorenzo

 
 
 

TREMONTI E LA CRISI

Tre punti sui quali verte il secondo decreto del governo italiano che si implementera’al primo decreto legge del 21 luglio 2011 Costi e riduzione degli apparati pubblici Amministrativi, sviluppo e finanza pubblica “ Ci siamo chiesti che mese era… ed abbiamo scoperto che era il mese di Agosto” – così ha esordito alla conferenza stampa sulla manovra economica il Ministro dell’ Economia e delle Finanze Giulio Tremonti, insieme al Ministro della semplificazione Calderoli, ed il Ministro del lavoro Sacconi. Costi e riduzione degli apparati pubblici Amministrativi, sviluppo e finanza pubblica. Questi i tre punti portanti della conferenza stampa sui quali verte il secondo decreto del governo italiano che si implementerà al primo decreto legge del 21 luglio 2011. “Non saremo arrivati a questo punto se ci fossero gli Eurobond”. Argomento molto discusso dal Cancelliere della Repubblica Federale tedesca ed il Presidente Sarkosy; entrambi hanno affermato la tesi che gli Eurobond sono il risultato conclusivo della coesione europea economica, non il punto di partenza. Prima di tutto, gli Stati che hanno aderito all’ Ue devono risanare inderogabilmente i debiti pubblici. Lo sappiamo benissimo che la Germania non ha mai voluto pagare i debiti di altri Stati e già dal 2008 ha preso seri provvedimenti disciplinando il suo mercato azionario; cosa che non è successa in Italia. Molto rilevante l’ introduzione del revisore dei conti nelle Regioni, ci saranno le soppressioni delle province e di vari comuni. Ma sarà l’ora di ridurre i nostri Parlamentari e Senatori e poi arrivare al taglio dei piccoli comuni, ultimo baluardo dei cittadini? Perché un nostro Parlamentare o Senatore deve esercitare la professione privata? Oltre ad essere deputato anche avvocato? Chi paga i suoi spostamenti, e quelli del suo staff? I ministri andranno con l’ aereo in classe economica, ma si sa bene… si fa la legge e si trova prima l’ inganno. A proposito di aerei tengo a ricordare lo spostamento del Presidente della Regione Lazio , avvenuto in occasione della festa del peperoncino a Rieti, la lunga distanza era da Roma-Rieti.. C’era bisogno di utilizzare l’ aereo per un così breve tratto ? Con l’ emanazione del decreto legge si è anche abolito il SISTRI, ed il Procuratore Antimafia , Piero Grasso si è già lamentato ampiamente in questi giorni affermando che si sta agevolando la delinquenza. Molto debole la conferenza stampa che ha tenuto il Ministro Sacconi, con contenuti miseri e non alquanto innovativi per il nostro Paese Italia. Il Ministro si è limitato a dire che c’ è stato un’ abuso dei tirocini, che si è introdotto il reato di “ caporalato” ( sfruttamento del lavoro, proposto dall’ opposizione), e il potenziamento dell’ autonomia contrattuale. Sul 2012 la manovre fiscale sale a 25,7 miliardi di euro, nel 2013 49,8 miliardi.. Ci saranno tagli dei Ministeri che si aggirerà intorno ai 6 miliardi di euro.. Il punto è che non c’ è tempo… Questi eventuali tagli si faranno forse fra 3 anni. E’ inutile parlare se verrà introdotto o meno la patrimoniale come propone Luca Cordero di Montezemolo; bisogna fare i fatti e subito! “ Il Governo deve reggere il polso” così ha affermato il segretario del Pd Bersani ultimamente. Con questo decreto verrà abbassata la tracciabilità dei pagamenti a 2.500,00 euro, ci saranno sanzioni molto forti per chi non rilascia la fattura, lo scontrino. Ci sarà anche la riforma degli studi di settore. Si parla tanto del contributo di solidarietà, se verrà applicato o meno… Già il termine solidarietà non rende i cittadini fieri e felici di essere italiani. Perché non ci si pone come obiettivo quello di render felici i nostri cittadini italiani ? E’ inutile fare decreti che probabilmente si attueranno fra tre anni?

Pablo Arturo Di Lorenzo Pubblicato sul giornale :La Voce d’ Italia

 
 
 
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PABLO ARTURO DI LORENZO

- sostenitore del partito : ITALIA DEI VALORI
- laureando in giurisprudenza presso l' Università di Salerno
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Sono molto determinato sulle cose che faccio.. Cerco sempre di trovare una logica nei ragionamenti,nei problemi della vita. Voglio pensare in positivo, non posso perdermi nella mentalità OTTUSA di chi non vuole cambiare in meglio le cose.
Ho sempre combattuto per qualsiasi cosa, e non ho nessuna intenzione di sporcare la mia correttezza morale e politica con comportamenti IMMORALI.

- Settembre 2006 / Giugno 2007 vincitore del progetto imprenditoriale promosso dall' associazione IGS Campania, coofinanziato da Confindustria.

- il 15 Giugno 2010 partecipazione al primo corso di alta formazione politica a Benevento, promosso dalla Fondazione Magna Carta, ed il Partito Popolare Europeo ; coordinato dall' On. Erminia Mazzoni.

 

 

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 Il Punto Magazine-quotidiano on line-Caporedattore · giugno 2010 - ottobre 2010 · Napoli###AREA BLU TVCAMERAMEN · febbraio 2010 - ottobre 2010 · Napoli### IL FARO PER IL SUD - associazione-COORDINATORE · settembre 2009 - febbraio 2010### GIOVANI IDEE - associazione -COORDINATORE · giugno 2009 - febbraio 2010 · Napoli###

 

 

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