A 5 mani

e' vero che c'è chi sta in silenzio perchè non ha nulla da dire ma c'è anche chi solitamente dice, eccome se dice, e lo fa perchè oltre ad essere pensante e avere la sua da esporre, lo fa perchè tiene alla situazione, alla persona, al rapporto.. quando tace allora si che c'è da preoccuparsi... specialmente se non si è capaci di ascoltarlo quel silenzio!

Quasi quasi mi viene il desiderio di chiedere a Melina una grande rimpatriata; magari la facciamo ogni anno in prossimità della MORTE del Carnevale... essì perchè solo dopo la morte del Carnevale c'è il silenzio di tutto l'anno. Vedete se la cosa è fattibile. Pinu'

Cristina Consales Cristina Consales 10 febbraio 21.49.07 tratto da Stato Quotidiano del 23 Febbraio 2012 Storia del Carnevale foggiano, da Ursino u Stagnarill a Re Porco La storia del carnevale a Foggia. Un tempo il carnevale foggiano con le sue sfilate durava tre giorni. In ogni borgo, tra quelli che componevano la città, si organizzavano singole parate che poi confluivano in quella generale. Quella più importante era rappresentata dal Borgo Croci, il cosiddetto borgo dei Terrazzani. Il primo giorno a Borgo Croci si faceva una colletta, detta “questua” , vestiti da “Monaco”. Il giorno seguente si riuniva la parata delle maschere capeggiata dai terrazzani che indossavano il loro costume tradizionale, armati di cravasce (fruste per i cavalli con il manico corto). Il terzo giorno era presente la “Zeza Zeza” che rappresentava la giovane da maritare al cui matrimonio i genitori si opponevano e, in fine, il funerale carnevalesco con la maschera del Re Porco. Nel centro storico spiccava Ursino u’ Stagnarill, quella che definisco la maschera foggiana per eccellenza, il quale vestiva sempre con un abito pieno di tappi metallici tintinnanti. Accompagnava i suoi saltelli con uno strumento ritmico tradizionale che sul Gargano chiamano “scisciolo”, composto da una mazza messa a mo’ di violino, sulla quale se ne strofinava un’altra, come fosse un archetto, provvista di scanalature, sulla quale erano inchiodati tappi o coperchi metallici. Sarà proprio Ursino u’ Stagnarill a lanciarsi da un’altezza di trenta metri, grazie al supporto dei Vigili del Fuoco. Ripercorrendo la storia del carnevale foggiano, sappiamo che un tempo i terrazzani sfilavano e festeggiavano con carri e carrozze per ingraziarsi il buon raccolto per la nuova stagione ormai alle porte. Sempre nel rispetto dell’antica tradizione, non potava mancare il “Funerale del Carnevale” a chiusura del corteo. Carnevale, rappresentazione dell’anno vecchio, doveva morire per lasciare il trono al carnevale giovane, capace di sostenere con le sue forze la natura e gli uomini. Così come il maiale viene ucciso per il bene della comunità, anche il carnevale doveva essere ucciso e sostituito dal nuovo. Simbolo del rito era la maschera del re porco, unitamente alla marcia funeraria. Il corteo funebre sarà seguito da tutti coloro che vorranno unirsi alla messinscena goliardica. Redazione Stato

Secondo me la faccenda è questa. Si fa un gran parlare di sincerità, di "se sei amico me lo devi dire" eccetera ma, in realtà, la gente non vuole questo. La gente vuole solo approvazione illimitata e totale, vuole sentirs dire sì, bravo, bene, bis. La sincerità, a sto mondo, nessuno la vuole ricevere...ma solo dare. E allora si arriva a star zitti. Perchè, se parli, devi dire le cose e la gente non le vuole sentire. Così la penso, così la dico.

Mi inserisco qui,perché mai parole più sante. Si fa un gran parlare,e poi quando ti azzardi a dire qualcosa che esce dagli schemi,tutti si offendono e se ne vanno. E nessuno che capisca che,se te le dico in faccia,le cose,è solo perché a te ci tengo...ma si sa,anche accettare questo costa fatica,e aver sempre ragione piace a tutti. Mel,"non ti curar di loro,ma guarda e passa"..un abbraccio,se vuoi io ci sono :)

Ciao Mel,ha ragione Tiff !

Dimostri di essere una donna di carattere....è un piacevole sorpresa leggere che in quella testa piacevolmente bizzarra ci sono anche dei contenuti così tosti e densi di significato.
Alle volte però non è del tutto sgradevole accettare che i nostri silenzi siano riempiti dai pensieri di chi abbiamo stima e fiducia...naturalmente se versati con grazia e attenzione, un poco alla volta e con il massimo rispetto delle nostre peculiarità, dei nostri sentimenti, delle nostre idee.
Adesso però richiudo il tuo coperchio....non si sa mai:-)))))).
Ciao...CARLO!

T'hann fatt n'gazzà? fr'catinn e lassa stà, anz, sint a me: lass'l cocj cu l'acqu d'aspunz, com u baccalà, bacioni a volontà.

Melenchia ma con ScaprineColTacco ottieni sempre quello che vuoi? ^_*

Melina Tracimante O_O Metafora a dir poco sconvolgente...e cmq chi sporca poi pulisce....sia ben chiaro...Buona giornata Melììììì....kissCON

cummà ma che tann fatt ncazzà?oddio ma so cavoli amari,ciao un baciottolo.

Ma chi t'ha fatto incazza'? Una buona giornata Melì, almeno si spera.

Ogni tanto il silenzio è d'oro. Si colgono tante cose nel silenzio che non si colgono con le parole. Saper dosare parole e silenzi è segno di maturità... un abbraccio Marion