A 5 mani

Ogni singola donna ha dentro di sé il potenziale per approdare a versioni di femminilità accettabili, forse non così distanti dalla nozione di felicità che Emma per un attimo sfiora. E', però? necessario un coraggio non indifferente per mettere in discussione i vari aspetti della femminilità, che siamo abituate a considerare parte della nostra personalità, dandoli per scontati. In questa dolorosa analisi del traviamento del nostro spirito è necessario non trascurare neppure i patti faustiani che abbiamo stretto con l'ordine sociale in cui viviamo. Lungo il percorso che sfocerà in una femminilità adulta normale e socialmente accettabile, scartiamo molte possibili forme di esistenza. Anche se non le scegliamo, esse non si cancellano e continuano ad "abitare" la vita che abbiamo deciso di vivere. Qualche volta, come Emma Bovary, immagineremmo che la nostra vera vita sia quella che non abbiamo vissuto. Emozioni senza nome ci scuotono il petto e noi ci domandiamo che cosa possano mai essere. Immaginiamo di aver interpretato, in passato, gli infiniti ruoli della commedia umana, di essere state sincere con noi stesse e di non aver tradito i nostri talenti. Per una donna, oggi come ai tempi di Emma Bovary, espletare ed esprimere la pienezza della propria sensualità, delle proprie ambizioni, capacità emotive e intellettuali, responsabilità sociali, virtù di tenerezza, comporta innumerevoli rischi e una modificazione addirittura rivoluzionaria delle condizioni che la mortificano e la tengono prigioniera. Oppure la nostra eroina può continuare a tentare di trovare il suo posto all'interno del sistema vigente, consegnandosi così, per il resto dei suoi giorni, alla schiavitù di uno stereotipo di normalità femminile o, se preferita, della perversione. Luoise J. Kaplan