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Il giudizio è categorico: “Dire che ci sono troppi laureati in Italia è una bestemmia”. E a dirlo è il rettore dell’Università di Bologna, Ivano Dionigi, che nel corso della presentazione di un’indagine di Almalaurea sui livelli occupazionali degli universitari, ha voluto mandare un messaggio chiaro alla politica senza usare mezzi termini.
Per il rettore va dimenticata l’immagine di un Paese che sforna un numero eccessivo di laureati.
In Italia un giovane neo laureato su quattro non ha un'occupazione a un anno dal conseguimento del titolo. E chi lavora non guadagna più di 1000 euro. Risultato: sempre meno giovani si iscrivono all'Università.
I dati del XVI Rapporto Almalaurea, il consorzio interuniversitario che riunisce 64 atenei italiani, non lasciano dubbi e confermano come la crisi economica si sia abbattuta anche sul mondo accademico.
Il tasso di disoccupazione ad un anno dalla laurea è infatti cresciuto di dodici punti in quattro anni per le magistrali e di quindici punti per lauree di primo livello e magistrali a ciclo unico. Secondo il Rapporto i neo laureati disoccupati sono il 26,5% di chi ha terminato la triennale, il 22,9% di quelli con laurea specialistica.
Chi riesce a finire gli studi non solo lavora meno ma guadagna anche meno: rispetto al 2008 le retribuzioni sono calate del 20%, passando da oltre 1200 euro a circa 1000 euro.
Ecco allora spiegato perché solo il 30% dei diciannovenni italiani si iscrive all'Università, a fronte di una media Ocse del 39%.
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