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"Nasce la stagione dei nuovi italiani".

Post n°1986 pubblicato il 14 Ottobre 2015 da melen.me
 

Cambiano le regole per ottenere le cittadinanza italiana:

va in pensione lo ius sanguinis, sostituito dallo ius soli temperato e dallo ius culturae,per strappare la cittadinanza italiana, ai figli degli immigrati basteranno cinque anni di scuola e genitori con permesso di soggiorno.

 Due le vincolanti principali: genitori con permesso di soggiorno di lunga durata e l'obbligo della frequenza di almeno un ciclo scolastico. 

Allo straniero nato e residente in Italia legalmente e senza interruzioni fino a 18 anni  il termine per la dichiarazione di acquisto della cittadinanza viene aumentato da uno a due anni dal raggiungimento della maggiore età.

I numeri dei potenziali beneficiari della riforma sono enormi: i minorenni stranieri oggi in Italia sono oltre 1 milione e ben 925.569 hanno al momento una cittadinanza non comunitaria. 

Le nuove norme invece si applicheranno, retroattivamente, ai 127mila stranieri in possesso dei requisiti che hanno superato il limite di età dei 20 anni per farne richiesta.


 
Rispondi al commento:
Vince198
Vince198 il 14/10/15 alle 08:13 via WEB
Post "ironico" (con questa ulteriore legge gli "itagliani" prenderanno aumenti di stipendio immediati, promessi con taglio delle tasse oltre un anno fa? m.p.c.) che merita una risposta dettagliata e mi scuso fin da subito per la lunghezza, Mel ( non ne ho mai fatte mai da te, ma stavolta non riesco ad esimermi)!
Mi sa che lo "ius sola" lo abbiamo "acquisito" dal febbraio dello scorso anno..
Certi bugiardi pinocchioni matricolati, che si adeguano alle desiderata dei loro riferimenti politici (nel caso abbronzato americano, e cellulitica tedesca) che amano far promesse che non mantengono (i 70 miliardi di euro mai restituiti alle P.M.I. come promesso prima delle europee ad es.) vanno sempre evidenziati, promesse vacue per gli italiani più poveri (circa 9 milioni in costante aumento) che chiedono SOLO una vita più decorosa:

"Il 17 aprile 2013, nella vetrina democratica delle Invasioni barbariche, Daria Bignardi domanda a Renzi: "Lei non vorrebbe governare questo paese, non vorrebbe fare il presidente del Consiglio?". Risposta, con fronte corrucciata: "Passando dalle elezioni, non passando dagli inciuci di palazzo". "Letta è un amico, agli amici si deve lealtà, questo è il valore più grande", rassicurava, da Minoli, nel maggio 2013.
"Faccio il tifo per Letta", all'Unità il 7 luglio 2013. "Non farò cadere Letta", giurava il 3 dicembre. L'8 dicembre vice le primarie e diventa segretario del Pd. "Il punto non è far cadere il governo, ma farlo lavorare perché ottenga risultati", Corriere della Sera il 10 dicembre.
Il 5 gennaio Pier Luigi Bersani viene ricoverato in ospedale per un aneurisma celebrale e operato d'urgenza. "Se Letta si logora è perché governa male, non perché c'è un nuovo segretario del Pd", dice Renzi il 14 gennaio. Il 15 gennaio ci mette il becco anche Marco Amieto Belelli, altrimenti detto divino Otelma, sicuro che Letta durerà almeno fino al 2015.
"Per quanto Renzi sia bramoso di potere, non è tanto stupido da capire che, se cade Letta, cade anche lui". Il 16 gennaio 2014 alla direzione del Pd Renzi garantiva: "Io a Palazzo Chigi? Non faccio intrighi per andare al posto di Enrico".
Il 17 gennaio 2014, sempre alle Invasioni Barbariche rassicura la Bignardi e gli italiani: "Facciamo un hashtag #enricostaisereno, nessuno ti vuole fregare il posto".
"Le riforme non devono essere a rischio, il governo è il governo Letta, io faccio un altro mestiere", il 23 gennaio al Tg3.
Il 30 gennaio alla Telefonata di Belpietro: "Io a Palazzo Chigi? Non mi interessano le poltrone".
Il 3 febbraio su Repubblica stesso refrain: "Io a Palazzo Chigi? No, mi occupo di altro". "Staffetta? Per me non esiste. Deve andare avanti Letta. Deve essere lui a cambiare passo. Io resisto e rimango dove sto", sempre Repubblica del 5 febbraio.
Il 7 febbraio via Twitter. "A me conviene votare, ma all'Italiano".
La battuta più divertente resta: "Non lo faccio per una mia ambizione personale, ma per il bene dell'Italia". Re Giorgio II e Matteo il Superbo, decidono tutto nell'arco di 48 ore.
Lunedì 10 febbraio esce sul Corriere della Sera lo scoop di Alan Friedman, in versione libro, dal titolo “Ammazziamo il gattopardo”, che attacca apertamente Napolitano con interviste a Monti, e a De Benedetti. Napolitano avrebbe contattato Monti, per sondare la sua disponibilità a fare il premier, sei mesi prima delle dimissioni di Berlusconi, nel novembre 2011.
"Ma chi ce lo fa fare? Nessuno di noi ha chiesto di andare a prendere il governo", insiste Renzi ad Agorà, quello stesso lunedì mattina, in un'intervista registrata la domenica sera.
Il bivio.
Lunedì sera Renzi viene chiamato al Colle, a cena dal presidente della Repubblica. Due ore di colloquio. Martedì 11 annuncia che la direzione convocata per il 20 febbraio, è anticipata d'urgenza al 13. I numeri sono dalla sua parte. Tutto il partito (tranne civatiani e lettiani) vuole fargli prendere Palazzo Chigi, per tentare di arrivare a fine legislatura e mettere fuori gioco per sempre Berlusconi. II 14 febbraio Letta si dimette, dopo appena 292 giorni di governo. Il 21 febbraio nasce il governo Renzi. Giorni dopo, a Ballarò, Renzi cerca di pulirsi la coscienza: "Ce l'ha chiesto il Pd e gli alleati, io avrei preferito altro. Io so com'è andata e non solo io. Ma il tempo è galantuomo". Su questo ha ragione: lui non è stato l'unico "Giuda" che ha tradito Letta.
Il primo della lista è Dario Franceschini. Seguono i giovani turchi Matteo Orfmi e Andrea Orlando, Il capogruppo bersaniano alla Camera, Roberto Speranza. Persine Gianni Cuperlo e i cuperliani. Un fratricidio. Un letticidio. Solo in sedici votano contro la staffetta. Ben 136 sono favorevoli. Ecco perché Letta usa il plurale per sfogarsi: "Sono dei farisei". La prova del nove viene fuori, la prima volta, con la composizione del governo, dove a tutti è toccato qualcosa. Compresi i bersaniani. La seconda volta quando alla fiducia alla Camera, Letta non è andato a sedersi nei banchi del falso plaudente Pd, ma in quelli riservati alle commissioni, davanti a Renzi.
(raccolta tratta da “Renzi La grande illusione” di Fabrizio Boschi).
Buona giornata!
 
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