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Messaggi del 14/01/2014

La Dinamo Kiev.

Post n°918 pubblicato il 14 Gennaio 2014 da melen.me
 

Storie di eroi e dignita' umana,storie che non leggeremo piu' nei libri di storia ,storie che potremo solo tramandare e dalle quali non abbiamo piu' niente da impare perche' come fiabe ci passeranno sotto gli occhi ;i nostri  occhi increduli che sfideranno la capacita' di capire e la volonta' di agire .

Non siamo piu' ne' uomini e ne' caporali.

Prima della guerra la Dinamo Kiev era una delle formazioni più forti in Unione Sovietica. Durante l’occupazione nazista dell’Ucraina, poi, la Dinamo venne sfidata dagli occupanti, desiderosi di far valere la propria presunta superiorità razziale.

Così, ebbero luogo diverse partite. Il 12 luglio 1942 gli ucraini batterono una formazione composta da uomini di una non meglio specificata unità dell’esercito tedesco. Il 17 luglio i tedeschi, desiderosi di rifarsi, selezionarono una formazione più forte da mandare in campo contro la Dinamo Kiev, ma furono sonoramente sconfitti per 6-0. Il 19 luglio la Dinamo affrontò la MSG Wal, una squadra ungherese, e vinse per 5-1. Gli ungheresi vollero la rivincita, che si giocò il 26 luglio, ma vennero nuovamente sconfitti, seppure per 3-2. A questo punto, i tedeschi videro la possibilità di poter battere gli ucraini e di avere finalmente la rivincita nei confronti di una squadra che, dal loro punto di vista, era pur sempre formata da una razza inferiore, quella sovietico-comunista.

La partita si giocò il 6 agosto 1942 ed i tedeschi mandarono in campo la “fortissima” e “imbattibile” squadra di calcio che l’esercito avesse mai avuto, il “Flakelf”. È questa la partita della leggenda.

Il match si giocò a Kiev e venne annunciato con un gran battage pubblicitario, manifesti vennero affissi su tutta la città ed i giornali pubblicarono articoli che elogiavano la forza dello Flakelf ed i suoi record. Lo stadio era gremito, una parte era occupata dalla popolazione locale, provata dalla fame e dalle privazioni, l’altra metà dello stadio era invece occupato dai soldati tedeschi urlanti e ansiosi di poter esultare per la vittoria della loro squadra.

La partita cominciò e subito la formazione tedesca fece prevalere la propria migliore condizione fisica, mentre i calciatori ucraini erano emaciati e deboli per la fame, e grazie anche ad un gioco alquanto aggressivo ed intimidatorio e ad un arbitro compiacente, realizzarono il gol del vantaggio per l’esultanza dei propri tifosi sugli spalti.

I giocatori della Dinamo, però, vennero talmente presi dalla furia agonistica e dalla voglia di non cedere al nemico che, scordata fame e debolezza, cominciarono ad esprimere un calcio brillante e veloce, tanto che realizzarono il gol del pareggio e poi passarono in vantaggio, fra le proteste dei soldati tedeschi nelle gradinate (qualcuno di loro esplose anche qualche colpo di fucile in aria per intimidire i calciatori della Dinamo) e la timida esultanza degli spettatori ucraini.

Durante l’intervallo un ufficiale tedesco andò negli spogliatoi occupati dai calciatori ucraini e fece loro un discorso abbastanza chiaro: «Bravi! Avete giocato bene e lo abbiamo apprezzato ma ora, nel secondo tempo, andateci piano. Come potete immaginare questa è una partita che dovete perdere. Questo è un ordine. Se non perdete sarete fucilati». Un discorso molto chiaro che i calciatori della Dinamo ascoltarono in silenzio.

Le due squadre scesero, così, in campo per disputare il secondo tempo e dopo pochi minuti la Dinamo aveva segnato il terzo gol e poi il quarto. I soldati tedeschi sulle tribune erano al culmine dell’indignazione e della rabbia, ed erano molti quelli che cominciarono a sparare dei colpi di fucile o di pistola in aria. Gli ucraini, pur consapevoli che quella partita sarebbe costata loro la vita, continuarono a giocare il loro calcio e segnarono il quinto gol. A questo punto gli ufficiali tedeschi abbandonarono lo stadio e l’arbitro fischiò, benchè non fosse ancora scaduto il tempo, la fine della partita. I giocatori della Dinamo non fecero in tempo ad uscire dal campo che vennero presi, caricati su dei camion con destinazione il campo di concentramento di Babij Yar.

In questo modo si è svolta quella passata alla storia come la “partita della morte”, portata poi sugli schermi in maniera romanzata e con un finale diverso da Huston.

Ai calciatori della Dinamo Kiev venne offerta un’ultima possibilità di salvezza; il 9 agosto disputarono una partita di rivincita contro il Flakelf, ma gli ucraini vinsero anche questa volta e vennero, così, deportati definitivamente a Babij Yar, dove molti di loro vennero fucilati.


 
 
 

Quando vincere significa morire...

Post n°917 pubblicato il 14 Gennaio 2014 da melen.me
 

Partita della morte...iniziamo?

L'arbitro fischia l'inizio della partita...ora sta a noi decidere.

BUONGIORNO.

 
 
 

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