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Messaggi del 23/01/2016

Le bufale in transumanza.

Post n°2046 pubblicato il 23 Gennaio 2016 da melen.me

Le bufale transumano da fb a whatsapp

Da far circolare fra donne e uomini che le informino

Ho da poco ricevuto una mail da un’amica belga che mi racconta di aver recentemente assistito ad una trasmissione televisiva, il dr. Oz show, nella quale quest’ultimo, parlando di un tipo di cancro che si sta diffondendo molto rapidamente tra le donne, il cancro della tiroide, ha affermato che questa crescita così rapida potrebbe essere dovuta alle radiografie dentali e alle mammografie. Ha dimostrato che il grembiule utilizzato nello studio del dentista per le radiografie è munito di un colletto che può essere alzato e posto intorno al collo. La maggior parte dei dentisti non si preoccupa di farlo, io non l’ho nemmeno mai visto. Esiste ugualmente una protezione per la tiroide che può essere utilizzata durante le mammografie. Casualmente la mia amica doveva fare la sua mammografia annuale alcuni giorni dopo. Mi racconta che, pur sentendosi un po’ ridicola, ha ugualmente domandato quanto ci fosse di vero in quello che aveva ascoltato alla televisione e il tecnico che le stava facendo la mammografia, ha estratto una protezione da un cassetto. Ad una sua domanda sul motivo per cui questa protezione non fosse usata d’ufficio, le è stato risposto che è prevista la richiesta da parte del paziente. Ma come si può richiedere una cosa di cui non si è al corrente? Se la mia amica non avesse assistito a quella trasmissione, non l’avrebbe mai saputo. E nemmeno io, e probabilmente nemmeno voi.
Bisogna far circolare questa informazione tra le nostre figlie, nipoti, madri e amiche.
Io lo sto facendo, se credete, fatelo anche voi.


MILANO - Nel villaggio globale dell’informazione quel che si dice con leggerezza nello studio di un programma televisivo di medicina negli Stati Uniti può provocare reazioni a catena in tutto il mondo. E quello che potrebbe essere un semplice invito alla prudenza, secondo un saggio principio di precauzione, può finire col produrre conseguenze potenzialmente molto pericolose. È quel che è capitato con il timore che la mammografia possa aumentare il rischio di tumore della tiroide, una falsa voce che si rincorre in Rete, invitando a comportamenti, questi sì, pericolosi, anche in termini di salute pubblica

DOCTOR OZ - Tutto inizia nel 2010, nel corso di una trasmissione molto seguita negli Stati Uniti, il Doctor Oz Show. Nel corso di una puntata, il conduttore ipotizza che l’aumento dei casi di tumore della tiroide registrato negli ultimi decenni sia da ricondurre alla diffusione delle radiografie ai denti e soprattutto della mammografia periodica per la diagnosi precoce del tumore al seno. Soluzione? Basta che le donne chiedano, prima di sottoporsi all’esame, di poter indossare un apposito collare di piombo che protegge la ghiandola dalle radiazioni ionizzanti, considerate responsabili del fenomeno. L’invito scatena oltreoceano una tempesta mediatica, spingendo molti autorevoli esperti a prendere posizione in merito: «L’allarme non è solo infondato, ma anche pericoloso, perché rischia di scoraggiare le donne dal sottoporsi ai controlli consigliati» ha dichiarato Daniel B. Kopans, esperto radiologo della Breast Imaging Division al Massachusetts General Hospital e docente di radiologia all’Harvard Medical School.

 

 

RADIAZIONI - Anche il New York Times cerca di tranquillizzare le donne, citando uno studio pubblicato qualche anno prima sul Journal of the American Medical Association, secondo cui l’aumento di incidenza di tumore alla tiroide negli ultimi 30 anni è più apparente che reale, dovuto cioè soprattutto al fatto che le forme meno aggressive della malattia si diagnosticano oggi più facilmente di un tempo. Inoltre l’aumento dei casi riguarda anche gli uomini, i quali non si sottopongono allo screening per il tumore del seno. «Il punto fondamentale però è un altro - precisa Gisella Gennaro, esperta dell’Associazione italiana di fisica medica (Aifm), che ha segnalato la questione in Italia -. Non solo non esiste nessuna prova che le radiazioni utilizzate per esaminare il seno possano provocare tumori della tiroide, ma poiché queste raggiungono la ghiandola in modo indiretto e in quantità minima, un rapporto di causa ed effetto non è nemmeno ipotizzabile».

SCREENING - In uno studio pubblicato l’anno scorso sull’American Journal of Roentgenologydue tra i massimi esperti Usa, Ioannis Sechopoulos, della Emory University di Atlanta, ed Edward Hendrick, dell’Università del Colorado a Denver, hanno cercato di stimare quale potrebbe essere il rischio che lo screening mammografico provochi tumori alla tiroide:

 «La dose di radiazioni assorbita dalla tiroide per effetto dell’esame non supera gli 0,2 mSv (milliSievert), a fronte della dose da fondo naturale annuale, presente cioè nell’ambiente, che negli Stati Uniti è pari a 3,1 mSv.

Detto questo, se anche lo screening fosse condotto ogni anno su tutte le donne tra i 40 e gli 80 anni, si stima che l’effetto di questa esposizione non arriverebbe a provocare un caso ogni 17,8 milioni». In realtà, i programmi di screening non sono così estesi, per cui l’accumulo di radiazioni derivanti da questa fonte, almeno in Italia, è ancora inferiore, perché il test non è raccomandato ogni anno, ma ogni due, e solo tra i 50 e i 69 anni. Ma oggi, una volta che un sospetto si è insinuato nell’opinione pubblica pare non ci sia ragione scientifica che possa fermarlo.

FERMATE QUESTA TRANSUMANZA!

 

 
 
 

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