Versi e prose

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Creato da IOeMR.PARKINSON il 06/06/2011
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« IL PICCOLO PRINCIPE E IL...Ancora Lei .... e sempre... »

Inno alla notte

Post n°33 pubblicato il 15 Novembre 2011 da IOeMR.PARKINSON
 
Tag: Varie
Foto di IOeMR.PARKINSON

Quanti ricordi di notti insonni che mi assalgono ed è inutile, per quanti sforzi io faccia, non riesco ad allontanarli.

Hanno il sapore della giovinezza: esami di maturità, primi amori sofferti, gioie intense o il
primo bacio ....

E poi c'è quella notte romana, trascorsa a passeggiare nell'incanto di una città addormentata, fino all'alba ... Come si chiamava quella ragazza? L'ho dimenticato! abitava a Genova e non so cosa ci facesse a Roma! Io ero nella capitale per sostenere delle prove di esami per un concorso.
Quanti altri esami ho dovuto affrontare nella mia vita? tantissimi!! e se volessi fare un bilancio...bè, meglio lasciar perdere!

Sono passati tanti anni dall'ultima volta che ho letto Gli Inni alla Notte di Novalis e oggi rileggendoli mi accorgo che sono soltanto cambiato esteriormente, invecchiato, malandato....ma dentro ho le stesse emozioni di un tempo. Questo, fra gli inganni della vita, è di certo il più crudele. E' come se un dio bizzarro si divertisse a giocare e noi siamo le sue marionette: ci trucca, ci traveste, ci provoca ferite, ci invecchia ma ..forse per pietà o per una raffinata crudeltà, lascia intatte le nostre capacità di provare emozioni!

Buona veglia, amici della notte!
Novalis - Inno alla Notte

Quale vivente,
dotato di sensi,
non ama tra tutte
le meravigliose parvenze
dello spazio che ampiamente lo circonda,
la più gioiosa, la luce
coi suoi colori,
coi raggi e con le onde;
la sua soave onnipresenza
di giorno che risveglia?
Come la più profonda
anima della vita
la respira il mondo gigantesco
delle insonni costellazioni,
e nel suo flutto azzurro
nuota danzando -
la respira la pietra scintillante,
che posa in eterno,
la pianta sensitiva che risucchia,
l'animale multiforme,
selvaggio e ardente -
ma più di tutti
il maestoso viandante
con gli occhi pieni di profondi sensi,
col passo leggero, e con le labbra
ricche di suoni
dolcemente socchiuse.
Quale regina
della natura terrestre
chiama ogni forza
a mutamenti innumerevoli,
annoda e scioglie vincoli infiniti,
avvolge ogni essere terrestre
con la sua immagine celeste. -
La sua sola presenza manifesta
il meraviglioso splendore
dei reami del mondo.


Da lei mi distolgo e mi volgo
verso la sacra, ineffabile
misteriosa notte.
Lontano giace il mondo -
perso in un abisso profondo -
la sua dimora è squallida e deserta.
Malinconia profonda
fa vibrare le corde del mio petto.
Voglio precipitare
in gocce di rugiada
e mescolarmi con la cenere. -
Lontananze della memoria,
desideri di gioventù,
sogni dell'infanzia,
brevi gioie e vane speranze
di tutta la lunga vita
vengono in vesti grigie,
come nebbie della sera
quando il sole è tramontato.
In altri spazi
piantò la luce le festose tende.
Mai più ritornerà
ai suoi figli che l'attendono
con fede d'innocenti?
Che cosa a un tratto zampilla
grondante di presagi
sotto il cuore
e inghiottisce la molle brezza
della malinconia?

Da noi derivi a tua volta piacere,
o buia notte?
Quale cosa tu porti sotto il manto
che con forza invisibile
mi penetra nell'anima?
Delizioso balsamo
stilla dalla tua mano,
dal mazzo di papaveri.
Le gravi ali dell'anima tu innalzi.
Noi ci sentiamo oscuramente
e ineffabilmente turbati -
con gioioso spavento
vedo un volto severo
che su di me si china
dolce e devoto,
e svela tra i riccioli
senza fine intrecciati
la cara giovinezza della madre.
Come infantile e povera
mi sembra ora la luce -
come grato e benedetto
l'addio del giorno -
Solo perché la notte distoglie
e allontana da te i tuoi fedeli,
tu seminasti per gli spazi immensi
le sfere luminose, ad annunziare
l'onnipotenza tua -
il tuo ritorno -
nel tempo della tua lontananza.
Più divini
delle stelle scintillanti
ci sembrano gli occhi infiniti
che in noi la notte dischiude.
Vedono oltre
le più pallide gemme
di quelle schiere innumerevoli -
non bisognosi di luce
frugano nel profondo
di un'anima amante -
voluttà ineffabile
colma uno spazio più alto.
Lode alla regina del mondo,
alta annunziatrice
di mondi santi,
custode del beato amore,
che a me ti manda -
tenera amata -
amabile sole notturno, -
ed ora veglio -
sono Tuo e Mio -
la notte mi annunziasti come vita -
mi hai fatto uomo -
consuma con l'ardore
dell'anima il mio corpo,
perché lieve nell'aria
con te più strettamente io mi congiunga
e duri eterna
la notte nuziale.


http://www.youtube.com/watch?v=tqXFH6pOrV8&feature=related

 
 
 
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