Creato da sinaico il 08/05/2008

Rivotorto

fede e vita - natura e grazia

 

Messaggi di Febbraio 2023

Ideologie

Post n°1225 pubblicato il 17 Febbraio 2023 da sinaico

Per cambiare mentalità in senso ideologico, le ideologie non solo agiscono cercando di modificare la percezione della realtà (a volte usando anche elementi di verità), ma istillano l’odio, in quanto la percezione deve cambiare il sentimento, e un sentimento di odio condiziona pure la ragione, che comincia a sragionare.

Indubbiamente l’ideologia razzista è un male assoluto, ma l’antirazzismo laicista, che è ideologico, usa gli stessi principi e gli stessi criteri dell’ideologia razzista.

Infatti, per non fomentare l’ideologia e la discriminazione che questa comporta, occorre partire dalla verità oggettiva secondo una lettura INTEGRALE della storia, e non solo di certi autori.

E la storia ci dimostra che il razzismo non è una caratteristica dei soli occidentali (che con criteri razzisti sono definiti come “bianchi”, come se il razzismo degli occidentali fosse di origine genetica, propria a una “razza” perversa). I principi razzisti, infatti, caratterizzano tutti i popoli (anche se non tutte le persone).

Da amici nigeriani ho appreso che gli schiavi, in Nigeria, c’erano ben prima dell’“uomo bianco”, e che sono stati i re africani a proporre ai “bianchi” il commercio degli schiavi che, purtroppo, si sono ben guardati dal declinare l’invito.

Così oggi, con la scusa dell’anti razzismo, si cerca di distruggere, per perversi altri fini, proprio ciò che ha dato inizio all’anti razzismo: la fede della Chiesa.

Infatti, se è senz’altro vero che molti occidentali sono stati razzisti fino al punto di arrivare a fare del razzismo una dottrina, è anche vero che l’occidente influenzato dal cristianesimo è la culla del vero anti razzismo, senza il quale gli antirazzisti ideologici di oggi, approverebbero i negrieri. E se dicessero che loro non sarebbero mai stati razzisti, discriminerebbero chi li ha preceduti dimostrando, così, il loro razzismo.

 
 
 

Carità

Post n°1224 pubblicato il 15 Febbraio 2023 da sinaico

Consacrarsi a Dio, di per se, è più che mettere su famiglia, e comporta una grazia di stato e grazie attuali superiori, ma alla fine è la carità quello che conta.

Così farsi poveri, di per se è più che subire la povertà (e l’essere comunque bisognosi), ma se si offrono le rinunce della povertà a Dio con carità superiore di chi ha rinunciato all’agiatezza per offrirsi a Dio, si è più santi di chi si è fatto povero.

Anche il dolore che sbagli di valutazione, che spesso causano dei rimpianti umani, può essere offerto a Dio con più carità di chi si offre senza fare sbagli, e perfino il peccato può diventare occasione di carità.

Il non peccare di per se è la via migliore rispetto al peccare, ma il peccato può essere occasione di un ravvedimento che comporta più amore di quello di chi non pecca, così come dimostra il buon ladrone sul Calvario con Gesù.

 
 
 

Verità

Post n°1223 pubblicato il 15 Febbraio 2023 da sinaico

Un’eresia è più di un’eresia, perché non consiste solo in un errore teologico, ma fa percepire in modo distorto anche i principi che sono oggettivamente esatti. Per cui il dialogo tra cristiani di confessioni diverse, oltre a partire dai principi comuni, è bene che sia coadiuvato da un’esegesi biblica oggettiva.

Ma anche il peccato può distorcere, e spesso distorce, la percezione della verità, ma non necessariamente a livello di ragione, anche grazie alla coscienza.

La Chiesa di Roma, poi, ha sulla verità una grazia speciale di infallibilità, che si manifesta, attraverso la dottrina, nella ragione.

Ma la coscienza non si fa sentire solo a livello di ragione, ma anche attraverso il sentire, e soprattutto attraverso la compassione, che è ordinata alla verità, come la verità è ordinata alla carità.

 
 
 

Intelligenza umana

Post n°1222 pubblicato il 12 Febbraio 2023 da sinaico

Con la sola ragione si può arrivare a conoscere Dio, ma senza la Rivelazione non si può arrivare alla fede in Gesù.

Di conseguenza, se la ragione è capace di farci credere in Dio attraverso le cose create, tra queste la più grande è la ragione stessa, che si relaziona in modo inscindibile al sentimento, quasi fosse una ragione che “sente”, così come il sentimento “ragiona”.

Il cervello e la cultura, di fronte all’Intelligenza divina e alla santità che ne consegue, possono essere in un certo senso paragonati a un luogo santo di fronte all’Eucaristia e alla santità che ne consegue: sono solo strumenti (così come in qualche modo lo sono ciò che manca di esse).

E’ Dio che santifica, e tutto si integra nella santità, come dimostra San Francesco che, pur non essendo particolarmente istruito, è uno dei santi più grandi della storia.

In Paradiso l’intelligenza umana trascende la sua stessa natura partecipando all’intelligenza soprannaturale di Dio in proporzione alla santità delle persone, ma anche in modo unico e originale in ognuno.

Di conseguenza non solo il corpo si spiritualizzerà e parteciperà alla gloria soprannaturale di Dio, ma nello specifico anche il cervello con le sue capacità e peculiarità, per cui anche le capacità cerebrali saranno trascese e si realizzeranno pienamente in proporzione alla santità di ognuno.

In Paradiso conosceremo come Dio: in relazione a lui, conosceremo tutti i beati e gli angeli nello stesso momento relazionandoci con loro, e conosceremo, se così si può dire, ogni atomo creato in ogni momento di tempo e conosceremo tutti i misteri del sapere umano direttamente, cioè intellettivamente, ma soprattutto conosceremo Dio direttamente.

Mentre ai demoni e ai dannati rimane l’intelligenza della loro natura, in certo modo potenziata dalla luce che hanno rifiutato, nei beati e negli angeli l’intelligenza, anche nel modo di conoscere, è elevata dalla grazia fino all’ordine soprannaturale, trascendendo così fino a Dio.

L’intelligenza è propria dell’anima, ma si interfaccia col cervello, che è proprio del corpo, cosicché in gran parte si esprime, concretamente e storicamente, attraverso il funzionamento e le capacità del cervello.

Ma il cervello, in chi più, in chi meno, ha subito la corruzione dovuta al peccato originale. Per cui può risentire di patologie e di traumi. Ma è plastico e si può anche “allenare”.

Un cervello in condizioni normali non dovrebbe avere problemi verso qualunque sapere, in quanto tutti i campi di studio, dalla matematica alla filosofia, e perfino il linguaggio, che è la materia più complessa, sono costituiti da processi fondamentalmente semplici. E’ soprattutto la velocità e la creatività che differiscono tra le persone, anche se, almeno in gran parte, tali capacità concrete sono dovute a tante circostanze concrete.

Ci sono, è vero, delle singolarità particolari, ma vanno realizzate secondo la chiamata di ognuno.

 
 
 

Realtà

Post n°1221 pubblicato il 10 Febbraio 2023 da sinaico

Cosa è la realtà materiale in ci siamo immersi, non lo sappiamo compiutamente.

Di fatto non è né come siamo portati a immaginarla, né è totalmente diversa da come siamo portati a immaginarla.

Noi siamo portati a immaginarla attraverso la nostra esperienza sensoriale, cosa non sbagliata in quanto conosciamo il mondo esterno attraverso i sensi, ma l’esperienza sensoriale da sola non basta, occorre anche l’esperienza della ragione, che si basa su dati che vanno oltre all’esperienza diretta dei nostri sensi, ma che si deduce.

Di fatto la materia, cioè il creato in cui i nostri sensi sono immersi anche se ne percepiscono solo una minima parte, ha dei limiti, altrimenti sarebbe onnipotente, cosa che presuppone una ragione personale che possa usare della sua onnipotenza.

E di fatto nulla di ciò che appare come realtà materiale e come realtà intellettuale umana, che è superiore alla realtà materiale, basta e spiega se stessa, né l’universo, né la matematica, né il pensiero dell’uomo. E, se non basta a se stessa e non si giustifica da se stessa, vuol dire che è stata voluta da un Principio primo che le ha conferito una certa analogia con lui.

Di fatto, sia la realtà materiale, che la realtà spirituale e intellettuale dell’uomo, sono state create da Dio e perciò, in quanto creature, hanno dei limiti.

Anche la realtà intellettuale dell’uomo (la fantasia, la matematica, la filosofia…), ha dei limiti, anche se spazia in campi infiniti: limiti di comprensione e di “potenza”.

Solo Dio è l’Infinito che trascende infinitamente ogni infinito.

Tutto ciò che è creato, perciò, non può che essere logico, compatibile con la Logica divina, che è la Logica della logica. E il mondo fisico, indipendentemente se ricada tutto sotto la logica matematica, come sembrerebbe, o no, è logico. Forse mai pienamente comprensibile, almeno nella sua realtà così com’è, ma è comunque logico e ricade necessariamente sotto la legge della casualità (causa-effetto).

Di fatto, il progresso scientifico e tecnologico, che ha portato a tante teorie e perfino che ha esaltato la mente umana, non funziona svincolato dalla logica (inferiore alla Logica increata) e dalla causalità. Così come la logica matematica non funziona quando appaiono contraddizioni, che, infatti, i matematici scartano a priori.

E se in matematica, come realtà intellettuale, i paradossi che non sono contraddizioni sono accettati e funzionano, in fisica i paradossi non funzionano affatto o, almeno, sottraggono la materia all’indagine scientifica, che funziona solo quando non ha a che fare con i paradossi e gli infiniti.

Riassumendo, perciò, i principi di conoscenza intellettuale dell’uomo riguardo all’indagine della realtà fisica in cui siamo immersi, sottostà si seguenti limiti: incompiutezza e non contraddizione della matematica, legge della causalità, l’esperienza che si ha attraverso gli esperimenti.

Anche le manifestazioni più strane della fisica devono passare attraverso queste “forche caudine”, perciò anche la Meccanica Quantistica, che è totalmente regolata, indipendentemente da ciò che è, dalle ferree leggi della matematica.

Forse lo spazio fisico e il tempo fisico sono solo delle espressioni che noi percepiamo di una realtà creata che è oltre lo spazio e il tempo, ma che si esprime in spazio e tempo, in materia e tempo, attraverso cui la realtà si rivela a noi e noi possiamo rivelarci nella realtà spazio temporale. Non si può sapere.

Ma si può sapere che Dio regge il mondo creato, anche se né la matematica, né la fisica, possono provarlo, anche se la matematica può arrivare a un infinito trascendente, che è l’infinito degli infiniti. Infatti la ragione della logica filosofica può arrivare a provare Dio.

Ma se la fisica e la matematica non possono constatare che Dio regge il mondo, possono però ipotizzarlo e presupporlo quasi come una necessità.

 
 
 

L'attimo

Post n°1220 pubblicato il 09 Febbraio 2023 da sinaico

Se l’attimo è manifestazione temporale dell’eternità, si può vivere, per quanto possibile nel tempo, l’eternità che si manifesta nell’attimo.

Se l’eternità è un attimo che non passa, e perciò è un divenire sempre in atto, cioè è un presente che diviene ma sempre pienamente presente, l’attimo temporale è un momento che passa attraverso il divenire che ha come fine l’eternità e il suo passaggio lascia una traccia che “indica” l’eternità, dove nulla di ciò che è stato creato sarà distrutto, ma sarà trasformato della pienezza di Cristo.

E se l’Eterno è entrato nel tempo e il tempo è manifestazione dell’eternità nel creato, allora l’attimo è l’eternità che si manifesta a noi nella nostra condizione, che ci eleva già nel tempo fino all’Eterno, attraverso la carità.

 
 
 

Sofferenza naturale e sofferenza causata dal male

Post n°1219 pubblicato il 08 Febbraio 2023 da sinaico

Inoltre possiamo considerare una sofferenza “naturale”, che altro non è che la “fatica” della crescita, del perfezionamento, del divenire, del compimento, che Dio nell’Eden aveva essenzialmente abbuonato ai progenitori grazie a uno dei quattro doni preternaturali.

Questa sofferenza assomiglia alla fatica dell’allenamento di un giocatore di calcio, che vuole sempre tenersi in forma e perfezionarsi, mentre la sofferenza causata dal male è come un infortunio.

 
 
 

Gioia e sofferenza

Post n°1218 pubblicato il 07 Febbraio 2023 da sinaico

Esiste una sofferenza fisica, una sofferenza psicologica e una sofferenza intellettuale, propria dell’anima.

Quest’ultima può essere superficiale, o di circostanza, che si verifica quando non manca la carità e si vive in stato di grazia, o profonda, cioè essenziale, che si verifica quando non si vive in stato di grazia.

Analogamente si può dire della gioia.

Ma tutto nell'uomo si integra inscindibilmente nella sua vita.

 
 
 

Sentimento e intelligenza

Post n°1217 pubblicato il 06 Febbraio 2023 da sinaico

Il sentimento umano non è da confondere con le sensazioni, ma, se così si può dire, è un po’ come un’elaborazione di sensazioni da parte dell’anima umana razionale e senziente.

Allo stesso modo l’intelligenza umana non è da confondere con la capacità di associare stimoli secondo uno schema di causa-effetto, ma fa interagire tale capacità con l’anima razionale e senziente (i termini non sono esatti, ma si possono capire i termini dell’idea).

L’intelligenza è più “sicura” del sentimento che è spesso molto condizionato dai sensi e dalle sensazioni, soprattutto perché, sebbene anch’essa sia condizionata dai sensi e dalle sensazioni, segue una “luce”, mentre il sentimento segue una “voce” che si fa sentire interiormente ma che porta ad un incontro. E, forse perché più “coinvolgente”, il sentimento, senza la guida sicura della ragione, è facile che sbagli.

Ma sia l’intelligenza che il sentimento fanno riferimento alla volontà, che decide.

 
 
 

Redenzione attraverso la Croce

Post n°1216 pubblicato il 06 Febbraio 2023 da sinaico

La ragione arriva, a posteriori, a capire il perché la salvezza avvenuta attraverso la Croce sia stata conveniente, ma non capisce il perché del perché lo sia, visto che Dio è infinitamente libero e che poteva trovare altre forme di redenzione.

Cioè, la ragione constata che non è contraddetta dalla convenienza dell’evento della Croce, per cui, la Croce è conveniente. Ma è anche un mistero.

 
 
 
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NON AVERE ALTRI DEI DI FRONTE A ME (DT 5,7)

Quando sarai entrato nel paese che il Signore tuo Dio sta per darti, non imparerai a commettere gli abomini delle nazioni che vi abitano. Non si trovi in mezzo a te... chi esercita la divinazione o il sortilegio o l'augurio o la magia; né chi faccia incantesimi; nè chi consulti gli spiriti o gli indovini, né chi interroghi i morti, perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore; a causa di questi abomini, il Signore tuo Dio sta per scacciare quelle nazioni davanti a te. Tu sarai irreprensibile verso il Signore tuo Dio, perché le nazioni, di cui tu vai ad occupare il paese, ascoltano gli indovini e gli incantatori, ma quanto a te, non così ti ha permesso il Signore tuo Dio (Dt 11,9-13) 

 

Tutte le forme di divinazione sono da respingere: ricorso a Satana o ai demoni, evocazione dei morti o altre pratiche che "svelino" l'avvenire. La consultazione degli oroscopi, l'astrologia, la chiromanzia, l'interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veggenza... (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2116).

 

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