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« Torna l'incubo Bin Laden? |
La Banca Centrale Europea (Bce) nei giorni scorsi, nel bollettino di settembre, ha lanciato l’allarme del caro prezzi ritenendo essenziale che si vigili con molta attenzione sull'evoluzione dei prezzi stesso, per i quali nel medio-lungo termine vi sarebbero "rischi al rialzo".
La Bce ha anche invitato il nostro Paese ad accelerare “il ritmo di risanamento dei conti pubblici".
Le associazioni a difesa dei consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori) hanno proposto ai cittadini, quale rimedio per difendere in concreto la loro busta paga, di boicottare l’acquisto di quei prodotti alimentari e quelle marche che hanno aumentato il prezzo ed hanno proposto, per la giornata di ieri, 13 settembre, uno sciopero della spesa e dell’acquisto di pane e pasta.
I principali rincari di prezzi si sono registrati nel settore dei trasporti pubblici, specie ferroviari, che, dopo aumenti di tariffe dell’ordine del 40% decise nei mesi scorsi, registrano oggi un ulteriore aumento del 10%.
Sono aumentate le Rc auto che sarebbero dovute diminuire.
Il costo di una tazzina di caffè è passato dagli 0,70-0,80 euro, a 1 euro.
Aumenti stellari di sono registrati anche per i libri di testo delle scuole dell’obbligo e di tutti gli accessori del corredo scolastico degli studenti.
I rezzi dei prodotti alimentari sono aumentati del 30% rispetto all’agosto dello scorso anno: il prezzo del pane è aumentato del 4,2% negli ultimi dodici mesi; quello della pasta e del riso del 3%; quello della frutta del 6,1%; quello della carne del 2,3%.
Purtroppo anche le materie prime (quali ad es il grano ed altri cereali) hanno subito un rincaro dal 30 al 70% e quindi gli aumenti di spesa colpiscono anche i produttori oltre che i consumatori.
Altri aumenti riguardano poi le tariffe dei servizi locali per rifiuti solidi, acqua potabile e taxi: in particolare, le tariffe dell’acqua potabile registrano un aumento tendenziale del 5,6%, i rifiuti del 10,7% e i taxi del 3,8%.
E il Governo che fa?
Per il governo si tratta, naturalmente, di un allarme infondato e non vi è il rischio di aumento dei prezzi dei generi alimentari i quali,a dire dai nostri illuminatissimi ministri, sarebbe invece diminuito.
Ma, del resto, cosa potrebbe importare ad un ministro di questo governo, come Mastella, un rincaro dei prezzi dei mezzi di trasporto? Tanto lui rende comodamente l’aereo di stato per portare il figlio a vedere il gran premio di formula 1.; un aereo che costa allo Stato (e quindi a noi contribuenti) la modica cifra di 180.000 euro al giorno.
Ma per garantire loro dei privilegi che o non dovrebbero arrogarsi, dobbiamo scontarne noi il prezzo?
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