BASTA IMMIGRATI CLANDESTINI!!!
ROMA - Trecento. O meglio: altri trecento, oltre ai mille di pochi giorni fa.
I calcoli sono approssimativi, ma per difetto: entro i primi di maggio, nel giro di sette giorni al massimo, altri trecento clandestini varcheranno (in uscita) i cancelli dei Centri di identificazione ed espulsione di tutta Italia. Perché sono trascorsi invano i sessanta giorni previsti dalla legge attuale per il riconoscimento e la restituzione ai paesi di provenienza; perché il Parlamento non è riuscito ad allungarlo a sei mesi, quel termine così stretto; perché i paesi che dovrebbero riprenderseli, questi giovanotti, giocano al rialzo con il Viminale chiedendo soldi con pretesti inaccetabili.
Ma andiamo con ordine, con quello che dicono gli esperti del Viminale. Chi ha in mano la mappa dei Cie sparsi per lo Stivale conferma: «Ne usciranno cinquanta domani, altri settanta dopodomani. Saranno circa trecento nel giro di una settimana». Anche in questo caso, come è avvenuto nei giorni scorsi per gli altri mille, non ci saranno immagini di esodo verso la libertà, perché già da alcuni giorni i funzionari del Viminale hanno provveduto a trasferire coloro che stanno per essere mandati via in vari Centri italiani, anche lontanissimi tra loro, in modo che questo secondo ”indulto”, per usare le parole del ministro Maroni a proposito del megarilascio dei giorni scorsi, passi il più possibile inosservato.
Dopodichè, scrollano le spalle al ministero, ogni modifica legislativa avrà un valore relativo: «Sarà un po’ come chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati», dice un alto funzionario del Viminale. E in questo caso, ”i buoi” sarebbero i clandestini tunisini: «Degli oltre 1.300 migranti che stanno uscendo in questi giorni, la maggioranza è tunisina. Tra un paio di settimane non ce ne saranno più, di quella nazionalità, nei nostri centri; almeno non ci saranno più quelli entrati illegalmente finora».
Che più o meno equivale a dire che attualmente abbiamo una normativa che prevede che i clandestini che arrivano in Italia restino ospiti nei Centri di identificazione ed espulsione per due mesi e poi siano lasciati liberi di fare quel che vogliono.
Ognuno avrà il suo ordine di espulsione in una tasca. E nell’altra, la consapevolezza che quel foglio di carta può essere serenamente ignorato.
Ancora una volta, dunque, sul banco degli imputati finisce la Tunisia. «Esiste un trattato bilaterale - spiega un alto funzionario del ministero dell’Interno - ma quel governo continua a fare di tutto per ritardare il riconoscimento dei propri connazionali, nonostante l’invio delle impronte digitali e delle fotografie. In questo modo i sessanta giorni trascorrono invano». E anche quando avviene il riconoscimento, le autorità tunisine rifiutano il rimpatrio di più di sette clandestini al giorno. L’obbiettivo dichiarato è quello di spillare soldi al nostro governo: milioni in cambio di collaborazione. Li hanno chiesti al ministro Maroni non più tardi di dieci giorni fa, in occasione di una visita di lavoro. Li hanno rivendicati con una lettera stravagante, indirizzata ad un’agenzia di stampa italiana, il Velino, a metà aprile, per motivare il rifiuto al rimpatrio di parecchi dei mille che poi sono stati rilasciati: «Ci rimandano indietro connazionali infettati da Hiv e tossicodipendenti. Ci diano anche i soldi per curarli». Al Viminale hanno abbozzato un sorriso: «Sono sempre stati nel centro di Lampedusa, gli hanno fatto le analisi ed erano sani».
di MASSIMO MARTINELLI www.ilmessaggero.it
Inviato da: Nicole
il 10/05/2011 alle 21:04
Inviato da: claudio
il 02/03/2011 alle 16:36
Inviato da: Antonio
il 14/01/2011 alle 23:28
Inviato da: luca
il 16/11/2010 alle 21:59
Inviato da: luca
il 26/10/2010 alle 17:24