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Post N° 251

Post n°251 pubblicato il 14 Gennaio 2009 da littlesparklingstar

Mentre guido pigramente mi fanno compagnia nuovi passeggeri imbarcati chissą quando, che riscopro essere quei vecchi amici con cui mi accompagnavo allora.
Erano stati i miei compagni di viaggio fino a un giorno che non ricordo pił, quando ci salutammo una sera come tante, ignari che al risveglio non ci saremmo pił trovati, né cercati, come se tutto fosse stato un sogno.
Si sale su treni in corsa, a volte, per il bisogno di andare oltre l'orizzonte a scoprire mondi nuovi e pezzi di sč, con un bagaglio leggero senza ombrello e senza scarpe, carichi dell'entusiasmo che proteggerą da tempeste e guiderą attraverso strade tortuose, il cuore come bussola e l'aria come nutrimento.
Non esistono pił i silenzi fatti di solo pensiero, lunghe ore mute ma cariche di scoperte fanno parte di un altro libro, di una vita che sembra non essere mai stata questa vita, ora cosģ accesa, veloce, una macchina a vapore che produce, scopre, travolge, scuote, volteggia senza sapere come fermarsi.
Poi capita una sera, coi fari accesi ad illuminare una pioggia fina fina, che ci si distragga per un attimo e che la strada che corre diventi un tappeto su cui i pensieri possono essere srotolati.
Basta poco e ci si ricorda cosa significhi rallentare, voler fare due passi per quel sentiero tra le panchine ed i lampioncini, sedersi e respirare per ascoltare la quiete, il cuore che batte, la macchina a vapore che va al minimo senza temere di spegnersi.
E' il momento in cui, se lo si sa capire, ci si gode il teatro a sipario calato, le caldaie al minimo, il rumore delle pagine di un libro.
La quiete.

 
 
 
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