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Post n°255 pubblicato il 22 Febbraio 2009 da littlesparklingstar

Pic indolor.
La vista dell'ago terrorizza e mentre ci si fa il film di quanto farà male, la cosa è bella che fatta. Finito. Sentito niente? No.
Inizio a credere che nella vita sia tutta una questione di immaginare quanto faccia male qualcosa: questo o quell'altro ago che temiamo ci venga conficcato maldestramente nella carne; così, in base a quanto temiamo di soffrire, agiamo di conseguenza.
E ci sorprendiamo quando, pronti al dolore, a dire un ahi! immaginato mille e mille volte, ci accorgiamo che quella valanga travolgente di dolore non arriva, mentre noi siamo con gli occhi socchiusi, le mani a schermare il viso e le spalle strette per proteggerci.
Sapevo che dolore e febbre erano la voce del corpo, la protezione preventiva, il preallarme che dice qualcosa non va.
Forse quando non si prova più dolore non c'è più pericolo da segnalare; si è guariti e gli occhi restano asciutti. Un pò tristi, ma asciutti.
O forse, più semplicemente, se si agisce senza temere quanto ci si farà male, si riesce a ridimensionare tutto. Anche l'ago indelicatamente conficcato sotto la pelle.

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Commenti al Post:
charliebrowna
charliebrowna il 27/02/09 alle 20:10 via WEB
La paura del dolore ci impedisce di vivere tutto quel che vorremmo. E pensare che, pare, il dolore sia sintomo proprio di quanto siam vivi...ma è così difficile vivere e basta?
 
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