Creato da laprigione il 14/03/2010

Il bacio della vita

romanzo a puntate

 

 

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La prigione 113

Post n°115 pubblicato il 17 Ottobre 2010 da laprigione

<<Dove sei diretto?>> <<A Palermo>> <<Vieni che ti diamo un passaggio, salta su>> Michele non se lo fece ripetere due volte, raccolse la sua roba sparsa per terra rimettendo assieme quello che gli restava dello zaino. Lo fecero mettere proprio in mezzo i sei uomini che occupavano i sedili del furgone. Destava curiosità quell'uomo dall'accento del nord e soprattutto, volevano capire chi fosse e che cosa volesse per essersi spinto tanto a sud. Nella rete di connivenze e negli intrecci della mafia, non si muoveva foglia in Sicilia senza che in qualche modo, non ci fosse qualcuno che lo rifesrisse a qualcun'altro fino ad informare i capi di zona. <<Manuel che lavoro fai?>> chiese Ciro il più giovanel del gruppetto. <<Adesso nulla, prima avevo un pub>> <<Un pub? Cos'è un pub?>> Michele rimase meravigliato che il ragazzo non sapesse nel 2010 cosa fosse l'attività che per anni lui aveva esercitato. <<Diciamo che è una birreria e panineria>> <<Ma allora dillo subito! Un bar, giusto?>> <<Diciamo un tipo di bar, molto diffuso in Inghilterra e Germania>> <<Ne vuoi aprire uno a Palermo?>> intervenne Rocco, il più grosso di tutti, dai profondi occhi neri <<Mi piace la birra! Anche se è meglio u vino>> <<Chi cerchi?>> ripetè la domanda quello che era sceso per soccorerlo, in modo da far sentire anche agli altri la sua risposta <<Il vecchio che guarda il mare, te l'ho già detto>> <<Qua vecchi non ce ne sono, muoiono tutti giovani! Specie quelli che parlano troppo!>> gridò ad alta voce l'autista <<Mi puzzi di carabiniere senza divisa>> aggiunse guardandolo dallo specchietto retrovisore. Michele scoppiò a ridere senza controllo, pensando a quanto fosse lontano dalla realtà il tipo. <<Proprio! Si fra un pò mi fanno maresciallo!, Sapessi dove sono stato nell'ultimo anno>> Tutti lo fissarono in un lungo attimo. <<Eddai, diccelo dove sei stato>> <<Sono stato in carcere, è per quello che devo trovare il "vecchio che guarda il mare", ho un messaggio per lui>>. Gli uomini si guardarono uno con l'altro, rimanendo il silenzio per il resto del viaggio. <<Non esiste chi stai cercando, i politici al nord fanno credere che ci sia un capo ignorante che gestisce gli affari più loschi, è solo un mito se non una copertura>> disse l'unico con gli occhiali di quei sei uomini. <<E tu che ne sai?>> <<Ho fatto politica per cinque anni e ho conosciuto tante persone>> <<Non puoi dirmi almeno dove andare a chiedere a Palermo?>> <<Ma allora non mi ascolti, non c'è nessun vecchio a cui rivolgersi>> <<Non vedo, non sento e non parlo, cazzo proprio come nella "piovra", la serie cult con Michele Placido>> <<Tu pensala come vuoi, non troverai nessuno>> Rocco a quel punto intervenne <<Ma digli di andare allo Zen, forse lì qualche mafioso giusto lo trova>> <<Lo Zen? Che cos'è?>> <<Un quartiere dei migliori di Palermo!>> Disse ad alta voce Ciro battendo la stecca con le dita e facendo sorridere tutti gli altri. In lontananza finalmente alla destra della strada Michele vide comparire il cartello di Palermo. <<Ho capito, lo Zen, lo cercherò, vedo che siamo arrivati giusto?>> <<Già, scendi, più avanti c'è la fermata del pulman>> <<Grazie, siete stati gentili ad accompagnarmi, davvero>> <<Di nulla>> Michele scese per andare incontro a quello che il destino gli avrebbe messo di fronte. Alzò il braccio in segno di saluto e vide Rocco, ricamabiare tirando giù il finestrino. <<Un ultima cosa, uomo del nord, noin non ti abbiamo detto un cazzo, chiaro?>> <<Chiarissimo, mi pare ovvio, anzi, non mi avete nemmeno dato un passaggio>> <<Bravo, vedo che impari in fretta, continua così e magari ti incontriamo qualche altra volta su questa statale>> Il furgone riprese la sua corsa sparendo velocemente alla vista. Non avendo soldi Michele non prese il pulman ma si mise a camminare di buona lena, amava camminare, essendo stato negli alpini ed in poco tempo entrò nel vivo della città, chiedendo ai passanti dove fosse il quartiere Zen. Molti sembravano ritrosi a dirlo, tranne i vecchi che probabilmente ormai non avevano più nulla da perdere. Con fatica alla fine riuscì a farsi indicare la strada giusta e prese a muoversi in quella direzione pur sentendosi sempre addosso la sensazione di avere gli occhi di qualcuno a spiarlo. <<Speriamo che vada tutto bene, forse ho fatto una cazzata a venire qui>> Michele si mosse con circospezione pensando di avere alle costole uomini dell'organizzazione che stava cercando ma in realtà alle sue calcagna c'era Dorotea. Dopo l'incidente aveva abbandonato la macchina in una stazione di servizio e ne aveva rubata un'altra, una punto, lasciata incautamente parcheggiata aperta e con le chiavi nel cruscotto. Adesso le cose erano diventate più semplici, l'inseguimento proseguiva a piedi nei vicoli caratteristici di Palermo. Non aveva dietro armi perché non avrebbero passato il controllo all'aereoporto ma rubare un coltello in un bar era stato uno scherzo facile, facile. Adesso non doveva far altro che cogliere l'attimo e piombandogli alle spalle, accoltellarlo da dietro. Michele era molto più forte di lei e senza la sorpresa avrebbe senz'altro avuto la peggio. L'amore che sembrava così forte nei confronti di quell'uomo cominciava stingersi nella sua anima. Ora stava diventando una minaccia. Nel carcere Dorotea aveva potuto fare il bello e il cattivo tempo con chi chiunque, a condizione di non toccare i mafiosi e i parenti dei mafiosi. Era stata la prima regola che il padre le aveva insegnato perché nei clan di quel tipo non si possono toccare i membri se non con il consenso dei capi. Sfortunatamente capitano gli incidenti e lei e Virgilio avevano ucciso per venderne gli organi un giovane ragazzo di meno di vent'anni affiliato al clan più potente d'Italia, per un disguido le informazioni erano arrivate troppo tardi. Per quello Raul era finito dentro, per capire che fine avesse fatto suo fratello, trovandosi poi nell'impossibilità di comunicare con l'esterno quanto fosse successo. Dorotea lo aveva fatto tenere sotto stretto controllo, non potendolo uccidere in quanto persona di riferimento del " vecchio che guarda il mare ". Voleva filarsela all'estero anche per quel motivo.

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Commenti al Post:
ThePilu
ThePilu il 18/10/10 alle 18:21 via WEB
Certo che Dorotea è proprio volitiva: un giorno ti amo alla follia e getto ai rovi la mia vita per te, il giorno dopo ti pianto un coltello tra le scapole...meglio non averla vicina, in bocca al lupo Michele!
 
TheBlackLily
TheBlackLily il 19/10/10 alle 15:19 via WEB
ecco.. allora non ho sbagliato ^____^ ... Non sono mai stata a Palermo e mai sentito di questo quartiere Zen.. immagino sia posizionato sul lungo mare.. altrimenti Michele sta cercando nella zona sbagliata... e comunque credo si trovi nella zona sbagliata... un grande capo, un vero capo non vive in post che possano attirare l'attenzione.... io questo vecchio me lo immagino molto carino.. il vecchietto a cui nessuno mai poteva pensare che fosse un mafioso.. me lo immagino in una villeta nelle vicinanze del mare, che al esterno sembri quasi abbandonata.. al interno invece..tutto il contrario.. un altra fettina prego ^____^ ...a presto, Ly
 
TheBlackLily
TheBlackLily il 19/10/10 alle 15:21 via WEB
Zen proviene da Zenit?... cioè al Orizzonte?
 
kinderella.lilla
kinderella.lilla il 20/10/10 alle 12:59 via WEB
Che dirti?? Grazie per averci tenuto così incollati al racconto! Complimenti e tanti in bocca al lupo per la pubblicazione,è così carico di tensioni che avrà un grandissimo successo.Quando sarà pubblicato ce lo farai sapere;io sarò la prima ad andare a comperarlo perchè voglio conoscere il finale,inoltre leggerlo di getto sarà tutto diverso! Ciao,un abbraccio Gilda
 
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