« censura legale | la società dello spettacolo » |
E' la crisi della produzione industriale a provocare la disperata ricerca di espedienti per valorizzare i capitali nella circolazione, non viceversa. Ecco perché i capitalisti - finanziarizzati e disperati - raschiano il fondo del barile nella folle speranza di vedere il loro denaro aumentare negli scambi di denaro; ecco perché rubano i risparmi alle vecchiette e vendono patacche di titoli che inglobano i mutui dei poveracci, le loro carte di credito insolventi, perfino i futures sulle loro pensioni e sulle loro tombe. Mentre per le stesse ragioni prenotano materie prime a venire e dislocano le loro industrie in Cina, si danno alla speculazione monetaria, ecc. ecc. Perfino le nazioni non possono evitare di essere coinvolte in questa follia: ed ecco esplodere i fondi sovrani, gestiti da Stati che si comprano banche e fondi d'investimento di altri Stati. E non c'è niente da fare, perché l'aumento del debito-credito è una situazione particolare di rendita che permette agli Stati Uniti di sopravivere. E ricattano il mondo: se volete il capitalismo, essi dicono, dovete alimentare il suo motore primo, che pulsa a Washington. A causa di questo ricatto possiamo tranquillamente escludere due opzioni: 1) che quel particolare debitore rappresentato dagli USA si lasci pignorare fabbriche e case; 2) che un giorno paghi il suo debito. Perciò al mondo capitalistico non resta altro da fare che tenerlo a galla. Se ci riesce.
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