Creato da ferroligneo il 02/05/2006

Propoliticult

Viaggio nel delirio onirico-politico

 

 

la società dello spettacolo

Post n°8 pubblicato il 16 Gennaio 2009 da ferroligneo
 
Foto di ferroligneo

« La prima fase del dominio dell’economia sulla vita sociale aveva determinato nella definizione di ogni realizzazione umana un’evidente degradazione dell’essere in avere. La fase presente dell’occupazione totale della vita sociale da parte dei risultati accumulati dell’economia conduce a uno slittamento generalizzato dell’avere nell’apparire, da cui ogni “avere” effettivo deve trarre il suo prestigio immediato e la sua funzione ultima »

"Lo spettacolo non è un insieme di immagini ma un rapporto sociale fra individui mediato dalle immagini".

"Lo spettacolo è il capitale ad un tale grado di accumulazione da divenire immagine"

Una forma di assoggettamento psicologico totale, in cui ogni singolo individuo è isolato dagli altri ed assiste nella più totale passività allo svilupparsi di

« un discorso ininterrotto che l’ordine presente tiene su se stesso, il suo monologo elogiativo »

Guy Debord

 
 
 

crisi economica

Post n°7 pubblicato il 16 Gennaio 2009 da ferroligneo
 
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E' la crisi della produzione industriale a provocare la disperata ricerca di espedienti per valorizzare i capitali nella circolazione, non viceversa. Ecco perché i capitalisti - finanziarizzati e disperati - raschiano il fondo del barile nella folle speranza di vedere il loro denaro aumentare negli scambi di denaro; ecco perché rubano i risparmi alle vecchiette e vendono patacche di titoli che inglobano i mutui dei poveracci, le loro carte di credito insolventi, perfino i futures sulle loro pensioni e sulle loro tombe. Mentre per le stesse ragioni prenotano materie prime a venire e dislocano le loro industrie in Cina, si danno alla speculazione monetaria, ecc. ecc. Perfino le nazioni non possono evitare di essere coinvolte in questa follia: ed ecco esplodere i fondi sovrani, gestiti da Stati che si comprano banche e fondi d'investimento di altri Stati. E non c'è niente da fare, perché l'aumento del debito-credito è una situazione particolare di rendita che permette agli Stati Uniti di sopravivere. E ricattano il mondo: se volete il capitalismo, essi dicono, dovete alimentare il suo motore primo, che pulsa a Washington. A causa di questo ricatto possiamo tranquillamente escludere due opzioni: 1) che quel particolare debitore rappresentato dagli USA si lasci pignorare fabbriche e case; 2) che un giorno paghi il suo debito. Perciò al mondo capitalistico non resta altro da fare che tenerlo a galla. Se ci riesce.

 
 
 

censura legale

Post n°6 pubblicato il 14 Gennaio 2009 da ferroligneo
 
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"..eccovi una forma di censura nell'informazione di cui non si parla mai. E' la peggiore, poiché non proviene frontalmente dal Sistema, ma prende il giornalista alle spalle. Il risultato è che, avvolti dal silenzio e privi dell'appoggio dell'indignazione pubblica, non ci si può difendere. Questa censura sta di fatto paralizzando l'opera di denuncia dei misfatti sia italiani che internazionali da parte di tanti giornalisti 'fuori dal coro'.

 


Si tratta, in sintesi, dell'abbandono in cui i nostri editori spesso ci gettano al primo insorgere di contenziosi legali derivanti delle nostre inchieste 'scomode'. Come funziona e quanto sia pericoloso questo fenomeno per la libertà d'informazione ve lo illustro citando il mio caso.

 


Si tratta di un fenomeno dalle ampie e gravissime implicazioni per la società civile italiana.."

 
 
 

In concreto 

Post n°5 pubblicato il 14 Gennaio 2009 da ferroligneo
 
Foto di ferroligneo

 

 

 

Per dare una pennellata di decenza all’informazione italiana occorre prima di ogni altra cosa puntare il dito sull’informazione che ogni giorno i cittadini di questo Paese si scelgono, e dire a gran voce che non vi è soluzione di continuità fra ciò che noi italiani siamo e i media che abbiamo.

 

 

Il lavoro è di ordine epocale, cioè dimenticarci per un attimo delle Caste e metterci davanti allo specchio con vergogna. E avere il coraggio di vedere nei contorni delle nostre fattezze quegli spicchi di Berlusconi, Mieli, Riotta, Lerner, Del Noce, Petruccioli, Ricci, Costanzo, Chiambretti e Sgarbi – e con essi anche tutte verruche nascoste della compagine dell’Antisistema –  che emergono dal nostro derma.

 

Dobbiamo dunque recuperare il senso della nostra importanza di persone, la nostra autostima, e poiché importanti e dunque ciascuno di noi primo cittadino della vita pubblica, dobbiamo decretare inammissibile in noi stessi l’essere meschini, omertosi, disonesti, pigri, accomodanti, egoisti, qualunquisti, bugiardi, indifferenti. Inammisibile cioè che lasciamo scorrere il peggio sotto i nostri occhi senza intervenire, senza pretendere che ciò non accada. Intervenire e pretendere, tutti noi, indipendentemente dallo status sociale o dalla cultura, e dunque cambiare il nostro mondo, la politica e l’informazione.

 

 

Un percorso lungo e difficilissimo, lo so. Ma in Italia da qualche anno si era formata una Società Civile Organizzata che prometteva bene. Si trattava di una miriade di organizzazioni con al seguito schiere di cittadini attivi potenzialmente capaci di formare un esercito di creatori di consenso in grado proprio di aiutare gli italiani a fare ciò che ho appena descritto – aiutare, lo ripeto, chi non ha il tempo, il denaro, l’autostima per informarsi, per capire, per intervenire; aiutarli a fare quelle tre cose affiché un giorno si riescano a mettere al centro, a sentirsi imprescindibili e infine a cambiare questo Paese. Se questo esercito avesse lavorato diligentemente, pazientemente, capillarmente, e soprattutto orizzontalmente, avremmo visto in Italia un inizio di cambiamento verso una cittadinanza onesta, consapevole e capace di partecipare. Capace infine di spazzar via ogni Casta politica o mediatica, poiché le Caste sono solo il riflesso di una cittadinanza disonesta, inconsapevole e incapace di partecipare. Sarebbe stato il primo passo verso il goal di cui sopra. Era una promessa, l’unica rimasta.

 

Invece altro è accaduto, purtroppo. La Società Civile Organizzata si è voluta munire di Guru, Personaggi, Star, in tutto e per tutto replicando le strutture verticali e vippistiche del Sistema massmediatico commerciale. L’ipertrofismo di questi nuovi Guru, come ho già scritto in passato, ha finito per annullare ancor più la capacità di azione dei singoli cittadini attivi, rendendoli dipendenti dal carisma, dalle proposte, e dalla presenza di quelle Star. Infatti oggi in assenza del carisma, della presenza e delle indicazioni di quei Guru pochissimi cittadini agiscono, e all’indomani della feste di piazza, delle serate col personaggio o delle manifestazioni, poco o nulla accade.

 

Per cambiare questo stato di cose, per cioè riportare i cittadini attivi all’essenziale ruolo di formatori di consapevolezza nei milioni di cittadini passivi, dovrebbe idealmente accadere che i primi si scuotessero dal torpore e dall’adorazione acritica dei loro Guru. Lo auspico.

 

 

Nel frattempo però codesti divi dell’Antisistema potrebbero dare una mano compiendo un atto di responsabilità che sarebbe storico, in particolare nell’ambito proprio dell’informazione e di come essa va ottenuta da parte del cittadino. Lo sintetizzo in una battuta: devono sgonfiare se stessi e aiutare le persone a ingrandirsi.

 

 

La prima cosa che questi ipertrofici personaggi dovrebbero fare è di restituire alla gente il potere di informarsi. Lo si fa innanzi tutto incoraggiandoli a coltivare l’abitudine al dubbio, ovvero il dubbio che ciò che gli stessi Guru scrivono o proclamano possa essere parziale, miope, sbagliato, addirittura manipolatorio. Il messaggio di apertura nel rapporto col loro pubblico dovrebbe sempre essere: siamo solo fonti di notizie, non oracoli, ascoltateci, ma a debita distanza, fra le tante altre fonti che ascolterete. Così facendo restituirebbero al pubblico il suo ruolo di protagonista che deve farsi la verità da solo, e non apprenderla pedissequamente da un Personaggio visto come un Vate. Si comincia così. Poi ci si rifiuta di fare i Vday, di avere i megablog, di essere fissi in prima serata Tv come Guest Stars, di fare il club esclusivo dei divi antagonisti, di pavoneggiarsi nelle pagine delle opinioni di riviste patinate, e si dismette interamente quell’abito da eroi della nuova resistenza che così tanti vestono oggi con orgasmo. Gli odierni divi della controinformazione dovrebbero lavorare proprio per ottenere che il pubblico non si relazioni più col giornalista Personaggio/divo/esperto, ma che lo veda sempre come un suo piccolo consulente di informazioni fra i tanti. Per far comprendere a chi legge quale dovrebbe essere l’atteggiamento esteriore e interiore di una cittadinanza sana nei confronti di chi li informa, chiuque egli/ella sia, vi chiedo di immaginare come il top management di un gigante industriale – per es. la Microsoft Corporation – si relazionerebbe con un loro consulente. Lo convocherebbe, gli direbbe senza troppe storie “Prego si faccia avanti, ci dica”, lo ascolterebbe e poi “Bene, grazie, si accomodi”. Punto. E il consulente saluta e si mette da parte piccolo e secondario, per lasciare ai manager l’importante compito esecutivo. Ora, un pubblico di cittadini sani dovrebbe sentirsi come il management, cioè al centro del potere e delle decisioni, e gli odierni giornalisti/divi/esperti si dovrebbero ridurre al ruolo del consulente. Questo dovrebbero fare i Travaglio, Guzzanti, Grillo, Barbacetto o Gomez ecc.

 

 

 

Oggi purtroppo accade l’esatto contrario: il giornalista/divo/esperto troneggia, sentenzia e lancia il diktat, e il pubblico piccolo piccolo lo adora, lo ammira, e peggio, si raggruppa in fans club e ‘parrocchie’ dal seguito quasi sempre acritico. Ed è tristemente emblematico che l’immaginario colloquio che ho sopra descritto sia nella realtà di oggi esattamente il modo in cui, al termine della serata-dibattito con l’esperto/divo, viene invece accolto il pubblico quando chiede timidamente la parola: “Prego si faccia avanti, ci dica”, e poi “Bene, grazie, si accomodi”, cioè torni piccolo piccolo.

 

 

 

In questo modo la gente è solo sospinta a rimanere secondaria, cioè si annulla e non crescerà mai. Così l’Italia non cambierà mai. L’informazione italiana meno che meno.

 

 

 

Paolo Barnard

http://www.paolobarnard.info/home.php

 

 

 

 

 
 
 

Post N° 4

Post n°4 pubblicato il 11 Gennaio 2009 da ferroligneo

E' in momenti come questi che lo puoi quasi sentire. Sotto la coltre di rumori che pervade ogni istante della nostra coscienza, il silenzio. e nel silenzio si fa più chiaro l'arbitrio che abitualmente chiamiamo verità. Allora il senso delle cose diviene vividamente svogliato, ovattato. Guardare toglie il fiato è brivido e vertigine. Sospeso puoi fluttuare dilatando l'istante, assimilndo momento ed eterno (che tutto è uno.. ). Tutto è vivido, vivo. svuotato del reale dispensa la sua Realtà. Svuotato dell'essere la sua Essenza..

 
 
 

Qui ad Atene noi facciamo così

Post n°3 pubblicato il 10 Gennaio 2009 da ferroligneo

Qui ad Atene noi facciamo così: qui il nostro governo favorisce i molti, invece dei pochi, e per questo viene chiamato democrazia. Qui ad Atene noi facciamo così: le leggi, qui, assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell'eccellenza, quando un cittadino si distingue, allora esso sarà a preferenza di altri chiamato a servire lo stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa, al merito, e la povertà non costituisce un impedimento. Qui ad Atene noi facciamo così: la libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana, noi non siamo sospettosi l'uno dell'altro, e non infastidiamo mai il nostro prossimo, se al nostro prossimo piace vivere a modo suo, noi siamo liberi, liberi di vivere, proprio come ci piace, e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari, quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private. : ci é stato insegnato di rispettare i magistrati e ci é stato insegnato anche di rispettare le leggi, e di non dimenticare mai coloro che ricevono offesa, e ci e' stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte, che risiedono nell'universale sentimento di ciò che é giusto, e di ciò che é buonsenso. Qui ad Atene noi facciamo così: un uomo che non si interessa allo stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile, e benché in pochi siano in grado di dar vita a una politica, beh, tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia. Noi crediamo che la felicita sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore. Insomma io proclamo Atene scuola dell'Ellade, e che ogni ateniese cresce prostrando in se una felice versastilità la fiducia in se stesso e la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione. Ed é per questo che la nostra città é aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero. Qui ad Atene noi facciamo così!

 
 
 

Post N° 2

Post n°2 pubblicato il 10 Gennaio 2009 da ferroligneo

apertura citazioneTutto quello che leggi sui giornali è assolutamente vero, a parte i rari casi in cui hai una conoscenza diretta dei fattichiusura citazione 

Erwin Knoll

 
 
 

Profondamenteternospazio

Post n°1 pubblicato il 02 Maggio 2006 da ferroligneo

Si sprigiona di tanto in tanto nell'attimo di distrazione della mente calcolante quel qualcosa che fa si che noi, tutti, non ci sentiamo umani. Qui seduto nella mia poltrona rumino le immagini del mio passato e sbuffo nuove creature deliranti, pensando me stesso pensante mi proietto ai limiti del cosmo, per quanto raggiungibili dallo Spirito. Sprizzo fantasia, inerte, da tutti i pori. Guardo il mondo e vomito draghi di distruzione fluida. E' come un'immagine che appare per una frazione di secondo all'angolo dell'occhio e ti chiedi se non hai solo sbattuto troppo lentamente le palpebre. Biascico incomprensibili sonetti di disperazione, ma finalmente trovo la strada e rido..

    ..."chi di voi può ridere ed essere elevato?"..

Respiro la mia aquila, mordo il mio serpente.. Finalmente! la gioia mi frusta l'anima e per un momento sono un tutto, poi ricado, ma mi resta quell'alone di armonia, di mirabile giustizia sottesa all'universo che nel mio invalicabile limite mi comprende come parte per essere completo.

E allora anch'io sono parte e per quanto disunito sono Uno. Essere Uno mi da la certezza di uno scopo ed il mio scopo è anche il mio unirmi al tutto. Perciò posso dire tutto su tutto certo che i conti, da sempre, per sempre torneranno.

 
 
 
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