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Post n°27 pubblicato il 27 Ottobre 2007 da lampredo
Adoro Roma Ogni volta che ci vado ci lascio il cuore. Sarà forse una nostalgia classicheggiante per le origini liceali infrante, sarà forse un’aspirazione interiore alla grandezza degli antichi.. sarà forse che quando ci vado sono lontano dalla quotidianità. Insomma sono sempre contento di andarci. Ma mi trovo sempre di fronte a stonature che mi fanno tornare volentieri alla mia campagna… meno affollata da truffaldini e maramaldi. Fuggo col treno “regionalechepiùregionalesimuore”… il sonno di una settimana mi fa dormire fino a Orte con il libro aperto. Quando mi sveglio sento un tipo Radical-Chicchessia che ridacchia al telefono e propone all’interlocutore dei motti e delle frasi da striscione per la Manifestazione del giorno stesso. Incontro i simpatici non violenti nella stazione di Termini, che intralciano e bloccano la circolazione. Un’attraente ragazza, indossa subdolamente la maschera dell’ingenua pietosa, e mi chiede con occhioni da bimba in pericolo: “Oddio, te posso chiede’ un favore?!?”. Il mio prezzo era comunque troppo alto per qualsiasi sua richiesta, e sicché l’ho scoraggiata dal tentare di derubarmi, vendendomi un biglietto pluritimbrato. Pfui. In realtà avevo proprio bisogno di un biglietto, magari valido, per andare sbrighevolmente nella Metrò. E raggiungere quindi i miei ospiti. E quindi mangiare. FAME. Arrivato, mi procuro una mezza indigestione di pizza, ma perlomeno suturo un po’ la voragine che è in me. Musa Polimnia, in una posa molto singolare. Senza fermarci cerchiamo di usare il poco tempo rimasto per divorare con gli avidi occhi le meraviglie che si affastellano una sopra l’altra, proprio come le età che le hanno partorite. I segni delle picconate nelle catacombe, i riccioli scolpiti nel marmo ispirati dalla chioma di una bella donna, le tombe di personalità che hanno dominato il mondo, gli archi di trionfi di cui l’eco ancora vaga, le strade percorse da miliardi di antichi e nuovi piedi… mi basta toccarle e mi sento invaso da un passato svanito, da un senso di nulla profondo. Adoro Roma, l’adoro con tutti i suoi misteri e tutta la sua morte statuaria. |
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