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Il Dittamondo (6-14)

Post n°1208 pubblicato il 18 Febbraio 2015 da valerio.sampieri
 

Il Dittamondo
di Fazio degli Uberti

LIBRO SESTO

CAPITOLO XIV

"Apresso di Ochozias il regno tenne
Athalia, Ioas e Amasia,
Ozias poi e Ioathan ne venne. 

In questo tempo ti dico che pria 
lo numer de le Olimpiadi si disse: 5 
Ifito Prassonide a’ Greci il cria. 
Achaz signore dopo costor visse, 
poi Ezechias, che ne l’amor di Dio 
per sua vertute parve che fiorisse. 
Al prego suo, de’ nemici morio 10 
cento quaranta milia dico e piú, 
dove Senacharibo si fuggio. 
Lo qual fuggito, odi che ne fu: 
dentro a un tempio li dienno la morte 
i suoi figliuoi, come s’uccide un bu’. 15 
Tanto fu dolce il priego e ’l pianto forte 
ch’a Dio fe’ Ezechias, che quindici anni 
gli allungò il tempo e tenne regno e corte. 
O tu che regni, o cieco, a che t’inganni, 
se da Dio non ricevi quel che hai? 
Ché nudo ci venisti e senza panni. 
Pensa s’è degno che sentisse guai 
Senacharib ingrato, che non volse 
il ben ch’ebbe da Dio conoscer mai. 
E pensa se fu giusto se gli dolse 25 
d’Ezechia, sí che la vita gli accrebbe, 
che ’l cuor giammai da lui pregar non tolse. 
Ma poi che ’l tempo aggiunto finito ebbe, 
rimase il regno a Manasses, lo quale, 
piú che lodar, biasmare si potrebbe. 30 
Amon seguio e, se li prese male 
del suo mal fare, assai li stette bene: 
da’ servi suoi prese il colpo mortale. 
Iosias qui ricordare si convene, 
lo qual fu giusto e di santa vita, 35 
tanto che d’Ezechia mi risovene. 
E secondo ch’io truovo e che s’addita, 
Olda d’Ain, una femina, allora 
era come profeta al mondo udita. 
Ioachaz dopo costui dimora; 40 
ma signor poco visse e ciò fu degno, 
perché fu reo e poco Dio onora. 
Seguio Ioachim, che tenne il regno, 
e Ieconia, apresso di costui, 
solo tre mesi, e non piú, re disegno. 45 
Sedechias fu che venne dopo lui, 
lo quale Ieremia in pregion mise, 
per dire il ver, non per mal fare altrui. 
In quel tempo Ierusalem conquise 
Nabuchodonosor e il regno tutto, 50 
lo qual partio come volse e divise. 
Sedechias prese e con pianto e con lutto 
gli occhi li trasse e poi lo ’mpregiona 
con molti piú e in Caldea fu condutto. 
Qui la trasmigrazion di Babilona, 55 
qui venne meno il regno de’ Giudei 
e qui Ierusalem sí s’abbandona. 
Eran passati, come saper dèi, 
da Roboam in fin a questo punto 
quattrocento anni diciesette e sei. 60 
E cosí sono, abbreviando, giunto 
del regno d’Israel a quel di Giuda, 
come udisti fin qui di punto in punto. 
Ma ora segue che qui si conchiuda 
d’alcun profeta, a ciò che la lor fama 65 
in questa parte non rimanga nuda. 
Con gli occhi tristi e con la mente grama 
si compiangea Ieremia, lamentando 
che ’l fior vedea del male in su la rama. 
Baruch fe’ sacrificio a Dio, orando 70 
per Nabuchodonosor e per lo figlio, 
secondo il suo volere e il suo comando. 
Iddio allumò gli occhi e ’nfiammò il ciglio 
a Ezechiel e mostrogli la gloria 
sopra Chobar appien del suo consiglio. 75 
E se deggio seguir la dritta storia, 
come spianò Daniele dir bisogna 
lo sogno al re, che non l’avea in memoria; 
e l’altro poi che de l’albero sogna 
e de le bestie, che ’ntorno vedea: 80 
ch’assai fu bel, ben che qui non si spogna; 
e come disse la sventura rea 
a Baltasar, che di sé scriver vide 
ch’alcuno interpretar non gliel sapea. 
Sempre la ’nvidia dolorosa uccide 85 
l’uom, c’ha vertú, con bugiadre cagioni, 
benché talor da sé l’alma divide. 
Gettato fu Daniele tra i leoni 
per molta invidia; ma ne la fin scampa 
e quei, che ve ’l gettâr, provâr gli unghioni. 90 
Oh quanto è bestia l’uomo, in cui s’avampa 
lo vizio di lussuria, e quanto è giusto 
se, offendendo altrui, offeso inciampa! 
Due s’accordâr, l’uno e l’altro vetusto, 
di sentenziare a la morte Susanna, 95 
che negò loro il suo leggiadro busto, 
quando spirato fu dal sommo Osanna 
Daniele sí, ch’al popol mostrò chiaro: 
ond’ella scampa e i due giudici danna. 
Non parve a Iona, credo, tanto amaro 100 
l’esser gettato in mar, quanto vedersi 
nel corpo del gran pesce far riparo. 
Lettor, ben vo’ che noti questi versi: 
Iona, che al voler di Dio fuggia, 
si vide in luoghi sí scuri e diversi. 105 
In questo tempo vivea Azaria, 
Sidrach, Misach e Abdenago, dico, 
Osea, Ioel, Misael, Anania. 
Abacuch in codesto tempo antico, 
da l’angelo portato, il cibo porta 110 
a Daniel, di Dio fedele amico,
e tra’ leon, morto ’l drago, il conforta".
 
 
 
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