Nel segno del dialogo vero fra le religioni e nel comune intento di offrire una concreta speranza a chi lotta per sanare le piaghe sociali e le ingiustizie. Si possono sintetizzare così i valori alla base dell'incontro fra il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe ed il rabbino capo rav Shalom Bahbout. Animato da intese cordiali circa i propositi di dialogo e proficua collaborazione, l'incontro si è tenuto presso la Curiua di Napoli lo scorso 9 ottobre. Uno sguardo comune sulla sofferta umanità partenopea, che proprio nelle ultime settimane ha visto l'escalation delle nuove faide di camorra: ecco il senso profondo di questo avvio di dialogo, che si annuncia con rinnovato slancio dopo l'incontro fra i due massimi esponenti della Chiesa cattolica e della religione ebrea. Ad aprire la strada per la comunione d'intenti fra queste due anime della religiosità di tutti i tempi fu - come è stato ricordato - Giovanni Paolo II, che incontrò a Roma il rabbino Toaff e visitò la Sinagoga d'Israele ma, soprattutto, s'inginocchiò dinanzi al mondo e chiese perdono per le colpe commesse dalla Chiesa, promulgando la ""Dichiarazione Nostra Aetate". Sulla scia di questo dialogo rinnovato, lo stesso rav Shalom Bahbout aveva partecipato, nei mesi scorsi, alla simbolica riapertura di Port'Alba, vicino Piazza Dante, voluta dall'arcivescovo Sepe e che aveva visto la commossa presenza di rappresentanti di ben nove confessioni religiose del mondo. Ma c'è stato un altro momento importante nella recente visita del rabbino Bahbout al cardinale Sepe. Al centro dei colloqui, infatti, anche la richiesta di restutuire alla fervida comunità ebraica locale un'antica Sinagoga. L'edificio era stato trasformato dapprima nella Chiesa di Santa Caterina Spina Corona e poi, da lunghi anni, in un deposito abbandonato. A sollecitare la richiesta - peraltro già da tempo inoltrata alla Curia di Napoli - è stato lo studioso Mosé Ciro D'Avino. A conclusione dell'incontro in Curia è stato sottoscritto un documento congiunto denominato "Napoli, città dell'accoglienza e del dialogo". Il rabbino ha tenuto a ricordare come «a Napoli e nel Meridione d'Italia sia vissuta per secoli una comunità ebraica florida, intenta a partecipare in perfetta sintonia alla vita del Paese. Il grave momento di rottura fu rappresentato dalla espulsione degli ebrei dal Regno delle Due Sicilie del 1492 ad opera di Isabella la cattolica». Si è dovuta attendere la Dichiarazione di Papa Woytila perché quel dialogo, da allora, riprendesse a tessere le sue buone azioni per l'umanità. Rosita Praga (articolo preso da www.fondazionegaetanosalvemini.org )
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Inviato da: RenatoDAndria
il 21/09/2011 alle 05:22
Inviato da: mieli9
il 28/06/2011 alle 16:08