Reticolistorici
evenementistica storica in un incrocio di reti - a cura di Oscar Brambani
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Post n°154 pubblicato il 27 Gennaio 2013 da reticolatistorici
S'avvicina il giorno della memoria quello ufficiale ben inteso perché mai sarà cancellata da mente e cuore dell'ultimo sopravvissuto all'infamia l'indifferenza dell'aguzzino nel separare il figlio da mamma nell'ingannare chi sapeva gasato. Pesa il ricordo della Shoah macchia indelebile al mondo per non aver fatto nulla colpevole d'averlo permesso. Serva ricordare lo sterminio l'atroce igiene della terra frutto di paranoico pregiudizio avallato da pseudoscienza. Non più abbia a ripetersi fra gli uomini monito a un umano domani. (Michele Prenna - poeta varesino)
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[...] allo sbocco di via degli Orefici nella piazza del re a cavallo, e del duomo. Ivi arrivarono a issare il proprio ardimento e la propria giovinezza pensosa sullo sperato e paventato 24, dove «donna» Elsa poté ricevere una prima dose di gomitate da parte della società musogònica: la quale, assalito il tram, lo aveva poi saturato in un attimo con grida di «Karlòta kì! Kì! Ven kì! setesgiò-kì! Vegnìi kì, kì! Gioàn!.... Gioàn! Karlòta!.... Karlòta!.... Teresina! Occupato! Karlòta! Occupàaato! S-ciào, meno mal che semm reüssìi a tchapall»; anzi ciapàll, in grafìa nostra. E ancora, e mentre quello scatolone già rotolava, ciapàll, e l'èmm ciapàa, e a momenti le ciapàvom no, e noi però l'èmm ciapàa e hô finìi per ciapàll: e s'el füdèss stàa de minga ciapàll, cioè fosse accaduto non arrivare a prenderlo, il tram: o non si sta parlando del 24?: da parte di alcune potenti illustrazioni del foro (lombardo), dell'università (mangiagallica), dell'industria (meccanica o casearia), e di più d'una «donna Carlotta», dal seno allucciolato di smeraldi. Bofonchianti, nel turgore della corsa e della stiacciata, anelanti con un bramìto verso lo Stangermann. La chiamata, come di lontana doccia, ecco agiva sulla corrente desiosa, facendola unanime e lesta verso la caduta, verso un abisso di bellezza e di scandolo.
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Post n°152 pubblicato il 13 Gennaio 2013 da reticolatistorici
Si racconsolò pensando che casa Brocchi aveva sempre fermissimamente opposto tanto di porte sprangate al "dilagare della depravazione". Se non fossero stati (tornò a stizzirsi per la quindicesima volta anche loro) se non fossero stati quei medici! E quegli studenti del Politecnico! E quella svergognata! E quel giovinastro! E quel Novecento! E quel pittore! che fosse poi di Roma, o di Napoli, o di Palermo! Le parve che da ogni ettaro della terra perversa le occasioni e gli incontri convergessero, strisciando, in un callido attacco dell'animo e delle virtù antiche dei Brocchi. Se non fossero state quelle "strane" combinazioni! Casa Brocchi non avrebbe avuto neppure il sentore del male di fuori, del fango, del fango... [...] E la contessa, "che era l'anima della sua casa", aveva fondati motivi per intensificare le sue vigilie, le sue ardenti preghiere.
(Foto da: Corriere.it - Testo da C.E. GADDA, "San Giorgio in casa Brocchi" in "Accoppiamenti Giudiziosi", Garzanti, Milano, p. 72) |
"I poveri sono studiati allo stremo da agenzie governative e fondazioni liberali come sostituto per un serio sforzo nazionale per combattere la povertà sappiamo chi sono i poveri, che cosa mangiano, come si comportano [...] Per contrasto, v'è relativamente poca ricerca seria sulla composizione e il comportamento della élite [nazionale]. Nel mondo accademico, i dipartimenti di sociologia, scienza politica ed economia fanno parte del sistema universitario gestito da persone che rientrano nella classe governante o sono a essa vicina. Compiere indagini e pubblicare rapporti sul loro comportamento di classe potrebbe suggerire qualche mutamento pratico, una prospettiva che essi chiaramente non incoraggerebbero". L'autore citato, Jeff Faux, si rende dichiaratamente conto dei limiti del suo lavoro, essendo questo focalizzato sugli USA e sui loro vicini settentrionali e meridionali. La sua immodesta speranza, espressa nell'introduzione, è che il libro induca altri ad esplorare tali questioni nelle loro società. Chi scrive qui fa propria una simile speranza, non solo perché studiare la classe globale e il suo comportamento è di per sé importante, ma per avere una ragione più specifica: allo scopo di poter re-indirizzare a usi globalmente più consoni alla sussistenza umana l'uso che essa attualmente fa dei soldi degli altri, occorrerebbe approfondire la conoscenza della sua composizione e dei suoi modi di agire.
J. FAUX, "The Global Class War" in L. GALLINO, "Con i soldi degli altri", Einaudi, Torino, 2009, pag. 159 |
"Insomma non vuole più saperne di scuola , né di professori. Dice che noi in Italia si studia troppo e diventiamo tanti cretini: difatti non ha torto: gli altri popoli, all'estero, sono molo più pratici, più sbrigativi..."
**** Il "non si sa perché" è la chiave di volta dei più complessi sistemi giustificandi il Mondo: ed è perciò adoperatissimo dai metafisici della morale, quando si tratti di stabilire il perché della fisica del genere umano. [...] Alcuni giovanotti del Politecnico, poi, veri giovinastri da non aver nulla da invidiare ai più autentici teppisti! le avevano indirizzato in pieno marciapiede dei sirventesi elettromeccanici, fra sconce risate [...] |
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