Creato da RoHarLu il 01/01/2012
L'Infinito Gioco di Ciò che Sempre È [Vita].
 

Messaggi del 14/06/2019

Accontentarsi di non meno del massimo..

Post n°280 pubblicato il 14 Giugno 2019 da RoHarLu

Come diretta espressione del creatore, noi siamo tutto ciò che lui stesso è, e tutto ciò che esattamente significhi.

In effetti non vi è alcuna differenza tra il creatore e la sua manifestazione, visto che lui è ogni singola scena, e, al contempo, l'intero palcoscenico, pur rimanendo ciò che ne sta alla base.

Come suoi “figli” ereditiamo tutte le sue prerogative e le sue infinite possibilità, e, ad un certo punto, possiamo anche agire in sua vece, nell'infinita volta di universi che compongono la rappresentazione complessiva.

Con l'estrema libertà di cui disponiamo, possiamo essere qualsiasi cosa. Compreso il più piccolo dei piccoli, e l'infimo degli infimi. Possiamo essere liberi o schiavi, amore e non amore.

Quindi, dipende da noi qualsiasi scelta, e se assumere o meno quella stessa scelta.

Possiamo trattarci da principi, o vivere da servi, pensare di meritare il meno del meno, oppure pretendere l'estremo dell'apice che riusciamo a concepire.

Noi siamo follemente amati. Il creatore ci ama a tal punto che non riuscirebbe a darci in minor quantità di quanto noi dovessimo chiedere, o esigere, o anelare.

Probabilmente, quando ci guarda vede le creature più splendide che siano mai venute in essere. E questo vale per ogni ente, per ogni organismo, per ogni barlume di consapevolezza. Niente, e nessuno, escluso.

E nessuno è meno bello di qualsiasi altro, perché si tratta sempre di una bellezza unica, incomparabile, indefinibile.

Non c'è competizione. Non c'è più, non c'è meno.

Ma se il creatore ci vede così, perché noi dovremmo immaginarci in modo differente? Perché dobbiamo pensare altrimenti? Perché riteniamo di non essere degni, di non essere abbastanza, di non meritare qualcosa o qualcos'altro? Di non valere soprattutto, tanto da poter essere amati.

Perché l'unico margine -e non potrebbe essere altrimenti - è la volontà di amare. Di vederci, e di vedere ogni essere, così come il creatore stesso ci vede.

E seppure il minimo sia lo stesso massimo, come avviene per il creatore, e seppure non ci sia un esatto minimo, o massimo, rimane tuttavia vero che non ci sono limiti, non possono esserci limiti, su ciò che “meritiamo”, e su ciò che possiamo ottenere.

E se qualcuno dovesse tentare di convincerci del contrario, o di qualcosa di diverso, che abbia la nostra benedizione, con tutta la comprensione possibile. Insieme all'augurio che al più presto, anche lui possa evitare di accontentarsi con meno del massimo.

Sempre che così voglia.

Con tutto il Rispetto della Sovranità di ciascuno consentitomi dalla Grazia,

un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita]. Marius L.

Namasté!

 
 
 

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