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Post n°231 pubblicato il 26 Agosto 2025 da robertocass
Un team internazionale di ricercatori ha annunciato la scoperta di un nuovo buco nero formatosi dopo il Big Bang, il più remoto e antico mai osservato. La sua formazione risale a circa 13,3 miliardi di anni fa, quando l’Universo era ancora in una fase primordiale. L’oggetto celeste non è soltanto straordinariamente distante, ma anche insolitamente massiccio: la sua massa stimata raggiunge fino a 300 milioni di volte quella del Sole. Un risultato che pone nuovi interrogativi sui processi che regolano la nascita e la crescita dei buchi neri primordiali. La scoperta è stata resa possibile grazie ai dati raccolti dal telescopio spaziale James Webb, lo strumento che sta rivoluzionando la nostra visione dell’Universo più remoto. Il dato più sorprendente non è soltanto l’età dell’oggetto celeste, ma la sua enorme dimensione. In genere, i buchi neri crescono gradualmente nel corso di miliardi di anni, fino a diventare i cosiddetti buchi neri supermassicci che osserviamo oggi al centro delle galassie. Questo, invece, appare già maturo per un’epoca in cui l’Universo aveva meno di 500 milioni di anni di vita. Ciò significa che i modelli finora accettati sulla formazione dei buchi neri potrebbero non essere sufficienti a spiegare un fenomeno simile. Un buco nero tanto grande e precoce obbliga gli astrofisici a ripensare i meccanismi di accrescimento e a considerare scenari più rapidi o alternativi a quelli noti. Il problema non è tanto l’esistenza di oggetti così imponenti, quanto la loro comparsa in un tempo cosmico molto breve. L’oggetto scoperto si trova all’interno della galassia Capers-Lrd-z9, individuata inizialmente come un minuscolo punto luminoso nelle osservazioni del James Webb. Approfondendo l’analisi, i ricercatori hanno capito che non si trattava di un segnale qualsiasi, bensì di un rappresentante di una nuova classe di galassie soprannominate Little Red Dots. Queste galassie ultracompatte e brillanti sembrano esistere soltanto nell’Universo primordiale e potrebbero nascondere altri esempi di buchi neri ancora più antichi e distanti di quanto finora immaginato. Stabilire la distanza reale non è semplice, perché la luce emessa da questi oggetti attraversa un Universo in continua espansione. I ricercatori sottolineano che non si può semplicemente dire che si trovi a 13,3 miliardi di anni luce, poiché la misura del cosmo cambia continuamente mentre la luce stessa viaggia verso di noi. Questa straordinaria scoperta non ha valore soltanto per la sua unicità, ma anche per le implicazioni che porta con sé. Capire come sia nato e cresciuto un buco nero del genere in così poco tempo potrebbe offrire indizi fondamentali sull’evoluzione delle galassie. Anche la nostra Via Lattea ospita un buco nero al centro, e studiare esempi così remoti potrebbe aiutarci a ricostruire i meccanismi che hanno plasmato l’ambiente cosmico. La grande domanda rimane sempre la stessa: come siamo arrivati qui? Ogni nuova scoperta nei confini estremi dello spazio-tempo ci riporta a questo interrogativo, rivelando che la storia del cosmo è molto più complessa e affascinante di quanto possiamo immaginare
Da Internet |


Inviato da: Dott.Ficcaglia
il 26/06/2023 alle 12:10
Inviato da: Afroditemagica
il 26/01/2022 alle 18:36
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il 21/03/2021 alle 19:45
Inviato da: cassetta2
il 31/10/2020 alle 12:26
Inviato da: cassetta2
il 19/04/2019 alle 14:30