Angelo Ribelle
La Via Che Conduce All'Inferno E' Lastricata Di Buone Intenzioni? Piacere, Io Sono Il Pavimentatore...
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La Freccia
Post n°185 pubblicato il 10 Marzo 2010 da Solo_Vita
Piove sulla vecchia Firenze: sul Battistero, Ponte Vecchio, sulla dolce collina Fiesole. E pure sulla tramvia, anche se vecchia non è. Quella che in precedenza avevi definito con un gergo paramilitare scherzosamente come -ora zero- è passata da qualche istante. Cambio in folle, mani che indugiano distratte su un volante privo di attrattiva, il parabrezza è accarezzato dalla gomma morbida del tergicristallo che ad intervalli di circa otto secondi porta tutto ad una condizione di perfetta visibilità. Tutta la tua essenza è proiettata nello sguardo che tieni fissato sul cappotto blu scuro che si sta allontanando con passi perfettamente cadenzati, ondeggiando sospeso su un leggero tacco sette. Da questa prospettiva sembrano così diverse quelle spalle, forse sarà colpa della pesante lana pressata che le ricopre. O forse dell'ombrello poco più in alto. E' allora che ti aggrappi con tutte le forze a quel ciuffo di capelli biondi raccolti in una coda che esce dal cappello, fingendo di non capire perchè da questo momento in avanti ti sarà impossibile stringerli con forza nella mano destra mentre cavalchi l'ultimo attimo prima del piacere. Trattieni il respiro nell'istante in cui la segui sparire dietro l'angolo, momento in cui viene meno il contatto visivo ed inizia quello che da allora in avanti sarà un processo metafisico. Togliertela dalla vista è come togliere la spoletta alla bomba: da quel momento sei pronto per esplodere, coi nervi che impazziscono ed il cuore che pompa folle un sangue carico di rabbia. Passeranno i giorni, si alterneranno lune e le stagioni e arriverà il momento in cui ti chiederai se hai veramente mai vissuto certe sensazioni. Trascorrerai minuti lunghissimi a fissare il suo numero sul display del tuo cellulare col pollice come paralizzato sopra il tasto con la cornetta verde, indeciso se chiamarla per dissuaderla da quell'esilio che aveva chiesto con tanta forza nelle sue ultime parole assieme a te. Digiterai il suo nome e cognome sui motori di ricerca per vedere se puoi scoprire qualcosa di nuovo, se lei c'è ancora, se almeno la rete delle reti riesce a restituirti un frammento di quella cristallina felicità trattenuta per troppo poco tempo, ma non potrai tornare indietro: è impossibile invertire la direzione di un treno già partito. E una donna è molto, molto di più. Buona fortuna. |
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INFERNO, CANTO V, VV. 127-138
Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lanciallotto, come amor lo strinse:
soli eravamo e sanza alcun sospetto.
Per più fïate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disiato riso
esser baciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi baciò tutto tremante.
Galeotto fu il libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante.
Inviato da: cjeannine0000
il 24/07/2014 alle 19:20
Inviato da: viaggio80
il 20/05/2013 alle 16:40
Inviato da: viaggio80
il 07/05/2013 alle 12:26
Inviato da: soleinvernale0
il 17/12/2012 alle 16:31
Inviato da: KimLaStrega
il 04/05/2011 alle 16:18