Creato da mwinani il 10/03/2006
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Una gamba qua, una gamba là....
FWN
Colui che finalmente si accorge quanto e quanto a lungo fu preso in giro, abbraccia per dispetto anche la più odiosa delle realtà; cosicché, considerando il corso del mondo nel suo complesso, la realtà ebbe sempre in sorte gli amanti migliori, poiché i migliori furono sempre e più a lungo burlati. (da Il Viandante e la sua ombra-wikiquote)
Abbiamo conoscenze in comune:
« Lo stelvio e la Caponord | I V-STROM(S) » |
Ieri sono morto un'altra volta.
Ogni tanto lo faccio, poi mi ripendo. Mi riavvio.
E torno a vivere, o almenoa far finta, o a crederlo.
Ero andato a Fukushima, a prendere la mia dose di radiazioni,
coi tappi alle orecchie (che rumore assordante e fastidioso), chiuso nel tunnel bianco.
Sospetta ernia lombare. Vediamo venerdì se la posta arriva puntuale.
Ieri era una settimana fa. A volte parlo in senso figurato. A volte scrivo pure così.
Insomma, non ricordo perché ma avevo fretta, così ho scelto l'autostrada.
Passo Riccione. E' tutto un cantiere fin quasi a Fano. I limiti sono do 90, a tratti anche 60.
Così, nonostante la fretta (ma perché avevo fretta? A ripensarci mi vedo un po' come le vecchiette assatanate che cercano di rubarti il posto in fila alla cassa del supermercato. Mi diverto a farle passare avanti, lasciandole nella convinzione che sia merito loro, della lro astuzia, della loro audacia, perfino. Torno a fare un giro in qualche corsia, fingendo di aver dimenticato qualcosa, sorridendo compiaciuto
del fatto di avere la morte sufficientemente lontana da non riuscire a mettermi fretta), me ne sono venuto tranquillo tranquillo. Nessuno mi aspettava con urgenza.
Non ho superato i 10mila giri.
Alla vista del cartello "Cattolica" mi sono venute in mente delle parole udite un paio di giorni prima. Così, avendo strada libera di fronte a me e rassicurato dalla bassa cifra indicata dal tachimetro, mi sono girato a guardare la pista delle minimoto per capire come fosse stata cambiata e cercando di vedere se la nuova parte del tracciato: quella che fIno a poco fa era in terra battuta dedicata ai gopro, fosse stata raccordata col vecchio tracciato. Non riesco ad appurarlo e con un certo disappunto, torno a guardare davanti a me.
Un triste visone mi accoglie. A pochissime manciate di metri, in diagonale, il rimorchio di un autotreno impegnato in un rapido cambio di corsia.
Decido che non è tempo di tergiversare. Per provare se funziona blocco il freno anteriore. Poi lo rilascio un po'. Lo spazio tra me e il rimorchio non è sufficiente per completare la decelerazione prima di toccarlo, così mi butto a sinistra, verso il new jersey. Anzi verso la siepe d'oleandro, visto che in quel punto il new jersey non c'è.
La fortuna è dalla mia parte penso. Posso riuscire a non rovinare la carena con le gomme del camion.
Sono più veloce del rimorchio almeno fin quando sono arrivato alla sua metà: 5-6 metri. Poi sono più lento.
Nel frattempo il rimorchio si è accostato completamente a sinistra. Il new jersey è tornato e io mi sposto a destra mentre il rimorchio mi sfila. Non so quanti centimetri ci fossero tra il mio gomito destro e le ruote gonfiate a 8 bar. Non ho voluto guardare per non impressionarmi. Non so se il camionista mi abbia visto e se abbia cercato di stare un po' largo. Oppure se stesse telefonando, o guardando la tv, come mi è capitato di vedere altre volte. Non mi importa. Tengo la sinistra sfiorando il muretto di cemento. Poi vedo il paraurti, i fanali, la targa.
Respiro. Un attimo dopo il camion prende a tornare nella corsia di destra. Per niente turbato scalo 3 marce e riguadagno i miei 8mila in sesta.
Tranquillo, come prima.
Il camionista non lo guardo nemmeno, conscio che se non mi fossi distratto, non sarebbe stato un problema.
Dopo pochi minuti mi sorpassa un paio di xenon attaccati su un Range HSE.
Lo seguo tranquillo.
Poi però, sotto Novilara, al primo dei due curvoni frena senza motivo.
Scalo una marcia, mi metto in carena col corpo fuori sagoma a destra.
I fanali si fanno piccoli piccoli. I pochi chilometri che mancano volano tra un muretto e l'altro.
Esco.
A casa mi decido di ricollegare i faston del clacson. Non so perché fossero staccati, ma erano parecchi mesi che me ne dimenticavo.
Stavolta mi sono ricordato.
Tutto serve.
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