Creato da Lilith_83 il 27/10/2008

PENSIERI E PAROLE

I miei pensieri e le mie parole per condividere il mio mondo

 

Serata da dimenticare!

Post n°80 pubblicato il 04 Luglio 2009 da Lilith_83

Questa è una di quelle serate da dimenticare.. e tanto per provarlo sto scrivendo sul mio blog come se fosse una pagina di diario.. Forse perchè so che qui trovo sempre qualcuno con cui sfogarmi anche se per poco e ogni tanto.. Mi sento così sola.. Credo che il mio problema sia chiedere troppo alle persone che mi circondano.. forse quello che cerco è un amore impossibile di quelli che ti stravolgono la vita. Vorrei attenzioni e sicurezza.. sentirmi appagata e desiderata (non in senso volgare).. sentirmi apprezzata.. aria per i polmoni di qualcuno.. sapere di essere così importante da far dimenticare tutto il resto.. tutto ciò che gira attorno..
Secondo voi è chiedere troppo?
Mi sento così sola e vuota.. triste e rinchiusa in me stessa.. Voglio essere felice e poterlo gridare in faccia al vento senza aver paura di crollare o di veder crollare il mio mondo idilliaco.. Sono così stanca di aspettare.. di capire.. di passar sopra alle cose..
Voi direte allora che aspetti a tirarti su le maniche e a cambiare le cose.. ma non è facile per me che di indole tendo a giustificare le persone che amo!!
Dove è la mia favola con il lieto fine?!?!? La voglio o forse la pretendo perchè ho sempre fatto del mio meglio nella mia vita e ora mi sento come in gabbia.. senza una via d'uscita.. Senza qualcuno che mi capisca e mi sorregga nel momento del bisogno..
Che tristezza.. Non penso sia difficile scegliere quando si ama una persona.. scegliere che strada prendere.. scegliere la strada giusta.. quella che porta ad una normale vita insieme..
Ho sofferto troppo questi anni indietro..non voglio commettere gli stessi errori.. ne far scontare ad altri tutto il mio risentimento!!
Anche questo mi sembra solo un inutile sfogo dettato dalla noia e dalla solitudine!!
Voglio volare in alto e sentirmi finalmente padrona di me stessa..

Buonanotte a tutti!!

PS Mi scuso con tutti per la mia assenza.. ma come potete vedere c'è poco da scrivere e molto su cui pensare.. Vi voglio bene!

 
 
 

Wind..

Post n°79 pubblicato il 21 Giugno 2009 da Lilith_83

 

 
 
 

Silenzio...

Post n°78 pubblicato il 19 Giugno 2009 da Lilith_83

 

 
 
 

Risveglio..

Post n°77 pubblicato il 19 Giugno 2009 da Lilith_83

 

Attimi di solitudine rincorrono
frammenti di me riflessi..
Il silenzio sfiora le mie pallide guance
accarezza gelido
tiepide gocce di rugiada..
sprigiona se stesso in un abbraccio di sale..
Nel petto il chiarore delle stelle
e negli occhi il tuo sorriso..
Ingenuo sgretola ogni difesa
e increspa la calma anima mia..

 
 
 

Baci sbiaditi..

Post n°76 pubblicato il 07 Giugno 2009 da Lilith_83

Richiamo il tuo viso alla mente
mentre il tramonto tinge di rosso
i miei occhi appannati..
Oltre lo scudo nebbioso
e banchi di fumo acre
scorgo ombre incorporee
fantasmi del passato
e il porpora
del sole ormai chino
sutura lembi solitari
del mio cuore annientato..
In un minuto
ricordi amari svaniscono
s'affievoliscono
cedono il passo
a dolci carezze
e teneri baci sbiaditi..

 
 
 

Polvere sulla terra..

Post n°75 pubblicato il 30 Aprile 2009 da Lilith_83

 

 

 

 
 
 

Gelosia..

Post n°74 pubblicato il 17 Aprile 2009 da Lilith_83

 
 
 

Lacrime di fuoco..

Post n°73 pubblicato il 13 Aprile 2009 da Lilith_83

 
 
 

Continua...

Post n°72 pubblicato il 11 Aprile 2009 da Lilith_83

Graffiando con le unghie ora cerca sconsolata di aprirsi un varco; uno spiraglio di luce le darebbe modo di credere, di sperare di essere ancora viva. Ma mentre la sua mente è impegnata sul come organizzare gambe e braccia ormai senza controllo, si rende conto che in realtà qualcosa è cambiato. Non sente minimamente la fatica legata al suo tormento, sente che il suo corpo si rinvigorisce ad ogni graffio invece di crollare sfinito. Non è la scarica di adrenalina dovuta alla situazione a dir poco terrificante, lo scenario che la circonda non scalfisce neanche leggermente il suo animo eccessivamente impegnato. Sente scorrere dentro di lei nuova vita, nuova linfa vitale si è impossessata di ogni centimetro del suo corpo. Si ferma. Un istante che sembra quasi un’eternità e si accarezza delicatamente la pelle che ormai è completamente allo scoperto. Non ricorda più neanche da quanto tempo si trovi lì sotto, magari anni, mesi, forse solo qualche ora. La sua pelle a contatto con le sue mani appare dura e fredda. Una statua di marmo. Si accorge che il suo scavare non le ha procurato nessun taglio, nessun graffio e le sue unghie appaiono solo leggermente sporche di terra.

 

Come è possibile?

 

Eppure c’ha messo tutta se stessa, anima e corpo, in quella misera impresa. L’aria in quello spazio angusto non le sembra neanche priva d’ossigeno, anzi. A pensarci bene è già da un po’ che ha smesso di respirare, ma senza sentire il bisogno di ricominciare.

 

Cosa le è successo? Perché non riesce a ricordare nulla?

 

Presa da una morsa allo stomaco, anzi no, presa da una morsa mentale, in quanto ne stomaco ne altre parti del corpo le percepisce come doloranti, riprende a scavare senza sosta. Fino a che.. proprio quando smette di sperare, si rende conto che qualcosa è cambiato. L’aria che non le da sollievo ai polmoni induriti come il resto del suo corpo, acquista in un attimo un sapore diverso. E proprio mentre cerca di capire da cosa potesse dipendere, una flebile luce si fa strada tra un granello di terra e l’altro.

Uno spiraglio di luce le si piazza dritto negli occhi e per la prima volta sente, dopo ore, giorni, attimi interminabili, una sensazione di puro dolore. Capisce che la luce la ferisce, la sua pelle al contatto con quel fuoco fatuo brucia inesorabile come carta e le procura fitte così acute da spaventarla. Senza neanche pensarci, quasi come presa da un puro istinto di sopravvivenza, smette di scavare e cerca di bloccare quel flusso insopportabilmente incandescente. Solo un piccolo raggio di sole resta a guardia del suo sepolcro. L’unico raggio che, impossibilitato dal muro di terra, neanche riesce a sfiorarla.

Le ore passano, sembrano interminabili e lei presa dallo sconforto si addormenta.

Non è proprio dormire, più che altro cade in una sorta di semi incoscienza, il passaggio verso un mondo parallelo in cui sente di potersi rifugiare indisturbata, un mondo fatto di incubi, di scene terrificanti che le si parano innanzi senza sosta, un monito, un presagio. Questo intorpidimento però non le risulta negativo, anzi, lo percepisce come in grado di rigenerarla, una sensazione così intensa, impossibile da associare a sensazioni provate in precedenza.

Al suo risveglio si rende conto che la luce ormai non c’è più e allora facendosi coraggio ricomincia a scavare, sempre più in fretta, sempre più in fretta, in un modo così disumano e incomprensibile anche per lei stessa.

Ed ecco finalmente l’ARIA. Una tempesta di ossigeno la travolge appena il suo viso spunta fuori dal terreno. Si rende conto che non è stata sotterrata poi così in profondità. Lo strato di terra che fino a poco prima l’aveva ricoperta era forse di uno, al massimo due metri.

Quando riesce, poi, a guardarsi intorno si accorge che è notte fonda. Non riconosce il posto in cui si trova. Una landa desolata, ma non priva di vegetazione. In quel momento però la sua attenzione si rivolge inaspettatamente al suo corpo. Sente d’essere tremendamente assetata. Una sete diversa, così acuta da far male. La sua gola brucia e più si sofferma ad analizzare la sensazione, più le fiamme divampano nella sua mente incendiandola. Non riesce a pensare ad altro. Solo un'altra sensazione mesta si fa largo tra la valanga di pensieri che le attanagliano il cervello. Più che una sensazione, un suono, un tamburellare e allo stesso tempo una sorta di fruscio. Come lo scivolare delle acque di un fiume sul loro letto immacolato, l’attrito provocato dal loro scorrere sulla terra sottostante risulta quasi assordante, un richiamo invitante. E di nuovo si ferma d’istinto. Di colpo. In modo così repentino da farla spaventare. Il suo corpo si muove quasi al di fuori della sua volontà. Sente ogni suo muscolo tendersi. E d’improvviso capisce d’essersi ranicchiata e di aver assunto una posizione troppo strana, quasi buffa e fuori dal normale. Sente di potersi paragonare ad un felino pronto all’attacco.

Quel tamburellare ancora le martella il cervello, ma non le procura fastidio anzi, sente di essere attratta dal quel suono così perpetuo, caldo e perfetto. Un suono morbido ed umido capace di farle venire l’acquolina. Sente per la prima volta un intenso sapore amaro provenire dalla sua stessa bocca che acuisce ancora di più la sete provata e che la riempie totalmente. Si sente costretta a passare la lingua sui denti stranamente affilati procurandosi così un taglio profondo. I suoi canini impazienti affondano nella carne lasciando che un rivolo di sangue sgorghi dalla ferita. E in un lampo si ritrova ad assaporare con tutta se stessa quel nettare profumato, invitante e intensamente saporito. In un attimo, in una frazione di secondo così da arrestare debolmente la propria sete.

La sua gola fino ad un secondo prima riarsa, ora risulta viva e libera dal dolore. Come se l’avesse bagnata con la migliore acqua di sorgente.

Un lampo di terrore le attraversa la mente, che per niente si distrae dalla sua tentazione primaria: il martellante tamburo poco distante.

Lei capisce che anche la sua mente si sta lentamente trasformando. Inizia a sentirla quasi immensa, capace di poter pensare ad un’infinità di cose contemporaneamente. Involontariamente, infatti ha già percorso tutto il perimetro che la circonda. Nello stesso momento ha assaporato la misera goccia di sangue ed ha riflettuto sulla stranezza della sensazione provata successivamente. Ed ora continua a tenere sotto controllo la sua PREDA.

Preda. Come le è venuta in mente un’immagine simile? Perché si sente attratta dall’animale che sta silenziosamente e attentamente origliando?

Già un animale. Il suono che percepisce nelle sue orecchie e giù in profondità nella sua mente in realtà non è altro che il battere del cuore di una povera bestiola a pochi metri di distanza. Il flusso che percepisce non è quello di un fiume in piena, ma delle vene cariche di sangue dell’animale. Vene di un cervo poco distante da lei. Ne sente il profumo, se così può definirlo. E non potrebbe definirlo altrimenti.

Riesce a percepirne i movimenti lenti, la tranquillità che lo culla in quanto inconsapevole della sua prossima triste fine.

Sente di essere eccitata e spaventata.

Carica e pronta.

Desiderosa solo dissetarsi. Obbligata a dissetarsi. Sbarazzarsi di quelle dannate fiamme che attanagliano mente e corpo. Il dolore che prova è così diverso da qualsiasi altro dolore provato prima che nulla potrebbe distrarla dal suo vitale compito.

Solo una piccola voce, nel posto più sperduto della sua mente, continua, senza sosta, carica di pianto e terrore, a ripeterle:

“COSA TI E’ SUCCESSO?????”

 
 
 

Prigioniera di raggi di luna

Post n°71 pubblicato il 09 Aprile 2009 da Lilith_83

 
 
 

 

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