Creato da fabbri.giancarlo il 08/08/2012
Giancarlo Fabbri giornalista freelance

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Agosto 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
      1 2 3 4
5 6 7 8 9 10 11
12 13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30 31  
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 3
 

Ultime visite al Blog

Pagliacciodolcesurfinia60acer.250prefazione09mcivolMiele.Speziato0marinovincenzo1958ormaliberacassetta2fabbri.giancarlonmancumarabertowbryseide2010OsservatoreSaggiomoon_I
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« Un’opera di Natullo a ri...Tortellini e altre stori... »

E dire che gli davano del “porco”… e del “maiale”

Post n°529 pubblicato il 10 Febbraio 2014 da fabbri.giancarlo
 

Immagine

Pianoro (Bologna)

Per due giorni, anche persone di grande cultura, gliene hanno dette di tutti i colori: porz, porco, ninen, maiale, verro, eccetera, e dire che per millenni ha sfamato intere famiglie accontentandosi, spesso, dei loro avanzi e di infime brodaglie. Infatti sabato 8 e domenica 9 febbraio, scorsi nel Museo di Arti e Mestieri “Pietro Lazzarini” di Pianoro, si è svolta la terza edizione de: “Il sacrificio del maiale: una festa per tutti, ma non per lui!” col suino macellato da provetti norcini che ne hanno preparato carni e insaccati. Con coppa di testa, salsicce, cotechini, lardo e pancetta andati a ruba con richieste superiori alle aspettative.

Si è ripetuto, all’interno della struttura museale pianorese, un antico rito che nei casolari di campagna, e nelle borgate, era un momento di festa oltre che una necessità familiare. E come ha ricordato lo scrittore e storico Adriano Simoncini, poter far uccidere e macellare i suini, preparandone le carni per il consumo e la conservazione, in altri tempi era segno di agiatezza o la sicurezza di poter passare l’inverno senza patire la fame. Un antichissimo bisogno dell’uomo che nel mondo contadino, e non soltanto, assumeva infatti la connotazione di un rito pagano, col norcino officiante al centro della scena, e un momento di festa con un forte valore simbolico e di aggregazione sociale.

Tanta gente è venuta al piccolo ma interessante museo pianorese, diretto da Maurizia Lazzarini, per assistere al lavoro dei norcini che si sono impegnati a titolo di volontariato gratuito, e anche per acquistare le prelibatezze da portare in tavola con ricavato a favore della stessa istituzione museale. E per alcuni è stata anche l’occasione di poter visitare per la prima volta l’esposizione di vecchi attrezzi e strumenti della civiltà contadina, e di mestieri artigianali, nata dalla passione del collezionista Pietro Lazzarini che li donò alla comunità pianorese.

Terminate le operazioni di macellazione nella sala dedicata agli eventi espositivi e culturali, domenica pomeriggio, un breve intervento di Adriano Simoncini, sul tema: “Il maiale, un animaledegno di ogni rispetto”. Poi la lettura della “Canzone sopra la porcellina”, di Giulio Cesare Croce, da parte del giovane Alessandro studente della terza media nella scuola media “Vincenzo Neri” di Pianoro. Infine, tra gli applausi, la cerimonia ufficiale di investitura a “Mastro Macellaio”, con tanto di pergamena, conferita dal sindaco di Pianoro Gabriele Minghetti ai norcini pianoresi Sergio Mazzanti ed Ernesto Rocca. Per info: www.museodiartiemestieri.it; info@museodiartiemestieri.it.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963