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I misteri della Croara, le messe nere nel buio del parco

Post n°1088 pubblicato il 27 Marzo 2018 da fabbri.giancarlo
 

Satana 02 San Lazzaro

San Lazzaro (Bologna)

Visto il mio interesse per il territorio della Croara di San Lazzaro un amico di Facebook mi ha inviato la foto di un cartello stradale che immagino taroccato col fotoritocco ma, voluto o no, con un pizzico di cronaca degli anni scorsi. Qualcuno ricorda il caso dei “Bambini di Satana” che tra il 1996 e il 1997 a Bologna vide coinvolti esponenti di un gruppo satanista con accuse gravissime: stupro, pedofilia; omicidio rituale? Salvo concludersi con l’assoluzione per inesistenza dei reati.

Eppure qualcosa ci fu e probabilmente c’erano anche altri satanisti. Un mattino del luglio 1998 alcuni operai avevano ripreso il lavoro di puntellamento dell’antico oratorio della Madonna dei Boschi, alla Croara di San Lazzaro nel verde del Parco regionale dei Gessi e trovarono all’interno tracce di strani riti. Cinque o sei ceri da cimitero, sullo spoglio altare, strane figure geometriche tracciate sul pavimento col sale, poi cerchi, triangoli e sulle pareti, scritte inneggianti a Satana e il 666, suo numero simbolico tracciate in precedenza. Viste le tracce si ritenne che nella notte precedente si fossero svolti altri lugubri riti di magia nera o messe nere con la partecipazione di diverse persone.

I visitatori notturni erano entrati nell’oratorio forzando la porta ma fortunatamente all’interno del tempietto isolato non furono provocati altri danni, oltre a quelli dovuti al vandalismo sacrilego. Quella notte gli ignoti amanti delle tenebre esoteriche si erano anche sfogati contro un escavatore, a fianco dell’oratorio, sfondando i vetri della cabina. I danni al mezzo da lavoro, e le tracce del festino notturno nel luogo sacro, furono denunciati ai carabinieri dai dirigenti del Parco dei Gessi e da quelli della Bonifica renana, incaricata di eseguire le opere di tutela del piccolo edificio sacro, privato, risalente al XVII secolo.

Sembra poi che non ci sia limite alla stupidità umana. Nel febbraio successivo il guardaparco Massimo Colombari, dipendente del Parco dei Gessi, rinvenne davanti alla porta dell’oratorio la carogna infilzata di un gatto nero. Il micio, in decomposizione, era stato riesumato da una piccola tomba scavata nelle vicinanze e non si capisce se il gioco macabro abbia fatto parte di un altro rito satanico o soltanto di spregio alla chiesetta. I frammenti di selenite posti sulla piccola tomba, con targa “Niki” e la data 24/06/98, non furono purtroppo sufficienti a proteggerlo. Il piccolo oratorio fu poi restaurato, inaugurato nel 2003, e purtroppo di nuovo deturpato, ma soltanto esternamente con scritte inneggianti ad Adolf Hitler e altre non riferibili, almeno per decenza.

Ma tracce di altre messe nere, con ceri e galli sgozzati, furono trovate anche nell’ex cava Iecme-Ghelli, all’interno del Monte Croara, e in particolare in quella che fu la Santa Barbara, la polveriera, dove un tempo venivano custoditi gli esplosivi utilizzati nel lavoro di cava.

 
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