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I misteri della Croara e i miracoli della Madonna dei Boschi

Post n°1098 pubblicato il 17 Aprile 2018 da fabbri.giancarlo
 

ZZ Collage 01

San Lazzaro (Bologna)

Per centinaia di anni si è data per certa, e tramandata dagli storici locali, che l’origine del secentesco suggestivo oratorio della Madonna dei Boschi, alla Croara di San Lazzaro, sia dovuta al ringraziamento dei fedeli delle confinanti parrocchie di Santa Cecilia della Croara e dei Santi Pietro e Girolamo di Rastignano per essere scampati alla pestilenza del 1630. Un’epidemia, descritta da Alessandro Manzoni ne “I Promessi Sposi”, che solo a Bologna città fece quindicimila morti. Ma sembra sia tutta un’altra storia, anche questa miracolosa, che ha portato all’erezione nel XVII secolo della chiesetta e alla sua dedicazione alla Madonna dei Boschi, nella materna icona di Virgo Lactans, venerata dalle due parrocchie.

Infatti qualche mese fa ne “il Bollettino” periodico della parrocchia di Rastignano si racconta invece in modo anonimo tutta un’altra storia. «La devozione – si legge – ha invece origine dal prodigio ottenuto nel 1657 da Maria Casarini, riportato negli atti del notaio Carlo Monari relativi al contenzioso tra Antonio Cuppardi, affittuario del terreno, e don Benedetto Piovani, curato della parrocchia di Santa Cecilia della Croara, conservati nell’archivio della parrocchia stessa. Lungo la strada, che allora passava più in alto sulla collina, sorgeva un’edicola dedicata alla Madonna. Da tre anni impedita a camminare da gravi problemi, forse sciatica, la giovane Casarini aveva implorato un miglioramento, promettendo di andare in pellegrinaggio all’edicola. (…) Maria partì dalla sua casa la mattina presto, con due stampelle, e solo nel pomeriggio giunse alla meta; erano appena 800 metri ma per lei era stato un lungo viaggio, Dunque trovò alloggio per la notte nella casa chiamata il Castello, quella attraversata dall’attuale via Madonna dei Boschi, che distava un centinaio di metri. La mattina dopo la ragazzina stava incredibilmente meglio, tornò a visitare l’immagine della Madonna e ripartì aiutandosi con un piccolo bastone, dopodiché non ebbe mai più difficoltà a camminare. La cosa si seppe tra gli abitanti che cominciarono a visitare numerosi l’edicola, inducendo il Cuppardi a chiedere il permesso di costruire la cappella. Il parroco della Croara si oppose perché nel suo territorio sorgevano già tre chiese e cinque oratori, e le offerte dei fedeli sarebbero risultate ancor più frazionate. Ma il Cuppardi insistette fino a portare la cosa davanti all’arcivescovo Girolamo Boncompagni che alla fine dette il benestare, accreditando così la guarigione prodigiosa».

Quindi un’altra storia, sempre miracolosa, per questo gioiellino nascosto tra le roverelle, sul bordo della Dolina della Spipola, sorto su un affioramento gessoso di proprietà dei Maccaferri che passò poi ai Gualandi, e infine agli Artelli che lo donarono al Parco dei Gessi. Ente che ne consentì il restauro e una nuova inaugurazione avvenuta nel 2003. Ma in realtà la storia era già conosciuta, sin dal 1997, grazie alle ricerche della dottoressa Maria Grazia Bollini che poi consegnò i risultati, senza pubblicarli, a Soprintendenza, Parco del Gessi e Parrocchia. Un altro miracolo fu quello che in occasione di messe nere l’interno dell’oratorio fu imbrattato da scritte sataniste eccetto il dipinto della Madonna allattante. E di un altro ancora, sempre della Madonna dei Boschi, ne scriveremo in seguito.

 
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