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Via Madonna dei Boschi, i conducenti nel passare pregano

Post n°1121 pubblicato il 12 Luglio 2018 da fabbri.giancarlo
 

San Lazzaro (Bologna)

Molti conducenti nel transitare per via Madonna dei Boschi, che alla Croara di San Lazzaro unisce le vie Buozzi e Croara, spesso pregano pur non sapendo che a pochi metri dalla strada che un piccolo oratorio secentesco nascosto da un bosco di roverelle. Pregano, chi pare a loro, che possano giungere dall’altra parte senza spaccare una gomma (è infatti capitato), perdere un coprimozzo (pure questo), o rovinare le sospensioni (il rischio c’è) visto lo stato pietoso dell’asfalto. Infatti ogni tanto vengono colmate le buche più profonde ma sono anni che tale strada ha bisogno di una ripassata. Magari col tipo di asfalto usato in previsione del Teo, Civis o Crealis, però ancora da arrivare, che a dieci anni dalla stesa a San Lazzaro non ha una crepa o avvallamento.

Tra i misteri della Croara, che dalla segnaletica non è più alla Croara, c’è quello di una via Madonna dei Boschi in dissesto ma utilizzata da tanti, e sempre più trafficata, per evitare i semafori di via Toscana. Come possono dimostrare le foto da anni la strada è in uno stato a dir poco pietoso. E se ne accorgono i molti che ci passano per evitare la strozzatura del Nodo di Rastignano, allungatosi fino a Molino Parisio grazie a un doloroso rosario di semafori non sincronizzati. In ogni caso, magari approfittando dell’estate, la stagione più idonea per tale lavoro per via delle temperature, un’asfaltatina non farebbe male in attesa del cosiddetto “mezzo Nodo di Rastignano” in via di esecuzione per unire via Buozzi e via Madre Teresa di Calcutta, al Trappolone di San Lazzaro, alla rotatoria Mafalda di Savoia a Bologna.

Per dire tutta la verità sappiamo che nelle fasi finali di stesura del Piano territoriale del Parco regionale dei gessi bolognesi e calanchi dell’abbadessa, poi approvato dalla giunta regionale il 2 dicembre 1997, l’intenzione iniziale era quella di rendere via Madonna dei Boschi strada campestre interdetta al traffico privato, con sbarre e lucchetto, con accesso riservato ai residenti. E l’intenzione dell’allora direttore del Parco regionale, Gian Franco Pelleri, sarebbe poi stata quella di non mantenere asfaltata la strada per renderla, col tempo, una strada carraia con fondo non impermeabile. Visto che la strada si sta pian piano sgretolando non è che si voglia raggiungere tale obiettivo? Se l’intenzione è questa sarebbe molto meglio aspettare che venga infine realizzata una viabilità di fondovalle che non costringa, ancora, chi vuole andare a Bologna di arrampicarsi sul colle della Croara.

 
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