Creato da fabbri.giancarlo il 08/08/2012
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San Lazzaro (Bologna)
Nella gremita chiesa di San Lazzaro lo scorso 20 giugno si sono svolte le esequie di Clorindo Grandi deceduto tre giorni prima a 92 anni di età. Grandi, molto conosciuto a San Lazzaro, dove viveva attorniato dalla sua grande famiglia, era un prolifico scrittore, e poeta, che non raccontava trame horror alla Stephen King, o avventurose come quelle di Wilbur Smith, ma storie di buoni sentimenti, amore e speranza. Già dirigente d’azienda, vedovo, padre di sei figli, felice nonno di una quindicina di nipoti, e anche bisnonno, era nato nel 1926 ad Anzola.
Lo conoscemmo in vita e di se stesso ammetteva: «Quando guardo indietro non mi rendo conto di come sia riuscito a fare tante cose in una vita che è stata intensa e soprattutto rivolta al lavoro, alla famiglia e alla solidarietà verso chi ha più bisogno». Grandi aveva riempito quattrocento pagine di poesia, oltre diciassette volumi tra raccolte di poesie e racconti, saggi e pure romanzi. Nulla di strano se non che l’impulso a scrivere gli era venuto alla soglia dei cinquant’anni nei giorni dopo il rapimento di Aldo Moro e della strage della sua scorta.
«In quel 16 marzo del 1978 – ricordava Grandi – ero in gita con la famiglia nel sud Italia e fummo fermati da una pattuglia in armi con i mitra spianati facendomi capire che era successo qualcosa di tragico. Dopo di allora cominciai a chiedermi cosa potessi fare per evitare che altri giovani seguissero l’esempio dei terroristi uccidendo altri giovani servitori dello Stato. Ai miei figli, nipoti e conoscenti potevo dare un esempio di vita e di fede; mentre non lo potevo dare a chi non mi conosceva e così cominciai a scrivere e non mi sono fermato».
Nella prefazione del suo penultimo libro, “Piccoli sprazzi di luce. Riflessioni sulla Chiesa” (2012), scriveva: «Comunicare con la gente è una cosa bellissima, riuscire a trasmettere notizie interessanti, consigli utili, penso possa essere definito meritorio. Chiedo sempre al Signore di guidare la mia mano, perché lo scritto sia chiaro, comprensibile, convincente e illuminarmi la mente perché sia anche giusto e vero».
E la sua è stata una vita intensa. Clorindo aveva lavorato 15 anni per l’Onarmo, organizzazione cattolica fondata da monsignor Giulio Salmi di cui scrisse una biografia (“Un prete all’opera”, 1993), come responsabile commerciale accumulando esperienze in vari campi: dalla ristorazione all’alberghiero, dagli allevamenti alla produzione dei vini. Nel 1960 fu fondatore e presidente della cooperativa Esperia dando lavoro a ex carcerati poi, nel 1962, iniziò a collaborare con l’azienda Menù come agente di commercio e, fino alla pensione, come direttore commerciale. Sempre impegnato tra lavoro, famiglia e parrocchia ha avuto anche il tempo per la politica e di essere stato per dieci anni, dal 1970 al 1980, anche consigliere comunale di minoranza a San Lazzaro per la Dc. Sempre con la volontà di «servire la propria comunità e vivere cristianamente dando amore e speranza a tutti».
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