Scrittore Mascherato

nel parco

L’uomo camminava nel parco ascoltando i rumori della natura ma non riusciva a goderne appieno perché la sua anima in quel periodo era cupa e volatile.

Se ne rendeva perfettamente conto e capiva anche che doveva uscirne come una farfalla dal bozzolo perché era giunto il momento in cui continuare ad avvolgersi su stesso non aveva più senso.

Eppure un peso gravava sulle sue spalle rendendole leggermente curve e facendolo impercettibilmente zoppicare nel suo incedere.

Il sole splendeva ma era come se una leggera ma visibile nuvola lo offuscasse, in parte, rendendolo meno lucente di quanto fosse in realtà.

Il frinire dei grilli, il cinguettio degli uccellini, l’esplosione di colore dei fiori tutto era incredibilmente nitido e pieno di vita, lo capiva, ma lo capiva solo con la mente e non con il cuore.

Era elegante, con movenze quasi aristocratiche e illuminato dal sole conservava quell’aria un po’ sbarazzina che da sempre lo aveva contraddistinto e che a volte lo faceva sembrare più allegro di quanto non fosse.

Era così che voleva essere sbarazzino, festaiolo e senza pensieri ma forsearriva un momento della vita in cui non si può più esserlo, in cui non ti è più permesso sbagliare o vivere come più ti pare.

Arriva un momento in cui partire non è più un’opzione ma un sogno da coltivare in segreto anche se al cuore ormai lo sapeva bene non si comanda.

Ma avrebbe lottato, lo sapeva, da sempre non si arrendeva davanti a nulla.

Se c’era da mettersi in gioco l’avrebbe fatto perché alla fine solo quello importa, potere dire di avere lottato per le cose per cui vale la pena farlo.