Creato da nina.monamour il 11/06/2010 |
L'INFERNO CHE HO SCELTO..
Lei gli sussurrò
"Sono il tuo inferno"
e lo guardava con occhi densi di desiderio.
Lui la attirò prepotentemente a sé...
e mentre la spogliava con gli occhi e con le mani rispose...
"TU.. sei l'Inferno che mi sono scelto..."
il resto....è storia...
CARPE DIEM..
Ci sono persone che non vivono la vita presente, ma si preparano con grande zelo come se dovessero vivere una qualche altra vita e non quella che vivono e intanto il tempo si consuma e fugge via..
"Carpe diem, quan minimun credula postero"
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Storia di un pesce fuor d'acqua...
Post n°5752 pubblicato il 20 Agosto 2013 da nina.monamour
Un cappello di pelliccia nero sempre calato sugli occhi, capelli bianchi e corti, ancora folti, occhiali grandi con la montatura di tartaruga, viso smunto, figura esile, anche se energica. Bassa di statura, leggermente ricurva. E’ questa la descrizione sommaria della mia vicina di casa, la signora Maria. Io l’ho sempre chiamata così e lei mi ha sempre chiamata "Signorina", del tutto incurante della mia età e del mio stato civile. La vedo tutte le mattine quando vado al lavoro. Lei esce sul pianerottolo ad annaffiare le sue piante. Credo abbia bisogno di scambiare due parole e che il suo sia solo un pretesto. Sono sicura che il più delle volte nel suo annaffiatoio non ci sia neppure l’acqua. Deve sentirsi molto sola.
Mi racconta della scuola, di quanto le maestre siano entusiaste dei gemelli, di quanto siano legati a lei, alla signora Maria, che ogni tanto li accudisce durante il week end per permettere al figlio e alla nuora di andare a teatro. Parla della nuora, di quanto sia bella e di quanto sia stato fortunato suo figlio ad incontrarla. Narra del matrimonio faraonico che è stato celebrato 8 anni prima, con tutti i parenti presenti e tantissimi amici. Io ascolto in silenzio, non faccio mai domande. Quasi se in vita lui non l’avesse trattata troppo bene, e adesso lei volesse cancellarne il ricordo. Suo figlio è morto giovanissimo, aveva appena vent’anni, un incidente di moto, nel palazzo lo sanno tutti. Non ha nipotini, la signora Maria, lei parla solo con me quando esce sul pianerottolo. Mi ha fatta accomodare nel suo salotto. Un salotto d’altri tempi, con mobili antichi ricoperti di pizzi e quadri appesi alle pareti con nastri di raso. Un divano di legno, scomodo, nonostante la quantità di cuscini. Sul tavolino tante fotografie della signora Maria da giovane, insieme ad un uomo che doveva essere il marito. Ho visto anche delle immagini di un bimbo con i capelli scuri che mano a mano cresceva fino a diventare un ragazzo un po’ in sovrappeso, con un sorriso aperto. C’era anche una fotografia ingrandita che lo ritraeva su un pattino Era la prima volta che la signora Maria mi faceva “entrare” nel suo mondo, un mondo che lei aveva creato ricco di illusioni, ma anche di solitudine e di proiezioni della mente. Ho comperato una nuova pianta e l’ho messa sul pianerottolo, così adesso la signora Maria dovrà uscire più spesso ad annaffiare. Aiutano a combattere la solitudine e lo stress e sanno ascoltare.
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