Creato da nina.monamour il 11/06/2010 |
L'INFERNO CHE HO SCELTO..
Lei gli sussurrò
"Sono il tuo inferno"
e lo guardava con occhi densi di desiderio.
Lui la attirò prepotentemente a sé...
e mentre la spogliava con gli occhi e con le mani rispose...
"TU.. sei l'Inferno che mi sono scelto..."
il resto....è storia...
CARPE DIEM..
Ci sono persone che non vivono la vita presente, ma si preparano con grande zelo come se dovessero vivere una qualche altra vita e non quella che vivono e intanto il tempo si consuma e fugge via..
"Carpe diem, quan minimun credula postero"
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Ciro Esposito è morto invano..Ciro Esposito era un ragazzo normale, un ragazzo che a Scampia si spaccava la schiena lavorando in un autolavaggio, un ragazzo che andava con la famiglia a rendere grazia a Dio, un bravo ragazzo, insomma, e già questo bastava a renderlo un eroe. Eppure, il paese sembra un po’ indifferente e molto disinteressato ai risvolti profondi che queste immagini possono avere nell’inconscio collettivo italiano. Ciro non era un ultras, lo ha ripetuto spesso la sua fidanzata Simona. Io non so se lui sia corso in aiuto di bambini sotto l’attacco degli ultras della Roma, non so se fosse uno di quelli che hanno maciullato la gamba di De Santis mandandogliela in cancrena, so che la pallottola esplosa da un pazzo lo ha ucciso. Quel pazzo è lo stesso che qualche anno fa aveva bloccato una partita della Roma ed in diretta tv aveva costretto Totti a piegarsi ai voleri della curva. Perché una persona del genere aveva una pistola? Perché una persona del genere non era sotto sorveglianza? Mario Monti aveva proposto di sospendere la serie A per qualche anno, un provvedimento che in altri paesi è servito. Ma io sono consapevole che gli ultras, che tempo fa alzavano il pugno in lacrime per Ciro, sono per la maggior parte violenti e del calcio se ne sbattono i coxxxxni. Lavarsi la faccia con le lacrime per Ciro non toglierà dalla loro coscienza la colpa di aver scatenato una guerriglia a Roma che è costata la vita ad un ragazzo di 29 anni che doveva sposarsi e vivere una vita felice. Forse la cosa più paradossale di tutta questa vicenda è come gli ultras adesso trovino quasi una redenzione davanti ad una bara coperta di sciarpe di vari club. Mentre la mamma e la ragazza di Ciro urlavano “Basta violenza”, su Facebook le pagine ufficiali degli ultras pubblicano status come “morte a chi usa lame e pistole” ed i loro capi rilasciano interviste dove ammettono: " Il cervello è una sfoglia di cipolla, risponderemo con la violenza". La morte di Ciro non è servita a niente. Anzi, forse ha dato un volto umano a qualcosa di irrazionale e oscuro, alla brutalità di tifosi che hanno come unico scopo quello di spaccare la testa ai supporter della squadra avversaria. Anzi, la squadra nemmeno serve, bisogna solo prendersi a mazzate. Senza senso...
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