Creato da nina.monamour il 11/06/2010
 

Il Diavolo in Corpo

Di tutto e di piu'.....

 

 

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Libera per la prima volta..

Post n°7427 pubblicato il 12 Febbraio 2016 da nina.monamour

Oggi voglio parlarvi di Jaqueline Faletto.

Vi starete chiedendo chi sia mai queta tipa.

Mettetevi comodi ed entriamo nel vivo della storia che farà riflettere un bel pò.

Nessuno ha mai accertato le vere intenzioni di quella coppia che voleva adottare una bimba; così una donna "disturbata" e un uomo "violento" crescono Jaquiline tra povertà e dolore, che lei oggi cerca di dimenticare dando a suo figlio l'affetto che ha sempre desiderato.

La sua adozione è stata un disastro, ma non l'ha mai detto per paura di ritornare nelle favelas.

Sulla soglia di casa, al ritorno da scuola, sente il pianto di sua madre, apre la porta con le manine insicure ed entra. In casa il solito odore di fuliggine e barce che s'innalza dalla stufa e ammorba l'aria. La mamma è seduta in cucina e si asciuga il sangue sulla fronte, il papà regge un bastone tra le mani. Il primo impulso è quello di correre al piano di sotto a chiamare la nonna, ma il papà rivolge la testa verso di lei e la fissa con occhi rabboniti dicendo di non disturbare la nonna.

La madre, stringendo tra le mani il fazzoletto macchiato di rosso, con voce roca inveisce contro di lei dicendo che è tutta colpa sua, che ha rovinato la loro famiglia.

Da quel giorno, ogni Sabato al suono della campanella che scandisce la fine delle lezioni, corre a casa perchè il papà non lavora e se c'è lei non alza le mani sulla mamma.

Quelli che oggi chiama mamma e papà l'hanno adottata quando aveva poco piu' di un anno; credendo di non poter avere figli, avevano sbrigate le pratiche dell'adozione e poi erano volati in Brasile per portarla via dall'Istituto in cui era stata abbandonata. Ma quando aveva 5 anni la mamma era rimasta incinta ed è nato un fratellino.

Non ha ricordi prima del suo arrivo, tutto è buio come la stanza in cui la madre voleva che facesse il sonnellino pomeridiano, una camera con le pareti imperlate dall'umidità e le imposte sempre chiuse che sembrava una tomba.



Da quando è nato il fratellino, lei è diventata l'altra, "l'intrusa", forse ha accettato di portarla in casa sua per non prendere botte, perchè la mamma e il papà sono stati interrogati dagli Assistenti Sociali; il padre assomigliava alla speranza infantile di fronte a un dono da scartare, quello di lei ad una supplica per sfuggire alla violenza domestica. Nessuno ha messo in dubbio le loro intenzioni, nessuno si è preoccupato del loro vissuto. Dopo il suo arrivo in Italia, i servizi sociali sono venuti per le visite di routine.

Si autoprotegge costruendo un'esistenza fittizia nelle sue fantasie di bambina, non svela a nessuno la sua povertà, Jaquiline insieme al fratello dormono con il cappotto addosso perchè i genitori non hanno i soldi per pagare il riscaldamento. Hanno solo una stufa a legna che intiepidisce solo la cucina; vivono nella sporcizia, mangiano in piatti incrostati di unto, bevono in bicchieri resi opachi dal sudiciume.

Una volta ha cercato di lavare le stoviglie mentre la mamma era via ma al suo rientro l'ha aggredita con occhi colmi di livore dicendole che la sua pelle scura puzza piu' dei piatti sporchi aggiungendo che era nata nell'immondizia e nell'immondizia doveva vivere!

La nonna paterna finge di non sapere, paga alcune bollette quando può e la tiene quando i genitori non ci sono. Un pomeriggio la nonna non va a prenderla a scuola e lei accetta un passaggio di un Signore dall'espressione amichevole ma non la porta a casa, la conduce nella sua abitazione dove c'è odore di letame e di neve e lì la fa spogliare iniziando a toccarla ed intimando che l'avrebbe rispedita in Brasile se raccontava a qualcuno ciò che era successo per poi lasciarla nel mezzo di un gelido crepuscolo dicembrino.

Si vergogna di essere al mondo, il senso di colpa è un cilicio stretto attorno al cuore e che la strazierà per tutta l'adolescenza. Finalmente, a 18anni, se ne va di casa, inizia a lavorare come barista e a guadagnare i soldi per pagare un affitto. La vita non è facile, ma per la prima volta si sente libera. trova l'amore e per amore mette al mondo un figlio. Ha capito, crescendo, che la povertà dello spirito è peggio di quella economica e cerca di trasformare la sua piccola esistenza in un esempio di semplicità e bellezza, affinchè un giorno suo figlio sia fiero di lei.

Lui adesso è il suo faro, la luce che la guida fuori dalle tenebre del passato.

 
 
 
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