Ringrazio commossa per il calore dimostrato in questo doloroso momento, ringrazio per l’affetto e la vicinanza ricevuti.
Spesso chi vive un lutto si chiede se sia “normale” stare male a lungo, a volte la morte di una persona cara è devastante, e ritrovare l’amore per la vita pare un’impresa impossibile. Forse però dobbiamo smettere di pensare con ansia a quanto tempo è passato, per riflettere sulle modalità del nostro lutto.
Anche i ricordi non sono consolanti ma minacciosi e volti ad accrescere la sofferenza. Ci si volta spesso indietro, con senso di colpa, e si rimpiange di non essersi comportati in modo diverso in alcune situazioni
L’enorme solitudine di chi si trova prigioniero di un lutto senza uscita è difficile da comprendere e tollerare dagli altri, famiglia o amici, che vorrebbero aiutare il dolente a recuperare una vita piena, ma che sono sovente respinti e frustrati.
Spesso così essi cominciano ad allontanarsi, inasprendo il senso di solitudine.
Nei popoli antichissimi la morte era vissuta come una festa, la celebrazione di un passaggio di un’entrata verso una soglia di rinascita, verso un universo che si poteva dispiegare solo quando questo corpo avvizzito poteva lasciare andare la sua essenza.
Una crisalide, questo è il nostro corpo, allora, ricucire lo strappo culturale con quell’universo è il senso che voglio dare a questo mio post, sempre che ne siate d’accordo. Spero di incontrare persone che hanno questa consapevolezza e lasciano andare il senso di abbandono e di colpa che erroneamente contraddistingue questa esperienza.
Un grazie a tutti Voi...
Inviato da: virgola_df
il 25/05/2020 alle 16:42
Inviato da: Nuvola_vola
il 25/05/2020 alle 11:27
Inviato da: zacarias5
il 25/05/2020 alle 07:34
Inviato da: tanmik
il 25/05/2020 alle 06:18
Inviato da: lascrivana
il 24/05/2020 alle 19:19