Creato da nina.monamour il 11/06/2010 |
L'INFERNO CHE HO SCELTO..
Lei gli sussurrò
"Sono il tuo inferno"
e lo guardava con occhi densi di desiderio.
Lui la attirò prepotentemente a sé...
e mentre la spogliava con gli occhi e con le mani rispose...
"TU.. sei l'Inferno che mi sono scelto..."
il resto....è storia...
CARPE DIEM..
Ci sono persone che non vivono la vita presente, ma si preparano con grande zelo come se dovessero vivere una qualche altra vita e non quella che vivono e intanto il tempo si consuma e fugge via..
"Carpe diem, quan minimun credula postero"
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Post n°8658 pubblicato il 16 Marzo 2019 da nina.monamour
Non c’è tempesta emotiva o delusione d’amore che possa giustificare un atto come il femminicidio. Le recenti sentenze che a Genova e Bologna hanno colpito l’opinione pubblica, hanno portato a riduzioni di pena per gli autori dei delitti (il caso di Genova.."Uccise la moglie, dimezzata la pena, il Giudice.."Lei lo aveva deluso"). Si deve chiarire che nessuna reazione emotiva, nessun sentimento, pur intenso, può giustificare o attenuare la gravità di un femminicidio, le sentenze dei Giudici si possono discutere. Anzi, in tutte le democrazie avanzate il dibattito pubblico si nutre anche di questa discussione, l'importante è il rispetto dei ruoli e, in particolare, la tutela dell’autonomia della Magistratura, sottolineando che negli ultimi giorni sui giornali abbiamo letto di sentenze per episodi di femminicidio nelle quali si è tirata in ballo una presunta reazione "emotiva" e la relativa intensità, ai fini di un'attenuazione della pena (il Giudice di Genova.."Lei lo illuse"). Nel caso di Bologna, si è fatto riferimento a una "tempesta emotiva", un sentimento molto intenso, non pretestuoso, né umanamente del tutto incomprensibile. In realtà per cogliere appieno e criticare il significato di una sentenza occorrerebbe una specifica competenza tecnica. Ma vi è un aspetto di più ampia portata culturale, che riguarda il dibattito pubblico, e su cui la politica può e anzi deve legittimamente intervenire. Ed è in questa ultima prospettiva che si deve chiarire, che nessuna reazione emotiva, nessun sentimento, pur intenso, può giustificare o attenuare la gravità di un femminicidio. La crescita e lo sviluppo della nostra società, deve muovere dal rispetto e dalla valorizzazione del "patrimonio femminile", le donne, tutte le donne, sono una grande ricchezza, una preziosa risorsa che ci consentirà di costruire una società migliore. Dobbiamo maturare questa convinzione giorno per giorno, dobbiamo lavorare costantemente a questa rivoluzione culturale. |
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Un saluto ed un sorriso.
Mario