Creato da nina.monamour il 11/06/2010 |
L'INFERNO CHE HO SCELTO..
Lei gli sussurrò
"Sono il tuo inferno"
e lo guardava con occhi densi di desiderio.
Lui la attirò prepotentemente a sé...
e mentre la spogliava con gli occhi e con le mani rispose...
"TU.. sei l'Inferno che mi sono scelto..."
il resto....è storia...
CARPE DIEM..
Ci sono persone che non vivono la vita presente, ma si preparano con grande zelo come se dovessero vivere una qualche altra vita e non quella che vivono e intanto il tempo si consuma e fugge via..
"Carpe diem, quan minimun credula postero"
Messaggi del 13/04/2018
Post n°8376 pubblicato il 13 Aprile 2018 da nina.monamour
E’ ben vero che si tende a parlare più degli ostacoli che si devono superare (e che, molto spesso, appaiono invalicabili!), che dei nostri entusiasmi, di quel che scivola liscio ed è quindi ritenuto appagante. E’ proprio questo il motivo per cui si scrive cercando il conforto, i consigli, la solidarietà, l’amicizia, la complicità. Non sono pochi coloro che, per vivere, non siano costretti alla lotta; ma molti abbandonano il terreno di battaglia in quattro e quattr’otto e, sventolando bandiera bianca, mai potranno dire d’aver vinto la guerra. Io non la penso così!!! Quale guerra? Quella per cui si cerca di salvaguardare una giusta causa, un principio, un ideale? Non sempre. Molti infatti interpretano le vicende e le problematiche quotidiane, quelle comuni a buona parte dell’umanità, come catastrofi irrimediabili che riguardano soltanto loro stessi. Il resto del mondo improvvisamente si annienta, scompare, ciononostante è a una particella di mondo che si scrivono righe affrante, in cerca di quel sostegno, di quell'immedesimazione che, in un mondo sempre più indifferente e corrotto, non è così facile trovare. E’ vero, ognuno vive uno stesso problema in modo individuale, differente, c’è chi si dispera, chi non si orizzonta e si ripiega su se stesso, c’è chi invece guarda oltre e supera in fretta, non molti, in verità. Parecchia gente, davanti ad un amore finito, si arrende e arrendendosi perde la libertà. Come sentenziano i sacri testi, la libertà è sempre stata una conquista e la si ottiene con la perseveranza, la volontà, la passione, la fiducia in se stessi. In definitiva, non sono gli altri che ci rendono schiavi, siamo noi che ci schiavizziamo; le giustificazioni di chi si arrende servono soltanto a mascherare la pigrizia, la paura di mettersi in discussione, quella di cominciare tutto da principio e in modo diverso. Spesso e volentieri si considera irreparabile ciò che non lo è, tutto quel che gira intorno all’evento scatenante appare senza più significato, doloroso, ingiusto, privo di futuro. Un andirivieni lungo uno stesso vicolo cieco, conflitti irrresolubili, rimorsi imperdonabili, amori persi e insostituibili. Un prostrarsi che pare irrevocabile davanti alle nostre debolezze, talora anche davanti a quelle degli altri, senza talvolta la capacità di comprendere che il perdono non può essere sempre concesso, né a noi stessi, né agli altri. Crogiolarsi nelle difficoltà significa dilatarle, perdendo al contempo di vista il modo per superarle. L’aiuto da dare a queste persone non dovrebbe essere quello di rinunciare all’azione, di aspettare, di rimandare, di lottare per una causa persa, di condividere quel che, in fin dei conti, è sbagliato. Bisognerebbe indurre all’azione produttiva, al ridimensionamento della circostanza. Vivere vuol dire in definitiva adattarsi e questo adattamento richiede coraggio, prima o poi, anche nel buio più fitto, si accende una luce. Quante sono le lettere di coloro che ritengono che la fine di un amore sia intollerabile e coincida con la fine della propria esistenza? A parer mio, quasi ogni esperienza, seppur negativa, dovrebbe servire per apprendere, riflettere ed imparare. Diventare aperti significa allontanarsi un po’ da se stessi e lanciarsi nell’azione senza cambiare le proprie convinzioni, la strategia. Tutto questo può apparire complesso perché complesso è il mondo in cui viviamo. Ma, partendo da questa consapevolezza, da un tale presupposto, è il caso di complicare il complesso ritraendosi a riccio in noi stessi? Posso capire la reazione di annientamento che provoca una disgrazia, ma, finché c’è vita in noi e attorno a noi, ci sono occasioni, opportunità, possibilità di crescere interiormente, un modo per affrontare le vicissitudini con volontà a coraggio. Il detto “Non tutti i mali vengono per nuocere” è dunque credibile laddove ci sono la volontà di procedere e la giusta concentrazione. Ovvero, il coraggio. |
AREA PERSONALE
- Login
MENU
Citazioni nei Blog Amici: 182
ULTIMI COMMENTI
**********
CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG
Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
Inviato da: virgola_df
il 25/05/2020 alle 16:42
Inviato da: Nuvola_vola
il 25/05/2020 alle 11:27
Inviato da: zacarias5
il 25/05/2020 alle 07:34
Inviato da: tanmik
il 25/05/2020 alle 06:18
Inviato da: lascrivana
il 24/05/2020 alle 19:19