Creato da nina.monamour il 11/06/2010 |
L'INFERNO CHE HO SCELTO..
Lei gli sussurrò
"Sono il tuo inferno"
e lo guardava con occhi densi di desiderio.
Lui la attirò prepotentemente a sé...
e mentre la spogliava con gli occhi e con le mani rispose...
"TU.. sei l'Inferno che mi sono scelto..."
il resto....è storia...
CARPE DIEM..
Ci sono persone che non vivono la vita presente, ma si preparano con grande zelo come se dovessero vivere una qualche altra vita e non quella che vivono e intanto il tempo si consuma e fugge via..
"Carpe diem, quan minimun credula postero"
Messaggi del 15/04/2019
Post n°8682 pubblicato il 15 Aprile 2019 da nina.monamour
Ha aperto lo scorso 25 gennaio la mostra Andy Warhol, l’alchimista degli anni Sessanta, presso l’Orangerie della Villa Reale di Monza, e sarà visitabile fino al 28 aprile del c.a. La mostra, curata da Maurizio Vanni, porta in scena 140 opere dell’artista americano, dalle più famose serigrafie che ritraggono l’affascinante Marilyn Monroe, ai ritratti di Mao Tse-Tung, fino a una sezione dedicata alla collaborazione di Warhol con i grandi musicisti underground del tempo. La mostra di Monza si apre proprio con i ritratti serigrafici degli anni Sessanta, immediatamente, nella prima sala, intitolata Miti oltre il tempo, il visitatore è accolto dall’ormai famigerato sorriso della Marilyn, presentata in una versione monocroma. Profondamente colpito dall’improvvisa morte dell’attrice, avvenuta nel 1962, Warhol iniziò immediatamente a realizzare una serie di ritratti serigrafici, basandosi su una foto pubblicitaria promozionale per il film Niagara (1953), ritraente la Monroe in primissimo piano. La serigrafia è stata riprodotta dall’artista molto spesso nel corso degli anni Sessanta, a riprova di quanto fosse stato colpito dalla sua scomparsa e, sicuramente, anche dal traffico mediatico e pubblicitario che ne era scaturito. Nella sezione intitolata Personaggi celebri, a uso e consumo, è presente un altro famoso ritratto di Warhol, quello dedicato a Mao Tse-Tung, qui presentato in una versione dai colori forti e contrastanti. C’è poi una sezione curiosa, dedicata a una parte della produzione di Warhol forse meno conosciuta dai più giovani, ma sicuramente vicina a chi è stato appassionato di musica negli anni Sessanta e Settanta. Si tratta della sezione della mostra intitolata Amore per la musica. Da producer a ideatore di cover, dove sono esposti i lavori realizzati in collaborazione con artisti e band come i Velvet Underground, i Rolling Stones, fino alla nostrana Loredana Bertè. Warhol si è largamente dedicato alla realizzazione di cover per vinili e dischi, spinto anche dalla sua passione per la musica. Successivamente, nel passaggio tra gli anni Sessanta e Settanta si nota come cambi lo stile ritrattistico di Warhol. Se prima i soggetti mantenevano una propria riconoscibilità innegabile, ora, in una fase più matura, in cui Warhol ha una grande confidenza con il mezzo serigrafico, decide di utilizzare questa conoscenza per rendere i ritratti il più possibile freddi e impersonali, proprio come fa la pubblicità, che a forza di ripetere la stessa immagine la svuota di significato. L’esposizione di Monza è da non perdere, non solo per la qualità della mostra, ma anche per l’incantevole location in cui è allestita, la Villa Reale di Monza è un meraviglioso edificio storico, la cui visita si può abbinare a quella della mostra d’arte. Il biglietto intero è di 10,00 euro, il ridotto è di 8,00 euro, e il ridotto per i convenzionati è di 6,00 euro. L’ingresso è gratuito per i giornalisti, i tesserati ICOM, i minori di 6 anni e i diversamente abili.
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