Creato da amaitti il 28/08/2011

La vita

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Messaggi del 10/03/2020

 
 

Riflettere.

Post n°684 pubblicato il 10 Marzo 2020 da amaitti
 

Credo che il cosmo abbia il suo modo di riequilibrare le cose e le sue leggi,

quando queste  vengono stravolte.

Il momento che stiamo vivendo, pieno di anomalie e paradossi,

fa pensare... In una fase in cui il cambiamento climatico causato

dai disastri ambientali è arrivato a livelli preoccupanti,

la Cina in primis e tanti paesi a seguire, sono costretti al blocco;

l'economia collassa, ma l'inquinamento scende in maniera considerevole.

L'aria migliora; si usa la mascherina, ma si respira...

In un momento storico in cui certe ideologie e politiche discriminatorie,

con forti richiami ad un passato meschino, si stanno riattivando

in tutto il mondo, arriva un virus che ci fa sperimentare che, in un attimo,

possiamo diventare i discriminati, i segregati, quelli bloccati alla frontiera,

quelli che portano le malattie. Anche se non ne abbiamo colpa.

Anche se siamo bianchi, occidentali e viaggiamo in business class.

In una società fondata sulla produttività e sul consumo,

in cui tutti corriamo 14 ore al giorno dietro a non si sa bene cosa,

senza sabati nè domeniche, senza più rossi del calendario,

da un momento all'altro, arriva lo stop.

Fermi, a casa, giorni e giorni. A fare i conti con un tempo di cui

abbiamo perso il valore, se non è misurabile in compenso, in denaro.

Sappiamo ancora cosa farcene?

In una fase in cui la crescita dei propri figli è, per forza di cose,

delegata spesso a figure ed istituzioni altre, il virus chiude le scuole

e costringe a trovare soluzioni alternative, a rimettere insieme mamme

e papà con i propri bimbi. Ci costringe a rifare famiglia.

In una dimensione in cui le relazioni, la comunicazione,

la socialità sono giocate prevalentemente nel "non-spazio"

del virtuale, del social network, dandoci l'illusione della vicinanza,

il virus ci toglie quella vera di vicinanza, quella reale:

che nessuno si tocchi, niente baci, niente abbracci, a distanza,

nel freddo del non-contatto.

Quanto abbiamo dato per scontato questi gesti ed il loro significato?

In una fase sociale in cui pensare al proprio orto è diventata

la regola, il virus ci manda un messaggio chiaro: l'unico modo

per uscirne è la reciprocità, il senso di appartenenza, la comunita,

il sentire di essere parte di qualcosa di più grande

di cui prendersi cura e che si può prendere cura di noi.

La responsabilità condivisa, il sentire che dalle tue azioni dipendono

le sorti non solo tue, ma di tutti quelli che ti circondano.

E che tu dipendi da loro.

Allora, se smettiamo di fare la caccia alle streghe, di domandarci

di chi è la colpa o perché è accaduto tutto questo,

ma ci domandiamo cosa possiamo imparare da questo,

credo che abbiamo tutti molto su cui riflettere ed impegnarci.

Perchè col cosmo e le sue leggi, evidentemente, siamo in debito spinto.

Ce lo sta spiegando il virus, a caro prezzo."

(Cit. F. MORELLI)

 
 
 

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