Creato da Sir_Axman il 22/04/2010

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Il sapersi accettare

Post n°23 pubblicato il 10 Maggio 2010 da Sir_Axman
 
Tag: Bdsm

Soli, di fronte a noi stessi, siamo quello che e’ la nostra  natura o semplicemente ciò che la vita di tutti i giorni ci impone di essere? Per difendersi, e’ meglio essere o apparire? Siamo davvero in grado di accettare gli altri come vorremmo essere accettati?. E gli altri ci accettano per così come siamo?  Quanti si accettano? Domande, domande e ancora domande……

 

Nella nella vita, e tanto più nel BDSM, è indispensabile il sapersi accettare e per accettarsi e’ fondamentale il conoscere se stessi. Si potrebbe definire l’accettazione come un istinto psicologico e irrazionale che ognuno di noi raggiunge dopo essersi messo a lungo tempo in discussione ed integrando tutti quegli aspetti meno tollerabili di sé. Coloro che sono avvezzi a giudicare di solito sono menti poco abituate ad alcune argomentazioni, tanto da ritenerle per default mostruose, schifose, orripilanti, vergognose, scurrili e nauseabonde; questo è un semplice meccanismo difensivo, perché chi non si accetta, erroneamente, si immedesima nei panni dell’ altro come una persona “sporca”. Lui e’ violento perché al suo posto mi sentirei un violento!!!

 

Il sapersi accettare nel BDSM, indipendentemente dai ruoli, è da reputarsi una delle caratteristiche essenziali. Come può , per esempio, un/a Dominante condurre un/a sub senza saper accettare i propri limiti? Sarebbe come far attraversare una città da un capo all’ altro ai 200 km/h!! Quante probabilità ci sono di uscirne illesi? Accettiamo di demolire il mito del Master Onnipotente, infallibile, Padre Eterno e adeguiamoci al fatto che essendo uomo, anche lui come tutti può incombere in errori, con la capacità e l’ onestà di riconoscerli ed ammetterli. Anche la schiava in quanto donna deve sapere accettare il proprio “essere”, ma soprattutto riconoscerlo. Molte donne si catapultano in questa disciplina, attratte dal forte senso di “appartenenza”  e affascinate dal poter librare i propri istinti, senza soffermarsi sul chi sono e cosa sono. Alla domanda: "perché vorresti diventare  slave?",  risposte allucinanti del tipo “perche’ sono un oggetto” , sono affiorate senza la benché minima cognizione. Accettare un Dominante non e’ accettare un amante…….per quanto duro e apparentemente ingiusto, egli e’ l’ artefice del percorso non solo della slavery ma anche della propria crescita personale.

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Commenti al Post:
DolcePrinciFessa
DolcePrinciFessa il 10/05/10 alle 22:11 via WEB
la prima parte del tuo post mi riguarda davvero tanto... accettarsi... che cosa difficile!!! Comunque, piccola divagazione... Lo sai che i Doors si chiamavano così proprio per la citazione che tu hai messo all'inizio del tuo blog??? Penso di si... pretendere di insegnare qualcosa a te è un po' troppo eheheheheheheheh... Bacio!
 
 
Sir_Axman
Sir_Axman il 11/05/10 alle 15:19 via WEB
Come potremmo mai accettare qualcuno se non siamo in grado di accettare noi stessi?

"Un giorno piangevo perché non avevo le scarpe, poi vidi un uomo senza piedi e smisi di piangere".
Jim Morrison
 
marjka_1969
marjka_1969 il 11/05/10 alle 19:50 via WEB
Accettarsi è già una parola che a me non piace. Questa sono io, un dna diverso da chiunque. Non mi accetto, io sono consdapevole, che come me non c'è nessuno, se sto su sto mondo lascio una traccia, la mia traccia. Amo altri perché per prima amo me, non porei altrimenti, come spesso, mi odio. Odio quella parte di me che non sa stare zitta e ferma, quella parte di me, possessiva... ma quanto me piace, però.
 
Narin_Laybis
Narin_Laybis il 12/05/10 alle 02:12 via WEB
Accettare è una parola che non amo molto, la sento troppo a senso unico, un vicolo a fondo cieco... consapevolezza invece presuppone la conoscenza e quindi la possibilità di cambiare, migliorare... forse non possiamo cambiare il mondo ma sicuramente se vogliamo possiamo migliorare noi stessi. Credo sia meraviglioso quando in un rapporto M/s si arriva a non accettare un ordine in quanto tale, ma come proiezione del desiderio di entrambi: Tu vuoi ciò che io voglio perchè Tu lo vuoi
 
fermoposta2009
fermoposta2009 il 20/06/10 alle 08:22 via WEB
Ma perchè una donna dovrebbe affidare ad un uomo in maniera così totalizzante se stessa ai fini della propria crescita personale? Vedo un'analogia con il rapporto che si puo' instaurare con la psicoterapia. Ma in questo caso ci affidiamo ad una persona che (si spera) abbia affrontato un percorso di crescita e conoscenza che prevede degli step (l'analista per esempio ha molti anni da analizzato alle spalle ed ha un supervisore). Quella che voi chiamate disciplina che cosa prevede? Non credo che uno nasca imparato (master). A spese di chi lo diventa? Mi potete rispondere?
 
alunaberserk
alunaberserk il 05/11/10 alle 19:24 via WEB
non si nasce Master si nasce di indole dominante... non si nasce slave... si nasce con indole remissiva. Un Master nasce quando una slave gli riconosce il potere. E' un diventare... insieme... non si diventa master a spese di nessuno. Ci si incontra sullo stesso cammino, con ruoli differenti, solo perché entrambi seguiamo la nostra natura
 
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