Creato da giona2068 il 15/03/2015

OMELIA DOMENICALE

Spiegazione del Santo Vangelo

 

 

OMELIA DEL 14.2.16

Post n°108 pubblicato il 14 Febbraio 2016 da giona2068

 

 

Dal Vangelo secondo Luca 4

In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

Parola del Signore




Il Signore Gesù, per volontà dello Spirito Santo, viene sospinto nel deserto per essere tentato da satana!

Sembra quasi che lo Spirito Santo abbia  bisogno di mettere in prova il Signore Gesù, cioè se stesso, per vedere se fosse  fedele oppure no. Il serpente  satana  si presenta spontaneamente perché è tenebra e non vede chi ha difronte.

Il Signore Gesù, o lo Spirito Santo, fa questo per dire al mondo che satana prova a far cedere tutti e il più delle volte ci riesce.

La prima rivelazione che ci viene fatta, non come parola ma come esempio di vita vissuta, è che il cibo al quale siamo attaccati fino a considerarlo vita, non è importante tanto quanto noi crediamo. Il Signore Gesù rimane in digiuno per quaranta giorni pur avendo ogni potere di trasformare in pane qualsiasi cosa.  Con questo gesto ci rivela  che non siamo carne e che, anche se morissimo di fame, potremmo essere salvati, mentre potremmo rimanere senza vita anche se avessimo tutta la pastasciutta di questo mondo.

Non di solo pane vive l'uomo, il pane non è l'unico nutrimento per l'uomo, per l'uomo il vero nutrimento è l'amore del Signore Dio che lo nutre con la Sua parola. Il pane nutre solo il corpo. Un po' come la benzima nutre la macchina ma non nutre il guidatore che ha bisogno d'altro.

La fede consente all'uomo di nutrirsi dell'amore del Signore Dio sia come anima che come corpo. Purtroppo è convinzione  di molti che senza cibo non vi è vita neanche per poco tempo.

Quanto lontani siamo da questa verità, noi che confidiamo nel cibo e lo pretendiamo ottimo ed abbondante?

Se non riusciamo a consumare solo lo stretto necessario, cerchiamo almeno di ridurre un po'  la quantita e oltretutto la picevolezza, perché gustare il cibo è un accontentare uno dei desideri della carne che vengono da satana. Infatti satana tenta il Signore Gesù proprio con il cibo, anche se fallisce. Se vogliamo che fallisca anche con noi, occorre mangiare per vivere e non vivere per mangiare. Il Signore Gesù, che è il nostro esempio, ci sta insegnando questo.

Dopo questo fallimento, satana offre al Signore tutto il catalogo delle sue disgrazie, cioè le cose del mondo, sperando, ma non troppo, che Questi accettasse, ma pone una condizione: "Se ti prostrerai a me in adorazione, tutto questo sarà tuo! 

Se il Siognore Gesù fosse stato  interessato  a qualcosa di quello che satana Gli stava poffrendo, avrebbe accettato. Immaginiamo cosa avrebbe perso, ma non occorre  immaginare troppo perché basta vedere cosa è capitato a noi adoratorri delle cose del mondo, anche se la nostra  difficoltà consiste nel  renderci conto della nostra condizione.   

In ogni caso vogliamo notare che satana non ha nessun potere su chi non adora lui o le sue esche, ossia le cose del mondo. Lui prende il potere solo su chi lo adora consapevolmente o incosapevolmente. 

Chi adora lui o le  sue esche, sesso, denaro, potere, diventa uno dei suoi, perché gli consente di entrare nell'anima e nel corpo. Chi adora lui o le sue esche, sente ciò che sente  lui ed è guidato da lui  in ogni opera. L'uomo che adora le cose del mondo, facendo entrare satana nella sua anima e nel suo corpo, diventa cieco come lui.   Solo  una potenza divina può liberare l'uomo ridotto in queste condizioni, perchè oltretutto ha perso anche  il potere sul suo volere. 

La nostra condizione com'è? 

E' tale da indurre il Signore Dio  a mandare il Suo Figlio a morire sulla croce affinchè ci rendessimo conto di come siamo ed avessimo la speranza di poter recuperare quanto abbiamo perso. Occorre un cammino di ritorno tramite il quale rinunciamo a quanto abbiamo accolto. Il male ed il maligno perderanno il potere su di noi e noi ritorneremo figli del Signore Dio come quel figliol prodigo.

Solo in questo ultimo caso, potremo anche noi dire a satana con potenza: Vattene via (vedi Lc 4). 

La croce è la nostra speranza perché è il segno della nostra rinuncia.

Grazie Signore Gesù.

 

 

 

 
 
 

OMELIA DEL 7.2.16

Post n°107 pubblicato il 09 Febbraio 2016 da giona2068

Luca 5,1-11
 In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
 Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
 Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Parola del Signore.

 

 

Secondo il pensare secondo il mondo, a questo  Simone non converrebbe lasciare il suo lavoro, la sua barca, la sua famiglia e quant'altro possedeva, per avere come ricompensa la crocifissione a testa in giù per mano dei nostri antenati romani, ma agli occhi della verità  la sua ricompensa non sarebbe  potuto essere più grande perché ha ricevuto la grazia più grande. La sua ricompensa infatti  fu/è il regno dei cieli. Da questo possiamo scoprire se noi siamo veramente disposti a seguire il Signore Gesù oppure se preferiamo continuare a vivere secondo il mondo. La croce è ricompensa e la speranza per ogni cristiano, perché essa rappresenta la disponibilità a rinunciare a tutto per avere in cambio il regno dei cieli. Solitamente noi siamo buoni commercianti capaci di valutare se una cosa è per noi conveniente oppure no, ma purtroppo fino ad oggi ci siamo sbagliati. Se non ci fossimo sbagliati saremmo santi.

Ci siamo sbagliati perché, pur cedendo di sapere quello che stavamo scegliendo, non siamo riusciti a vedere le conseguenze delle nostre scelte.  Per non sbagliarci dobbiamo  conoscere la verità che poniamo alla base delle nostre scelte.  Quasi sempre quando scegliamo siamo convinti di aver scelto giusto, ma solo alla fine scopriamo se la nostra scelta era giusta o sbagliata, ma quando scopriamo di esserci sbagliato non sempre  è possibile rimediare, se non c'è la Sua mano. Quando sbagliamo scelta di vita spesso assomigliamo a quel Pinocchio che accettando di seguire il suo amico Lucignolo,  che gli promise di portarlo nella città dei balocchi, alla fine si ritrovò in tutt'altro posto e con  le orecchie lunghe.

Fino ad oggi abbiamo sempre  scelto ciò che ci era sembrato facile da realizzare e ci dava la speranza di arrivare alla felicità! Alla fine abbiamo scoperto che la felicità è una cosa di questo mondo, che quando la incontriamo, se la incontriamo, dura poco, ma per seguire questa illusione abbiamo perso la via della vera gioia, che, come la nostra anima, è eterna ed è vera vita.

Chi c'era dietro la nostra scelta, il Signore Dio o satana?

La risposta è evidente!

Ringraziamo il Signore Gesù che  nonostante i nostri sbagli ha  accettato la croce per rivelarci la verità e per darci la stessa possibilità che ha dato a Simone/Cefa/Pietro.

Simon Pietro, che aveva sbagliato quanto noi,  ha avuto questa possibilità che lo ha portato nel regno dei cieli passando per la croce, dopo aver riconosciuto di essere un peccatore.

"Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore". Il Signore Gesù vedendo che quest'uomo era sincero e veritiero, non guardò i suoi peccati ma la verità, la sua verità, nella quale viveva. Lui che  è  via, vita e verità con questo episodio ci ha indicato la via che porta alla vita e che consiste nel conoscere la nostra vera verità. A Lui, che è verità, sono graditi proprio quelli che riconoscono la loro verità. La stessa cosa è capitata con Maria di Magdala e con il ladrone crocifisso alla Sua destra. Questo è un passaggio obbligato. Fino a quando non scopriremo che in noi vive il nemico, l'ingannatore che ci impedisce di vedere come siamo, continueremo a vivere nell'inganno pensando di essere già apposto ed a Lui graditi,   quando in verità  non lo siamo  perché siamo una spina nel Suo capo ed una spada nel Suo cuore. Fino a quando non scopriremo la nostra verità, ciò che guida i nostri passi, il nostro inganno ci impedisce di obbedire al Signore della vita perché pensiamo di sapere già  tutto pur non sapendo nulla. Non saremo mai quel Simon Pietro che, sulla Sua parola,  butta la rete come obbedienza per poi seguirlo nel cammino verso la vita. Non saremo mai pescatori nè uomini nè di pesci e la prima persona che non pescheremo sarà noi stessi.

Oggi il Signore ci sta chiamando esattamente come in quel tempo ha chiamato Simon Pietro per darci la croce che ci guiderà verso il cielo. Se diremo "Eccomi Signore", sentiremo il profumo della Pace e della Vita; sentiremo la gioia di amare ed essere amati anche se questo comporterà rinuncia e sacrificio, ma nella rinuncia e nel sacrificio c'è sempre la speranza e, la speranza è già il profumo della vita.

Per darci questa opportunità il Signore ha accettato la croce per noi perché ci ama e vuole farci pescatori di uomini che Lui ama quanto noi. Gioia per noi, gioia per il mondo e gioia per il cielo.

Il Signore è la nostra salvezza.

Grazie Signore Gesù

 
 
 

Omelia del 31.01.16

Post n°105 pubblicato il 02 Febbraio 2016 da giona2068

1 cor 13, 4/13

La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.

...................................................
Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte  è la carità.

Parola di Dio.


La carità non cerca il proprio tornaconto, ma quello del suo prossimo. Offre se stessa come un sacrificio vivo per costruire la Pace e mantenerla viva. Per la carità il prossimo è se stessa, per questo lo ama quanto se stessa. 

La carità non si adira e non tiene conto del male ricevuto,  non ha  bisogno di perdonare perchè non nutre rancore e non cova vendetta. La carità ama i suoi nemici quanto i suoi amici.

La carità è magnanima, quando dimora nell'anima fa diventare grande l'anima. Solleva la persona da umana a divina, l'anima divina è piena di vita, è come una fontana che non smette mai di dare acqua per dare vita a tutti senza distinguere razza colore e religione.

La carità è benevola, è indulgente, è amante e paciere, perdona, spera, riempie di speranza chi è caritatevole e quelli che la incontrano.

La carità non è invidiosa di chi ha la grazia, la carità s'ingioisce quando incontra le persone graziate, la carità è pronta a far crescere la grazia in chi ce l'ha ed a donarla a chi non ce l'ha.

La carità non si vanta e non si gonfia d'orgoglio, la carità è umile, mite, dolce e buona di cuore. La carità si non vanta e non si gonfia perché è Colui che è.

 La carità rispetta la volontà di tutti, rispetta anche chi sbaglia e spera nel suo cambiamento. La carità rispetta se stessa, ha il potere sulla sua volontà ed è libera di scrivere, cancellare e fare tutto il necessario per costruire la Pace nel mondo.

La carità non gode dell'ingiustizia, la carità soffre quando vede l'ingiustizia e si rallegra quando trionfa la verità. La carità è giustizia fondata sulla misericordia.

 

 


Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta, la carità è lenta all'ira e ricca di grazia. La carità è paziente, è umile mite dolce e buona di cuore. Tutto sopporta e tutto spera.

La carità è tenerezza per ogni creatura e speranza per chi cerca la speranza.

La carità è l'amore nell'uomo, l'amore nell'uomo è il Signore Dio in persona. La carità è il Signore Dio nell'uomo.

 

Così è la carità che noi molte volte confondiamo l'elemosina, così è l'uomo pieno di carità.

Come possiamo sapere se noi  abbiamo la carità?

La carità è il modo in cui si manifesta l'amore, se non abbiamo l'amore la carità non può manifestarsi in noi.

 

 

Diciamo questo per trovare il modo di scoprire se abbiamo la carità, la Sua assenza rende vana ogni nostra opera

Infatti San Paolo  sta dicendo: E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo, per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe.

Purtroppo c'è pericolo il pericolo che il serpente, per ingannarci e rendere vane le nostre opere,  soffia nella nostra mente la convinzione che siamo a posto perchè ci diamo tanto da fare, ma ci impedisce di chiederci se operiamo con  carità, per nostro onore e gloria o forse  per non fermarci a riflettere.  Il Signore con queste parole, tramite la bocca di San Paolo, sta suonando la tromba per chiamarci  ad esaminare la nostra coscienza ed a scoprire chi siamo.

Lui è la carità, la nostra carità..

 

 

Dal Vangelo secondo Luca

 In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

 Parola del Signore

 

Dopo aver letto questi versetti, sorge spontanea una domanda: Il popolo che era nella sinagoga ha riconosciuto il Signore Gesù oppure no.

Il dubbio nasce dal fatto che  prima  tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca, ma successivamente, dopo aver ascoltato ciò che non faceva loro comodo, volevano buttarlo giù dal monte. Se non ci riuscirono è perché non era giunta la Sua ora e non avevano il potere su di Lui. Passare in mezzo a loro, che volevano farLo fuori, senza che nessuno lo notasse, è già un altro prodigio. 

Per rispondere alla domanda ci facciamo aiutare da San Paolo che dice: "Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito si conoscono e si amano anche se non si sono mai visti".

Il popolo aveva visto che il Signore Gesù non era come gli altri e si era meravigliato che proprio il figlio di Giuseppe fosse dotato di così tanta sapienza e grazia. Per tutto questo Lo accolsero nella mente, negli occhi, nelle orecchie ecc.., ma il cuore non fu interessato neanche minimamente. Quelli che sono guidati dallo spirito non solo si conoscono e si riconoscono ma si accolgono e si amano. Umanamente LO hanno riconosciuto, ma quando le Sue parole ha fatto manifestare  chi c'era in loro, hanno tentato di ucciderlo.

Noi quando abbiamo conosciuto il Signore, come  lo abbiamo accolto? Se lo abbiamo accolto con il cuore siamo pronti a mettere in pratica ogni Sua parola, altrimenti.......

Grazie Signore Gesù.

 
 
 

OMELIA DEL 24.01.16

Post n°103 pubblicato il 24 Gennaio 2016 da giona2068

+ Dal Vangelo secondo Luca  1, 1/4 - 4, 14/21

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Parola del Signore


IL Signore Gesù sta dicendo che oggi si è compiuta questa lettura e che  Lui  è venuto a portare la buona novella.

Noi stiamo leggendo questo brano da lunghi anni, ma in quale giorno la Sua venuta è per noi stata o sarà una buona novella?

Sarà per noi una buona novella il giorno in cui, se non siamo santi, scopriremo di essere prigionieri, oppressi e senza grazia  e, oltretutto, quando decideremo che, qualora  non fossimo noi i poveri destinatari della buona novella perché siamo ricchi, molto ricchi dello spirito del mondo, vogliamo cambiare.

La buona novella è per i poveri, ma, ai Suoi occhi di verità, i poveri non sono quelli che non  hanno bisogno di fare la dichiarazione dei redditi perchè non hanno nessun reddito e nessun capitale. Se cosi fosse, quei politici che paventano il reddito di cittadinanza sarebbero messaggeri di buona novella più del Signore Gesù! 

Se fosse venuto nel mondo solo per i poveri di ricchezze materiali, avrebbe trascurato quella parte di popolo ricco che, nella nostra area geografica in particolare, è formato da ricchi  più numerosi dei poveri.

Lui è venuto per portare la lieta novella ai poveri in spirito del mondo, a quelli che non sono attaccati alla materia sia nel caso che essi la posseggano sia nel caso che non la posseggano.

Un uomo può essere pieno di cupidigia sia quando possiede beni sia quando non li  possiede,  così come può essere senza cupidigia sia chi possiede che chi non possiede beni materiali.

I poveri di cui si parla  sono questi ultimi. Se siamo ricchi dello Spirito del mondo non siamo destinari della lieta novella, non per volontà del Signore Dio ma per nostra scelta. 

Il Signore Gesù sta dicendo di non buttare il tesoro davanti ai porci per farci comprendere  che quando nel cuore dell'uomo c'è il mondo con le sue lusinghe e i suoi inganni che appartengono allo spirito del mondo, non c'è interesse per le cose di lassù.Bisogna quindi lasciare che i morti seppelliscano i loro morti.

La buona novella è tale perché proclama la liberazione dei prigionieri.

Gli israeliti credevano che fosse la fine della dominazione dei romani in Palestina, ma in verità la buona novella riguarda la liberazione dell'uomo dalla schiavitù del peccato, che impedisce all'uomo stesso di fare quello che vorrebbe e di non fare quello che non vorrebbe. Chi si rende conto di non poter  fare quello che vuole e di essere costretto a fare quello che  sente  essere ripugnante, è l'uomo peccatore che ha scoperto che in lui dimora una forza satanica che lo fa peccare e lo rende schiavo contro la sua volontà.

Questa forza è più forte di lui, ma vuole vincerla, e  potrà farlo solo con l'aiuto del Signore Gesù che  si sta dichiarando disponibile ad aiutarlo. L'uomo che cerca è colui del quale è detto: Chiunque mi  cercherà mi troverà. 

La buona novella consiste anche nel ridare la vista ai ciechi, non come un centro oculistico che opera i malati di cataratta,  ma per  ridare la vista a chi pur vedendo non vede e pur sentendo non sente, a causa del peccato che ha  operato questo affinché questi non si converta. Costoro non sanno dove sbagliano, ma sentono nel loro cuore che non hanno la vita e per questo il Signore Gesù sta venendo in loro soccorso.

La buona novella rimette in libertà gli oppressi, cioè quelli che portano un peso superiore alle loro capacità e sono da esso schiacciati. Costoro sono quelli che hanno sempre confidato e sperato  solo in loro stessi, ma nel loro cuore c'è  sempre stato il desiderio che il Signore li aiutasse. Per questo il Signore interviene.

Il Signore è anche venuto per proclamare l'anno di grazia, cioè l'anno del perdono e della misericordia, ma nessuno inganni se stesso pensando che il perdono e la misericordia siano elargiti a tutti incondizionatamente. Se fossero elargiti a tutti incondizionatamente, i comandamenti e tutta la Legge non avrebbero nessun valore. Infatti,  umanamente, quanto vale una norma che non prevede la pena? Voi direte niente, ma io in verità vi dico che varrebbe meno di niente perché equivarrebbe a dire: Fate quello che volete perchè il "signore"  che è misericordioso vi perdona  in ogni caso, ma è giusto che non sia così!

Il Signore che è venuto per portarci la buona novella, ha accettato la croce per mostrarci con la Sua resurrezione che ogni volta che rinunceremo alle cose di questo mondo materiale ci sarà restituito l'equivalente  nello spirituale, 30/60/90 volte tanto,  perché LUI  ci ama.

Se siamo interessati alla buona novella, anche noi  non possiamo non amarLO.

Se Lo ameremo avremo la vittoria che è la  corona della  vita già stata promessa ai combattenti che vinceranno il peccato.

Grazie Signore Gesù

 
 
 

omelia del 17.10.2015

Post n°102 pubblicato il 18 Gennaio 2016 da giona2068

Dal vangelo secondo Giovanni  2, 1/12

In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
 Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.
 Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

Parola del Signore.

 


L'Evangelista sta dicendo che questo fatto avvenuto a Cana di Galilea fu l'inizio dei segni compiuti dal Signore Gesù, il momento in cui cominciò a manifestare la Sua gloria  e il momento in cui i discepoli credettero in Lui.

Non è un caso che l'inizio della manifestazione della Sua gloria cominciasse in un matrimonio. Infatti   il caso non esiste, non cade un capello dal nostro capo se non c'è la volontà del Signore Dio.

La manifestazione della gloria del Signore Dio comincia in un matrimonio perchè matrimonio vuol dire unione indissolubile mediante donazione all'altra parte.

Se l'uomo si unisce e si dona al Signore Dio in lui si manifesta la Sua gloria  e l'alleanza sarà per l'eterno. La gloria del Signore Dio che si manifesta nel matrimonio/unione è l'amore. L'amore è vita e senso della vita e nello stesso tempo l'amore è il Signore Dio in persona che unisce, protegge e custodisce e oltretutto santifica.

L'amore è unità, l'unità è il Signore Dio dell'amore in persona che è eterno, ma bisogna invitarlo per fare con Lui e davanti a lui l'alleanza divina umana.

Nel matrimonio voluto dal Signore Dio, il peccato non ha nessun potere.


Ora sorge spontanea una domanda: Come mai allora tanti  matrimoni, in questo tempo in particolare, finiscono in discordie, separazioni e divorzi, pur avendo fatto alleanza con Lui tramite il sacramento?

Che fine ha fatto l'amore con la sua unità e la sua durata che ha inizio e non ha fine?

Non ha detto il Signore Gesù che l'uomo non deve separare ciò che il Signore Dio ha unito?

Per rispondere a queste domande dobbiamo vedere innanzitutto quale fosse, nel momento della celebrazione,  il fondamento del matrimonio finito male  e la condizione spirituale degli sposi che arrivano alla separazione e/o al divorzio. Nessun matrimonio  fondato sull'amore, secondo il Suo progetto, può finire in separazione o divorzio.

Quando la catena che unisce gli sposi è l'AMORE, l'AMORE non finirà mai, non si stanca, non invecchia e oltretutto non va in ferie  per permettere ciò che il mondo chiama "scappatella" ma che in verità si chiama tradimento/adulterio/peccato mortale.  

Nel cuore di ogni persona ci sono tante stanze. C'è la stanza per la mamma, per il papà, per l'amica, per l'amico, per la sorella, per il fratello, per la zia, per lo zio, per la moglie, per il marito ecc....  Il cuore è pieno e vive tranquillo e sereno quando tutte le stanze sono abitate da chi è atteso per abitarvi. Il nome di chi deve abitare  le stanze del nostro cuore cambia ma non cambia la comune  natura degli ospiti. La comune natura degli ospiti è l'AMORE sia quando esso è il marito, lo zio, la mamma, il papà ecc...

Nel matrimonio fondato sull'amore - quello vero -  gli sposi diventano vicendevolmente l'affetto di moglie, marito, amica, amico, mamma, papà, zia, zio ecc... secondo la necessità dell'altro. Questo è anche  il matrimonio vissuto secondo la volontà del Signore Dio che fa incontrare  e unisce gli sposi quando sono ancora puri.

Il Signore Dio non progetta mai un matrimonio fra due persone aspettando che queste si sporchino per poi unirle e costruire con loro una famiglia unita nell'amore per un mondo migliore che viva nella vera Pace.

Il matrimonio al quale si riferisce il Signore Gesù quando dice: L'uomo non divida ciò che il Signore Dio ha unito, riguarda il matrimonio benedetto dal Signore Dio in persona.

 Infatti non dice  l'uomo non divida due persone  sposate. Il perché lo vedremo più avanti.

Purtroppo oltre ai matrimoni voluti dal Signore Dio ci sono anche quelli permessi dal Signore Dio e quelli fra persone che non hanno nessuna comunione con Lui. Possiamo anche chiamare questi ultimi due tipi di matrimoni: Matrimoni voluti dall'uomo e matrimoni voluti dal peccato.

 I matrimoni voluti dall'uomo non sono nel progetto divino. Per intenderci non assomigliamo al matrimonio fra Abramo e Sara. Quasi sempre nascono da due persone che s'incontrano, si piacciono, si desiderano fisicamente e chiamano amore questo loro desiderarsi, e,  nei casi meno peggio, trovano una certa affinità mentale che completa e fortifica la loro unione ed alla,  fine si sposano dando più rilievo alla cerimonia nuziale più che al sacramento. Non Invitano nè il Signore Gesù né la Sua/nostra Mamma Maria, anche se ne parlano. Così queste due persone vivono  il loro matrimonio secondo il mondo. Per qualche tempo dimenticano che il loro "amore" è fondato sull'attrazione  sessuale reciproca perché essa già appartiene a loro, ma se ne  ricordano quando essa viene a mancare perché fa cessare l'"amore". In questo caso viene a mancare anche quella disponibilità reciproca generata dal soddisfacimento dei desideri carnali e cominciano le liti, le discordie ecc... . Questo è il momento in cui il maligno comincia a soffiare nella loro mente l'idea della separazione, del divorzio, dell'interesse per un'altra persona ecc.. Tutte vie che portano all'adulterio e quindi al peccato. In altre parole gli sposi arrivano ad un bivio: continuare o separarsi?. La via apparentemente più semplice è la separazione, ma, se entra un raggio di Luce e fanno un cammino spirituale, riescono salvare il matrimonio e oltretutto  vengono benedetti dal Signore Dio che li guiderà, li proteggerà per salverà la loro unione diventata gradita a LUI.

Il Signore Dio non distrugge mai,  ma aggiusta ogni situazione se chiediamo la Sua mano e ci affidiamo a Lui.

Il terzo tipo di matrimonio è quello voluto dal peccato, satana in persona, ed è quello in cui due persona si sposano solo per sesso o per obbligo pur di riparare  situazioni imbarazzanti socialmente, come nel caso in cui lei fosse incinta. 

In questo tipo di matrimonio non manca solo la volontà del Signore Dio, ma anche quella di lui e lei, dico lui e lei perché non possiamo chiamarli sposi.

La volontà di lui e lei non manca solo quando il matrimonio nasce da un obbligo, perché, nel matrimonio fondato sul sesso, manca  anche quando sono entrambi a volerlo e si credono innamorati.  In loro chi decide, chi vuole, chi desidera, chi dice che sono innamorati ecc.. è il desiderio sessuale, che è satana in persona, e non il loro cuore che soccombe al peccato.

 Anche in questo caso se cercano la mono del Signore le cose si possono aggiustare, ma sarà molto più difficile perché il peccato è quello che li guida.

Altro punto da considerare è se il religioso ha la grazia per benedire gli sposi, perchè se questi è nel peccato, come spesso lo sentiamo dire, peggiora le cosa. Malachia dice che il Signore Dio cambierà in maledizione le benedizioni dei sacerdoti che vivono nel peccato, ma se invitiamo il Signore Gesù desiderando con tutto il cuore di averlo con noi e in noi, Lui esaudirà la nostra preghiera e ci aiuterà a vivere un matrimonio per  costruire una famiglia unita nell'amore per un mondo migliore che viva nella vera Pace.

Lui ha il potere di trasformare il male in bene, se confidiamo in Lui trasformeremo  il nostro matrimonio voluto da chissà chi, in matrimonio voluto da Lui e a noi sarà detto: Non dividete ciò che io ho benedetto perché ne sono geloso.


Ai Suoi occhi ciò che conta non è ciò che eravamo ma ciò che siamo nel momento che Lo incontriamo. Lui è misericordioso  con chi riconosce le proprie colpe.

Il Suo nome è misericordia, ma il Suo cognome è giustizia.

Se diventiamo giusti secondo la Sua giustizia, con la Sua giustizia ci accoglie fra i giusti. altrimenti............ 

Grazie Signore Gesù.


 
 
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

giuscip1946andrea.982giona2068corvonato.mariogioiaamorefrancesca632several1sols.kjaerStolen_wordsil_pabloandrew_mehrtensgiannizzerPerturbabiIepsicologiaforense
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963