Post n°116 pubblicato il 20 Marzo 2016 da giona2068
Dal Santo Vangelo secondo Luca. Fin qui è tutto bello, il popolo Lo accoglie Gli fa festa nonostante che fosse abituato ad accogliere in quel modo solo le persone importanti che si presentavano con carri trainati da cavalli di razza. Il Signore Gesù si presente in groppa ad un puledro non domato e questo da un lato è un gesto di grande umiltà e dall'altro lato un segno di potenza che nessun essere umano è capace di manifestare. Se non avesse avuto la potenza non avrebbe potuto cavalcare un puledro non domato. Certamente il puledro Lo riconobbe e si sottomise a Lui, mentre gli stessi uomini che Gli stanno facendo festo presto grideranno "crocifiggiLo". Il puledro si sottomette perché vede lo Spirito, mentre gli uomini non vedono lo Spirito e Gli fanno festa solo perché conoscono con la mente e non con il cuore, le Sue opere! Chi guidava questo popolo? Purtroppo il popolo era guidato da quelli che sono lupi vestiti di agnello che prima o poi vengono fuori e dimostrano la loro vera identità. Scribi, farisei e falsi religiosi hanno avuto il coraggio di voler la crocefissione del Signore per non perdere il loro potere difronte a Colui che scopriva la loro falsità. Basta immaginare cosa avviene nel cuore di questi capi "spirituali", che sono amati ed ascoltati dal popolo, quando lo stesso popolo crede proprio in colui che scopre la loro falsità e Lo mette al primo posto! Molte volte pensiamo che questo avvenga a causa della superbia e dell'orgoglio, ma dimentichiamo che l'orgoglio e la superbia sono satana in persona che vive nell'uomo. Questi lupi vestiti di agnello potrebbero essere ognuno di noi se è superbo e/o orgoglioso. In particolare è ogni persona ambiziosa o/e che non vuole ammettere i propri sbagli per non scendere dal trespolo che sul quale si è coricato. In ogni caso il Signore sta entrando in Gerusalemme pur sapendo che quelli che Gli fanno festa saranno gli stessi che decreteranno la Sua crocifissione tramite Pilato, che collabora per paura di perdere il potere e la gloria. Il Signore, prima di essere arrestato, cena con i Suoi discepoli, non per far festa nè per mangiare del buon cibo, ma per istituire l'eucarestia e oltretutto per realizzare il tradimento di Giuda. Giuda non tradisce perché il Signore lo aveva destinato a questo, ma perché nel suo cuore c'era l'attaccamento al denaro. Il Signore che conosce anzitempo ciò che ogni uomo farà, ha fatto il progetto di salvezza per noi cambiando il male di Giuda in bene, ma ha anche detto guai a colui che mi tradisce: Sarebbe meglio per lui se non fosse mai nato! Quando il Signore istituisce l'eucarestia, benedicendo il pane, che chiama: Mio corpo, e benedicendo il vino che chiama: Mio sangue, offre se stesso come sacrificio vivo per tutti gli uomini delle generazioni di quel tempo e per quelle future. Se il Signore non avesse accettato la croce quel pane e quel vino sarebbero rimasti pane e vino. Sono diventati il Suo sangue e il Suo corpo nel momento che è salito sulla croce, perché con la croce ha veramente dato se stesso per la nostra salvezza e oltretutto perché con la Sua resurrezione abbiamo conosciuto la Sua unità con il Signore Dio Padre che tutto può. Il corpo è la dimora dell'anima e dello Spirito, per chi non li persi. Il Signore Dio con la Sua onnipotenza fa entrare il Suo Santo Spirito nel pane e nel vino affinché tramite essi, che diventano il Suo tempio al pari del nostro corpo, il Suo Santo Spirito venga veicolato in noi per ridarci la vita. Noi crediamo che senza il Suo Santo Spirito non abbiamo la vita? Se lo crediamo vuol dire che una minima parte di Spirito è ancora in noi, non siamo proprio morti ma, per usare una metafora, siamo malati. Al contrario se non lo crediamo siamo morti, il morto non crede nella sua morte, anzi non può! Ricevendo il Suo Santo Spirito tramite l'Eucarestia , non siamo ancora salvi, ma abbiamo quel raggio di vita che ci consente di non perderlo di nuovo, di sentire il profumo della vita e oltretutto e di combattere contro il male e il maligno che ci ha portato fuori strada seguendo gli idoli ai quali siamo attaccati. Noi viviamo due mondi: Quello visibile e quello invisibile, ma se siamo attenti, dalle nostre opere possiamo scoprire ciò che nell'invisibile ci guida. Se non siamo attenti non scopriremo mai chi siamo e chi guida i nostri passi. Promettiamo e non manteniamo, crediamo di essere quando non siamo e pensiamo di sapere quando non sappiamo. Siamo esattamente come Pietro che promette di rimanere fedele al Signore, ma Lo rinnega nel momento della prova perché, quando prometteva, non era consapevole di chi guidava i suoi passi. Solo il suo pianto ha salvato la sua anima. Anche la nostra anima sarà salva solo se riconosceremo le nostre colpe e piangeremo per i nostri errori che hanno causato la crocefissione del Signore. Anni fa un pompiere di Roma, per salvare una persona travolta dalla piena del Tevere, dopo aver posto in salvo la persona stessa , è stato colpito da un grosso tronco ed è morto. Costui ha dato la sua vita per salvare chi era in pericolo, se non ci fosse stato pericolo, non sarebbe andato incontro alla morte. Il Figlio del Signore Dio ha accettato consapevolmente la morte per salvarci e questo è il segno del gran pericolo che stiamo correndo, ma lo crediamo? Se non lo crediamo rendiamo vano il Suo sacrificio anche se partecipiamo a tutte le cerimonie, processioni, feste ecc.... La salvezza viene dal credere e dalle opere che la nostra fede ci induce a fare. Il Signore Gesù accettando la croce come rinuncia totale alle cose del mondo, ci ha dimostrato che la rinuncia purifica, la purezza è lo Spirito Santo in persona e lo Spirito Santo è Spirito di vita. Siamo peccatori, ma il Signore è venuto proprio per i peccatori. E' venuto per portare il perdono ai peccatori che credono di esserlo e si ravvedono, Questo è l'AMORE di che è stato crocifisso a causa dei nostri peccati. |
Post n°115 pubblicato il 14 Marzo 2016 da giona2068
Dal Vangelo secondo Giovanni In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Parola del Signore.
In quel tempo una donna sorpresa in flagrante adulterio, secondo la legge di Mosè, doveva essere messa a morte per lapidazione. Domanda: L'adulterio è per noi un peccato mortale oppure è un peccato non grave? Lasciamo perdere, la definizione, perché ciò che la scrittura sta dicendo è che per questo peccato è prevista la pena di morte. Quando si parla di adulterio secondo la legge del Signore Dio, non si intende solo il sesso con persona diversa dal coniuge, come previsto codice civile, ma anche il sesso fra persone non sposate. "Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore, dice il Signore. Come mai ciò che in quel tempo era motivo di morte in questo tempo è lecito e lo si chiama "amore" anche fra persone dello stesso sesso? Le leggi degli uomini sono fatte da uomini che spesso hanno perso l'umanità e legiferano secondo ciò che credono convenga loro, ma legge del Signore Dio non cambia anche quando il mondo approva leggi e comportamenti iniqui. Il mondo sta vivendo nel peccato chiamandolo amore! Il salario del peccato è la morte ed è per questo che il serpente satana, che vuole distruggere l'uomo, per ingannarlo ha cambiato nome al peccato e l'uomo, pensando che in questo modo riesce a giustificarsi, ha accettato l'inganno. Così l'adulterio diventa "amore", l'omosessualità diventa "amore", la bestemmia diventa intercalare, l'alcool diventa divertimento, la droga diventa sballo ecc... si sporca il tempio del Signore Dio, il nostro corpo, con la massima indifferenza, ma l'indifferenza non è il segno visibile che l'uomo sta vivendo da morto? Il Signore che ha dato a Mosè la legge, il Signore che ha detto che l'omosessualità è un abominio, il Signore che ha detto che chiunque guarda una donna per desiderale ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore, il Signore che ha detto: "Voi siete il tempio di Dio, chi distruggerà questo tempio sarà distrutto senza pietà" e il Signore che ha detto : Passa questo mondo, passa questo tempo, ma le mie parole non passeranno mai, è sempre lo stesso e guai a quelle nazioni che approveranno leggi contro la Sua volontà ed ammettono modi di vivere fuori dalla Sua legge. Se lo crederemo saremo salvi ma se non lo crederemo saremo condannati senza pietà. Crederlo vuol dire cambiare vita. In quel tempo il Signore Gesù non ha condannato un'adultera alla lapidazione e le ha detto: Voi e non peccare più, ma non le ha detto: Vai perché la tua anima è salva. Le ha dato una possibilità e la stessa possibilità sta dando anche a noi, sperando che anche noi ci ravvediamo. Se così non fosse ci farebbe morire subito, non ci darebbe cioè ancora vita su questa terra. Il Signore è lento all'ira e ricco di grazia, ma se quando giunge l'ora non siamo pronti la sua misericordia si trasforma in giustizia e non vi è cosa più terribile! Facciamo presto perché la nostra ora potrebbe essere in ogni istante! A quelli che volevano lapidare questa donna adultera, il Signore Gesù ha detto di farlo se in mezzo a loro ci fosse stato almeno uno senza peccato, ma nessuno ha avuto il coraggio di dichiarare questo ed hanno così lasciato cadere il sasso dalle loro mani rinunciando a lapidarla, ma avevano raccolto il sasso perché tutti credevano che solo lei fosse peccatrice , dimenticando la loro verità. Se non vi fosse stato questo fatto nessuno di loro avrebbe scoperto di essere come, se non peggio, quella donna. Noi quando giudichiamo, quando disprezziamo e oltretutto quando ci sentiamo meglio di altri perché siamo scritti sul registro dei battezzati, perché nel cammino abbiamo imparato tante cose nuove ecc.. non crediamo di essere peccatori e crediamo di avere il diritto di scagliare sassi su altri. Se abbiamo scoperto la nostra verità, il segno sarà il nostro totale cambiamento, se non abbiamo scoperto la nostra verità siamo come quel popolo che voleva lapidare l'adultera, con una differenza: Loro hanno rinunciato a scagliare sassi su altri, noi invece....... Questa avvenimento non è un racconto per riempire pagine di giornali di quel tempo, ma è l'amore del Signore Gesù che vuole salvarci e che aspetta che scopriamo chi siamo! Per questo è arrivato fino a noi tramite quei messaggeri che hanno dato la loro vita affinché noi ricevessimo questo specchio. Grazie Signore Gesù. |
Post n°113 pubblicato il 06 Marzo 2016 da giona2068
Dal Vangelo secondo Luca """ In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».""" I pubblicani e peccatori sono vicini al Signore Gesù per ascoltare la Sua parola. Il Signore Gesù li rispetta, li ama e cerca di recuperarli senza umiliarli e senza disprezzarli per la loro condizione. Parla a loro tramite la parabola del Figliol prodigo per offrire loro una via ed una speranza di poter recuperare ciò che hanno perso cadendo nel peccato che li ha portati lontano dal Signore Dio, ma lo fa con la delicatezza che appartiene solo a chi ama. Le parabole non sono fatti realmente accaduti, ma sono fatti che possono accadere tenuto conto della mentalità e dell'ambiente in cui si collocano. Le parabole sono oltretutto ciò che il Signore spera che succeda.
Con loro, si ripete un po' la storia di Caino. Questo è il frutto dell'opera di satana che fa entrare nell'uomo l'orgoglio, l'invidia e la superbia che lo convincono di essere ciò che non è. A noi è mai capitato? Se la risposta fosse no, sarebbe la prova che ci è capitato ma che non ci siamo accorti.
Secondo la "sapienza" degli uomini, questo Padre che divide il patrimonio per darlo ai figli fa bene oppure fa male? La risposta potrebbe essere che ha fatto male perché il figlio va a spendersi la sua parte ed abbandona il Padre. Fino a quando l'importante è la conservazione del patrimonio tutto gira attorno al modo in cui conservarlo, ma quando diventa importante che il figlio comprenda che le vie del mondo portano alla perdizione, la perdita delle ricchezze nulla conta, se serve per salvare un figlio. Questa è sapienza divina e oltretutto la Sua prescienza, cioè la conoscenza di come andranno a finire le cose. Umanamente nessun papà farebbe questo perché la ricchezza non si tocca e oltretutto perché nessuno è capace di vedere nel futuro. Il Signore Dio, che nella parabola indossa la veste di un papà umano, ha invece visto come sarebbe finita questa storia e per questo ha lasciato andare ilo figlio. Il figlio che si è allontanato dal Papà è ognuno di noi e la nostra parte di patrimonio sono le grazie che erano in noi prima di perderle. Il Signore Dio lo ha permesso affinché ci rendessimo conto che lontano da Lui non c'è vita. Purtroppo nella nostra stoltezza crediamo che questa sia la nostra libertà e il nostro diritto di essere liberi per fare come ci piace, senza però renderci conto di quello che abbiamo perso e che ancora stiamo perdendo.
Questo giovane che pensava di sapere tutto così come noi abbiamo creduto di sapere tutto, ad un certo punto si accorge del suo sbaglio e cade nella disperazione, ma nella disperazione trova la speranza, anche se può sembrarci assurdo. Il disperato è una persona seduta in un bivio: O prende la via che lo riporta al Padre, il Signore Dio, oppure si lascia sopraffare dalla disperazione e vive l'inferno nell'anima e corpo vivo. Bisogna però vedere quante tenebre sono entrate in lui, le quali soffocano parte o tutta la nostalgia di tornare dal Padre. Ricordiamo i due ladroni sulla croce. In quel tempo, il Signore Gesù ha scelto la parabola del figlio che ritorna al Papà per dare speranza ai peccatori che Lo stanno ascoltando, scribi e farisei compresi, anche se questi ultimi non accetteranno e neanche si accorgeranno che il Signore sta parlando anche per loro. In questo tempo sta raccontando a noi la stessa parabola sperando di trovare un figliol prodigo fra di noi.
Per questo è scritto che chi crede sarà salvato, cioè sarà salvato chi crede di aver sbagliato, ma è anche scritto che chi non crede di aver sbagliato sarà condannato. Noi crediamo di aver sbagliato? Chi non è santo ha sbagliato, anzi sta sbagliando ancora, ma beati quelli che si renderanno conto del loro errore prima che sia troppo tardi.
Il Padre, che era davanti alla casa ad aspettarlo, gli corre incontro e lo abbraccia, ma non ha bisogno di perdonare il figlio. Chi ama non ha bisogno di perdonare perchè non lascia mai spazio al rancore, alla vendetta ed al rifiuto. L'amore è già perdono ed il perdono è amore e misericordia, ma la misericordia e l'amore non possono operare senza pentimento. Noi dobbiamo preoccuparci del nostro pentimento, la misericordia c'è già, se vogliamo essere come questo figliol prodigo. Ognuno di noi è chiamato ad essere un figliol prodigo, ognuno di noi è chiamato a credere di essere figlio dell'Amore per ritornare figlio dell'Amore che ci sta aspettando e ci è venuto incontro venendo a soffrire nel mondo per noi. Così si realizza in noi la scrittura che dice: Alcuni degli ultimi diventeranno primi ed alcuni dei primi diventeranno ultimi. """"Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».""" Il Signore Dio è il Papà dei papà e vuole recuperare anche l'altro figlio il quale credeva di essere giusto senza esserlo. Con questo gesto da la possibilità anche a lui di scoprire la sua verità. Questo è l'Amore, costruire insieme una famiglia unita nell'amore per un mondo migliore che viva nella vera pace. Grazie Signore Gesù.
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Post n°110 pubblicato il 03 Marzo 2016 da giona2068
Dal van Dal vangelo secondo Luca (13,1) In quel tempo, si presentarono alcuni a Parola del Signore
Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? Se il Signore Gesù non avesse sentito che quelle persone, le quali si erano presentate davanti a Lui per riferire della strage avvenuta, stavano credendo di essere meglio di quelle che avevano subito tale sorte, non avrebbe posto questa domanda. Purtroppo il nemico satana è sempre pronto a soffiare nella mente di chi si espone il credere di essere meglio di altri ed alla fine soffia il credere di essere già a posto quando in verità neanche i santi lo sono. Figuriamoci come sarà chi non è santo, ma lo crede? Io vi dico no. Ora se la risposta è no, sorge spontanea questa domanda: Chi c'è dietro questo inganno? Ognuno risponda secondo ciò che sente, ma la verità è che non c'è una terra di nessuno. O con me o contro di me , dice il Signore Gesù. La santità è l'Amore. Il santo ama se stesso perché, anche se santo, continua a cercare la sua salvezza. Chi s'incammina verso la santità non può non portare la salvezza anche ad altri. Nel santo vive, dimora e si manifesta il Signore Dio che guida i suoi passi. Il Signore Dio ama tutti e cerca di recupare quelli che sono lontani tramite i santi. Per questo il santo non può non cercare la salvezza di altre persone. Basta pensare agli Apostoli ed alle loro opere. Il segno della santità nell'uomo è il rispetto e nel rispetto c'è l'umiltà che gli impedisce di credersi migliore di altri, il santo vive nella verità. Chi non è santo è peccatore e il peccatore è sotto il dominio del maligno. Noi in questo percorso a che punto siamo? In quel tempo il Signore Gesù ha parlato al popolo di quel tempo, ora sta parlando a noi e ci sta chiedendo: Qualcuno pensa di essere meglio di altri? Non ce lo sta chiedendo perchè non lo sa, ma perché noi possiamo renderci conto di ciò che vive in noi. //////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// Signore sta dicendo: Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su questo albero, ma non ne trovo! Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno? Ogni persona che non è santa è questo albero che non da frutti. Il Signore ha pensato di tagliarlo dopo tre anni che non da frutti, non ha pensato questo dopo il primo anno. Il Signore è lento all'ira e ricco di grazia e tenerezza per ogni creatura. Con altre parole, il Signore è paziente con ognuno di noi, ma noi siamo pazienti con il nostro prossimo? Fondamento della pazienza sono l'umiltà e la speranza. Chi non è umile è superbo ed orgoglioso, il superbo non può accettare che altri sbagliano perché, nel suo immaginario, chi sbaglia è inferiore a lui che crede di non sbagliare mai. La via per far aumentare in noi la pazienza è chiederci, prima di perdere la pazienza a causa del credere di essere migliore di altri, qual è la ragione per la quale sono migliore di chi sto giudicando? Sono certo che la risposta non arriverà e se arriverà non sarà convincente e questo frenerà il nostro perdere la pazienza. Se l'umiltà contribuisce a non farci perdere la pazienza, la speranza aiuta a rafforzarla. Per questo il Signore sta dicendo che non ha disposto di tagliare l'albero già nel primo o nel secondo anno ed ha continuato a sperare che venisse il giorno in cui facesse un frutto, ma alla fine del terzo anno, quando ha perso la speranza, ha deciso di farlo tagliare. La stessa cosa fa con noi e con il mondo. Fino a quando spera di poter trovare un giusto nel mondo, continuerà a dar vita al mondo, ma se non troverà nessun giusto chiuderà la storia umana come al tempo di Noè e Sodoma e Gomorra. Infatti Abramo, nella sua preghierà chiese al Signore: Se troverò 500/100/50/5 giusti, salverai il mondo? Si Abramo, lo salverò, disse il Signore, ma alla fine il diluvio venne perchè giusti sulla terra non ve ne erano. La preghiera di altri può salvarci perché il Signore spera e sperando porta ancora pazienza come nel caso di questa lettura e nel caso di Abramo, ma noi dobbiamo credere che la nostra conversione, il nostro portare frutto, che va ben oltre l'essere brave persone, può salvare noi e il mondo intero. Il Signore è lento all'ira e ricco di grazia perchè ci ama. Non togliamoGli la speranza, altrimenti la nostra fine sarà peggiore del nostro inizio. Grazie Signore Gesù.
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Post n°109 pubblicato il 21 Febbraio 2016 da giona2068
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési |
Inviato da: animasug
il 24/05/2016 alle 10:45
Inviato da: animasug
il 25/04/2016 alle 20:22
Inviato da: animasug
il 16/02/2016 alle 12:24
Inviato da: animasug
il 16/02/2016 alle 12:03
Inviato da: giona2068
il 13/02/2016 alle 17:16