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"Pena di morte viva": Arianna Ballotta intervista Carmelo Musumeci

Post n°510 pubblicato il 20 Gennaio 2012 da SpiraleDiPensieri
 
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       Ricevo dall'amica Arianna Ballotta, Presidente della Coalizione Italiana Contro la Pena di Morte (www.coalit.it), una sua recente intervista a Carmelo Musumeci (www.carmelomusumeci.com), detenuto nel carcere di Spoleto e condannato all'ergastolo ostativo, ovvero "pena di morte viva".  Vi invito a leggere attentamente e divulgare.  Ringrazio Arianna per il suo costante e concreto impegno nel campo dei diritti umani.

Anna Rita.

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Arianna - Pochi sanno che cos’è la “Pena di Morte Viva”, perché purtroppo se ne parla troppo poco. Carmelo, vorresti gentilmente spiegare in cosa consiste? E quali sono i reati per cui si può essere condannati a tale pena? Esiste un modo per ottenere una commutazione di pena?

Carmelo - In questi giorni è uscito il mio secondo libro “Undici ore d’amore di un uomo ombra” (Gabrielli editori) con la prefazione di Barbara Alberti (per ordinarlo ci sono le istruzioni sul mio sito personale www.carmelomusumeci.com). E rispondo a questa domanda riportandoti alcuni brani del mio libro: L’ergastolo ostativo (chiamato dagli uomini ombra anche  la “Pena di Morte Viva”) è una pena che se non fai la spia non esci, ed è incredibile che si lasci allo stesso detenuto, e non allo Stato di Diritto,  la possibilità di uscire o stare dentro. Si potrebbe uscire, però non usciamo perché non vogliamo mettere un altro al posto nostro. L’ergastolo è una pena di morte dove il boia è il tempo. Una pena di morte dove vieni ammazzato ogni secondo, ogni minuto, ogni giorno, ogni anni anno che passa.  Sotto un certo punto di vista gli ergastolani sono le persone più “fortunate” della terra perché sono gli unici che guadagnano qualcosa dalla propria morte: la libertà. I rivoluzionari francesi, con molta più umanità dei nostri politici attuali, nel loro codice penale del 28 settembre 1791 abolirono l’ergastolo perché aberrante e lasciarono la pena di morte. La Pena di Morte Viva viene data per gli omicidi commessi per agevolare la criminalità organizzata.

Arianna - Mi risulta che tale pena venga comminata solo in Italia, ossia nessun Paese facente parte dell’Unione Europea ha nel proprio ordinamento la pena dell’ergastolo ostativo, che peraltro va contro quanto previsto dalla stessa Costituzione del nostro Paese, secondo cui “le pene devono tendere alla rieducazione” del reo. Secondo te, per quale ragione l’Italia è così distante in questo senso dagli altri Paesi dell’Unione?

Carmelo - Arianna, c’è una strategia in comune fra lo Stato e l’Antistato. Entrambi hanno interesse che l’ergastolo in Italia non sia mai abolito, perché in caso contrario il primo perderebbe un comodo nemico da sfruttare politicamente e il secondo perderebbe il suo esercito. Arianna, devi sapere che molti criminali se avessero la speranza di rifarsi una vita  abbandonerebbero le organizzazioni malavitose.

Arianna - Vorresti gentilmente dire come vive in pratica, giorno dopo giorno, una persona condannata alla “Pena di Morte Viva”? E come vivono i suoi familiari?

Carmelo - Arianna, è difficile per tutti vivere e stare in carcere, ma è quasi impossibile vivere se sai che non uscirai mai.  Purtroppo si vive come morti che respirano, ma che giustizia ci potrà mai essere in una pena che non finirà mai?  Per un condannato alla Pena di Morte Viva la realtà è più dolorosa di qualsiasi incubo.  Per prima cosa al mattino quando apro gli occhi guardo le sbarre della mia finestra per costatare che mi trovo dove un giorno dovrò morire.  Prima di alzarmi dalla branda ricordo a me stesso che non devo vivere del passato e neppure di futuro.  Devo vivere solo di questo maledetto presente.  Tutte le mattine alla televisione ascolto che nel mondo dei vivi tutti si preoccupano per qualcosa, invece pochi si preoccupano per qualcuno.  Prima di uscire al passeggio mi guardo allo specchio e mi sorrido.  Dall’altra parte vedo un’ombra che mi sorride anche essa.  In quel sorriso però non c’è allegria.  È un sorriso triste.  Più che un sorriso sembra un ghigno, ma è tutto quello che ho per continuare a sorridere alla vita.  Arianna, chi fuori ti vuole bene soffre il carcere più degli uomini ombra perché non può fare nulla per aiutarti.

Arianna - Come sai, la nostra associazione segue molti condannati a morte negli USA e in altri Paesi che prevedono la pena capitale. Cosa diresti ad un condannato in attesa di esecuzione, senza alcuna possibilità di grazia? Scambieresti la sua condanna con la Tua?

Carmelo - Ad un condannato in attesa di esecuzione direi:  La tua pena è finita.  Certo che scambierei la “Pena di Morte Viva” con quella normale.  Arianna, mi faccio spesso molte domande.  E cerco sempre risposte.  Molti uomini ombra dopo tanti anni di carcere non pensano più alla libertà.  Io invece purtroppo continuo a pensarci.  E non so se questo è un bene o un male,  perché se continuo a sognare la libertà metà di me è felice, mentre l’altra metà non lo è.  Ieri sera prima di addormentarmi ho letto su un libro che la filosofia è morta perché non ha saputo stare al passo con la scienza.  Questa mattina appena ho aperto gli occhi, ho pensato che forse anch’io sono morto perché neppure io, dopo venti anni di prigione, riesco più a stare al passo con la vita.  E non ci riescono neppure più i miei sogni.  Devi sapere che da alcuni anni anche i miei sogni non fanno altro che sognare fantasmi che si muovono con i soliti gesti, che pensano i medesimi pensieri e che provano gli stessi desideri.  Arianna, non ho paura della morte, ho paura solo della vita.

Arianna - Per concludere, quali iniziative, a Tuo avviso, dovrebbero essere intraprese affinché vengano apportate modifiche alla normativa vigente?

Carmelo - Uno sciopero collettivo ad oltranza di tutti i 1500 ergastolani circa che ci sono in Italia: forse dopo un centinaio di morti i “buoni” per non sembrare cattivi abolirebbero la “Pena di Morte Viva”.

Carmelo Musumeci

Spoleto, dicembre 2011

P.S.: Cara Arianna, grazie di dare un po’ di luce e un po’ di voce agli uomini ombra. Il mio cuore ti manda un sorriso fra le sbarre della mia cella e ti auguro che la forza dell’amore sia sempre con te.  Arianna, credo che un buono che vuole bene ad un “cattivo” è una persona felice.

Grazie di volermi bene.

 
 
 
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