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In memoria di Willie Shannon (12/06/1973 - 08/11/2006) Perché il pensiero viaggia in una sua dimensione... e non può essere ucciso!

 

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L'agonia del boia

Post n°237 pubblicato il 22 Maggio 2007 da SpiraleDiPensieri
 

Come un uomo di Parkdale divento' il nostro primo boia ufficiale. E come cio' lo distrusse
di Patrick Cain, Toronto Star
(libera traduzione di Arianna Ballotta)

Canada, 20 maggio 2007
I lettori dei giornali il mattino dell'8 gennaio 1908 vennero a sapere che l'assassino John Boyd era riuscito a dormire per circa 6 ore nella sua cella, che aveva finito una colazione composta da pane tostato, due uova in camicia e the, che aveva pregato insieme a due religiosi fino a poco prima delle 8. Poi la porta si era aperta per fare a spazio a John Radclive, il boia, che aveva anch'egli trascorso la notte presso il carcere. "E' arrivata la mia ora", borbotto' Boyd. Radclive gli mise le manette e tutti insieme lasciarono la cella. Piu' di una dozzina di persone erano in attesa lungo il corridoio, dove pero' regnava il silenzio, ad eccezione dei salmi letti dai religiosi. Dopo quaranta passi il gruppo giunse in una stanzetta con due finestre poste in alto sulla parete, dalle quali entrava la pallida luce del mattino. All'esterno, la sirena segnalava il cambio turno.

Ben presto Boyd, condannato a morte per l'omicidio di un uomo in un ristorante di York St. per motivi di gelosia, si trovo' in piedi in mezzo al pavimento, su una botola. Radclive inizio' il solito procedimento, che così tante volte aveva ripetuto nel corso della sua vita professionale: mise il cappuccio sulla testa del condannato, lego' le sue gambe una all'altra e preparo' accuratamente il cappio di corda di Manila, ben dosando la lunghezza della corda in base al peso e all'altezza di Boyd. Tutto era pronto.

"Il Padre Nostro", disse Radclive a voce alta, ed uno dei religiosi inizio': "Padre Nostro…". Ad un certo punto la sua voce si strozzo' ed egli dovette fare uno sforzo per controllarsi. Boyd era ancora lì, in piedi, in attesa che la botola si aprisse. "Alle parole `liberaci dal male' Radclive tiro' la leva e con un forte rumore la botola si aprì, facendo scomparire l'uomo dalla vista", così recitava il Toronto Daily Star. "Tutto cio' che si poteva vedere dall'esterno della stanza era un leggero ondeggiare della corda". Radclive se ne ando' subito. "Il suo desiderio di andare via il piu' presto possibile era evidente". Dopo aver lasciato la stanza, vago' un po' per i corridoi, smarrito. "Un'altra povera anima che se ne e' andata", fu udito dire.

Radclive era stato nominato primo boia ufficiale del Canada nel 1892, dopo aver eseguito con successo molte impiccagioni per conto di diversi sceriffi dell'Ontario. Meno noto del suo successore, Arthur English, Radclive – il suo cognome appare scritto anche "Radcliffe" nei resoconti dell'epoca, ma Radclive e' la forma corretta secondo l'anagrafe – rappresentava perfettamente le idee contraddittorie che definiscono il concetto di boia. Si trovava spesso al centro dell'attenzione, ma – per necessita' – era un outsider. Aveva potere, ma era anche conscio del fatto di aver degradato se stesso. Suscitava sentimenti di curiosita' e repulsione, e in qualcuno forse anche di invidia.

"Questi erano individui che consideravano se stessi dei professionisti", spiega Jeffrey Pfeifer, professore di psicologia presso la University of Regina, il quale sta lavorando ad un libro sulla pena capitale in Canada. "Venivano incaricati di portare a termine un incarico sanzionato dal popolo del Canada, ma venivano trattati da paria, e non riuscivano ad avere mai il rispetto della gente. Dopo un po', credo che cio' pesi. I boia sono persone sole". Soltanto una persona con il totale controllo di se stessa potrebbe gestire, o almeno ignorare, tutte queste forze contraddittorie per decine di anni. Un'eccezione e' rappresentata dal boia britannico Albert Pierrepoint, che condusse una vita calma e morì in pace nel suo letto all'eta' di 87 anni, dopo aver giustiziato freddamente oltre 400 persone nel corso di 20 anni. Radclive non era così. "[Ma] se fosse un uomo sensibile", scriveva di Radclive il Toronto Star nel 1900, "non sarebbe un boia. Il nostro sistema ne ha bisogno, ma egli dovrebbe essere trattato come se fosse lui stesso ad essere nel buco della forca".

Il lavoro di Radclive, allora, doveva essere un rituale abietto, qualcosa considerato necessario, ma insitamente repellente. […] Radclive aveva trascorso la prima parte della sua vita nella Royal Navy, dove aveva aiutato con le impiccagioni dei pirati nel mare del sud della Cina. Lavoro' poi come apprendista per il boia inglese William Marwood, l'inventore della tavola del peso e dell'altezza utilizzata per determinare la lunghezza della corda necessaria alle impiccagioni. Marwood era abbastanza famoso (tristemente) da essere immortalato in un indovinello studentesco: "se papa' uccide mamma, chi uccide papa'?". Risposta: "Marwood!".

Nel 1892, dopo molte impiccagioni eseguite con successo in Canada, in un periodo durante il quale aveva anche un lavoro come steward presso il Sunnyside Boating Club, Radclive venne messo nel libro paga federale come boia ufficiale dopo l'azione lobbistica dell'allora premier Oliver Mowat. […] Secondo documenti ufficiali Radclive porto' a termine 69 esecuzioni in Canada, ma il totale delle condanne a morte da lui eseguite fu probabilmente molto piu' alto.

Dall'epoca della Confederazione fino al momento in cui la pena di morte cadde in disuso in Canada dopo le elezioni del 1963, le esecuzioni eseguite nel Paese furono 701. Le impiccagioni a Toronto venivano eseguite in luoghi diversi, fra cui il sito dove sorge l'attuale King Edwards Hotel, nei pressi di Church St. e Court St. […] Nella seconda parte del Diciannovesimo Secolo, le condanne a morte venivano eseguite nella Don Jail. Dopo il 1905 venne abbandonata la forca esterna alla Don e si comincio' a giustiziare i condannati all'interno del carcere e fu qui che ebbe luogo l'ultima esecuzione nel dicembre del 1962.

Grazie alla stabilita' finanziaria avuta col salario di boia, Radclive pote' sistemarsi. Nel 1893 si trasferì in una casa nuova a Parkdale, in Sorauren Ave. a nord di Queen St. W, e in seguito visse nei pressi di Fern Ave. In entrambe i casi si trattava di case in mattoni: la casa di Sorauren Ave. fu stimata 1835 US$ nel 1895, oltre due volte e mezzo in piu' il salario annuale di boia di Radclive, che si agirava sui 700 US$ (lo scorso anno la casa e' stata venduta a 667.000 US$). La casa di Fern Ave., che e' piu' piccola, fu valutata attorno ai 1000 US$. Radclive aveva acceso un mutuo per entrambe le case. Dopo la sua morte salto' fuori che gli abitanti di Fern Ave. avevano "fatto pace" con quello strano residente nel corso degli anni. "I bambini che non avevano paura di lui, gli volevano un gran bene", disse un vicino al Telegram. Il suo nome era presente negli elenchi cittadini, ma contrariamente alla pratica di allora, non vi era indicata la sua professione. Nei registri delle tasse la sua professione risultava essere "impiegato civile". Nel suo certificato di morte, risultava invece essere "sceriffo di grado superiore".

La maggior parte dei boia di carriera venivano distrutti dalla loro stessa professione. Oltre allo stress e all'isolamento causati dal tipo di lavoro svolto, il boia veniva intrappolato nell'ambivalenza nascosta della societa' nei confronti della pena capitale, da coloro che si dichiaravano a favore, ma che trasferivano sul boia il loro senso di colpevolezza e disgusto. "Fra tutti, e' proprio il boia ad essere considerato infame, soprattutto da coloro che appoggiano il suo ruolo nella societa'", scriveva il Globe in un editoriale del 1910, anno in cui venne nominato il successore di Radclive. "Che sia la segretezza o la pubblicita' ad essere piu' demoralizzante per l'opinione pubblica e' una questione irrisolta e su cui si discute, tuttavia l'impulso di nascondere alla vista tutto cio' che e' legato all'atto, sembra nascere dal medesimo istinto che disdegna il boia. Il popolo e' responsabile delle esecuzioni, come di tutti gli atti ufficiali. E' responsabile del metodo utilizzato. Forse cercando una spiegazione al trattamento riservato al boia, scopriremo il bisogno di cambiamenti nelle legge che impone la massima punizione. Si tratta di un argomento spiacevole, ma che riguarda tutti, in quanto funzione pubblica di cui siamo tutti responsabili".

A parte la professione che svolgeva, Radclive era un uomo duro e difficile da addolcire. Nel 1892 diede il via ad una rissa a Hull dopo aver annunciato in un bar di essere stato "chiamato per impiccare un francese" e di sperare che "non sara' l'ultimo". Fu picchiato selvaggiamente e dovette essere salvato dalla polizia.

Alcuni anni dopo a Vancouver, egli propose – secondo quanto riportato dallo Star – di tagliare il codino ad un cinese condannato e di "dividerlo in tanti pezzi come souvenir per l'occasione". In molte occasione si espresse in modi rozzi e volgari che misero in luce il suo temperamento. Era famoso per la vendita della corda (usata o no) dopo le esecuzioni. […]

Ad un certo punto Radclive inizio' a bere un'intera bottiglia di brandy dopo ogni esecuzione. […] Tutti sapevano che beveva moltissimo. […] Soprattutto all'approssimarsi di un'esecuzione, Radclive era sempre molto ubriaco e molto ansioso, nonostante fosse sempre attento che tutto venisse eseguito in modo estremamente competente.

"Non si pensa a English e Radclive come a bevitori occasionali e solitari", riflette Pfeifer. "Erano forti bevitori e bevevano in pubblico, cosa che va contro la teoria che si beva semplicemente per dimenticare. In quel caso, che bisogno c'e' di avere gente intorno? Loro, invece, si ubriacavano in locali pubblici e si vantavano di cio' che facevano".

Verso la fine del 1910 Radclive non si presento' per un'impiccagione a North Bay, non rispondendo ai telegrammi ansiosi dello sceriffo, il quale avrebbe dovuto portare a termine l'esecuzione se il boia non si fosse presentato. Il contratto di Radclive lo vincolava a "tenersi disponibile per tutti i casi capitali in ogni parte del Canada". In un'intervista allo Star disse "un uomo non puo' essere sempre pronto per uno sforzo del genere". […]

Morì di cirrosi epatica nel febbraio del 1911, all'eta' di 55 anni, nella casa di Fern Ave. dove viveva con sua madre. Sua moglie, che l'aveva lasciato, era in Inghilterra con due dei loro figli. Gli altri due vivevano a Toronto, ma – come riportato dal Telegram – "non erano orgogliosi del lavoro del padre". Poco prima della sua morte in un'intervista citata dalla psicologa americana Rachel MacNair, aveva dato sfogo ai suoi demoni interiori: "adesso di sera quando mi stendo, mi appare davanti ogni vittima. Una dopo l'altra, le vedo sulla forca, un secondo prima del loro incontro col Creatore. Mi ossessionano, mi tormentano, mi fanno diventare matto e ho una paura che non ha nulla di terreno".

Fonte : Toronto Star (Patrick Cain e' un editore)
http://www.thestar.com/sciencetech/article/215835

 
 
 
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