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Un blog creato da stagionidiverse il 26/06/2005

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Il caos regna sovrano. (Aristofane)

 
 

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Cina che passione!

Post n°56 pubblicato il 26 Febbraio 2007 da stagionidiverse

Estratto dal sito web:

http://www.komunismo.clara.co.uk/dimenticare3.htm

La pediatra cinese Zhang Shuyun che ha denunciato le condizioni degli orfanotrofi cinesi, ha dovuto lasciare il paese in seguito a pressioni e violenze. Secondo la documentazione della dottoressa, ogni anno muoiono negli orfanotrofi cinesi piu'della meta'dei bambini ospitati. Le sue inchieste per scoprirne le cause non piacquero alle autorita' che finirono per licenziarla.
Dopo anni di ricerche, la pediatra scopri' la verita: c'e'un gruppo speciale di medici che visita ogni bambino e decide se deve vivere o morire. La tv britannica Channel 4 ha documentato lo scandalo. Il film è stato visto in tutto il mondo.

 
 
 

Post n°55 pubblicato il 26 Febbraio 2007 da stagionidiverse
Foto di stagionidiverse

Il SUPPLIZIO degli ORSI in CINA

Tratto dal sito:

http://www.aronne.it/orsi.html

In Cina ci sono circa 10.000 orsi prigionieri per l’estrazione della bile dalla loro cistifellea. Gli orsi sono collocati orizzontalmente in gabbie di ferro o legno che sembrano bare. Viene loro messo un collare di ferro e le sbarre della gabbia esercitano pressione sul loro corpo, per cui sono nell’assoluta impossibilità di muoversi. Un catetere d’acciaio perennemente conficcato nella loro cistifellea assorbe continuamente la loro bile da una ferita sempre aperta. Gli orsi non possono cambiare minimamente posizione e sono costretti a vivere in mezzo ai loro escrementi. Essi rimangono in queste condizioni di sofferenza dai 15 ai 20 anni, tutto il tempo della loro esistenza. Con la zampa raggiungono il cibo attraverso una piccola apertura della gabbia. Per placare la sete devono allungare la lingua per leccare le sbarre della loro prigione. Questi animali provano dolori terribili, la gabbia deforma loro le ossa, sono vittime di piaghe da decubito ed infezioni, sviluppano attitudini autolesioniste, provocandosi, per esempio, delle auto amputazioni e si consumano lentamente in quest'orribile condizione fino alla morte. Sono costretti ad un’esistenza intera di continuo dolore. Qualche orso impazzisce e muore suicida strappandosi le viscere davanti agli uomini capaci di tanta spietatezza.

La bile degli orsi viene utilizzata dai cinesi come ingrediente base di shampoo, afrodisiaci e numerose varietà di
 medicine“miracolose”, secondo una tradizione di ben 3.000 anni.

I luoghi dove si trovano gli orsi in queste condizioni vengono chiamati "fattorie della bile" (ufficialmente ne esistono 247) e - incredibile - sono meta continua di visitatori paganti, che si divertono a vedere le sofferenze di queste creature.

Un servizio realizzato con una telecamera nascosta all’interno di una di queste fattorie del dolore è stato trasmesso dal tg della notte di raiuno il 4 dicembre 2001 ed ha sconvolto gli ignari telespettatori italiani.

Anche se la bile di orso è da sempre alla base della medicina cinese, è riconosciuto anche dagli stessi esperti cinesi che essa può essere sostituita da prodotti di origine vegetale o sintetici, di uguale efficacia, più facili da recuperare e sicuramente più economici. Secondo recenti sondaggi la maggior parte dei cinesi non ha mai utilizzato la bile d’orso e l’85% è favorevole alla sua sostituzione con sostanze sintetiche o vegetali.

Esiste un’associazione, l’Animals Asia Foundation, fondata da Jill Robinson, che dal 1993 sta negoziando con il governo cinese per la salvezza degli orsi. Nelle ultime settimane ne sono stati riscattati 63.

 

 

 

 

 
 
 

Appena meno del silenzio...

Post n°54 pubblicato il 27 Gennaio 2007 da stagionidiverse
Foto di stagionidiverse

Oggi è il 27 gennaio 2007, ieri ho pianto e oggi anche. Non mi frega nulla di chi pensa alla retorica, al sentimentalismo. Accusatemi pure di entrambi.

Federica (si tratta di minore e per rispetto non aggiungo altre citazioni) è morta, tristemente nota a me e a tanti per qualcosa che non avremmo mai voluto sapere.

Volevamo non accadesse, vogliamo non accada ancora.

 

Quando parlo dei miei antenati mi ricordo sempre di aver avuto una lontana parente, bambina, che morì per infiammazione all’appendice. Lo dico considerando che a quei tempi non si operava e non si sapeva operare. Allora di appendicite si moriva.

Si dicono queste cose considerando i tempi cambiati in meglio, certo per questi vantaggi, e il tempo passato, tristemente pesante su persone che nessuna colpa avevano di essere malate.

 

Ieri mi è tornato alla mente, è incredibile dover ammettere che Federica non è che uno dei casi, non l’unico. Ricordo una ragazza morta in uno studio privato anni fa, persone anziane morte sulle ambulanze. Ammalati rifiutati che sono deceduti il giorno dopo, per mancanza di cure e di attenzioni. Eppure non è più storia vecchia di tempi in cui troppi ausili medici non esistevano.

 

Federica, quanto male fa pensare al tuo corpo di sedicenne che non ha più vita!

Quanto è doloroso pensare che io subii lo stesso intervento proprio a sedici anni, dopo un anno di tormentosi dolori all’addome. Saltuari e non meno insopportabili.

Quanto mi duole pensare che i medici che mi operarono furono solerti più di questi,  per questi interventi si restava in ospedale una settimana. Tu avresti dovuto tornare a casa ben più in fretta.

Tu dovresti avere adesso tempo per scrivere sul tuo diario, tu avresti potuto diventare famosa non per questa tua tremenda fine, ma per la tua passione di scrivere. Quando duole sapere che famiglia e amici non vedranno il tuo sorriso per un errore.

E a loro non posso dire nulla. Chi sa consolare una madre spezzata in due?

Posso solo sperare che il tuo ricordo le sia vicino in modo positivo, quanto di te è stato prima di questi giorni disperati. A lei come a tutti gli altri.

E se ti parlo direttamente non è per retorica, non per colpire o ferire, non per sensibilizzare. Soltanto vorrei poter pensare che puoi sentire e penso invece sia impossibile. Ti vorrei dare quella considerazione che l’incuria ti ha negato, strappandoti a una vita serena e a chi ti ama.

Vorrei gridare, ma il tuo sorriso raggela.

 

Non per il dolore, non per il pianto, ma per Federica non permettiamo siano routine, queste carenze. Non lo permettete ancora, fatelo per Federica soltanto, siate severi.

Non mi parlate di disgrazia e di caso, di fatalità e di disperati tentavi di salvarla.

Silenzio!!!

Non doveva accadere,  altro non sono disposta a sentire.

Credo sia giusto punire chi sbaglia in modo tanto pesante, credo che gli ammalati debbano sentirsi sollevati dal finire tra le mani di una persona che ha commesso un errore troppo evidentemente fatale.

Quanti sono disposti a portare una persona di famiglia in quell’ospedale per un intervento?

 

Voglio pensare una carezza agli amici e famigliari di Federica, un abbraccio troppo piccolo per essere abbastanza.

Voglio che si indaghi con attenzione su questi fatti, controllerò che sia così.

Controllate tutti che sia davvero così, facciamolo insieme.

Per Federica.

 

 

 Patrizia P (da Diario Doppio)

 
 
 

Post N° 53

Post n°53 pubblicato il 17 Gennaio 2007 da stagionidiverse
Foto di stagionidiverse

 
 
 

PUGET   SOUND   +    S E A M U S  =    M  U  S  I  C  A  A  A

Post n°51 pubblicato il 07 Gennaio 2007 da stagionidiverse
Foto di stagionidiverse

Si sono esibiti stasera al Puget Sound (un saluto a  Denise!) i Seamus, tributo ai Pink Floyd. Già per chi non li conosceva prima (non li conoscevo infatti) persare a una cover dei Pink pare osare oltre...

Qui si parla proprio di persone appassionate ma incredibilmente bravi anche.

I Seamus hanno tenuto banco senza discussioni, senza un cedimento e sempre con il sorriso sulle labbra, nonostante il concerto si sia protratto oltre il logico. Bravi tutti senza eccezioni, un grazie a tutti loro, indistintamente e una stretta di mano supplementare a Marcello e Mimmo (le due chitarre), ad Angelo (basso) e al cantante (un saluto alla sorella: attenzione a quel piede! per la cortese attenzione al mio mini-chitarrista.

Non credo di esagerare dicendo che conoscevo soltanto la storia del gruppo, adesso sono certa che, oltre a un bel progetto (complimenti!) destinato a tutti gli appassionati, è davvero passione e arte.

Amare i Pink Floyd è facile, con i Seamus diventa anche logico. Non so in che modo spiegare la bravura del chitarrista Mimmo, un vero asso di quelli che si contano sulle dita di una mano.

Esibiscono un sax (Ezio) da far accapponare le foglie rimaste sugli alberi, abbiamo sentito degli assolo di strumenti (diversi non solo il sax) da far paura a gruppi più famosi, anche molto famosi.

Sappiate che ritornano al Puget Sound ad aprile (il 7 se non erro), sappiate che non sono da perdere.

Quando hanno finito di suonare tutti hanno chiesto che ritornassero sul palco, lo hanno fatto e senza risparmio si sono esibiti quasi un'ora con le persone che si alzavano ad applaudire e i gestori del locale che ridevano contenti. Non solo per i guadagni, si sono divertiti anche loro.

BRAVI  S E A M U S !!!

Bravi per il concerto, bravi perchè diffondete una malattia spero contagiosa: la passione per la musica !

Patrizia.

 
 
 

MENTRE   LA   MUSICA...

Post n°50 pubblicato il 31 Dicembre 2006 da stagionidiverse
Foto di stagionidiverse

..finisce (sto ascoltando un cd di amici), auguro un anno misurato a chi legge.

Auguri che sia come voi siete, che vi si appiccichi e vi somigli come avete desiderato.

Torno a trascrivere appunti e a tradurre, cambio icone e catalogo.

Scrivo, mai come ora questa parola suona nelle mie orecchie.

Non voglio svelarvi il senso del mio piacere adesso, non per inutili scaramanzie, ma sono annunci che riguardano e rendono felici pochi intimi amici.

Loro sanno sempre tutto in diretta.

Ho imparato a suonar campanelli per i distratti, il tempo fugge via come le foglie secche.

Ci sono già nuovi germogli, sono i giorni in cui costruiremo, impareremo, agiremo.

Spero saremo molti a poterlo dire, sto lavorando per me, ma lavoro sperando che non sia solo per me.

L'ho sempre fatto.

Vi auguro quello che siete, non c'è augurio più dolce, oppure c'è e io non lo so ancora.

Un bacio a tutti, indistintamente.

Un calcio nei cojotes ai miei detrattori.

Patrizia.

 
 
 

DOVETE      A N D A R E ...

Post n°48 pubblicato il 08 Dicembre 2006 da stagionidiverse
Foto di stagionidiverse

Seguendo musiviaggiando il mio privatissimo chitarrista (Alex) ho scoperto un locale simpatico e interessante.

Si tratta del Puget Sound a Castelletto Cervo.

Inutile dire che la musica è l'elemento essenziale.

Poche serate a pagamento, per il resto gratis e le consumazioni sono a ottimi prezzi.

Non si beve solo al Puget Sound, si mangia anche.

Si ride, si partecipa insieme ai musicisti alla serata, ballare è possibile.

Anche se la gran parte preferisce ascoltare musica e chiaccherare nelle pause e attendendo i musicisti, sempre di pregio.

Dovete provare, dovete lasciarvi prendere dalla musica...

E se ci fosse un minimo irrisolto dubbio...non ci guadagno nulla a dirvelo se non una soddisfazione personale di premiare chi lavora non solo per se stesso, ma per le proprie passioni.

Conosco una persona al Puget Sound e non vi è dubbio: ama la musica!

Quindi a voi un dettaglio, il resto è provare...

Patrizia.

 
 
 

A          R  O  S  A

Post n°47 pubblicato il 07 Ottobre 2006 da stagionidiverse
Foto di stagionidiverse

Questa sera c’è un concerto.

E’ un ritrovo senza scopo di lucro, tanti amici, migliaia di persone sotto il palco. Luci soffuse e sottofondo dei Pink Floyd, volute fumose di sigarette salgono ovunque.

 

Ilaria tiene per mano il suo dolce fidanzatino, hanno trent’anni in due. Gli sguardi sono quelli dei bambini, le voci quelle di due adulti. E ridono, hanno pagato 10 euro e sanno che andranno tutti in beneficenza. Dieci euro a testa per finanziare la ricerca sul cancro.

 

Dieci euro a testa in memoria di Rosa.

 

Rosa, la donna più dolce del mondo, morta di cancro dopo dodici anni di dialisi e mille vicissitudini.

Rosa che voleva ridere e rideva.

Rosa che faceva coraggio agli altri.

Rosa che la amavano le infermiere e i dottori.

Rosa che la amavano anche i sassi calpestati.

Fiore di serra che adesso ride senza esser visto.

 

A pochi passi di distanza c’è Mario e il suo amico Vittorio, hanno appena aperto un negozio di computer. Sono due bravi tecnici, ma agli esordi e senza soldi, però venti euro in due li hanno trovati.

 

C’è una persona che piange sola vicino a un muretto. E’ una ragazza che ha appena perso il padre, per motivi simili e i suoi dieci euro valgono diecimila.

 

Sul palco si affannano i tecnici, corrono i musicisti, ridono due ragazze che danno una mano semplicemente perché sono amiche di Stefano, uno dei tecnici addetti alle luci.

 

E ora, signori, si comincia.

 

Entra uno dei musicisti, un sogno… Le luci cambiano e un riflettore blu illumina il viso del grande artista (scegliete voi il nome che preferite per favore, così nessuno sarà deluso) che presenta in un movimentato italiano pieno di errori (volete capire che l’italiano è una lingua difficile per uno straniero?). Presenta il primo gruppo, dopo aver citato tutti quelli che seguiranno.

Tutti grandi artisti e tutti presenti per Rosa, per chi come lei conosce il dolore, ma ha ancora la speranza.

 

Quella di Rosa, altruista d’eccezione, è solo questo concerto.

 

Il primo gruppo non è composto da musicisti di fama. Sono semplicemente i miei amici che hanno aderito alla mia richiesta, anche se tutti hanno qualcosa a che fare con la musica e altri suonano da tempo con successo.

 

Andrea è alle tastiere, l’ingegnere pianista che vernicia anche le porte dei garage. Me lo ha detto sorridendo che sarebbe stato dei nostri. Ma me lo ha detto con l’anima gonfia d’affetto e di speranza.

 

Marco non può essere che al basso, grande musicista e grande uomo. Serio con il suo strumento amato tra le braccia, sorridente verso il pubblico, pieno di entusiasmo sempre. Me lo ha detto convintissimo che sarebbe stato qui, e mi ha detto che non mancherebbe mai, per nessun motivo al mondo.

 

Alla chitarra, alla prima chitarra, c’è Alex, il  bambino che suona anche per il suo cane Soldo e che strimpella qualunque cosa gli piaccia suonare, anche se non sa ancora le note, anche se sbaglia, anche se sa che deve suonare ancora tanto per diventare bravo come il suo maestro. E c’è anche il suo maestro di musica, Luca, che però suona il violino, in questo caso. Di solito suona anche la chitarra e in entrambe le cose è bravissimo.

 

E’ un onore averlo qui, Luca ha mille impegni, ma mi ha detto che sarebbe venuto perché non potrebbe pensare di fare qualcosa di diverso.

 

Ci sono anche dietro e tutti con il loro strumento i ragazzi e i maestri di musica di Sonoria, compreso il “preside” Gigi, e anche lui suonerà.

 

Una delle voci è un ragazzo di Milano che canta nel suo gruppo, mi ha detto riguardo a questo concerto: canterò per Rosa! E non ha aggiunto altro.

 

C’è alla batteria un ragazzo di 16 anni, promette bene e suona da tempo, non so il suo nome ma ricordo che ha risposto: avete bisogno di un batterista, se sarò all’altezza. Vediamo tutti che la sua dolcezza svetta altissima dietro la batteria rossa.

 

Ci sono tanti dietro le quinte che sfileranno per suonare solo pochi minuti, non siamo riusciti a dare spazio alla generosità e all’amore di chi suona anche per gli altri e non solo per se stesso.

 

Abbiamo altre due chitarre, uno è un fantastico artista che  non poteva mancare, non solo perché è bravissimo, ma anche perché io tenevo alla sua presenza. Perché anche lui ha avuto vicino qualcuno con questo problema, perché dice sempre che non è giusto, come lo dico anche se sappiamo che non basta dirlo.

 

L’altra chitarra è una ragazza che ha imparato a suonare da una settimana e sa suonare solo quel pezzo, ma ci ha messo anima e spirito, perché voleva suonare per chi sta male. Non so neanche il suo nome, ma so che sorride e dice che è una schiappa con la chitarra in mano, forse è vero, ma ugualmente sentirla fa sognare.

 

Tra le voci c’è una ragazza che canta con la delicatezza di Celine Dion, si chiama Marina e ha un’estensione vocale da mito, ma ha deciso di cantare solo per divertimento, quasi come me, ma molto meglio e in un perfetto inglese. Quando le ho chiesto di esserci ha detto: NO! Poi è ritornata dicendomi: SI, non sono capace a cantare, ma non posso che provarci.

 

C’è un ragazzo che si chiama Maurizio e ha deciso di provare a suonare un basso per una sola canzone, è qui perché ha un padre e, come me, sa che sarebbe meglio esser sicuri che sia davvero guarito, ma la certezza assoluta in queste malattie è obiettivo difficile. Siamo però fortunatissimi già fin qui e speriamo ancora.

 

C’è un ragazzo cresciuto che guida gli autobus degli scolari in un paesino, ma ha ancora viva la passione per la chitarra e la musica e non voleva mancare. Anche perché i ragazzi che prendono il pulmino vogliono vederlo e sono tra il pubblico con le mamme e i papà.

 

C’è un maestro elementare, il signor Pino, che vuole esserci a tutti i costi anche se dice di non saper suonare nemmeno una sveglia, però tenterà di dirigere il gruppo e sarà un lavoro durissimo.

 

Abbiamo un altro maestro delle elementari e i suoi colleghi, alcuni, compositore e pianista, il maestro Giovanni che permette ai suoi alunni anche di calpestargli la borsa. E c’è la sua ragazza vicino, dolcissima che ascolta e ride. Non poteva mancare Giovanni, e non sarebbe mancato mai perché gli alunni di Bologna sono tutti davanti a un maxi-schermo ad ascoltarlo.

 

Ci sono moltissime persone nel coro, addestrato con grande passione da alcuni musicisti e coristi. Tra loro abbiamo le infermiere del reparto dialisi, dove Rosa scontava una pena mai meritata e con lei altri.

 

C’è la signora Pina che ha condiviso la pena con lei e adesso gusta la fortuna di non andare più a dializzare, ha ricevuto un rene e dice sempre che è la fortuna davvero grande di vivere una vita vera.

 

Pietro è nel coro, anche lui ex-dializzato, anche lui ancora in cura per la malattia che non vuole lasciarlo mai, ma che viene tenuta costantemente in gabbia, sperando che non riesca più a uscire. Lui era il grande amico di Rosa, quando erano in dialisi insieme e lei gli parlava perché la faceva tanto ridere. E poi, quando lui aveva avuto la fortuna di ricevere un rene e lei no, aveva detto Rosa: meglio a lui, ha i figli piccoli da crescere e io…io ormai posso anche aspettare ancora un po’. Ma aspettava davvero ridendo e senza rassegnazione.

 

Ci sono anche dei medici nel coro dei reparti nefrologia e dialisi, anche loro dell’ospedale di Biella, anche loro non volevano mancare. Uno manca, ma non per omissione sua, per un incidente stradale, e sappiamo tutti che vorrebbe esserci e quindi con noi c’è!

 

C’è una signora che ha un nome strano e anche lei era amica e compagna di dialisi di Rosa, si chiama Poffi e ha sempre paura di disturbare, ma questa sera le abbiamo detto che se canta nel coro non disturba nessuno, in anticipo. Così sappiamo che si sentirà tranquilla e comunque non disturba proprio mai.

 

Ci sono i figli di Rosa, che io non conoscevo prima.

 

Ci sono gli autisti della croce rossa che la portavano in dialisi.

 

C’è Larissa, Matteo, Giuseppe, Massimiliano, Stefania, Donatella, Lucia, Deborah, Annalisa, Renata, Ofelia, Paola e sua madre, Carmela e il suo nipotino, Angelo e sua moglie, un altro Giuseppe, Enrico di Biella, Franco, Romina, Ines (proprio tu cara e fresca sposa!), Vittorio, Raffaele di Milano e la sua donna, un carabiniere tornato per questa occasione da Bagdad, Serena la giornalista, Irene, tre Andrea diversi tra loro, Francesca con sorella e mamma, il padre di Francesca vicino a loro, Maddalena, Andrea bambino e mamma,  Manuel bambino e genitori, altri diciassette bambini che non posso citare per nome e decine di ragazzi dei licei biellesi, Carla e Sergio, una delegazione degli operai tessili biellesi, Dante e figlio e nuora tutti tra il pubblico pagante.

 

Presentati e lasciamoli suonare.

 

No, io resto dietro le quinte ad ascoltare e a aiutare i perplessi.

Al massimo farò qualche foto e scriverò il pezzo di presentazione per il cd, se verrà come speriamo, è sempre registrato dal vivo e i rischi ci sono.

 

Ecco…iniziano ora.

Parte la canzone dolcissima scritta da Elton John: Sorry seems to be the hardest word.  Poi Blue eyes.

Every breath you take.

Rimmel.

Angie.

Alba chiara.

Your song.

I just want you.

Io no.

Dormi.

Sei nell’anima.

 

E tante, tantissime.

Il pubblico che batte le mani e canta. I bambini ridono e le signore si lasciano sfuggire una lacrima.

Una delle nostre cantanti scoppia a piangere a dirotto, ma riesco a calmarla e riprende la canzone dopo, più serena.

Andrea sbaglia una nota e mi guarda allibito.

Alex le prende tutte e ride.

 

Il serpente (finto solo per noi) Snake osserva tutto e Soldo guaisce accanto a me, sperando lo lasci andare un po’ sul palco vicino al suo padrone.

 

Un successo e un vero successo per chi ha bisogno di fondi per proseguire la ricerca, che, ve lo ricordo, pare sia a una svolta seriamente interessante.

 

E, come dicono i Dire Straits, finisce la musica e ce ne torniamo a casa.

 

 

Patrizia.

 

P.S. : Questo concerto è frutto di fantasia, ogni riferimento è da considerarsi puramente dovuto al fine di sensibilizzare le persone verso la ricerca contro malattie che spesso ci privano di persone care come Rosa. Le persone citate sono tuttavia tutte reali e si riconosceranno anche quando non vi sono aperti riferimenti se non il nome. Credo di non offendere la privacy di nessuno dicendo che la mia arbitraria scelta da tutti loro ne sarebbe condivisa a priori. E quando mi sbagliassi prego farlo a commento del messaggio.

Tuttavia questo concerto è esistito, per questi momenti, nella vostra mente di lettori e se vi ha dato una minima emozione, vi prego di considerare che la donazione di organi e la ricerca medica hanno bisogno di tutti, anche di noi. Vi fu un tempo in cui dissi che non avrei mai donato i miei organi, se avessi dovuto decidere io: ho cambiato idea! E sono pentita del solo aver detto, sia pure nel passato egoista.

 

 

 

 

 

 
 
 

ALL'   ECO   DI   BIELLA

Post n°44 pubblicato il 24 Settembre 2006 da stagionidiverse
Foto di stagionidiverse

Gentile Direttore le invio una mail da me redatta e inviata in data odierna all'ATAP, sede di Biella, e per la quale attendo risposta dopo numerose richieste verbali.
La ringrazio fin da ora se vorrà prestare attenzione a questo e ad altri disservizi dei trasporti locali (cui però dobbiamo il merito a molti comuni per i recenti interessamenti e reali soluzioni solamente a loro carico) dei quali mi riferiscono molte persone anziane adducendo addirittura la possibilità di trasferirsi definitivamente dalla nostra ad altre provincie solo a causa di tali disservizi.
Probabilmente a tutti noi che abbiamo mezzi propri per il trasporto (e tuttavia utilizziamo tutti i mezzi di trasporto pubblico attraverso figli e nonni sempre) questo non pare problema così rilevante. Ponendoci per un solo giorno nella condizione di non poter raggiungere un medico per una visita o ospedali o amici o comunque supermercati e negozi, se non a prezzo di pericolosi attese direttamente su una statale di grande transito forse acquisiremmo reale disagi di anziani e studenti.
 
Sono di recente stata a Firenze, Signor Direttore, e le assicuro che, per esempio, per raggiungere il centro storico (cui ovviamente è negato l'accesso a mezzi propri di trasporto se non dei residenti) sono disponibili decine di mezzi a continuo transito, le fermate ogni dove sono regolamentate e le soste possibili. Vero che si sta parlando di grande e antica città, ma Biella non è "inferiore" ad alcuna realtà italiana e il patrimonio culturale e sociale della nostra provincia deve essere da noi promosso.
Se ci aspettiamo aiuti esterni senza metterci in gioco, da cittadini, in primo piano ed in ogni settore, la nostra provincia non progredirà e la fuga di persone giovani e anziane, già in atto, seguirà fino a tristi estremi.
Lo dobbiamo a questi giovani desiderosi di restare o di tornare dopo gli studi, lo dobbiamo ai nostri genitori e nonni, lo dobbiamo a noi stessi, questo progresso verso il quale tanti stanno non consapevolmente camminando.
Ed è interesse anche della stampa locale, segnatamente a Voi/Lei, rendersi compagna indelegabile di tali iniziative lodevoli divenendo più importante mezzo comunicativo, quando e se, la nostra provincia inizierà finalmente a crescere oltre la reale istituzione del solo farsi provincia.
Egregio Direttore, La ringrazio per la cortese attenzione e spero in una sua risposta, sapendo quali e quanti impegni le sono ogni giorno proposti costantemente.
 
Distinti saluti,
 
Patrizia.
P.S.: Gli anziani resisdenti in molte provincie del nord vivono una doppia residenza, quando ciò è possibile, per passare in tranquillità la loro vecchiaia e spesso decidono di trasferirsi definitivamente in altri luoghi. Non sempre questi sono in Italia, non sempre in Europa. Vogliamo farli scappare proprio tutti?
I giovani studenti lamentano mancanza di servizi adeguati e pensano al loro futuro "solo" considerando di abbandonare regione e stato... Perdiamo la nostra risorsa più forte, e questo gioco non vale affatto la candela: meditate e agite in modo positivo.

 
 
 

POLIGAMIA   SIGNIFICA   RISPETTO   DELLE   TRADIZIONI???

Post n°43 pubblicato il 24 Settembre 2006 da stagionidiverse
Foto di stagionidiverse

Voglio segnalare una notizia e un aspetto sociale interessante.

La seguente, per diritto di cronaca, è tratta dal numero 36 di Panorama.

In Francia l’ex lanciatore del disco Jean-Marie Ballo ha costituito la società (cinque anni fa) “Nouveaux pas” (non a scopo di lucro), che si propone la diffusione delle tradizioni africane e lotta contro le pratiche di infibulazione (e similari) e la poligamia.

 

Riguardo all’infibulazione abbiamo già trattato, anche se mai esaurientemente. La poligamia oltre ad essere una importante condizione sociale sfavorevole a milioni di donne (e stiamo parlando di persone residenti in Europa) in ogni aspetto, ha anche una pesante  rilevanza economica verso lo stato di residenza.

E’ frutto, infatti, di consistenti contributi sociali che, spesso, vanno a finire, direttamente o meno, nelle mani del capofamiglia. Non voglio dire che queste non siano dovute e non siano oltremodo necessarie alla sopravvivenza delle famiglie stesse, ma quando la condizione femminile viene, con la poligamia, calpestata siamo tutti in dovere di seguire le indicazioni e l’ideale di Jean-Marie Ballo.

In Francia ormai da tempo l’istituzione stessa promuove direttamente e gratuitamente la diffusione rispetto a queste realtà sociali alle donne interessate. E lo stato mette a disposizione di tali donne la possibilità di trasferirsi in appartamenti dove vivere con i loro figli abbandonando una situazione insostenibile. Monsieur Ballo infatti proviene da una di tali famiglie, originario del Mali ha vissuto anni ascoltando la madre litigare con le altre mogli del padre, sopportando momenti difficili che certo non conoscono in questo modo i figli dei monogami.

Lungi dall’essere soluzione di ogni malversazione famigliare la lotta contro tali tradizioni resta però un passo fondamentale per camminare insieme, uomini e donne, europei e africani, persone provenienti da ogni stato intercontinentale verso il vero “essere umano”.

Pensare tale situazione (la poligamia) come normale e giustificabile è errato, spesso ha un solo usufruttuario del benessere famigliare e le donne che la subiscono, in Europa come in altri paesi, sono davvero decise a mutare per sempre la loro condizione umana.

Sia chiaro che il benevolo interesse di Jean-Marie è ostacolato dai mariti poligami che lo definiscono un “rovina-famiglie”.

Il costo sociale ed economico di infibulazioni e poligamie “interamente” grava sugli stati di appartenenza costretti a provvedere fisicamente a tali ingiustizie qualora i suddetti promuovano (come la Francia) il rispetto e il diritto dell’essere umano a un trattamento adeguato alla sua realtà.

Un plauso a Jean-Marie Ballo, a Nouveaux pas (significa : nuovi passi) e all’apertura mentale dei Francesi, in questo caso rivolti verso un futuro troppe volte auspicato e spesso mai prefissato.

Sulle strade giuste l’asfalto multicolore della libertà.

 

Patrizia.

 
 
 

MEDAGLIE   SEMPRE   DOPPIE

Post n°42 pubblicato il 16 Settembre 2006 da stagionidiverse
Foto di stagionidiverse

Il giornale è chiuso vicino a me.

Mentalmente sfoglio pagine lette e immagini.

A volte un semplice insieme di notizie appare quasi sconcertante e scoccia passi in silenzio.

Troppe cose passano senza troppo rumore in questa nostra società.

In una pagina, una soltanto, si parla di violenze sessuali (addirittura pare ci siano stati casi inventati ultimamente), ragazze e donne.

In qualche caso gli autori (miseri autori) sono stati arrestati e puniti, giustamente.

Forse non basta punire quando, ormai tardi, si sono svegliate le coscienze (risvegli che durano appena pochi minuti) a causa di una “infausta” notizia. Già! Pare sempre sia accaduto altrove, sempre è troppo lontana la sede del misfatto.

 

Svegliamoci?!

Siamo nell’era della rapida e certa comunicazione.

New-york non è mai stata così vicina. Nel reale come nel virtuale.

Niente in termini di velocità comunicativa, e non solo, ci viene negato. Eppure una ragazza (ex vittima di stupro) uccisa alle sei di mattina a coltellate a pochi chilometri da casa nostra ci pare così lontana. E qualcuno osa anche dire (potessero i morti parlare!) che, se quel tipo continuava bisogna pur che lei gli desse qualche chance.

Se non bastasse pochi mesi e tutti, parenti a parte, se la sono del tutto dimenticata.

E’ il tempo che dura una notizia di assassinio, una vittima già stuprata dallo stesso uomo…

Uomo!

Come mi pare infausta, in questo caso, questa parola.

L’acqua è passata e di lei non ci si ricorda, se non quando accade un caso simile.

 

E allora puniamo, quando è ormai davvero tardi.

A volte così tardi che neanche punire serve più.

 

Invece dire che sarebbe ora di togliere questi dannatissimi veli sul sesso (sulle immagini di sesso i veli li hanno ormai tolti tutti e non da ora!), in quanto atto normale, non deviazione morbosa di alcuni scalmanati.

A dirla tutta…nessuno è immune, miei cari, neanche il più fradicio dei perbenisti.

E finché si trattasse di questo avere pulsioni sessuali nei confronti dell’altro sesso (di adulti sto parlando) mi pare assolutamente normale.

Lo vogliamo insegnare a chiare e grandi lettere che passare alle vie di fatto (e non solo quando si tratta di sesso) richiede il “CONSENSO” della controparte?

Vi pare così semplice che non serviva dirlo?

 

Sbagliate. Per un gran numero di persone avere o no quel consenso non è cosa determinante.

Non mi riferisco a uno dei sessi, nessuno dei due è immune da nulla.

E’ una mera questione di morale.

La morale non è moralismo.

Perbene non è perbenista.

Umano non è maschile, si estende a entrambi i sessi e alle sue varianti, tutte!

 

Una gentile ragazza ha visitato il mio blog e poi, sul suo, ho letto un’esortazione a pubblicare qualcosa su altri blog contro la pedofilia.

E’ una solerte iniziativa, se non altro terrà la luce a lungo accesa su un problema irrisolto.

Io però voglio usare quello che meglio conosco, evito quel copia-incolla non per snobismo (non mi si addice) ma perché spero di dirlo meglio con le mie parole.

Finché ragazze giovani come questa (scusa se non ti cito) sentono loro un problema che è di tutti…eh…fino a che sarà così abbiamo ancora speranze.

Dai politici però spererei qualcosa di più di tante parole alle vigilie di improbabili elezioni e qualche legge che tenga conto degli aspetti morali e medici, di ciò che causano questi comportamenti sull’individuo.

 

Grazie, miei cari, di non esser mai presenti quando il vostro lavoro sarebbe più necessario.

Un grazie vero, invece, a tutti coloro che cercheranno e appoggeranno questa e simili iniziative.

E a questa ragazza sensibile.

 

Alcune pagine avanti il giornale riportava un’inchiesta e l’intervista a quattro donne che si prostituiscono e non sempre per il solo guadagno.

Non una sola pagina. La prostituzione è sempre una grande notizia.

Ci fa piacere saperlo, intanto.

Ci fa ancor più piacere sapere che esiste una professionista che doveva capire perché la attirava la prostituzione. E dobbiamo capire se serviva essere violentata sul serio per capire che queste cose, di notte e con un simile lavoro, accadono.

Come prendere a calci le prostitute che lo fanno veramente per denaro!

Missione umanitaria?!

Abbiamo poi una donna in carriera a cui piace ricevere denaro dagli amici, 500 euro per volta???

Una studentessa che ci si paga le canne, le uscite del fine settimana e varie cose…dice che la colpa è della parità!!!

Perché, appunto, raggiunta questa gli uomini non pagano più come prima.

Forse pretende che io mi penta d’esser femminista…

Non mi sfiora nemmeno questa idea, però ho dubbi sul fatto che tutti comprendano il femminismo. Comprendo però ampiamente i problemi di aver pochi soldi in tasca, mi capita così spesso.

E, dulcis in fundo, abbiamo la cubista che arrotonda e ci spiega anche quanto duro sia il suo lavoro.

Solo, anima mia, non andarlo a dire alle operaie (tanto per fare un caso) che lavorano otto ore in una tessitura, potrebbero perdere un po’ la pazienza e risponderti male.

 

Sarà un caso questo assortimento di articoli?

Passa qualche messaggio subliminale?

Non ci sto, non mi piace.

Vogliamo più donne (quelle con …ci siamo capiti vero?) nelle redazioni a bastonare i palinsesti.

Qualcosa di più serio.

Non biasimo gli articoli, pretendo più spazio per le soluzioni.

Non li chiedo ai giornalisti, ma esorto chi può proporre leggi, chi ha voce e quella…adesso la abbiamo quasi tutti.

 

Un po’ meno bandiere cattoliche, please, e un po’ di sano realismo.

Tra i clienti diurni di una delle quattro signore, ovviamente, vi sono anche dei preti e…ve lo assicuro sono ben nascosti anche in altre realtà, a caccia di sensazioni negate.

E se li lasciassimo sposare???

Questa piccola idea insignificante non tocca ancora le corde del soglio pontificio?

Aspettiamo…forse i nipoti dei preti di oggi avranno una moglie!

 

Patrizia.

 

 
 
 

NON E'  LA   MORTE

Post n°41 pubblicato il 15 Settembre 2006 da stagionidiverse

Io temo il niente, il non esserci, il non poter dire d'esserci stato...

(forse non precisamente citato)...

Addio grande donna!

Patrizia.

 
 
 

SCANDALO   PUBBLICITARIO

Post n°40 pubblicato il 10 Settembre 2006 da stagionidiverse

10 settembre 2006

Leggendo un settimanale piuttosto noto mi soffermo a leggere la notizia della vicenda Omnitel riguardo alla pubblicità televisiva interpretata da Silvio Muccino.

In breve si tratta di questo: la pubblicità, ispirata al film Il laureato, sintetizza il cambiamento di idea di una “quasi sposa” che decide, appunto, di scappare su un motorino con il simpatico attore. Evitando così il matrimonio.

La pubblicità è ironica, scanzonata e divertente,  non si riferisce affatto a nulla di particolare e credo sia stata interpretata, più o meno, in questo modo da tutti.

 

In ogni caso pare sia foriera di istigazione alla vita da single (credevo che i suddetti decidessero da soli se stare in coppia o no…non mi ero accorta che si ispirassero alle pubblicità!), contro il matrimonio e,  mi pare ovvio, contro la religione cattolica.

 

Oltre alle pesanti accuse l’indicazione (trasversale o per nulla) verso Omnitel ad allontanarsi da questo stile pubblicitario pena qualche autorevole citazione del suddetto caso, in momenti poco opportuni.

Omnitel ha ritirato la pubblicità (amatissima dai ragazzini per la sua simpatia) affermando che era terminato quel ciclo e non è stato fatto certamente in risposta alle accuse.

 

Questo il fatto in sintesi sintetizzatissima!

 

Vorrei accendere un lampione…più che una luce!

Prima di tutto chiarire che stiamo parlando di una pubblicità, e tutto mi si faccia credere tranne che i consumatori siano un branco di salami pronti per l’insaccatura.

Bravi i pubblicitari a reclamizzare un prodotto. Se poi il prodotto non funziona o se la pubblicità è lesiva o offensiva, statene certi, la “signora Maria” (l’ipotetica signora Maria che rappresenta milioni di persone) cambierà gestore telefonico…soltanto se le conviene!

Ma se la pubblicità è davvero “pesante” forse la signora Maria non terrà del tutto conto di pochi centesimi risparmiati, supposto che sia questo il caso.

 

Quindi se si trattasse di un caso di mancato rispetto il grido di dolore sarebbe di Omnitel, non certo di qualche personaggio di questa o altra opinione.

Questo tipo di grida significano euro che non arrivano alle casse…

Senza voler difendere nessun gestore telefonico (più che difenderli, tutti, bisognerebbe spiegar loro che anche tante piccole furbizie non sfuggono alla signora Maria!), credo che sappiano sempre molto bene che tasti “pigiare” per evitare.

Mi sono premunita anche di intervistare la signora Maria in proposito.

 

Pare che anche a lei la musica dello spot sia piaciuta, e la simpatia di Muccino spesso le ha fatto abbandonare il risotto di piselli, ma solo per pochi secondi, per osservare la scena. Scena che, a suo parere, non contiene nessun messaggio subliminale o occulto e nemmeno palese che sia contrario al matrimonio, alla maternità e contro ogni forma religiosa.

Anzi, aggiunge che spesso ha sorriso pensando che certe pubblicità la distraggono dai fornelli, ma piacevolmente.

Per dovere di cronaca: la signora in questione è sposata felicemente, non cova nell’animo l’idea di divorziare da Aldo (il marito), non possiede neanche un cellulare e i nipotini le hanno spesso corso attorno gridando: NO!!!

 

Che interessi o non interessi: sono della stessa opinione della signora.

 

Per una bella pubblicità (nel senso che sia divertente o simpatica da vedere) possiamo anche abbandonare per qualche secondo una cotoletta sul fuoco, ma neanche qui è mai morto di fame nessuno.

Da qui ad acquistare o declamare un prodotto pubblicitario ne corre.

Il punto è che la pubblicità davvero ci informa a suo modo e ci piace, poi è solo una prova preliminare, l’utilità e la qualità del prodotto a determinarne il successo.

Non basta farci sorridere per ottenere la nostra condiscendenza.

Certo, guardando sappiamo cosa offre il mercato.

Il consumatore però, dato che per il naso non ama esser preso, non considera tutto scontato solo perché viene da una fonte esterna. La pubblicità più seguita, in termini di efficacia reale, è il consiglio della collega che ha “già” provato, del cugino che ha “già” acquistato.

E questo i pubblicitari lo sanno bene.

Condiscono gli spot di belle immagini nella speranza che molti provino quel prodotto e che lo dicano, che lo consiglino ad altri.

L’anima del commercio è anche puntare sul reale, i consumatori non vivono d’aria!

 

C’è ancora una considerazione. Oltre ad esser consumatori (e lo siamo tutti) siamo persone e quindi se lo spot di cui si parla non fosse ironico e anche auto-ironico certamente il discorso sarebbe più importante. Impossibile estrapolare una scena (l’attrice che abbandona l’altare) per giustificare una mancanza di rispetto verso il cattolicesimo. Vero che alle false grida di dolore siamo abituati, ma temo il calo dei matrimoni sia dovuto all’impossibilità di trovare lavoro, casa, uno straccio di autonomia, finalmente, dagli amati genitori.

Questo  in parte, c'è anche chi vive da single per scelta, speriamo possano mantenere il libero arbitrio in questo settore! A meno che vogliamo tutti aprire un'agenzia matrimoniale.

Non mi risulta che siamo in maggioranza i clienti omnitel single…mi risulta invece che siano in maggioranza i ragazzi che non riescono a spiccare il volo verso una “loro famiglia” perché lei lavora saltuariamente e lui non guadagna molto. Impossibile stipulare un contratto d’affitto senza dover pensare di poter essere ancora aiutati dai genitori…

Quindi eviterei di dire a queste persone che sono ancora single perché usano una sim di questa o quella compagnia telefonica… Mi pare un po’ troppo simile alla favola di cappuccetto rosso.

Quando poi queste accuse vengono da un professionista affermato o da una signora che ha sette (dicesi sette!) figli mi si pongono altri interrogativi.

Che siano ben sicuri, questi signori, di aver considerato il presente prima di parlare?

Non so, il problema è loro.

E aggiungo, non senza un pizzico di ironica provocazione, ma…come? Parlate di single come se si trattasse del male del nostro secolo e non considerate che un prete cattolico non ha la possibilità di sposarsi e avere una famiglia?

Chissà che sim usano i preti…

 

E così, mentre uno dei vantaggi (sebbene costoso) del nostro progresso pare sia diventato “il lato sinistro” , il demonio conquistatore della nostra “ignara” società, invece i reality padroneggiano nei televisori, imperturbabili e portatori di cultura, benessere e forieri di un futuro migliore.

Che culo abbiamo!

 

E grazie, mille grazie per averci, ancora una volta detto, come dobbiamo agire…perché da soli, in questo mondo di perdizione e di pervertite immagini non sapremmo certo cavarcela!

Non sarebbe male, anzi, agire direttamente su qualunque strumento di “tortura”.

Che le pubblicità escano con il bollino (non quello rosso) a grandi lettere sullo schermo: VADE RETRO SATANA!

Più o meno come le scritte sui pacchetti delle sigarette (si, fumo…ma inquino meno di quel pirla che sta mezz’ora sana tutti i giorni fermo ad aspettare con l’auto accesa!).

Diteci cosa fare!

Dividete le acque, moltiplicate i pani e i pesci…e, se vi resta il tempo, provate a considerare che state mettendo le parole in bocca a qualcuno che non le ha mai dette.

 

Questo perbenismo da macero sembra non poter aver fine, ma gridiamolo comunque: dalle pubblicità non ci aspettiamo nessun modello di vita.

I miti non vanno abbattuti: meglio non crearli!

 

Patrizia.

 
 
 

Infibulazione e circoncisione

Post n°39 pubblicato il 20 Dicembre 2005 da stagionidiverse

Leggo, tra le notizie di oggi, che alla Camera è passata (alla quasi unanimità) la legge che vieta l'infibulazione in Italia. L'approvazione di tale legge era scontata e già ne avevano parlato i giornali.

E' previsto il carcere da 4 a 12 anni.

Leggo però anche, da altra fonte (Umanità nova) che la legge riguarda appunto solo la parte punitiva (come dire: chi ha già subito si arrangi) e fa una distinzione che neanche io approvo.

Citando la legge (in parte):

"...per garantire l'effettivo rispetto del diritto alla dignità personale e all'integrità fisica e morale, nonché della cultura italiana."

Nemmeno io mi spiego la sottolineatura sulla "cultura italiana", né mi sento di dire che sia possibile prenderla a simbolo di perfezione sul rispetto della dignità umana.

Altrimenti mi si deve spiegare come mai, ancora oggi, in un ospedale viene rifiutato un ricovero ad una persona che poi muore girovagando per ospedali nelle ambulanze, oppure come mai una donna viene violentata in presenza di persone che passano ignorando il fatto. Non sto citando fatti accaduti mille anni fa!

E lo dico pure ammettendo che si fa presto a parlare e risolvere è più arduo. Non sono certo il baluardo di perfezione umana e non ho tutte le soluzioni. Mi pare che la frase della legge sia infelice perchè, come dice anche l'articolo citato (Umanità nova), sembra quasi che ci stiamo difendendo da "barbari invasori".

Sono assolutamente contraria alla pratica dell'infibulazione, menomazione dei genitali femminili, oltraggio fisico e morale alla persona. Oltraggio che, a volte,  impedisce anche di avere gravidanze normali e prive di inutili rischi.

Anni fa, tanti, vidi (alla Rai e non ricordo la rete e il programma che comunque ringrazio per avermi illuminato in materia) un servizio giornalistico su questo diffuso problema. Alle bambine viene praticata (ma varia a seconda delle zone) ovviamente senza alcuna anestesia. Ma quanti hanno avuto modo di vederlo?  E, ancora, se una legge è tesa a risolvere un problema così importante perchè non si è pensato a dare spazio all'informazione medica?

Cito testualmente da un articolo dell'ufficio stampa della regione Toscana, che parla dell'unico centro europeo per la cura e la prevenzione delle malattie portate da queste pratiche. A Carreggi, istituito dalla giunta regionale.

Una nota di merito a questa iniziativa, si va oltre l'approvazione di una legge monca della parte assistenziale.

Cito appunto, per chiarezza e per chi non sapesse di che si tratta:

Le più praticate sono la clitoridectomia (asportazione parziale o totale del clitoride), l’escissione (asportazione della clitoride e delle piccole labbra) e l’infibulazione, che oltre a clitoridectomia ed escissione prevede anche il raschiamento delle grandi labbra, che vengono poi fatte aderire e tenute assieme, cosicchè rimane solo una piccola apertura per far defluire urina e sangue mestruale.

E se non fosse chiaro, da altra fonte appreso, aggiungo che per permettere i rapporti sessuali, quando la bambina raggiunge l'età per il matrimonio, l'apertura della vagina avviene usando un coltello, da parte del coniuge. Ciò appreso da altra fonte.

Non voglio enumerare le malattie (assolutamente gravi)che si rischiano tramite queste pratiche, non ne faccio una bandiera contro alcuno, dico solo che sono sbagliate.

Voglio sottolineare anche, dato che l'umanità non deve aver parte in alcun modo, che anche la pratica della circoncisione non è giustificabile più in senso igienico.

Da fonti mediche pare che appunto la circoncisione dell'organo genitale maschile, oltre a dare problemi di natura sessuale e, più nello specifico, di sensibilità, affatto serve all'igiene. Ammetto che prima di interessarmi anche io credevo che la circoncisione fosse praticata a questo scopo, quindi utile.

In campo medico, invece, si asserisce che una pulizia adeguata, o inteventi mirati IN CASO DI PROBLEMI, sono la soluzione e la circoncisione non ha "nessun senso d'essere se non in ambito religioso".

Questo a quanti ancora oggi spacciano per utile una mutilazione che non serve se non in casi particolari, e fermo restando che dire un'opinione non significa certo mancare di rispetto al alcuna fede religiosa.

Solo evitiamo di spacciar lucciole per lanterne.

Anticamente in Italia il cattolicesimo perseguitò i mancini come esseri demoniaci (la parte sinistra era vista come appartenente al diavolo) e ancora oggi esistono mancini cui è stato imposto forzatamente di scrivere con la mano destra. Inutile dissentire, ho conosciuto personalmente una di queste persone.

Questo non significa che essere cattolici sia sbagliato, significa semplicemente guardare ai fatti ad occhi aperti, non negare l'evidenza di un errore.

L'infibulazione è un atto sbagliato. La circoncisione non previene infezioni e i mancini non sono figli di satana. L'elenco è lungi dall'esser completo. Solo per citare altri esempi, non puntando il dito solo verso un errore di parte, apparente. Pare tutto scontato. Lo è? Credo che se legge doveva essere siamo pure in ritardissimo, ma le leggi ritardatarie spesso sono una norma in troppi campi.

La legge punisce, in Italia e da ora, coloro che  praticano l'infibulazione. Ma la legge non dice che assistenza offre alle donne che hanno necessità di cure e di operazioni, in caso sia necessario. E la legge non ci dice come intende operare in campo divulgativo, per chiarire anche in ambito medico, a tutti, quanto sia dannoso operare mutilazioni. Mi pare sia questo il fulcro del problema, chiarire con i fatti alla mano a chi è convinto ancora che questa pratica sia possibile, quanto è lesiva e pericolosa, realmente ed effettivamente. Anche essendo informata da tempo su cosa sia l'infibulazione non sapevo che potesse dare origine anche a tumori benigni, per il resto vi rimando agli articoli citati ed altri.

Nessuno ha pensato di chiedere, operando in tale ambito, ausilio tecnico ai medici per la pratica della circoncisione, almeno quando viene praticata a un minore. Fermo restando che l'infibulazione resta un problema medico di grande impatto, e sia moralmente che fisicamente si tratta di menomazione invalidante e diversa dalla circoncisione. Se però parliamo di dignità umana, mi si deve spiegare perchè non si opera chiarezza anche in senso maschile.

Per informarsi bisogna cercare, leggere, estrapolare. Farsi domande e seguire i dubbi e darsi le risposte cercando in varie fonti.

E, a volte, il silenzio è  lesivo della dignità umana.

Patrizia P.

P.S. : In caso qualcuno volesse approfondire segnalo alcuni link di seguito:

http://www.benessere.com/sessuologia/arg00/infibulazione.htm

http://www.rai.it/news/articolonews/0,9217,45207,00.html

http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio2005/un26/art3848.html

http://primapagina.regione.toscana.it/index.php?CODICE=3051

 
 
 

Post N° 36

Post n°36 pubblicato il 22 Novembre 2005 da stagionidiverse

Un grazie, sincero, a tutti quelli che, raccontandomi fatti reali e se stessi, rendono possibile il mio inventare storie e pensieri.

Certe fiabe hanno delle belle radici nelle persone che conosco, grazie, siete tanti e non citabili ad uno ad uno.

E mille baci, dolcissimi.

Patrizia.

 
 
 
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DA UNA MAIL RICEVUTA...

"Prendendo in esame le ultime scoperte della comunità scientifica mondiale,
l'autore parla di cosmologia, ovvero lo studio della natura dell'universo.
Servendosi di Einstein e delle sue teorie che spiegano i legami tra
relatività e cosmologia, Aczel ci spiega come il grande scienziato si sia
praticamente trasformato nel portavoce di Dio rivelandoci le verità
fondamentali dell'universo in cui viviamo. In realtà lo studioso, quando nel
1912 dedusse dai suoi calcoli che l'universo era in continua espansione,
ritenne implausibili le conclusioni della sua scoperta e inventò una
costante matematica (la "costante cosmologica") che ovviasse al problema.
Oggi la scienza conferma sempre più quell'ipotesi di novant'anni fa."

Eheh...scommetto che solletica il tuo interesse!

Ti voglio bene!
 

...MAIL ARRIVATE, GRAZIE!

Ciao Pat anche a me ha fatto molto piacere sentirti, poi sei sempre un
vulcano di idee, di robe da fare, di progetti che dai sempre il buon
umore! Si è vero sono felice e delle volte mi sembra di essere dentro un
film, non sono molto abiutuato ai sogni che si avverano, e forse tu eri
una delle poche persone che sapeva del mio di sogno e il bello che ci
credevi più di me.
 

...MAIL...

Cara Patrizia,
...che tristezza nessuna tua mail, oggi!

 

Quanti anni hai Vasco

 

 


Quanti anni hai
stasera
quanti me ne dai...
bambina
quanti non ne vuoi
più dire
forse non li vuoi
"capire"...
Ti ho pensato sai...
stasera
ti ho pensato poi...
la sfiga
mi ha telefonato lei
per prima
non ho saputo dir di no
lo sai che storia c'era

Dopo dove vai
stasera
sai che non lo so
bambina
certo che tu no
non sei la prima
e di certo no
non sei la più "serena"
Quello che ti do
stasera
è questa canzone
onesta e sincera
certo che potevo sai
approfittar di te
ma dopo come facevo
a fare senza .....se

Meglio che "rimani"
a casa
meglio che "non esci"
stasera
perché la notte non è più
sicura
e non è nemmeno più
sincera

Quanti anni hai
stasera
sai che non lo so
bambina
forse ne ho soltanto qualcuno... qualcuno
...più di te
ma è la curiosità
che non so più cos'è.

 
 
 
 

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