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Un blog creato da stagionidiverse il 26/06/2005

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« Solo musica.Messaggio #36 »

Post N° 35

Post n°35 pubblicato il 21 Novembre 2005 da stagionidiverse

LA   PRINCIPESSA   NEL   BACCELLO

 

 

 

C’è (nel passato faccian come gli pare) una principessa, che ha dire il vero non ha quarti e ottavi di nobiltà, ma anima regale (cosa che non costituisce parte di merito comunque) di cui vorrei parlarvi.

Da un lato è la nobiltà fatta persona, dall’altro pare l’orco Bonifacio (lo conoscete vero l’orco Bonifacio che tutti chiamano Boni e che vive nell’ultima foresta a sinistra del parco dei cigni, quello dove ci sono i cigni, ma ha altro nome?).

Per esempio si addormenta così piano, ma piano che le fate per non svegliarla congelano i rumori, quando son gelati li portan lontano, a casa di un tipo moooolto antipatico e li rompono lì, così quello non dorme mai. Infatti è sempre più antipatico perché dorme poco, e più è antipatico più le fate ci dan dentro coi rumori.

La morale è: non state sugli zebedei alle fate!

Dorme piano, si diceva, e ha pure il sonno leggero come la piuma che ha perso l’anno scorso la pernice azzurra della fata Turchina (famosa assai la tipa, ormai entra in una fiaba solo se le paghi la presenza in euro zecchini). Se sotto casa passa una mosca che non ha fatto la revisione del motore, si sveglia subito.

Questa mattina, per esempio, dev’esser passata una mosca perché l’ho vista prendere un caffè alle 7 esatte. Raccomando caldamente alle mosche di fare le dovute revisioni.

E agli autisti dei tir stranieri di non suonare tutti i campanelli per sapere dove “porco-giuda” andare a scaricare. Quelli svegliano anche chi ha mangiato pesante.

Sonno lieve, dunque, e sonno pieno di sogni.

Li confezionano per lei in Perù, appena sotto le Ande, ma anche sopra. Se capita.

Ci sono degli indio che passano giorni a confezionare sogni per lei.

A volte le preparano un sogno facile, tipo la costruzione del ponte sullo stretto di Messina. Facile, ma piuttosto un incubo che un sogno. Lei vede i siciliani, quasi tutti, indicare strade e palazzi, vie e chiese e inveire contro il ponte. Lui, il ponte, se ne frega altamente (ormai nel sogno è costruito), li guarda con occhi attoniti (che hanno solo i ponti sugli stretti), e se ne sbatte i cavi portanti.

Dall’altra parte inveiscono, in calabrese strettissimo, i calabresi, appunto.

Non è un bel guardare perché ci sono proprio tutti, anche la signora Maria con la lupara del nonno, Davide con la fionda (è un bambino!), e Dante. Lui è tutto un programma di persona. Ha deciso di metter tutti al loro posto e, allora, appena ha tempo, prende un taccuino e ci scrive i nomi. Dal lato buono quelli che andranno all’inferno, dal lato inverso quelli che andranno in paradiso (per il purgatorio bisogna aspettare che la madre gli regali un altro taccuino).

Berlusconi è segnato dal lato buono. Dante dice che se non ci va lui, all’inferno, con quel mestiere che fa (pare sia diplomato in “consentite”  e in “rompematica applicata” e le conosce davvero a menadito ‘ste materie), meglio togliere l’inferno dal taccuino.

Dal lato cattivo, in paradiso, ci sta un panettiere che fa male il pane perché è sfigatissimo (gli si ammalano tutti i parenti di malattie brutte, mica è sempre giusto il mondo). Un altro panettiere che fa il pane buonissimo e che fa ridere i bambini tanto è buono, poi ridono le mamme perché il pane fa bene sempre, anche quando hai mangiato pesante.

C’è un medico bravo (ma tanto che lo chiamano anche le fate, in caso di necessità) e buono che ha pazienza sempre. Che la perde poche volte, ma la perde e poi si pente. Un giorno l’ha persa perché gli hanno telefonato che sua moglie stava malissimo e si è messo a gridare. I pazienti capiscono e non capiscono. Ma un dottore a cui si dice che sua moglie sta male e lui è lì a curare altri e non può stare vicino, sempre, a lei, la pazienza la deve perdere per forza. Oppure gli tolgono le coratelle e anche il fegato.

Quindi se il vostro dottore grida all’improvviso non chiedete MAI come sta la moglie, ma guardategli gli occhi e abbiate cura di dire tutto bene e uscire presto. Così lui va dalla moglie e torna ad essere un medico paziente, o un paziente medico.

Dal lato buono, quello dell’inferno, c’è un ministro del bilancio, del tesoro, del che-cavolo-gli-pare-a-lui (mi rifiuto perfino di citarlo), che a scuola era molto bravo in matematica, un genio diremo. Genio in matematica, ma la maestra gli faceva fare i conti in lire e con l’euro non ci prende. Ha fatto tali buchi neri, nel bilancio dello stato, che gli astronomi lo adorano, perché non devono star svegli di notte per osservare il cielo.

Poi va a raccattare le monetine nelle fontane, tutte, rubandole ai barboni e le porta alla banca d’Italia. Una banca famosa quasi quanto lo Ior. Quando Berlusconi gli chiede come va lui risponde, semprissimo, che va tutto bene e chiude i buchi con le dita. Ormai però non ha più dita, pensate voi con cosa chiuderà il prossimo buco. Sua madre, di tanto in tanto, lo chiama al cellulare per dirgli che non le bastan i soldi (a lei che ne ha parecchi) per prendere la frutta al canarino. Lui abbozza e le invia un camion di meloni sequestrato dai Nas.

Poi c’è la signora Maria 2, quella che cade con la bicicletta contro le auto di passaggio. E’ tanto buona la signora Maria 2, una stella. Ma va in giro con un bici tutta rotta e io vorrei dire, a marito e figli, che a mamma si può anche regalare una bici nuova, così butta via quel catorcio. Perché è pericoloso, parecchio e tanto. Questa volta è caduta e ha preso uno specchietto retrovisore, l’auto andava piano e, sopra, c’era anche un bambino dolcissimo che l’ha fatta sentire bene, mentre la mamma sua mugugnava, incavolatissima per la paura, preoccupata che non accadesse, dopo, qualcosa di male.

La signora Maria 2 sta dal lato del paradiso, ma se non le prendete una bici nuova ci andrà troppo in fretta, quindi se ci tenete anche voi, come me, sapete che fare. A meno che non siate parenti di quel ministro del bilancio. Nel qual caso mettete entrambe le mani in basso, sul cavallo e sul pony dei pantaloni, e attendete giustizia divina.

Dal lato dell’inferno c’è anche un direttore della Rai che mette:

i film migliori a notte fonda su Rai 3

i programmi migliori su Rai 3

Piero Angela su Rai 1

altri bei programmi, pochi pochissimi, su reti a caso.

Per il resto fa un casino nei palinsesti (che vuol dire proprio tagliar pali in sei parti, infatti quello fa in ufficio) che la tv la guardan proprio in pochi e quando non han nulla da fare. Ma nulla nulla. Che se hanno le lasagne in forno, le donne (e qui si parla d’anime poliedriche che cantano anche l’Aida mentre fanno tre cose contemporaneamente) per non subire metamorfosi negative, la tengon spenta.

Figuratevi Mediaset.

Il cane del mio vicino ha avuto tre volte i vermi, abbandonato a Canale 5 dai padroni distratti. La sorella del rappresentante di oli usati si è fatta ricoverare in neurologia una settimana per disintossicarsi da Beautiful (da grande dipendenza, entra in circolo nei neuroni pure). E Eulalia, la zia di Filippo, quello che fa il meccanico alla Lancia da una vita, si sta curando. Speriamo tutti, tutti quelli che le voglion bene. Le hanno fatto già tre trasfusioni per toglierle la realite. Brutta infiammazione, perniciosa davvero.

La si prende lentamente, ma è inesorabile. Poi accendi, accendi e ti pare di essere in case chiuse, dove ti guardano anche se fai pipì, ma è tutto frutto della tua immaginazione.

 

La fiaba?

Ma se è qui sotto!

La principessa sta dormendo, per questo scrivo piano, se la sveglio mi spiace.

Lei, ad ogni buon conto, vive con questa delicatezza, ma non vi presentate di fronte a lei con il ritratto di un santino. Ha allergie gravissime e perde la calma, ma si trattiene.

Se però sta lavorando (le vere principesse la-vo-ra-no, non credete che  facciano una cippa dal mattino alla sera!), arriva una che non lo prende da, diciamo, almeno dieci anni (l’autobus!), e rompe i cojotes destri e sinistri, allora diventa l’orco Bonifacio.

Per non seppellirla di insulti, cosa che farebbe anche James Bond, mastica una gomma, appunto, da masticare. Ma la mastica tanto bene, ma così bene che quando le sputa non ci rimane neanche la go di gomma.

Tritura acciaio con le mani, prende a calci il ferro, ma che sia duro, apre la porta e guarda fuori e pensa: però, fra un po’ se ne va!

Perché passate la vita a perder autobus, corriere, treni e poi rompete le scatole a chi non li perde mai?

Perché invece di fare bellissimi oggetti con le vostre manine di fate (pussa via, avrebbe detto Sordi) non le usate per schiaffeggiare chi vi fa un torto e ve la prendete con chi non vi ha fatto MAI nulla?

Credete Dio perdoni tutto?

Si, giusto, ma l’inferno che vi siete fatti voi, a misura vostra, qui sulla terra, ve lo tenete fino all’apocalisse (se viene, senno’ pensate che strazio vi siete cercati). Vi piace?

Allora siete masochisti. Ma per favore non fate anche i sadici, contemporaneamente. Infilzatevi spilloni dove capita, mettetevi a graticolare a fuoco lento, andate a prendervelo nelle orecchie (deve fare malissimissimo), ma smettetela di spaccar noci che non ci sono.

Si, si, tutti vi rispettano una sega!

Vi sopportano e vi ridono dietro come vi allontanate, vi usano per rompere le pere altrui senza prender mai la colpa. Sperano che arrivi un tornado, ma che voi stiate alla larga. Attendono la vostra pensione più della morte della suocera.

Ma perché di romper palle ad altri avete fatto la vostra ragione di vita, non era meglio pensare a autocostruirvi le vostre? Invece di fingere attributi che non avete, di far credere che siete i sostituti del proprietario della ditta. Passate e lo scarafaggio (l’ho visto benissimo) in transito si tocca, che se lo pestate voi sa che ha fatto una morte di merda!

Rilassatevi, prendetevi due anni di ferie (tanti ne mancano alla pensione vero?) e andate via, isola deserta e aspettate di capirvi. Quando tornate non vi caga nessuno, vero, ma magari si son anche dimenticati di quanto avete rotto le balle prima.

E poi, voi, dico voi, ridete della cara Lucia!

Ma Lucia, confronto a voi è una santa. Le han riservato un posto direttamente a destra di Dio, tanto è angelica. E’ umana, non una spacca-minuti, secondi e millesimi.

Quando parla lei almeno si scherza, anche se non è perfetta, meglio. Si, si, cara Lucia. Tu sei meglio di tuoi detrattori, sul serio.

Dei giovani moralisti non parlo per contratto (mi licenziano di certo e devo ancora trovare il posto successivo), ma ne ho tanta nausea che mi manca anche il fiato. Magari hanno 23 anni (o giù di lì), ma hanno maschere spesse due chilometri!

Ridono quando ti vedono, sorridono, parlano poi si girano ed esce dracula in persona da quelle bocche. Hanno lingue che usano per affettare le mura delle piramidi egiziane (infatti in Egitto non possono andare), sanno tutto. Sanno sempre dove è il marito (a godersi la libertà sul divano, libertà che finisce quando arriva la giovane moralista), sempre cosa è meglio per i figli, sempre cosa provano gli altri. Infatti pensano che gli altri non provino mai nulla come loro. Quando c’è stato quel tornado, se c’è un terremoto, se tutta la Sicilia va a fondo loro dicono : ohhh!

Basta!

Finito, non hanno altro sentimento.

Al massimo, spremutissimi, viene fuori un: po-ve-ri-ni!!!

Ma sotto sotto godono un po’, anche se non lo confessano neanche a se stessi.

Tutto attorno a loro è imperfetto, ma loro son perfetti perfettissimi.

Quindi se un tornado si porta via mille persone che vuoi che sia, di certo erano tutti meno interessanti di loro. Ma i tornadi non possono smettere di essere random?

Non gli han dato il mirino?

Io vorrei proprio che stessero fermi, se si tratta di fare del male. Magari una spettinata alle sabbie, magari un’ondina su un posto tranquillo, piccola. Oppure un po’ di casino per svegliare gli abitanti di un’isola annoiati, ma poi basta.

Anche i terremoti, una scossetta ogni tanto ad Arcore, ma con la precisione dei bisturi chirurgici. Piano! Nulla di grave, ma un movimento sussultorio al posteriore del capo, uno ondulatorio alla sua testolina (che ci sarà mai dentro? Neanche Piero Angela lo sa!), di tanto in tanto. A ricordargli, se proprio non lo sa, che quel ponte che vuol fare, quello dello stretto (uno stretto largo davvero è pericoloso di suo), sta esattamente in una zona sismica. E quante volte lo devo dire?

Quante fiabe devo riempire perché il capo dica: bastaaaaa, non lo faccio più!

E rassegnati!

Prima del ponte il resto, poi ‘sto cavolo di ponte lo metti dove ti pare.

Se però speri, capo, che una volta fatto tutti dicano: guuaardaa quanto ce l’ha fatto lungo, sbagli.

In altri tempi (remoti e bui) Hitler credeva d’esser Dio, vedi, noi esseri umani abbiamo pazienza. Quando la perde il capo vero (non sei tu, scusa se te lo ricordo), Berlusca, tieniti forte che si balla!

Non sia mai, ma tu stai rovistando fra i marron glacè del grandissimo capo. Bastaaa!

Basta che poi risponde.

Basta che ti abbatte un fulmine in pieno sulla casa e mica lo possiamo fermare noi. Se ti arriva, ti arrangi. Tu dirai, ma vado a messa tutte le domeniche.

Eh, chi vuoi fregare, il boss supremo?

Lascia stare, dai, anche Hitler era cattolicissimo, a suo tempo. Fai come Francesco, quel tipino d’Assisi che, mesto mesto, ha lasciato tutto ad altri. Ma tutto, tira fuori quegli assegni!

E’ andato al Vaticano gli ha detto: spreconi!

Finché è morto lo hanno trattato da cane, dopo lo hanno beatificato. Ma perché gli conviene, e se gli conviene!

Fallo anche tu, vai al parlamento e prova a dire (vestito da barbone, che già fanno fatica a crederti): spreconi!

Ti mandan via, ma la signora Maria a te ti fa il risotto coi porcini veri, quelli che suo marito raccoglie e non ti avvelena di certo.

Vittorio, l’ex postino, ti lascia dormire a casa sua, e ti da pure il suo letto, le lenzuola migliori e un bicchiere d’acqua se di notte avessi sete.

La pazza alcolizzata che va in giro elemosinando sigarette te le porta, se vuoi fumare. Io ti garantisco abiti fino a che campi, usati veh, e poi, quando diranno che si inchinano all’uomo onesto, probo (te la ricordi la morte di Berlinguer?) ce li mandiamo noi, affanculo!

Si inchinano all’avversario capace, e prima dove la tenevate la lingua? Nel culo del vostro cane, ah, si. Scusa, Pannella, se ti ho un po’ fregato frasi tanto carine (ma ho fatto modifiche), ma io non faccio scioperi di fame e sete. Però mi ricordo di quegli anni in cui mangiavo prosciutto una volta al mese. Di quando l’acqua del rubinetto era l’unico liquido noto, oltre a qualche caffè.

Il succo? No, non li avevo i soldi per il succo, dovevo pagare l’impianto di riscaldamento all’idraulico. Adesso però io il succo lo bevo, e non lo sciopero mai, però quello l’ho guadagnato lavorando, non sparando cazzate.

Per mandarmici, se ci tieni, devi aspettare che io entri in politica e mi sa che non è cosa. Non è per me, non mi si addice, mi perdo un mondo migliore, il mondo della signora Maria.

Per l’amore della signora Maria io rinuncio a qualunque carriera politica, anche se fosse fortissima e se io ne fossi degna.

Si torni alle fiabe, va, che è meglio.

Si diceva di come la principessa diventi l’orco Bonifacio.

Non è che sia proprio pericolosa, ma comunque ha sempre quel che di orchesco, ma parlandole può ritornare principessa.

Comunque sia il succo (una spremuta in pratica se ci fossi riuscita) della fiaba è che la principessa, questa, dorme in un baccello.

Solo baccelli di fagiolo, che i piselli le fanno venire l’orticaria. Resta inutile raccontar frottole: preferisce i fagioli, comprese le flatulenze.

Ci dorme, in questi baccelli, ci si sdraia e si addormenta.

Infatti adesso (le principesse dormono quando han sonno) è un po’ stanca e credo voglia tornare a baccello.

Quindi, se mi avete capito, i non schiaccerei altri tasti, non mi si svegliasse mai. Non per mia colpa, che il sonno principesco è duro a venire e ha tanti sogni da esplorare.

Chiudo la fiaba, mentre la parte superiore del baccello, piano, sta scendendo sulla principessa.

Piano, lenta la tenera scorza cala, come i sipari dei teatri, come le tende dei chiostri, come le vele delle barche.

Parlate piano, adesso, piano bimbi, piano signore Marie, tutte, piano maestri.

Piano che dorma bene e faccia bei sogni. Poi, se me li racconta tutti, ve li scrivo, ma che sia sveglia, che il rumore dei tasti è cosa a cui è sensibile parecchio.

A tasti e ai principi baccelli, ma adesso, ora, nessun altro baccello arriva e la principessa dorme. Chi sa come svegliarla, magari con uno di quei baci propiziatori, faccia pure. Se sente un bacio o il profumo di caffè, al risveglio, non diventa mai orchessa.

Piano però, con quel bacio, piano che si deve svegliare lentamente.

 

 Patrizia P.

 
 
 
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DA UNA MAIL RICEVUTA...

"Prendendo in esame le ultime scoperte della comunità scientifica mondiale,
l'autore parla di cosmologia, ovvero lo studio della natura dell'universo.
Servendosi di Einstein e delle sue teorie che spiegano i legami tra
relatività e cosmologia, Aczel ci spiega come il grande scienziato si sia
praticamente trasformato nel portavoce di Dio rivelandoci le verità
fondamentali dell'universo in cui viviamo. In realtà lo studioso, quando nel
1912 dedusse dai suoi calcoli che l'universo era in continua espansione,
ritenne implausibili le conclusioni della sua scoperta e inventò una
costante matematica (la "costante cosmologica") che ovviasse al problema.
Oggi la scienza conferma sempre più quell'ipotesi di novant'anni fa."

Eheh...scommetto che solletica il tuo interesse!

Ti voglio bene!
 

...MAIL ARRIVATE, GRAZIE!

Ciao Pat anche a me ha fatto molto piacere sentirti, poi sei sempre un
vulcano di idee, di robe da fare, di progetti che dai sempre il buon
umore! Si è vero sono felice e delle volte mi sembra di essere dentro un
film, non sono molto abiutuato ai sogni che si avverano, e forse tu eri
una delle poche persone che sapeva del mio di sogno e il bello che ci
credevi più di me.
 

...MAIL...

Cara Patrizia,
...che tristezza nessuna tua mail, oggi!

 

Quanti anni hai Vasco

 

 


Quanti anni hai
stasera
quanti me ne dai...
bambina
quanti non ne vuoi
più dire
forse non li vuoi
"capire"...
Ti ho pensato sai...
stasera
ti ho pensato poi...
la sfiga
mi ha telefonato lei
per prima
non ho saputo dir di no
lo sai che storia c'era

Dopo dove vai
stasera
sai che non lo so
bambina
certo che tu no
non sei la prima
e di certo no
non sei la più "serena"
Quello che ti do
stasera
è questa canzone
onesta e sincera
certo che potevo sai
approfittar di te
ma dopo come facevo
a fare senza .....se

Meglio che "rimani"
a casa
meglio che "non esci"
stasera
perché la notte non è più
sicura
e non è nemmeno più
sincera

Quanti anni hai
stasera
sai che non lo so
bambina
forse ne ho soltanto qualcuno... qualcuno
...più di te
ma è la curiosità
che non so più cos'è.

 
 
 
 

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